Pagine

giovedì 20 luglio 2017

Lettere da Ischia anno 2017 di Ferdinando Bianco






Prendo a prestito, rimaneggiando, il titolo del Premio Strega del 1954, "Le lettere da Capri" di Mario Soldati, anche quest'anno, così come quello scorso, mi avvalgo della corrispondenza, da Ischia, del il dott. Ferdinando Bianco, inserendola nel mio blog. "Lettere da Ischia", dunque, per conoscere il pensiero, le riflessioni e egli incontri interessanti del dott.re Ferdinando Bianco, direttore sanitario del bellissimo Complesso ELMA Park Hotel Terme & Benessere di Casamicciola, frequentato per fangoterapia, benessere e soggiorno turistico a 4 stelle.

(Maria Serritiello)

Lettera n°3 
                         "Voglio una vita spericolata"

Famoso slogan "Grande Albergo: gente che va, gente che viene.......". Tralascio la seconda parte perché poco significativa e sopratutto fallace perché, a dirla tutta, ognuno di noi uno scopo nella vita l'ha sempre! Che può o meno coincidere con quello che riteniamo debba essere o possa essere il più giusto per quel l'individuo ma questo è un altro problema!
Grande Albergo dunque e l'ELMA di Casamicciola, appollaiato su quel morbido cocuzzolo che dolcemente fa l'occhiolino al porticciolo sottostante mantiene le promesse di accontentare la gente che va e la gente che viene qui, per godere delle prestazioni che sa offrire nei vari ambienti: i fanghi, i bagni, la cucina, in una parola il benessere, oltre che per vivere fino in fondo la convivialità' degli ischitani e le bellezze sparse a piene mani per tutta l'isola. Dalla mia prospettiva di Direttore Sanitario  mi trovo spesso di essere messo al corrente della vita personale di alcune di esse e allora vengono fuori spaccati di vita italiana che uno non può immaginare. Un piccolo "gancio" e la vita vera si fa avanti, s' infervora, si lamenta, si emoziona, ride di cuore, si fa amicizia, gesti dolci e genuini e poi....vai con lo svago a gogò'!
Così è stato con Enrico Alberti, classe 47, di Cortina d'Ampezzo. L'occasione è la visita che come direttore sanitario faccio alle persone che hanno deciso di scegliere Ischia pure per fare i fanghi o l'aerosol terapia. Accompagnato dalla moglie il cui nome è tutta una storia: Farida! Come la moglie di un re egiziano ( per questo in Egitto da qualcuno è stata riverita come se una dea), ho chiesto che avesse fatto nella vita pre pensionamento e quasi non la finiva più con l'elenco! Esagerato, veramente esagerato! Da maestro di sci a falegname, da calciatore ad esperto di ghiaccio, da scalatore a giocatore nazionale di Curling e sempre con ottimi risultati ,ma soprattutto con una grande capacità di conversatore affabile e colorito. Tagliato con l'accetta come lascia facilmente capire quando parla del padre e non esita a dargli affettuosamente del duce mostra le infinite sfaccettature della sua vulcanica personalità e lo fa senza remore, senza reticenze, con colore e calore, con pulizia e chiarezza. Tutto questo cresce esponenzialmente se lo inviti a parlare del curling. E allora il vulcano esplode con tutti i suoi elementi: il sasso che costa 600/700 euro ma a carico della società, la casa con la saggina, la linea del maiale, lo spin che bisogna dare al sasso per indirizzarne il percorso, le regole del gioco, la convivialità' ritrovata dopo la gara con bevande a fiume e grigliate pantagrueliche. Uno sport olimpionico che fa crescere in misura e leggerezza, familiarità con le basse temperature e va a braccetto con l'amicizia del dopo gara. Certo difficile da vedere in TV e ancora più ostico da apprezzarne il fascino goliardico e semplice e la filosofia di fondo. Per fortuna che ancora circolano personaggi come il nostro Enrico. Tutto innaffiato da un sottile e bonario umorismo che tuttavia non tralascia di esternare giudizi trancianti sulla disonestà di tanti poteri neanche tanto occulti. Ma la sensazione che alla fine una bella birra o un bicchiere di buon vino possa fuoriuscire dalla manica a sottolineare la sua bonomia e onesta di fondo. E chissà che non si faccia un pensierino a presenziare l'evento per eccellenza per il curling che quest'anno si terrà a Cortina, volesse solo per riascoltare la vulcanica parlantina e, perché no, partecipare ad uno dei tanti dopo-partita

Ferdinando Bianco




Ferdinando Bianco

Ferdinando Bianco e' nato a Terzigno, in provincia di Napoli, ma ha svolto la sua attività di medico, prima a Savoia di Lucania ed il restante ad Avigliano in Basilicata. Ha due passioni, la frutta, meglio se colta dall'albero e che mangia a iosa, ed il tennis, sport nel quale è particolarmente versatile, ma essendo un uomo di scienza, e ' in costante studio della prospettiva scientifica della problematica esistenziale, ovvero, chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo ( il brodo primordiale). Da diversi anni dipinge con tecnica mista e colori pigmentati e variamente assemblati. Ha un curriculum espositivo  di una certa importanza. Le sue opere possono essere visitate sul suo sito: biancoferdopere



