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martedì 4 gennaio 2011

A Salerno le zampogne di Antonio Daltrocanto Giordano


MIEI SCRITTI


LA RECENSIONE
DI MARIA SERRITIELLO

Per il terzo anno consecutivo la Rettoria di San Giorgio Martire, chiesa dell’arte, a Salerno, dall’11 al 6 gennaio, è lo scenario barocco della rassegna musicale “Puer natus est nobis” 7 concerti, di ispirazione natalizia, con l’ausilio del Comune di Salerno, Camera di Commercio, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, Rotary Salerno A.F. 1949, Banca di Salerno, Enzo Figliolia- fotografo, Progress Television Service e Zeppoleria- S. Teresa.

Tra morbide volute, ori splendenti e stucchi, si sono già esibiti artisti di corali polifoniche, di concerti popolari, di gospel e di zampogne, quelle del gruppo Daltrocanto. Resta da ascoltare il recital di Marino Cogliani e l’Ensemble Malvarosa, il 6 gennaio prossimo. Il concerto che più ha riscosso successo, perché rievocativo della semplice tradizione religiosa e perché testimone di una Italia contadina, generatrice di cultura spontanea e popolare, è stato quello del 23 dicembre, “Seguendo la stella cometa”, con le zampogne Daltrocanto di Antonio Giordano e il suo gruppo: Floriana, Christian, Martino, Paola e Luca. >Antonio Giordano, l’innamorato della zampogna ed attualmente uno dei maggiori suonatori del magico e principale strumento di Natale, l’artista che nell’esecuzioni, ogni volta si commuove, ha creato intorno a sé un affiatato gruppo di amici che ha la felicità di cantare e suonare i tamburi a camice, le castagnette e le ciaramelle.

“Quando ero bambino più che il Natale si aspettava con impazienza la Befana, io con ancora più impazienza aspettavo gli zampognari davanti alla porta” racconta Antonio Giordano, un segno di allora per quello che sarebbe diventato poi. La sua attenzione, come dire, per il buffo strumento non l’ha mai abbandonato e la sua ricerca, ancora oggi, continua. Un tutt’uno, Antonio, corpo, cuore ed anima, con la zampogna, l’antico strumento, il cui nome deriva, probabilmente dal greco “symphonia”, composto da una sacca di accumulo d’aria (otre), realizzato con la pelle di capra o pecora (utricolo) e attraverso un insufflatore (cannetta ) che mette in vibrazione le ance (linguette), il riprodursi del suono, particolare e tanto natalizio . Con la sua esibizione sentimental-religiosa ed il concerto del 23 ne è stata la riprova, Antonio Giordano, oltre a far ascoltare le antiche melodie, ha sfogliato un po’ per i presenti l’antologia della cultura popolare, quella così pregnante di riti e tradizioni, per cui apprendono, i giovani o ripassano, i più avanti nell’età : la vita dei pastori, quella degli zampognari, le novene cantate, la nferta (offerta) e i canti delle processioni dedicate alla Madonna.

“….. C’è qualcosa nelle persone che suonano questa musica e che partecipano a questo stile di vita tradizionale che è notevolmente incantevole.

La zampogna è una finestra sul mondo, una manifestazione fisica di un elemento intangibile, rappresenta lo spirito attraente del popolo sud italiano.

Un popolo che nel passato si confrontava con molte difficoltà, ma che comunque persisteva con un forte entusiasmo per la vita, creando costantemente, impegnandosi sempre….”(dal film “Zampogna:The Soul of Southern Italy” David Marker –film marker Kansas City MO).

E’ vero la zampogna è l’anima del sud, ed Antonio Giordano è l’anima della zampogna, lo strumento che più ci appartiene e che più ci è caro.

Edito dalla stessa “Associazione Daltrocanto”, è in vendita il cd, “Seguendo la stella cometa”come i magi sulla via di Betlemme.

9 pezzi tratti dal repertorio del gruppo “Le Zampogne Daltrocanto”

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

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