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venerdì 21 gennaio 2011

"Tu non c'eri" di Erri De Luca


IL LIBRO DI ERRI DE LUCA
"Tu non c'eri"



LA RECENSIONE
FONTE:LA REPUBBLICA-IL MIO LIBRO.IT


"Tu non c'eri", libro dello scrittore, diventa un cortometraggio.
L'opera dell'autore napoletano tradotta in immagini dall'ex alpinista Andrea Di Bari, ora diventato regista È la storia di un'arrampicata, che spiega il legame con la figura paterna.

Un libro come una pièce teatrale, o come una sceneggiatura. Tu non c'eri di Erri De Luca è botta e risposta, voce fuori campo, dissolvenza. Uscito a fine 2010 per le edizioni della libreria napoletana Dante & Descartes (pagg. 48, sei fotografie dolomitiche di Paola Porrini, euro 5) e già alla seconda edizione, il piccolo libro ha per sottotitolo "Scrittura per scene da un¿idea di Andrea Di Bari". Negli anni '80-90 Di Bari è stato uno dei più forti "climber" italiani. Vitale ed estroverso, l'arrampicatore ha avvicinato lo scrittore-alpinista. E salendo insieme per pareti e falesie gli ha raccontato la sua nuova vita di regista (con due film, il corto Fratelli e il medio Il talento di Fabio, ha vinto molti premi). Nel 2006, con Guido Friandra e De Luca, Di Bari scrive la sceneggiatura per un lungometraggio tratta da racconti dello scrittore: È acqua passata. «Quest'anno Andrea ce la farà» dice De Luca. Non si riferisce soltanto al film scritto insieme, ma anche al corto che Di Bari sta per girare da Tu non c'eri. «Tempo fa Andrea mi aveva raccontato la storia di due uomini in cordata. La storia di una scalata nella quale soltanto alla fine si scopre che uno dei compagni in realtà è morto, che è un fantasma». La storia è un dialogo tra padre e figlio.

Il figlio (nel libro l'Uomo) arriva in un rifugio di montagna alla fine della stagione. Seduto a un tavolo c'è "un anziano sulla sessantina" («Sono un anziano scrittore, e un anziano alpinista» dice De Luca): è il Padre. L'Uomo esce e attacca una via ferrata. Accanto a lui, slegato, sale il Padre. "Eccomi sulla tua traccia papà. Ho qualcosa da dirti" dice l'Uomo. Un Padre assente, un figlio cresciuto dalla madre e dal "premuroso estraneo". Un Padre nella lotta armata e poi in galera, morto di freddo in una baracca senza lasciare un saluto. Mentre salgono, ognuno espone le sue ragioni. L'Uomo accusa, il Padre si giustifica. Fino alla scena finale: "Mi nascerà un maschio. Voglio dirti che sarò padre" dice l'Uomo mentre il Padre inizia la discesa. "E gli darò il tuo nome". Alla fine, in due bellissime pagine, De Luca spiega il rapporto con suo padre.

«Me ne sono andato di casa a 18 anni, ma gli ultimi mesi di vita li ha passati con me. Non è stato un padre assente. Mi ha lasciato in eredità le sue passioni: libri e montagne» dice. Da un pò di romanzi De Luca parla di paternità, o meglio di assenza del padre. È orfano lo Smilzo di Il giorno prima della felicità come lo è il camoscio di Il peso della farfalla. «Aggiungerei anche In nome della madre. Forse è il fatto di non avere avuto figli» dice lo scrittore. In fondo, per scalate e lotta politica, il Padre è lei. È lei che si sente parte di quelli che in Tu non c'eri definisce "gli ammutoliti, che hanno perso il diritto e la volontà di parola"; è lei che, come il Padre uscendo di galera, lascia tutto, viaggia leggero e con i suoi romanzi di poche dense pagine invita i lettori a bagagli lievi.

Sa che il cinema può essere un fardello pesante? «In generale non mi piace l'idea di vedere le mie immagini ridotte a quel formato definitivo. In un libro puoi immaginarti colori, volti, voci. In un film no. Ma mi affido ad Andrea Di Bari, ho fiducia in lui».

Erri De Luca (Napoli, 20 maggio 1950) è uno scrittore, traduttore e poeta italiano

Recentemente definito "lo scrittore del decennio" dal critico letterario del "Corriere della Sera" Giorgio De Rienzo, è anche poeta e traduttore.

Nel 1968, a diciotto anni, raggiunge Roma, dove prende parte al Gaos (Gruppo di Agitazione Operai e Studenti), gruppo che fonderà Lotta Continua a Roma. Erri diventerà in seguito il responsabile del servizio d'ordine di Lotta Continua. Inoltre dichiarerà più di recente che al momento dello scioglimento di Lc (Rimini, 1976) non volle entrare in clandestinità e convinse il servizio d'ordine romano a seguire la sua stessa strada.

In seguito svolge numerosi mestieri in Italia e all'estero, come operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Durante la guerra in ex-Jugoslavia è autista di convogli umanitari destinati alle popolazioni. Studia da autodidatta diverse lingue, tra cui lo yiddish e l'ebraico antico dal quale traduce alcuni testi della Bibbia. Lo scopo di queste traduzioni, che De Luca chiama “traduzioni di servizio", non è quello di fornire il testo biblico in lingua facile o elegante, ma di riprodurlo nella lingua più simile e più obbediente all’originale ebraico.

Pubblica il primo romanzo nel 1989, a quasi quarant'anni: Non ora, non qui, una rievocazione della sua infanzia a Napoli.

Regolarmente tradotto in francese, spagnolo, inglese, tra il 1994 e il 2002 riceve il premio France Culture per Aceto, arcobaleno, il Premio Laure Bataillon per Tre Cavalli e il Femina Etranger per Montedidio. È del 1999 il libro Tu, mio.

Collabora a diversi giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Avvenire, Gli Altri) e oltre ad articoli d'opinione, scrive occasionalmente anche di montagna.








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