Poesia e Pittura di Alessandra Bertelli ed Elena Ostrica







di Maria Serritiello

Alessandra Bertelli ed Elena Ostrica, due artiste, un connubio emozionante per le poesie dell'una,Alessandra e i dipinti dell'altra , Elena, il tutto raccolto in un libro di 50 pagine, ma che a sfogliarlo si presenta come uno scrigno di preziosi. Una raccolta , la loro, che superando l'individualità propria, sfocia in un perfetto progetto e dove il tratto accompagna la parola. Ad iniziare è la poesia di Alessandra Bertelli con "Inno alla vita" di non facile lettura ma viene accompagnata dall'acrilico su tela 70/50 che da' slancio e colore a sagome in ascesa .E l'inno alla vita si presenta come meglio non si può, ma anche le altre poesie sono avvolte dai colori , ad esempio il forte del rosso, dell'arancione, del blu più chiaro , di quello più scuro che caratterizzano "Le muse vagabonde. Si sfogliano le pagine, edite da "Largo libro" su progetto grafico del "Mito" e si ritrovano 14 poesie di estrema e limpida scrittura con altrettanti 14 pannelli tracciati di colori che rendono , a chi legge, un messaggio di chiarezza, evidenza,lucentezza e splendore della forma, per dirla come i medievali."Un dialogo espressivo" come  cita Alessandra Borrelli, nell'introduzione" non solo empatico, ma caratterizzato   da profonde analogie emotive". E quando il dipingere di Elena diventa anche poesia con i versi "Il Ritorno"  con l'acquerello   che l'accompagna, si ha la sensazione che la pittura e la scrittura si appartengano più di quanto si pensi. Dice Anna Ciufo,poetessa e pittrice di parimenti bravura, della pittura di Elena Ostrica che è caratterizzata da uno stile simbolico, riconoscibile per la solarità che sprigiona con disegni netti, essenziali ed il messaggio che sempre custodisce qualcosa che ricorda la vita. La copertina del libro "Memorie" è un altro bell'esempio di pittura dell'artista , l' albero nudo su cui si appoggia il sole della vita vissuta , con il volo di una colomba a raccordare il passato, le memorie appunto, con il viso fanciullo che guarda sì , ciò che è stato, ma si proietta fiducioso nel futuro.

Maria Serritiello


lunedì 17 luglio 2017

Anyash, la bambina che scrisse uno dei temi più' divertenti del libro "Io speriamo che me la cavo"







di Maria Serritiello

Toh chi incontro sul lungomare di Salerno, la riconosco subito, per l'anagrafe,  è Antonella   Schioppa, mentre in arte risponde al nome di Anyash artista poliedrica del mondo dello spettacolo. L'ho conosciuta lo scorso anno ad Ischia, precisamente a Casamicciola, dove soggiornava nel bellissimo Hotel Elma, che si erge sull'incantevole panorama dell'isola. Io ero la' e m'incuriosì più di ogni altro ospite. Familiarizzammo a colazione e mi raccontò chi fosse.

Era il 1990 ed Antonella Schioppa frequentava la scuola elementare di Arzano, proprio la classe del famoso maestro Marcello D'Orta, scomparso nel 2013, nel libro,"Io speriamo che me la cavo", lei, era l’autrice del tema: Il mio maestro. “Il mio maestro si chiama Marcello D'Orta, ed è mio dalla prima classe, quando andavo all'asilo non era mio. Io gli voglio molto bene, perché lui è bravo e ci impara un sacco di cose… Lui non vuole mai nessun regalo alla fine dell'anno, però noi glielo facciamo lo stesso. Io quest'anno gli porterò un regalo che pagherò 10.000 lire, e mamma farà a metà con la mamma di Armanduccio…”.  Lo scritto genuino e spontaneo, fin d’allora faceva notare, nella piccola alunna, un animo semplice ed autentico che, ad oggi, ha conservato intatto. Antonella Schioppa, infatti, è una splendida ragazza napoletana, alta, magra, non un filo di grasso sul suo corpo, colorito olivastro, occhi e capelli neri che, lunghi, le addolciscono il profilo, sorriso pronto e comunicativa facile, che ne ha fatta di strada nel campo dello spettacolo, con l’esotico nome d’arte Anyash. Il suo è un curriculum artistico di tutto rispetto che vale la pena citare, almeno in parte, per quante cose ha realizzato, ad iniziare dalla 1° Edizione di “Scherzi a Parte” su Italia 1 condotto da Teo Teocoli e Gene Gnocchi, per continuare nel 1992, quando entra a far parte del corpo di ballo della RAI nella produzione di: “Domenica In” su Rai Uno, condotto da Alba Parietti e Toto Cutugno. Successivamente nel 1994 entra a far parte del corpo di ballo della FININVEST nella produzione: “Trenta Ore per la Vita” su Canale 5, condotto da Lorella Cuccarini, continuando la sua carriera, per altri due anni, in FININVEST nella produzione di: “Buona Domenica” su Canale 5, condotto sempre da Lorella Cuccarini. Successivamente riscuotendo parecchi consensi, è la RAI che richiede la sua presenza nel corpo di ballo di: “Uno Mattina” su Rai Uno condotto da Amedeo Goria e Melba Ruffo e “Furore” su Rai Due condotto da Alessandro Greco. Il suo curriculum artistico è vasto , un elenco di successi, ma la mia curiosità attuale nel vederla è una: "Che cosa ha provato nei giorni scorsi alla morte di Paolo Villaggio.?"le chiedo. Alla domanda lei si rattrista,immediatamente e dice che il dolore per la morte dell'attore e' stato  simile a quello provato per il suo caro D'Orta, a cui  lei era molto affezionata. Paolo Villaggio , continua, avrebbe voluto, nella riduzione filmica del libro, i veri alunni del maestro, gli autori spontanei dei temi raccolti, ma Lina Wertmuller non volle, lontana dal neorealismo che privilegiava gli attori presi dalla strada. I bambini di Arzano, lei compresa, ci restarono molto male, proprio loro che erano stati i protagonisti di un successo editoriale non indifferente. La vedo ancora addolorata nel raccontare l'episodio ma lo e' stata ancor di più per aver perduto  un altro punto di riferimento, oltre il  maestro D' Orta. La sua infanzia  si è' definitivamente archiviata, con la perdita dei suoi due pilastri di sicurezza. Anyash, ora , nel loro ricordo dovrà  infittire gli impegni artistici per fare della sua carriera un affettuoso omaggio a loro due.

