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domenica 25 febbraio 2024

Terzo appuntamento del XV Festival Nazionale XS città di Salerno, secondo in concorso, con “La Signorina Papillon” di Stefano Benni, con Ellemmeti Libera Manifattura Teatrale Napoli

 


Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

E’ inutile girarci intorno, la scrittura di Stefano Benni è colta, ironica, intellettualistica, satirica; un coacervo di stili, di giochi di parole, di citazioni, tra le tante, “Parigi brucia”, di situazioni reali o irreali, un confine non mai specifico, che usata per una commedia “La Signorina Papillon”, destabilizza un po'. Si ha l’impressione che l’ironia, usata nel raccontare e rappresentare, colpisca direttamente lo spettatore, tanto da confondergli il senso di ciò che sta seguendo. Intanto quello che avviene in scena è sogno o vita reale? E la realtà è pilotata o libera ed il periodo a cui si riferisce è dimensione del XIX secolo o fuori dal tempo? Si rientra così al teatro dell’assurdo, dove tempi e modi non sono definiti. Lo spessore intellettualistico di Benni si fa sentire per intero ed il giardino, ambientazione dell’opera, si comprende metaforico e che in esso si vogliono raccogliere le tante storture sociali.

La signorina Papillon è l’eterea fanciulla vestita di voile bianco, capelli lunghi e biondi che trascorre parte delle sue giornate nello splendido, giardino, ornato da 316 varietà di rose, tutte da lei coltivate amorevolmente. Non è l’unico suo hobby, infatti raccoglie variopinte farfalle e le conserva in vasi di vetro trasparente. Scrive un lungo diario giornaliero, nel quale appunta tutti i suoi pensieri. La vita le scorre tranquilla, felice di questo ritmo abbandonato, lontano dal clamore della città. Il giardino che si coglie metaforico non palesa a che epoca si riferisce, è un non luogo che risente del teatro dell’assurdo. Irrompono, nella quiete bucolica dell’ingenua Rose, in modo maldestro, tre tristi figuri: Maria Luise, l’amica lussuriosa della Parigi che conta, il poeta Millet, uno scribacchino che crede che ricchezza e fame contino più di ogni alta cosa ed Armand, un essere spregevole votato alla violenza e al comando. Tutti e tre hanno un solo scopo convincere Rose a vivere una vita più sciolta, moderna, a trasferirla nella caotica Parigi, per potersi impossessare della sua tenuta, uccidendola.

Inizia così una lunga affabulazione nei riguardi di Rose, con parole, sproloqui di raffinata impostazione, a volte si ha l’impressione che tutto il testo sia un esercizio di stile, per poi gustare la satira grottesca e gli allegri siparietti di ricercata costruzione. Non c’è che dire un Benni in stato di grazia, il tutto a vantaggio di un pezzo raffinato, ma difficile da seguire in ogni sua forma.

Sarà stato vero il complotto o sarà stato tutto un sogno? Meglio credere ad un abbaglio e rifugiarsi in rose colorate e in svolazzanti farfalle che la cruda realtà criminale.

Un plauso convinto va alla Compagnia Ellemmeti Libera Manifattura Teatrale Napoli. per la scelta del testo non facile e la capacità interpretativa di tutti e quattro gli attori. La Compagnia è alla sua prima volta al Festival XS

Stefano Benni, Bologna 12 agosto 1947. E’ uno scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo italiano.


Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 




 

 

martedì 13 febbraio 2024

Mariano Grillo al Teatro Ridotto di Salerno per il sesto spettacolo di “Che Comico 2023/2024, direttore artistico Gianluca Tortora.


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Mariano Grillo, ovvero la comicità curata, quella di una volta, quella ricca di contenuti e scevra di parolacce, un testo, il suo, che abbraccia con disinvoltura, le problematiche vissute da ognuno di noi e se le sue riflessioni fanno anche ridere, come succede, tanto meglio. Si presenta al pubblico del Ridotto con la semplicità di un giovanotto di 35 anni, ma con l’esperienza di uomo, marito e padre. Le problematiche che affronta nel suo monologo, sue sono, infatti, il pubblico le sente proprie, fino a creare con Mariano una simpatica empatia. Longilineo, capelli corti, look sciolto e occhi grandi e tondi che sgrana ogni volta, per sottolineare le battute a conclusione delle sue battute, Mariano ci tiene a sottolineare che il suo cognome non ha nulla a che fare con il grillo politico, se non una pura casualità che si tira involontariamente dietro.

Tutto sotto controllo”, questo il titolo dello spettacolo per due sere al Ridotto di Salerno, che malgrado il tempo inclemente e la serata finale dell’onnipresente Festival di Sanremo, ha visto il teatro pieno di persone, fiduciose di essersi create una valida alternativa alla tv ed al divano.

E di battute ne ha sciorinate tante, in quasi due ore di spettacolo, come quelle sul matrimonio per cui dopo due anni, la moglie non chiama, convoca e si deve scattare, o sulla città di Milano, che è conosciuta, sì, per la sua bellezza, ma soprattutto per la ricerca di lavoro dei tanti meridionali e che alla fine l’hanno pure trovato.  Ed ancora altri temi, affrontati con leggerezza, proprio per tenere tutto sotto controllo sono: la pandemia, la guerra, il caro vita, la società sempre più indifferente, i rapporti violenti, il clima, insomma il quotidiano di noialtri, che visti con l’ottica umoristica sembrano più sopportabili. Un finale sorprendente, poi, Mariano lo stigmatizza con una lettera aperta ed indirizzata ai suoi due figli, nella quale trabocca tutto l’amore per i suoi piccoli, un maschietto ed una femminuccia. Conclusione degna del suo spettacolo, con l’amore paterno da non tenere sotto controllo e questo ci è piaciuto assai!

