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sabato 30 aprile 2022

Nella chiesa della Madonna del Carmine di Salerno , la commemorazione del Prof.re Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini

 







Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini

 Molfetta (Bari) 1943. -12 Marzo 2022 



Cari amici,

di Maria Serritiello

Brutto è il giorno, che ci vede qui riuniti, è disarmonico, è dissonante, è luttuoso, è della morte del nostro caro amico Cosmo.

Chi mai poteva pensare che trascorso appena un mese, da quando ci siamo seduti a tavola, a Napoli, dopo una riunione della Fondazione di Studi Tonoliani, trovarci stasera in chiesa, a parlare di te, al passato, sulla  tua personalità di eccellente studioso, di pregevole uomo e di puro intellettuale.

 In te, la ricerca della giustizia sociale è stata una costante della tua vita, dei tuoi studi, con un solo modello da seguire, lo zio Gaetano Salvemini, storico, politico e antifascista italiano di cui portavi con orgoglio il suo cognome.

Il tuo curriculum professionale, un lungo elenco di studi, di attività e saperi. Sei stato costantemente impegnato ad educare i giovani alla legalità, ad esortarli a non scindere la politica dalla moralità.

Cosmo, il nostro Cosmo, l’amico del Caffè dell’Artista di Salerno, associazione con più di trent’anni di attività, è autore di numerosi libri, in cui ha riversato il suo pensiero di giustizia e pace sociale.

Ed ancora è stato presidente del "Movimento Gaetano Salvemini", Fondatore e Direttore Responsabile del mensile internazionale "L'Attualità", direttore del periodico religioso "Il Cuore della Madre", ha assunto il ruolo di Presidente dell'UN.I.A.C – Unione Italiana Associazioni Culturali, ed     ha ricoperto la carica di Vice Governatore dell'Unione Mondiale degli Stati", ed infine una sua creatura: l’Antologia degli Artisti, compilata con scrupoloso impegno ogni anno.

Appassionato custode delle virtù patrie, a tutti mancheranno i tuoi affondi memorabili contro il dilagare impetuoso dei politici dei giorni nostri, voraci usurpatori delle stesse virtù, diafane controfigure di ben più poderosi ed infaticabili costruttori della nostra Patria. Tetrgono bulldozer, smascheravi la loro miseria morale e la pochezza delle loro capacità reali.

Cosi vorrò ricordarti, come l’ultimo sostenitore di una Italia non violata ma amata, come hai saputo, con i tuoi scritti e l’impegno di un vita, fare tu…

Ed ancora, il ricordo personale di te che porterò nel cuore, è quel tuo gesto spontaneo di accoglienza, che si piegava verso di me, verso di noi, dalla tua altezza, per salutarci, ogni volta che tornavi da Roma. Ci eravamo conosciuti a Rimini, nel bel periodo della mezza età che ci rendeva gioiose, uscivamo da casa leggere, sapendo che meritavamo lo svago, per il tanto lavoro svolto, senza aver trascurato nessuno: lavoro, casa, familiari. I viaggi da nord a sud, con te alta colonna a vegliare su chi restava indietro, su chi aveva difficoltà a salire e scendere dal pullman, a trascinare valige pesanti e poi, da cavaliere rispettoso farci volteggiare a turno, la sera in pista come un fratello maggiore, una spalla forte.

E ne avevamo di cose da fare, se la morte non ti avesse strappato con la brutalità consueta, a noi, come tuoi familiari, ad amici, a compagni di pensiero e a chi ti ha voluto bene.

Maria Serritiello

 

Uno strappo alla tua giornata

di Maria Serritiello

Te ne sei andato così

uno strappo alla tua giornata

e doveva essere una qualunque…

Nessuna parola,

nessun sorriso,

neanche un abbraccio,

né lo sguardo

nei nostri, attoniti

Te ne vai, mentre

la tua parola  ancora

su di noi aleggia.