Maria Serritiello




domenica 16 luglio 2017

Premio internazionale letterario-artistico "La Piazzetta"XIX edizione 2017









la Redazione del Centro

CENTRO ARTISTI SALERNITANI
Premio internazionale letterario-artistico “La Piazzetta” XIX ed. 23 giugno 2017
Un buon successo !!
E’ stata davvero una bella serata quella dedicata al Premio internazionale letterario-artistico “La Piazzetta” per la qualità e il numero delle opere presentate in concorso con molte novità artistiche da segnalare all’attenzione generale.
Il Centro Artisti Salernitani che ha istituito il premio nel 1999 ha festeggiato venerdì, 23 giugno 2017, la XIX edizione di una storia ancora si spera molto lunga e che ha già ottenuto successi locali, nazionali ed internazionali.
Il C.O. (Comitato organizzativo) di quest’anno, composto da Elena OSTRICA, Pina SOZIO, Antonio CARONITI, Maria Luisa MIGNONE, Vittorio PESCA, si è mosso con abilità e professionalità, senza tralasciare nessun particolare per la riuscita della cerimonia di premiazione, svoltasi presso la sede dello “Yachting Club Salerno”, messa a disposizione della vice presidente avv. Diana DE BARTOLOMEIS.
Alla cerimonia di premiazione, la prof. Eva AVOSSA (vice sindaco di Salerno) ha posto l’accento sulla positiva necessità di fare arte in una città che fino a qualche tempo fa era decisamente carente; tra gli ospiti d’onore si sono segnalati il sen. Alfonso ANDRIA, l’on. Guido MILANESE, l’on. Tino IANNUZZI. La presenza della delegazione del Comune di Pazardjik (Bulgaria) ha dato il tocco concreto di internazionalità al premio.
Erano presenti, inoltre, presidenti di altri sodalizi ed un pubblico numeroso di amici ed ospiti, i quali con i loro consensi e applausi hanno dato una nota di allegria e di sostegno a tutta la manifestazione.
Presidente del Centro e del Premio, Elena OSTRICA.
Segretaria e Responsabile Centro e del Premio, Pina SOZIO.
La giuria che ha operato nelle sezioni letterarie costituita da: prof. Francesco D’EPISCOPO, preside Antonella SPARANO RISTORI, prof. Franco Bruno VITOLO, mentre la giuria che ha operato nelle sezione di arti figurative era costituita da: prof. Silvana VALESE, prof. Antonio CARONITI, prof. Gerardo VINCITORE.
Prima di iniziare la Cerimonia di premiazione è stata assegnata la Medaglia del Presidente del Senato ad Antonella SPARANO RISTORI.
con la seguente motivazione : Aver dedicato parte del suo tempo alla cultura.
Ecco tutti i premi assegnati.
SEZIONE POESIA - PREMI DELLA GIURIA 1° Premio targa C.A.S. a Valeria BOCCARA - Cava de’ Tirreni (SA), per la poesia “Rivoglio i miei giochi”. 2°Premio medaglia d’argento a Giampaolo INNOCENTINI - Roma, per la poesia “Non credere”. 3°Premio trofeo A.N.PO.S.DI a Teresa D’AMICO - Cava de’ Tirreni (SA), per la poesia “Siamo”. PREMI DI MERITO DELLA PRESIDENZA MEDAGLIA DI BRONZO a: Natale CUTRUPI - R. Calabria, per la poesia “Ti pirdia pi davveru”. Rodolfo VETTORELLO - Milano, per la poesia “Come il fiume”. Salvatore ESPOSITO - Caserta CENTRO ARTISTI SALERNITANI
Premio internazionale letterario-artistico “La Piazzetta” XIX ed. 23 giugno 2017
Un buon successo !!
E’ stata davvero una bella serata quella dedicata al Premio internazionale letterario-artistico “La Piazzetta” per la qualità e il numero delle opere presentate in concorso con molte novità artistiche da segnalare all’attenzione generale.
Il Centro Artisti Salernitani che ha istituito il premio nel 1999 ha festeggiato venerdì, 23 giugno 2017, la XIX edizione di una storia ancora si spera molto lunga e che ha già ottenuto successi locali, nazionali ed internazionali.
Il C.O. (Comitato organizzativo) di quest’anno, composto da Elena OSTRICA, Pina SOZIO, Antonio CARONITI, Maria Luisa MIGNONE, Vittorio PESCA, si è mosso con abilità e professionalità, senza tralasciare nessun particolare per la riuscita della cerimonia di premiazione, svoltasi presso la sede dello “Yachting Club Salerno”, messa a disposizione della vice presidente avv. Diana DE BARTOLOMEIS.
Alla cerimonia di premiazione, la prof. Eva AVOSSA (vice sindaco di Salerno) ha posto l’accento sulla positiva necessità di fare arte in una città che fino a qualche tempo fa era decisamente carente; tra gli ospiti d’onore si sono segnalati il sen. Alfonso ANDRIA, l’on. Guido MILANESE, l’on. Tino IANNUZZI. La presenza della delegazione del Comune di Pazardjik (Bulgaria) ha dato il tocco concreto di internazionalità al premio.
Erano presenti, inoltre, presidenti di altri sodalizi ed un pubblico numeroso di amici ed ospiti, i quali con i loro consensi e applausi hanno dato una nota di allegria e di sostegno a tutta la manifestazione.
Presidente del Centro e del Premio, Elena OSTRICA.
Segretaria e Responsabile Centro e del Premio, Pina SOZIO.
La giuria che ha operato nelle sezioni letterarie costituita da: prof. Francesco D’EPISCOPO, preside Antonella SPARANO RISTORI, prof. Franco Bruno VITOLO, mentre la giuria che ha operato nelle sezione di arti figurative era costituita da: prof. Silvana VALESE, prof. Antonio CARONITI, prof. Gerardo VINCITORE.