Maria Serritiello

 

Mariano Grillo, attore e comico, è nato a Napoli trentasette anni fa.

Debutta a teatro all’età di 10 anni recitando nella compagnia del padre, per continuare, divertendo i suoi compagni con sketch e barzellette

Nel 2013 la RAI lo sceglie come comico emergente e lo ospita in vari programmi Tv. A Napoli partecipa al laboratorio comico di Made in Sud

Nel 2014 è vincitore del premio nazionale “Campania Felix” come miglior Attore protagonista.

Nel 2019 porta in scena al fianco di Fabio Brescia in “Due comici in Paradiso” di Biagio Izzo e Bruno Tabacchini

Vincitore del Premio Charlot e del Premio Massimo Troisi ad ottobre 2022 debutta a Zelig a Milano con il suo spettacolo “Tutto sotto controllo” In teatro porta in scena i suoi testi e di questi ne è autore e protagonista.

 



giovedì 8 febbraio 2024

Art Teatro e Teatro 99 posti di Mercogliano in Uscita di Emergenza di Manlio Santanelli hanno dato inizio al 15 esimo Festival Nazionale XS città di Salerno, promosso dalla Compagnia dell’Eclissi


 Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Con “Uscita di Emergenza” di Manlio Santanelli e la compagnia Art Teatro e Teatro 99 posti, di Mercogliano è iniziato il 15 esimo Festival Nazionale XS città di Salerno. In scena Paolo Capozzo ed Alfonso Grassi nei panni di Cirillo e Pacebbene, l’uno, suggeritore di teatro e l’altro, sacrestano fuoriuscito dalla chiesa, due personaggi sotto lo stesso tetto uniti dalla loro stranezza e da una situazione precaria. Per 70 minuti, tanta è la durata del pezzo, hanno tenuto discussioni in apparenza di poca sostanza, ma che invece toccano temi importanti come: la solitudine, l'affettività, la propria realizzazione, l'amicizia, la paura, l’immobilità. Lo scambio di vedute, tra loro, è sempre acceso e va ad intrecciarsi in discussioni che risentono di un certo teatro dell’assurdo, che alla fine si va ricomponendo, con l'esistenza di una possibile uscita di emergenza per la salvezza.

Siamo in pieno bradisismo, in un caseggiato enorme e senza che nessuno lo abiti, con falle, scrostazioni, soffitti cadenti e muri sfondati, hanno trovato riparo Pacebbene e Cirillo, senza che tra loro ci sia affinità elettiva, se non per risolvere il problema abitativo. Nell'unica stanza utile ci sono due letti, un tavolo, una sedia e due valige contenenti gli effetti personali dei due strani amici. La conversazione tra i due è sempre frammentaria e si accende fino al parossismo, fino a dirsi delle stoltezze, per poi spegnersi perché è chiaro che l'uno ha bisogno dell'altro e se sono là, da soli, senza che nessuno li cerca, li chiami al telefono, gli offra lavoro, una ragione ci dovrà pur essere. Sono insieme per non naufragare, tentano di sopravvivere narrandosi assurdità, rasentando la follia, un rapporto sadomasochista, il loro, che li unisce e li respinge per tutta la durata del giorno e a volte della notte, quando si spiano a vicenda per sapere i segreti dell’altro. I travestimenti di Pacebbene e i suoi desideri assurdi colorano, unitamente ad un linguaggio impastato di italiano e di dialetto, situazioni che oscillano tra il comico ed il tragico. La smania di uscire da quel volontario isolamento, poi, è disattesa ogni volta, basti pensare, però, che può sempre esserci l’uscita di emergenza, alla fine.

“Beati i senza tetto perché vedranno il cielo” è Pacebbene a dirlo e mai citazione è più opportuna, per i crolli improvvisi che ripetutamente si squarciano sulle loro teste.

 

Paolo Capozzo ed Alfonso Grassi, ovvero Cirillo e Pacebbene hanno ben personalizzato i due personaggi che, grazie alla loro interpretazione, sono andati al di là di un umorismo macchiettistico, che pur si poteva paventare Una “non cosa” che ha tuttavia evidenziato una coppia di attori generosi, volenterosi e bravi nel districarsi con un testo accattivante, ma non semplice. La scena, scarna di orpelli, ha ridisegnato con naturalezza le porte e le finestre sventrate dell’impossibile abitato, per cui i miagolii dei felini ed il brontolio del fenomeno sismico sono entrati di prepotenza nella probabile casa, creando un clima di attesa o di disattesa, come si vuole interpretare.

Maria Serritiello

 

 

Uscita di Emergenza di Manlio Santanelli

Art Teatro e Teatro 99 posti di Mercogliano Con Paolo Capozzo ed Alfonso Grassi

Regia Gianni Di Nardo

Luci Luca Aquino

 

Manlio Santanelli è nato a Napoli l’11 febbraio 1938 ed è un drammaturgo italiano.  Laureato in Giurisprudenza con tesi di filosofia del diritto, nel 1962 entra in Rai, dove resta fino al 1980, anno in cui mette in scena il suo primo testo teatrale “Uscita d'emergenza”, Premio IDI (Istituto Dramma Italiano)1979 e dell'Associazione Nazionale Critici Italiani. Nel 1984 va in scena “Le sofferenze d'amore”, testo dal quale viene tratto un radiodramma che vince nel 1985 il Premio Speciale della Critica del Prix Italia. Seguono numerosi altri testi, tra i quali: Regina Madre, Bellavita Carolina, Disturbi di memoria, Un eccesso di zelo.