 

Il tuo passo

è dietro di noi…    





 

   

 


sabato 16 aprile 2022

“Camping” V Spettacolo in concorso per il Festival Teatro XS Salerno, con la Compagnia Ronzinante di Merate (Lc)

 


Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Con “Camping”, un atto unico di 90 minuti, la Compagnia Ronzinante di Merate (Lecco) partecipa per la IV volta al Festival Teatro XS di Salerno. Un’affezione alla manifestazione, a quanto pare e sempre con pezzi di buon livello, basti ricordare “Aspettando Godot” di Samuel Bechet del 2014, VI Edizione, preceduto da “Tutto Shakespeare” del 2011, III Festival e Cirano di Bergerac in salsa comica del 2018, Edizione 10. Una bella conferma anche questa volta, infatti, Camping, scritto dal giovane Lorenzo Corengia, pure attore della Compagnia, è un pezzo che parrebbe leggero, ma così non è, e lo si apprende a mano, a mano.

 Tre amici di vecchia data, 3 settembre del 1984 a scuola, con l’aggiunta della ragazza di uno di essi, si ritrovano, come ogni volta del mese presso il lago di Memphremagog nel Vermont (USA) per trascorrere in allegria il fine settimana, tra battute, ricordi, musica, pesca e grandi bevute di birra.

Ad apertura di sipario, in scena c’è tutto ciò che serve per creare l’atmosfera spensierata di una vacanza breve, ovvero: vecchie sedie legate con lo spago, barbecue per la cottura alla brace, lenza per pescare, tronchetti di legno per accendere il fuoco, tavolino e un registratore assemblato per l’ascolto della musica. Troneggia, poi, di faccia al pubblico la sagoma di una roulotte, come unica scena, curata da Francesco De Anna e Andrea Cedraro. Siamo negli anni novanta e la musica che si ascolta li disvela in maniera ricordevole anche per gli spettatori: Ray Charles, Ludovico Einaudi, Little Waltz.

Ha inizio la storia, l’allegria è tanta, la voglia di ritrovarsi anche, ma c’è qualcosa che non quadra da subito, una sottile malinconia segue al riso persistente, forzato, a sguardi muti di due degli amici, Brian e Sean, l’altro Ethan con Elisabeth (Valentina Bucci) pensa all’amore e bene fa. Succedono varie cose, tutte finalizzate al colpo di scena finale. Il giorno e la notte, nella narrazione   sono scomposti, parcellizzati, come se il tempo si allungasse per permettere avvenimenti futuri, da subito. Nel buio, le sagome dei quattro personaggi, senza parlare, si muovono, entrano ed escono dalla roulotte, compiono azioni, pescano, bevono, tentano di accendere il fuoco, insomma si descrive il passar del tempo, come un album sfogliato per arrivare a scoprire che Elisabetta aspetta un figlio da Ethan. La sua gioia è indescrivibile e già si vede padre a raccontare la favola della Volpe e la Stella, aiutato da pupazzetto volpe e pupazzetto stella, spuntati dall’apertura-finestra della roulotte, divenuto un delicato teatrino.

C'era una volta una Volpe che abitava nel profondo di una fitta foresta. Per quel che Volpe poteva ricordare, la sua unica amica era sempre stata Stella, che ogni notte illuminava i sentieri della foresta per lui. Finché una notte Stella non apparve, e Volpe dovette affrontare l'oscurità tutto solo.”

E’ un momento di grande emozione l’ascolto della favola, ma di questi attimi, per arrivare alla fine, se ne vivono ancora

Così si comincia capire che c’è altro dietro la spensierata scampagnata, anche perché Ethan spesso lamenta dolori lancinanti alla testa. Dei due amici di Ethan (Lorenzo Corengia), libraio, Sean (Emiliano Zatelli) è impiegato di banca, Brian (Giuliano Gariboldi) è medico ed è a lui che si richiede una prestazione estrema

“Un giorno dovremo morire, ma tutti gli altri giorni no”

Ethan, scherzosamente attribuisce la frase, citandola, a Voltaire per poi svelare che era stato Charlie Brown. Il tempo dello scherzo è finito, ora sappiamo che cosa sono andati a fare i tre amici sul lago. Ethan sta male, un male incurabile e vuole darsi la morte, per mano dei suoi amici, circondato dal loro affetto e dalla conoscenza della nascita di suo figlio. 