Prima di iniziare la Cerimonia di premiazione è stata assegnata la Medaglia del Presidente del Senato ad Antonella SPARANO RISTORI.
con la seguente motivazione : Aver dedicato parte del suo tempo alla cultura.
Ecco tutti i premi assegnati.
SEZIONE POESIA - PREMI DELLA GIURIA 1° Premio targa C.A.S. a Valeria BOCCARA - Cava de’ Tirreni (SA), per la poesia “Rivoglio i miei giochi”. 2°Premio medaglia d’argento a Giampaolo INNOCENTINI - Roma, per la poesia “Non credere”. 3°Premio trofeo A.N.PO.S.DI a Teresa D’AMICO - Cava de’ Tirreni (SA), per la poesia “Siamo”. PREMI DI MERITO DELLA PRESIDENZA MEDAGLIA DI BRONZO a: Natale CUTRUPI - R. Calabria, per la poesia “Ti pirdia pi davveru”. Rodolfo VETTORELLO - Milano, per la poesia “Come il fiume”. Salvatore ESPOSITO - Caserta, per la poesia “ ‘O curaggio d’ ’a libbertà”. Anna PEZZUTI - Meina (NO), per la poesia “Oltre il corpo”. Alessandro BRUNO - Vietri sul Mare (SA) per la poesia “Fore ‘a fenesta”. Galia INNOCENTINI - Roma, per la poesia “La vita in una nuvola grigia”. Natale PORRITIELLO - S. Agata dei Goti (BN), per la poesia “Poeta”. Lorenzo DELLE GROTTI - Norcia (PG) per la poesia “Notte dell’Epifania ad Aleppo”. Viola DULCHEVA - Salerno, per la poesia “Domenica ad Eboli”. Clotilde BACCARI - Salerno, per la poesia “Un’antica famiglia”. PERGAMENA DI RICONOSCIMENTO ARTISTICO Lucio RINALDINI - Casoria (NA) - Loretta CONTE (NA) - Antonio RUSSOLILLO (SA) - Mariano CIARLETTA - Mercato San Severino (SA) - Gennaro MAZZEO (SA) Rumen STOYANOV (BG) - Kalin MIKHAYLOV (BG) - Margarit ZHEKOV (BG) - Georgi VRUBCHEV (BG) - Vasil LAZAROV (BG) - Anna CACCAVALE (CE) - Francesca ANGRISANI - Siano (SA) - Rosa FIORE -Siano (SA).
SEZIONE SILLOGE - PREMI DELLA GIURIA 1° Premio targa C.A.S. a Stefania SIANI - Cava de’ Tirreni (SA), per la silloge “La sottile linea”. 2° Premio medaglia d’argento ad Antonio CORVINO - Salerno, per la silloge “Versi caldi per animi freddi”. 3° Premio targa “Yachting Club Salerno” a Petya LALEVA - Bulgaria, per la silloge “Tizzoni nella cenere”. PERGAMENA DI RICONOSCIMENTO ARTISTICO Frigola MARILENA - La Terza (TA). SEZIONE NARRATIVA - PREMI DELLA GIURIA 1°Premio targa C.A.S. a Marilena FRIGIOLA - La Terza (TA), per il racconto “Genesi di un’ombra”. 2°Premio medaglia d’argento a Dimitrinka JORDANOVA - Bulgaria, per il racconto “La voce delle YCSpietre”. 3° Premio targa “CYPRAEA” a Gabriele MAIELLARO - Calvanico (SA), per il racconto “Qual buon vento”. PREMI DI MERITO DELLA PRESIDENZA MEDAGLIA DI BRONZO a: Marie Jane MERMILLOD - Roma, per il racconto “Un amico in più”. Luciano SOMMELLA - Napoli, per il racconto “Picchettone e perzechella”. Georgi VRUBCHEV - Bulgaria, per il racconto “Avalon” PERGAMENA DI RICONOSCIMENTO ARTISTICO Maria Adele GUBITOSI (NA) - Rosetta MONTEFORTE RACALBUTO (VI) - Vasil LAZAROV (BG).
SEZIONE PITTURA - PREMI DELLA GIURIA 1° Premio targa C.A.S. ad Adriana FERRI - Salerno, per l’opera “L’indifferenza”. 2° Premio medaglia d’argento a Maria Pia SILVESTRINI - Senigallia (AN), per l’opera “Intensa primavera”. 3° Premio targa del Comune di Salerno ad Alessandro GRANATA - Salerno, per l’opera “Età fiorita”. PREMI DI MERITO DELLA PRESIDENZA MEDAGLIA DI BRONZO a: Pasquale MASTROGIACOMO - Acerno (SA), per l’opera “Elevazione di una nuova chiesa”. Valeria GIULIANO - Saviano (SA), per l’opera “Tempo Elisio”. Anita SIGRIST - Pisciotta (SA), per l’opera “Cavaliere senza macchia e senza paura”. Sabela BANA ROIBAS - Coruna (Spagna) per l’opera “Ocacion”. Stefano GUADAGNOLI - Roma, per l’opera “Vista di Maiori”.
SEZIONE SCULTURA - PREMIO DI MERITO DELLA PRESIDENZA MEDAGLIA DI BRONZO a: Francesco TORTORA - Salerno, per l’opera “Vortice” .
SEZIONE FOTOGRAFIA - PREMI DELLA GIURIA 1° Premio a Maria Pia SILVESTRINI - Senigallia (AN), per l’opera “Luna sonnambula, 2° Premio a Mariangela CIORIA - Trevico (AV), per l’opera “I papaveri; 3° Premio targa “Associazione Principessa Sichelgaita” ad Alexander IVANOV - Pazardijk (BG), per l’opera “Ali di stanchezza” PREMI DI MERITO DELLA PRESIDENZA MEDAGLIA DI BRONZO a: Carlo AVALLONE - Salerno, per l’opera “Una cartolina da Salerno” Kaluna BELCHEVA - Salerno, per l’opera “Felicità”.
RICONOSCIMENTO DEL “CENTRO ARTISTI SALERNITANI” Avv. Diana DE BARTOLOMEIS - vice presidente Yachting Club Salerno Coppa del Centro Artisti Salernitani Kalina BELCHEVA - pres. Centro Bulgaro Italiano Culturale. Coppa del Centro Artisti Salernitani Prof. Francesco D’EPISCOPO - Trofeo A.N.PO.S.DI (Associazione Nazionale Poeti Scrittori Dialettali) Kalin MIKHAYLOV Associazione “EMPIREI” (BG). Targa del C.A.S. MEDAGLIE DI RINGRAZIAMENTO Sono state donate al comitato organizzativo e alle relative giurie. DIPLOMI DI PARTECIPAZIONE a: M° Ezio TESTA, fisarmonica Guendalina SERLENGA, hostess Giulia e Arianna CUPO, vallette debuttanti Sissi SERLENGA, fotografa Alla cerimonia di premiazione ha fatto seguito una cena di gala con il taglio della torta, in un accogliente e familiare ristorante salernitano.