Nel finale, il dialogo sulla morte recitato da Ethan ci fa trattenere il fiato ed accapponare la pelle, lui, invece, se ne va così, dolcemente, con il pupazzetto volpe, a fare capolino nel vano finestra della roulotte ed una scia di selle a fargli compagnia.

 

Ancora una volta la Compagnia teatrale Ronzinante di Merate ha dato un saggio della propria maestria a coniugare ”Camping” e lo hanno fatto dissimulando la profondità del tema con gag esilaranti,  con una banalità del contesto,  con semplicità di costumi,  con eloquio fluido e amicale, con leggerezza sfuggente e con velate allusioni e ad un approssimarsi di un fato improcrastinabile che, tuttavia, non si avverte mai seriamente minaccioso. Abile trucco teatrale è stato il delocalizzare la mente altrui, mentre le si dà in pasto un tema scottante e quanto mai attuale. La si tiene impegnata ad interessarsi del banale quotidiano e della normalità degli amici campeggiatori, per poi, in una sorta di crescendo, mettere le carte in tavola e coinvolgere, stavolta, la mente dello spettatore ad entrare nei meccanismi mentali dei vari attori, allorché devono compiere quei gesti che porteranno l’amico medico a somministrare ad Ethan quel veleno che gli ha chiesto per aiutarlo a morire sereno. Un tema decisamente destabilizzante duro e molto attuale, che è stato stemperato molto sapientemente in un puzzle colorato, leggero, mai tragico o banale e che si è andato componendo con fluidità e cromatismi inappuntabili, una preziosità linguistica, una gestualità minimalista, ma dettagliata e per niente fine a se stessa. Notevole è stata la sorpresa sia per il particolare coraggio di tutta la Compagnia, nel trattare un tema simile, sia per l’aderenza ed il coinvolgimento degli attori e sia ancora per la capacità teatrale, dell’equilibrio tra la leggerezza del contesto scenico e la drammaticità del tema ed ancora per la semplicità narrativa e la stringatezza ed efficacia dei concetti. Il nesso tra il pensiero dell’autore, il bravissimo Lorenzo Corengia e la capacità teatrante degli attori è stato preciso e puntuale in ogni dettaglio e questo è arrivato agli spettatori, che hanno restituito come sanno fare: un lungo e comprensivo applauso alla Compagnia.

 

Mi piace pensare (N.D.R) ad altro finale e non quello proposto dal giovane autore, la morte è bene che sia, se deve esserci, senza programmazione, almeno teatralmente, sicché, Elisabeth attrice e fotografa provetta va con i tre amici sul lago per riprendere con la telecamera un pezzo di teatro, di cui è autrice e regista.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu

  






lunedì 11 aprile 2022

A chi da fastidio la permanenza della Salernitana in serie " A", tanto da far di tutto per danneggiarla ad ogni partita, con episodi arbitrali dubbi?

 


Ho letto l'articolo in Web ed ho voluto inserirlo nel mio blog, citando le fonti. All' articolo, che condivido, ho dato solo il titolo.

Maria Serritiello


Fonte: tutto Salerntana.com

Sezione: News / Data: Sab 09 aprile 2022 alle 21:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo


"Abbiamo provato a protestare, ma gli arbitri non ci danno spiegazioni nè risposte. Vanno al VAR in alcune situazioni, poi non rivedono il rigore netto su Ederson contro il Sassuolo o cambiano idea dopo avercene assegnato un altro altrettanto netto in casa col Bologna. Chi ha giocato in grandi squadre nota la differenza di atteggiamento. Non siamo ultimi per colpa degli altri, ma a questo punto della stagione gli episodi incidono e fanno la differenza". Questo, in estrema sintesi, il pensiero dei calciatori della Salernitana intervistati in questi giorni. E anche moltissimi tifosi rimarcano un atteggiamento sovente ostile anche da parte delle giacchette nere, un "due pesi e due misure" certificato dall'utilizzo incoerente del VAR. Iervolino si è detto nauseato e ha invocato la possibilità di procedere legalmente contro chi "resta troppe volte impunito ma danneggia economicamente società che spendono milioni di euro". Ma quali sono gli episodi contestati? Senza voler andare troppo indietro nel tempo e ricordare che la FIGC ha posto una serie di paletti per l'iscrizione e sul mercato chiudendo un occhio per realtà indebitate fino al collo, ci soffermiamo soltanto sulle sviste arbitrali:

Salernitana-Empoli: molto contestato il calcio di rigore concesso ai toscani per un dubbio contatto tra Strandberg e Pinamonti. L'azione era ormai conclusa, molto difficilmente l'attaccante sarebbe riuscito ad arrivare sul pallone per ribadire in rete la corta respinta del portiere e, soprattutto, non è un chiaro errore da rivedere al VAR. Fu il gol dello 0-4 che, di fatto, chiuse definitivamente il match

Salernitana-Napoli: mancata espulsione dell'attaccante Lozano per una evidente gomitata ai danni di Di Tacchio

Salernitana-Sampdoria: il secondo gol degli ospiti nasce da un fallo non fischiato ai danni di Ribery al limite dell'area ligure

Verona-Salernitana: concessi ben sette minuti di recupero nel secondo tempo in una gara tutto sommato senza grosse perdite di tempo. In altre circostanze, quando la Salernitana non era in vantaggio, talvolta si è andati addirittura al di sotto dei quattro

Salernitana-Spezia: è forse la partita che desta maggiori perplessità e dà spazio a dubbi di ogni genere. Si va al VAR due volte per decretare altrettanti rigori in favore degli ospiti (il primo nasce da un normale contrasto di gioco tra Fazio e Verde, in teoria il regolamento non prevede la revisione) però si ignora un tocco di mano netto di Agudelo al 92' nell'area ligure. Bohinen si sarebbe trovato a tu per tu col portiere

Salernitana-Bologna: assegnato, e poi revocato, rigore netto alla Salernitana. Anche in questo caso il VAR non poteva intervenire

Inter-Salernitana: sul risultato di 1-0 negato rigore ai granata per fallo su Dragusin. Manca un rosso a Darmian che, già ammonito, ritardava volontariamente la ripresa del gioco.

Salernitana-Sassuolo: sul risultato di 1-0 negato rigore piuttosto evidente per fallo di Ferrari su Ederson

Salernitana-Torino: dubbio il rigore fischiato a favore dei granata del Nord, sembra che Belotti sia il primo a strattonare irregolarmente Fazio. La ripetizione del penalty, originariamente sbagliato dall'attaccante piemontese, è davvero da casistica. Il classico pelo nell'uovo. Da arancione un intervento pericoloso di Belotti su Ederson.

Aggiungiamo che la Salernitana ha dovuto affrontare Lazio e Napoli con oltre 13 indisponibilità e che, dunque, mancano almeno sette punti all'attuale classifica. Senza contare qualche episodio a favore del Cagliari (su tutti un gol quantomeno dubbio a Bergamo), del Venezia (il gol annullato al 94' al Torino grida ancora vendetta) e di altre dirette concorrenti. Di cosa staremmo parlando oggi?

Sezione: News / Data: Sab 09 aprile 2022 alle 21:00









E guardo il mare di Maria Serritiello

 




E guardo il mare

                          di Maria Serritiello

 

E guardo il mare

che  più non ha colore,

l'azzurro, con te fin lassù.

A me che resto,

il  grigio smorto ed il cupo nero

sono di sola compagnia.

Cerco e più non trovo

l’arcobaleno dei nostri giorni,

la musica, le parole dei poeti

e  la nostra immaginaria  eternità.

Io e te per sempre come per ogni giorno della vita. 


11-4 -2022               Per  il 7 Aprile 2022





sabato 9 aprile 2022

Le Poesie di Flora Battiloro


 Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Nasce a Salerno il 24/09/1953.

Docente di Lettere, Psicologia e Religione nelle Scuole secondarie di secondo grado. Organizzatrice di eventi culturali a livello cittadino e nazionale. Condirettore del giornale “L’Attualità” con sede a Roma e già pubblicista del periodico “Agire” di Salerno. Impegnata in attività di volontariato. Ha lavorato come esperta del C.I.C.  nell’Istituto “G. Amendola” di Salerno.

Laureata in Pedagogia   presso   l’Università   di   Salerno.   Diploma   di   Laurea   di   Assistente Sociale. Laurea in Scienze Religiose conseguita a Salerno. Abilitazione all’insegnamento di Italiano, Storia, Educazione civica, Geografia nelle Scuole secondarie di primo grado.  Abilitazione all’insegnamento di Materie Letterarie nelle Scuole secondarie di secondo grado. Abilitazione all’insegnamento di Psicologia e Filosofia nelle Scuole secondarie di secondo grado. Corso annuale di specializzazione   post-laurea   in Didattica dell’Integrazione e dei processi di socializzazione presso il FORCOM di Roma. Corso   annuale   di   perfezionamento   post-laurea    in   Tecnologie   della Comunicazione Formativa (Università degli studi di Salerno) .Corso di Dizione organizzato dall’E.N.A.L. di Salerno. Corso di Ceramica e Disegno presso la Ditta Solimene di Vietri.

Presidente dell’Associazione Culturale         

“Il Caffè dell’Artista” di Salerno, fondata nel   1996.   Membro   del   Consiglio   Direttivo   dell’  UN.I.A.C.    (Unione Italiana Associazioni   Culturali).   Fondatrice   del   Movimento   Giovanile   Missionario   e

rappresentante nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.

Organizzatrice di Manifestazioni con macchine d’epoca con il Club di Napoli.

Referente per dieci anni, presso il liceo “Da Procida” di Salerno, di progetti P.O.F

del Cinema e del Teatro, con annessi premi nazionali per le sceneggiature e i testi.

Già   R.S.U nel Liceo Da Procida. Già revisore dei conti nella C.I.S.L. di Salerno.

Volontaria nella Pastorale diocesana, nei gruppi giovanili ed esperta nel C.I.C.

Corso annuale    post-laurea  sulla Didattica dell’integrazione   e dei processi di socializzazione.   Corso   di   Alfabetizzazione   informatica   presso   l’Università   di Salerno. Competenze psicologiche e formative. Mediatrice della Cultura per la Città di Salerno. Competenze socio-religiose nell’ambito della Curia di Salerno.

Conferenze sulle devianze giovanili presso il Tribunale di Torre del Greco, la Provincia di Salerno (con il giudice Andria) e presso il IV Municipio di Roma (con il giudice Vassalli).

Ha realizzato numerose       

Mostre d’arte presso il palazzo Genovese (Salerno), Roma, Rimini e Palermo. Esperta nel settore Teatro e Cinema  (scenografia, costumi, corporeità) per la video comunicazione.


GABBIANI

La marea fluttuante sale

sfiorando la tua essenza

nel ritmo della vita.

Il vento frusciante

danza il tuo desiderio

colmo nei battiti del cuore.

La dolcezza attende il tuo ritorno

come i gabbiani nel sospirato tramonto

 per vivere il canto libero insieme


Dedicata a Cosmo

Sei andato via all’improvviso,

senza una parola di addio

così com’era tua consuetudine esser discreto,

nel pieno dell’entusiasmo

di poter realizzare sorridente

progetti di vita,

qualcosa di terribile ti ha strappato a noi

lasciando un vuoto senza risposte.

Ecco, guardando le nuvole

avverto la tua presenza,

vedo le tue braccia allungarsi

fin qui sulla Terra

e un vento leggero mi sussurra parole

accarezza i miei capelli

come facevi tu

per allontanare ombre di pensieri tristi


GRAZIE A CHI HA CREDUTO IN UN SOGNO

Il vento soffia dentro e fuori il cuore

invisibili pensieri

seguono la scia dell’animo terso

in un mondo così effimero.

Esplosioni di tormenti

nella ricerca di giustizia e libertà

per uomini che regalano il tempo ad un’idea.

Immensi progetti conducono

all’evoluzionismo dell’uomo

chiuso nella folle quotidianità

grazie all’utopia di pochi

scopro il senso della felicità di molti.

Superato il confine dell’omogeneità

ora emerge il divenire umano

grazie a chi ha creduto in un sogno

realizzato poi con la volontà di molti.


Quel ponte di Lubiana


Quel ponte di Lubiana

che mio padre ha attraversato tante volte

ha visto combattere italiani e stranieri

quel ponte che porta a strade piene di camini

simili alle strade del cuore accese

dalla speranza di ritornare a casa vittoriosi.