La redazione del “Centro”


Lettere da Ischia, anno 2017, di Ferdinando Bianco




Prendo a prestito, rimaneggiando, il titolo del Premio Strega del 1954, "Le lettere da Capri" di Mario Soldati, anche quest'anno, così come quello scorso, mi avvalgo della corrispondenza, da Ischia, del il dott. Ferdinando Bianco, inserendola nel mio blog. "Lettere da Ischia", dunque, per conoscere il pensiero, le riflessioni e egli incontri interessanti del dott.re Ferdinando Bianco, direttore sanitario del bellissimo Complesso ELMA Park Hotel Terme & Benessere di Casamicciola, frequentato per fangoterapia, benessere e soggiorno turistico a 4 stelle.
(Maria Serritiello)

Lettera N 2°

La scelta di F.F che viene da lontano

Prima parte

Cosa spinge gli uomini a fare certe scelte? O meglio cosa spinse al giovane F.F a chiedere,contrariamente ai suoi cinque fratelli, di potersi diplomare , piuttosto che apprendere un mestiere, anche se la scelta avrebbe comportato enormi sacrifici. Nulla gli fece cambiare idea , anzi rafforzò la sua volontà, affrontando con gagliardia tutti i mestieri possibili, pur di portare avanti il suo progetto.Sarebbe difficile capirlo se non si riesce a parlargli. Mi si offre l'opportunità, lo intercetto in albergo mentre gironzola come una trottola per capire se tutto è apposto e mi si offre l'opportunità' di conoscere un uomo, un padre, un marito ed un professionista esemplare proprio a tavola, dove le discussioni fluidificano semplici. Sicche' tra una portata e l'altra  e squilli di  cell ,prende il via una interessante discussione. Chi mi sta  di fronte  si avvicina alla sessantina, anni che porta in maniera egregia e che fa del rispetto dei soldi,del lavoro altrui , del proprio una parte significativa della propria esistenza, l'altra, il privato è tutto attaccamento alle figlie e alla sua signora. Il contatto telefonico con loro gareggia con le tante persone che a lui si rivolgonoper veder programmate le  vacanze.Stiamo parlando di un organizzatore di gruppi turistici, cui non manca la capacità, in capo a due ore, di raccogliere un numero incredibile di persone per qualsiasi metà proponga. Mi sono chiesto  come fosse capace di tale aggregazione, e la risposta è stata pronta, quando ho toccato con mano, la sua disponibilità, la  conoscenza specifica dei luoghi che propone, la sua assistenza continua e globale per quanti lo seguono, la passione che mette per cui tutti siano soddisfatti,l' abnegazione assoluta a quanto promette, associata ad una calma serafica ed ad una umiltà che non lascia nulla affidata al caso. Fa spostare migliaia di persone all'anno in tutto il mondo,seguendole passo , passo e condividendo con loro i bei momenti di svago.Una sorta di potenza economica nel campo del turismo di qualsiasi genere esso sia:  da quello religioso, a quello culinario è ancora da quello sportivo a quello festaiolo e disimpegnato. Le iniziali del suo nome e cognome "FF" si prestano ad una lunga lista di significati positivi: festa e festini,fantasia e fragranza,felice e fortunato,famiglia e figli e si potrebbe continuare cercando sempre parole dal buon significato.
Ho chiesto come fosse nato questo suo lavoro e più candidamente mi dice che c'è stato un specifico inizio, perché ha sempre provato ad organizzare momenti di svago che vanno dalle gite scolastiche al posto dei docenti alle interrogazioni programmate per i suoi compagni di scuola.I risultati erano sotto gli occhi di tutti,ragazzi più promossi e docenti più tranquilli e ben disposti. Come in ogni cosa , l'invidia fece capolino e lui si sentì ingiustamente accusato di lucrare su queste situazioni.Francesco invece di abbattersi,  da una calunnia infamante ,tradusse la cosa in positivo e giurò che da quel momento in poi avrebbe svolto il lavoro ,che adesso faceva gratis, facendosi pagare.Il calunniatore invece di rovinarlo nella reputazione, fu da lui ringraziato ,perché Francesco è stato sempre capace di cambiare in positivo tutto ciò che gli capitava.Altro esempio di come sia stato ,per se stesso ,un Re Mida, fu quando mandato in Svezia ad avviare e controllare i lavori per un investimento ad avviare e controllare i lavori per un investimento
considerevole, riuscì a far decollare nei migliore dei modi l'attività, per poi rinunciare le faci offerte lavorative pur di mantenere intatta la sua possibilità di lavorare in libertà ed autonomia.il successo non l'ha montato, anzi , giunto alla sua età con una posizione invidiabile, non pensa minimamente a gettare la spugna, forse in ricordo per tutto quello che ha affrontato per arrivare al successo. Ha rispetto del suo stesso lavoro, della sua passione , che ancora se non di più lo anima, ha rispetto dei sacrifici giovanili, nessuno gli ha dato una mano, per cui guarda indietro e trova ancora un giovane animato della sua intelligenza e la voglia di affermarsi. È' così è' stato.Cresciuto a pane e lavoro, in una famiglia eroica e dove l'onesta' la contraddistingueva, la mente ed il corpo si sono fusi in un unico obiettivo: ripetere l'esperienza ancestrale degli uccelli che tutta la loro esistenza svolgono per la formazione dei nidi e per quanti li andranno ad occupare. Francesco Ferrante ha avuto a che fare con le categorie più disparate di persone e credo sia da tutti riverito e apprezzato. Ma di questo lui non parla.Silenzioso e riservato osserva e incamera per la prossima iniziativa. Schivo e modesto ha dalla sua l'onesta' e la professionalità appassionata che impiega. Ed ,allora, alla mia domanda che cosa l'abbia spinto a scegliere questo appagante lavoro, per lui, ancora latita una risposta definitiva, sta fatto che è stato oltremodo piacevole aver conosciuto una persona saggia. Gentile, normale, eppure eccezionale.

Seconda parte

Quando si dice certi incontri! Alcuni ti segnano la vita per sempre,altri, invece, ti indicano la stella più vicina e ti fanno toccare con mano non dico la felicità ma di certo un surrogato egualmente appetibile. Qualcuno mi accuserà di aperta contraddizione perché sono solito dire che "il comportamento degli altri non è mai responsabile dei nostri disagi" e quel qualcuno ha ragione dal momento che da più tempo ormai vado sostenendo che ognuno di noi, volontariamente o involontariamente la vita se la fa con le proprie mani e basta. Ma la storia di F.F merita una spiegazione che, in qualche modo, consenta una giustificazione e con essa il completamento della chiacchierata precedente.

Ci siamo lasciati con la considerazione che non conoscevo la ragione per cui il nostro ragazzo di appena 13 anni, , alla richiesta dei genitori di sapere che mestiere volesse imparare, deciso e irremovibile chiede di voler diplomarsi per dare alla sua esistenza una serie di opportunità che il diploma di allora già consentiva. Era un segno evidente di grande volontà, determinazione, motivazione e maturità non giustificabile alla sua età. Chiesi a lui, se qualche evento di quei tempi lo avesse potuto indirizzarlo o un personaggio di esperienza superiore lo  avesse potuto indicare una strada diversa. C'ero andato vicino, sia pure in senso inverso! 