Un ponte dove ancora aleggiano anime

di tanti giovani che hanno perso la vita

tra forti stridii di carrozze e di armi.

Fumanti le postazioni di guerra

ancora chiedono giustizia.

Oggi erranti uomini

senza volto e senza storia

si aggirano inconsapevoli di tante sofferenze.


Ritorno a Fiume

lì dove si è consumata la nostra storia

ancora oggi altri uomini attendono al confine

chiedono un mondo migliore

in questa calca di indifferenza

e in nome di uno pseudo benessere.

Lì dove tutto è stato cancellato

anche i nomi delle strade e dei nostri italiani

che per amor di Patria andarono a morire.

Inconsolabili furono le lacrime delle madri

per una vita attesero invano il ritorno dei loro figli

ormai dispersi in nome di un ideale.




 

 


giovedì 7 aprile 2022

“Il sogno di Domenico” di e con Gerry Moio e Demy Ditano, per la Regia di Mimmo Capozzi è il quarto appuntamento al Teatro Festival XS Città di Salerno

 


Fonte : www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

 

La Compagnia Colpo in Maschera di Fasano è alla sua seconda partecipazione al Festival XS Di Salerno. Era il 2019 e lo spettacolo “A Vigevano si spacca” s’incentrava sulla figura del cantante Rino Gaetano. Passano gli anni e questa volta è di turno Domenico Modugno, con “Il sogno di Domenico” ovvero un delicato quanto coraggioso tentativo di coniugare leggerezza e profondità, cultura e passione, amore per la propria terra e trasporto per il cantante, che più di ogni altro ha fatto sentire la sua viscerale italianità, con uno stile mai banale, sempre riuscendo a guidare, con timone fermo, l’arrivo della nave in porto, nonostante il rischio di derive popolaresche e provinciali, sempre dietro l’angolo.

La scena è nuda, scura, nel fondo, appoggiata ad una gruccia, la giacca blu chiaro e un papillon che, subito, evocano la figura del cantante a Sanremo del 1958 e loro due: Gerry Moio, l’interprete e Demy Ditano, il chitarrista. Lo spettacolo ruota intorno alle parole ed alla musica, un felice connubio se la musica e di Mimmo nazionale e le parole pensate, tanto da farne un copione, da Mimmo Capozzi e Gerry Moio.

Un racconto, il sogno, che attraverso il percorso di successo, alla fine, però, di Domenico Modugno, Gerry Moio, completa il suo, che è quello di essere su di un palco a raccontare di sé. E lo racconta bene, in maniera divertente, con le pause giuste e l’humor, a volte ingenuo, ma efficace. Altre volte, Gerry, si lancia anche in analisi sociologiche, di come va il tempo oggi e di come era meglio tempo fa, un pò di sana captatio  benevolentia  non guasta, conteggiando l’età anagrafica degli spettatori. Da premiare, poi il coraggio degli autori di aver bene assemblato con maestria tutto lo spettacolo e di aver affrontato il tema spinoso della libertà o meglio del sogno di libertà che anima la mente e lo spirito di tanti uomini.

Un‘ora e più di canzoni, le più belle di Mimmo Modugno, ma ce ne sono di così, così (?), cantate ed accompagnate dal virtuosismo strumentale di Demy Ditano. Uno spettacolo ben bilanciato tra gli aneddoti del grande cantante, raccontati con spigliatezza e la vita del narratore, ispiratosi alla sua energia positiva, alla sua straordinaria caparbietà ed anche al caso, perché no, per raggiungere la fama

I successi del cantante modulati dalla voce di Demy  Ditano, hanno coinvolti i presenti, tanto che scanzonati e ritmicamente hanno, sottovoce, accompagnato i refrain più noti: Meraviglioso, Lili, Nel blu dipinto di blu, Vecchio frac, La moglie se ne va, Resta cu me, Amara terra mia.

Un mondo di nostalgia si è aperto in sala…

Maria Serritiello

www.lapilli.eu

 

Regia: Mimmo Capozzi

Soggetto: Mimmo Capozzi, Gerry Moio

Scrittura: Gerry Moio

Supervisione testo: Mimmo Capozzi

Arrangiamenti musicali: Demy Ditano

Assistente di scena: Rossella De Mola