Era usanza, nei tempi passati, presso le famiglie numerose e meno abbienti, durante le vacanze scolastiche, che avviassero i propri ragazzi presso le "puteche", botteghe dei vari artigiani sia pure perché imparassero un mestiere o per sottrarli alle tentazioni che la strada già proponeva. Ma quando si dice "a sciorta" la fortuna! Caso vuole che dirimpettaio della famiglia F. fosse un commerciante di vino, sposato con due figlie, che chiede ai genitori di F. se potevano mandare quest'ultimo presso la loro abitazione/poteca ad aiutare il titolare della vineria. L'accordo si concretizza e il nostro comincia a frequentare i dirimpettai ai quali gli affari non andavano male, anzi! Frequenta la loro casa e spesso il padrone chiede a F. di spiegargli quello che dicono in televisione e al colmo dell' amicizia gli chiede di insegnargli a scrivere per evitare la vergogna di dover firmare in banca con l' odiata croce degli analfabeti. E F. non superava gli otto anni! Inutile provare ad immaginare lo stato d'animo del piccolo. Cosa certa è che il titolare impara a scrivere ma anche F. credo impari qualcosa da questa sua esperienza. Come se fosse cresciuto di dieci anni in pochi mesi. Capisce l'importanza della scuola e della conoscenza ma credo capisca ancora di più come si può acquisire fiducia e consapevolezza di sè Fa un pieno di autostima che lo sorreggerà in tutte le fasi della vita susseguente, perché la forza sta dentro di se'. ! Aveva in qualche modo sub-odorato che poteva chiedere a se stesso quello che voleva perché poteva! E la vita gliene darà continuamente prova consentendogli alla fine di diventare napoletano doc a 360 gradi con tutto ciò che ciò comporta specie in termini di positività! E lo testimoniano alcuni episodi della sua vita poliedrica e sfaccettata che ha condotta facendo i lavori i più svariati, in tutte le parti del mondo senza trascurare mai gli affetti familiari. Anche in questo ambito ha dato segno di equilibrio, onesta' e sagacia tattica, volta sempre a trovare la migliore armonia possibile. E tutto questo con riservatezza, umiltà e abnegazione escogitando piani apparentemente complessi, ma che alla fine vedevano tutti contenti e soddisfatti. Provate ad immaginare una storia di questa nelle mani e nella mente di un Taviani o di  De sica oppure Antonioni! Oh se potesse un regista portare in scena l'odissea che ha vissuto il nostro, appena tredicenne, allorché è mollato da un amico ad andare a lavorare con lui dopo avergli fatto fare debiti per l'acquisto della divisa da lavoro, Sardegna! Già perché lui ha fatto i debiti e lui deve provvedere! Bene, lui che fa? A l'ora prevista, salutati i suoi, va al porto di Napoli per andare ad Olbia,ma per quella tratta si parte da Civitavecchia! Treno per Civitavecchia. Imbarco. Olbia. L'albergo è in provincia di Sassari. Treno per Sassari. Deve proseguire per Alghero. Da qui via autostop arriva davanti all'albergo! Incontra l'amico che lo ha mollato e si limita a dirgli "sei un uomo di merda e levati dai piedi ,con te ho chiuso"! Chiede di conferire con il direttore e parlandogli con tutta la schiettezza e umanità di cui è capace riesce a fargli capire quanto sia motivato a lavorare facendo qualsiasi cosa. Come è e come non è gli assegnano il compito di centralinista. Inutile dire che non era una sua competenza ma chiede poco tempo per familiarizzare con il dispositivo e con l'aiuto di una persona, un poco più esperto, in cambio insegnerà a questa persona a nuotare, diventa ben presto abile e arruolato. E qui manifesta la sua vigile intelligenza e umanità di napoletano doc diventando amico fidato di tutto il personale della cucina e dei servizi, nonché punto di riferimento importante e ben voluto dei signori ospiti che affollavano in quel periodo l'albergo a 5 stelle, ancora esistente. Poi ci si mette pure un pizzico di fortuna e mette da parte bei soldoni e consente anche ad altri di godere di tanta magnificenza. Ospiti erano nientedimeno che Liz Taylor e Richard Burton che giravano il film " la scogliera del desiderio" Che ne parliamo a fare! Tredici anni, tredici anni! Ci ho messo più io a raccontarla questa storia che lui a viverla. A tredici anni! E la cosa bella è che lui ne parla come di una cosa normale, una tra tante. È più emozionato a ricordare del libro che ha mandato a sua figlia, medico, in Germania, degli aneddoti di Mogol, che ha cercato in Italia, l'ha trovato e spedito alla figlia, alla sua amata figlia. Quasi si commuoveva. Una attimo, poi si è ricomposto ed è pronto a parlare di altre amenità. Il cellulare prima e un amico dopo lo hanno distratto, non prima di aver detto quale piacere ha provato nel raccontarmi la sua vita. A domani gli dico e lui mi risponde a domani.

Ferdinando Bianco

Ferdinando Bianco e' nato a Terzigno, in provincia di Napoli, ma ha svolto la sua attività di medico, prima a Savoia di Lucania ed il restante ad Avigliano in Basilicata. Ha due passioni, la frutta, meglio se colta dall'albero e che mangia a iosa, ed il tennis, sport nel quale è particolarmente versatile, ma essendo un uomo di scienza, e ' in costante studio della prospettiva scientifica della problematica esistenziale, ovvero, chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo ( il brodo primordiale). Da diversi anni dipinge con tecnica mista e colori pigmentati e variamente assemblati. Ha un curriculum espositivo  di una certa importanza. Le sue opere possono essere visitate sul suo sito: biancoferdopere




martedì 4 luglio 2017

"Sai che giorno è oggi?" mi chiedeva mio padre ogni 4 luglio



di Maria Serritiello

Invariabilmente mio padre alle 6 del mattino, nonostante la scuola fosse finita da 4 giorni, per le vacanze estive, portandomi il caffè a letto, (grazie!) mi chiedeva a mo’ di professore, in questo giorno, il 4 luglio, sperando che sbagliassi la risposta. “Mariosi,( nomignolo affettivo), sai che giorno è oggi?” “Certo che lo so, è l’anniversario del tuo matrimonio” gli rispondevo pronta, e prima che potessi capire se avesse preferito che lo dimenticassi, per attaccare un rimprovero o era contento di avere una figlia attenta alle le sue date, mi rispondeva con melanconica dolcezza di chi non aveva visto invecchiare il suo amore della la vita dicendomi “Com’era bellina tua madre, un fiorellin del prato, quel giorno a Fiume del 1943”. E allontanandosi dalla mia stanza, cominciava a cantare la canzone che gliela ricordava.”…”Fiorellin del prato/, messager d’amore/ bacia la bocca che non ho mai baciato/ fiorellin del prato/non mi dir di no La pudicizia di allora non si scostava dalla canzone di Panzeri e Mascheroni. Mio padre, per raggiungere mia madre, che dopo essere nata a Casalnuovo di Napoli, si era trasferita con la sua famiglia a Fiume, attraversava tutta la penisola con una tradotta, che impiegava tre giorni per raggiungere i confini di allora, come si studiava dal sussidiario. L’Italia va dal colle di Cadibona, fino alla città di Fiume, recitavamo per l’interrogazione di geografia. Ora si chiama Rijeka, non si parla più l’italiano, solo qualche nostalgica persona anziana e non appartiene più all’Italia di cui fece parte: Regno d'Italia dal 1924 al 1945, per poi passare alla Jugoslavia nel 1947 con il maresciallo Tito e quindi dal 1991 alla Croazia.

 Mi raccontava, e io mi divertivo un sacco, che dopo essere arrivato fin là, per  godersi la vicinanza dell'amata, raccolti in salotto, sul divano imbottito e ricoperto con stoffa operata verde, in mezzo a loro piombava Lulù, il cane non di razza, amatissimo da mia madre, che mal sopportava la sua vicinanza alla sua padrona, scelta come tale, anche se la famiglia si assommava a 10 persone. Ringhiava ed abbaiava e non c'era verso di ammansirlo. Credo, senza tema di sbagliare che il suo odio per i cani venga da lì e per tutto il tempo che è vissuto, il mio primo cane Lolita, una bastardina molto simile a Lulù, vissuto 18 anni,  dopo aver superato la guerra ed il trasferimento a Salerno dei miei nonni, zii e cugini, come profughi giuliani, l'ha sempre chiamata con noncuranza "A cana".

Tutta la mia famiglia, da parte di madre, siamo restati legati alla città di Fiume. Io ci sono stata varie volte ed è come me la descriveva mia madre, bella, mitteleuropea, vivace, effervescente sia nell'ora dell’aperitivo che al tramonto. Sono felice quando mi reco a Fiume, visito il Duomo dove si è sposata, cerco dove abitava, la Via Mameli, vado dove andava a passeggiare, con nonna Carmela, nonno Alfredo, ma da tutti chiamato Luigi, e mio padre,  ad Abbazia, ora Opatija. Vado, ogni volta, a respirare la felicità di mia madre, la sua giovinezza e la sua allegria degli anni più belli vissuti, eppure era 1943 e c’era la guerra!

I miei genitori se ne sono accorti quando al ritorno da Fiume per Salerno, durante il viaggio di nozze: Venezia, Firenze, Rimini, giunsero a Napoli, linee interrotte, nessun mezzo per arrivare a Salerno. Mia madre aveva i tacchi ed indossava l’abito da viaggio, era una bella e giovane signora elegante, mi raccontava mio padre, che non potendone più dei tacchi alti che le impedivano la camminata, si tolse le scarpe e calzò, tirandole fuori dalla valigia, un paio di pantofoline comode di colore rosa, adorne di piume, come usava allora, (come le somiglio, i tacchi mi hanno sempre impicciata, oltre ai vestiti stretti!) Mio padre continuava il racconto dicendo che per fortuna trovarono una macchina, una berlina con lo staffone esteriore, che doveva raggiungere Vietri sul Mare, ma non avevano posto, la macchina era già al completo. Fu forse la delusione della giovane sposa o forse l’insistenza di mio padre che si decise, chiedendo il permesso allo sposo , che mia madre viaggiasse seduta sulle ginocchia di uno dei viaggiatori e mio padre all'esterno, sullo staffone della berlina, non certo un viaggio comodo per entrambi, ma come avrebbe detto lui, ricordando la parlata dei suoi trent'anni passati, in seguito, a Firenze, come  tecnico specializzato per macchine industriali della ditta Enrico Longinotti " Stai a guardare il capello". Arrivati a Vietri, intravidero una Salerno deserta e devastata dalla guerra, lo sbarco sulle coste, l' Operazione Avalanche, l’aveva messa a dura prova. Ai giovani sposini toccò, arrivare a piedi in via Nizza, nei pressi dello stadio Vestuti, ma il palazzo Serritiello, dove vivevano tutti i fratelli di nonno Francesco, con la sua e le rispettive famiglie, era vuoto e bombardato. Nonna Maria e, Nonno Francesco e gli altri del clan erano sfollati a Brignano, per cui la marcia continuò. Quando arrivarono, furono accolti con gioiosa festosità, in effetti mio padre era andato da solo a sposarsi a Fiume, nessuno dei parenti riuscì mai ad arrivare per la funzione, l’Italia era divisa in due. Sicché tra spari bombardamenti, mine, fucilate e tedeschi in ritirata, la nonna Maria, le figlie Modesta e Rosaria, i fratelli Mario ed Antonio, gli altri due Alberto e Giuseppe erano al fronte, con tutte le zie e cugine, avevano preparato la stanza degli sposi, con qualche leccornia che avevano rimediato, non so come. Ricordo le parole di mia zia Rosaria, della cugina Lucia, di tutte le giovanette della famiglia e del vicinato, tra cui: Ninina e Melina, sfollate a Brignano, appena m’incontravano mi dicevano “ Quando tua madre si svegliò il giorno dopo, indossando la vestaglia lucida di raso celeste a fiori rosa, uguali allo stemma del  giglio fiorentino e le pantofole piumate, a noi tutte  sembrò una fata. Che visione avemmo, in mezzo al buio della guerra.”

Mio padre perse l’amore della sua vita il 7 agosto 1961, troppo presto e da quella volta fino alla sua morte, nel 2004 non vi è stato giorno in cui non sia andato al cimitero. Mia madre Bianca è stata molto amata. Mio padre non si è mai più risposato, rimanendole fedele.

Una bella storia da raccontare in questo giorno, per ricordarla ai miei tre nipoti, ora che il padre non c’è più.

Maria Serritiello