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sabato 30 luglio 2022

I versi ironici del Prof Antonio Gasparini

 




di Maria Serritiello

Antonio Gasparini, prof di matematica in quiescenza, ha l'hobby della poesia ironica e divertente. Abbiamo insegnato assieme, tanti anni fa, ad  Angri e frequentato la stessa palestra, Onda Nuoto, quando il caro Guglielmo Buonagiunto, nostro allenatore, era ancora in vita . Per molto tempo ci siamo persi di vista, ma qualche giorno fa, ci siamo ritrovati in fb ed è stato un piacere per entrambi. Memore del suo passato di cantore satirico, gli ho chiesto di mandarmi qualche suo verso per ospitarlo nel mio blog . Detto fatto, ed ecco un piccolo assaggio delle sue composizioni, ma mi ha promesso che me ne farà recapitare un bel blocco, in seguito.
Gentilissimo ha voluto omaggiarmi, per l'ospitata nel mio blog, in versi.

Il suo curriculum

Studente piuttosto brillante ma senza dedicarsi a tempo pieno allo studio avendo sempre, nella sua età giovanile, praticato, con un certo successo, attività sportive varie, dall’atletica leggera al calcio, al tennis. Ha svolto, per un certo periodo, attività politica come esponente del partito radicale,  quando era forte l’impegno per l’approvazione delle leggi su divorzio ed aborto. Docente di matematica ha deliberatamente scelto di insegnare nella scuola media, ritenendo di fondamentale importanza fornire solide basi agli alunni quasi sempre penalizzati da docenti non specifici della disciplina. 

Quando ebbe inizio l’era dei computers si impegno’  nell’ attività di programmazione in BASIC e PASCAL, linguaggi sui quali ha tenuto corsi di formazione a giovani interessati, per conto di una società privata

Problemi cardiaci lo hanno prematuramente costretto ad abbandonare l’attività sportiva agonistica che oggi si limita alla pratica del gioco del biliardo, possessore di un tavolo professionale.

Esperto di enigmistica è abile solutore di rebus, crittografie, indovinelli  ed altro.

Non scrive sistematicamente, ma sporadicamente riporta pensieri estemporanei destinati ad un pubblico di conoscenti.

Più corposa è la sua produzione di rimatore. Compone versi per sua ispirazione originale ma anche su richiesta, al fine di commentare e descrivere eventi e personaggi. 


Cara Maria, esordisco dedicandoti  un piccolo omaggio

Una donna dotata di grazia e avvenenza
è dono munifico della Provvidenza;
se è pure amabile e indulge al sorriso
è già l’anticamera del paradiso;
ha pur fine intelletto? È “voila” il gioco è fatto
di Maria Serritiello  hai il perfetto ritratto
che in se’ tutte riunisce, non v’è dubbio alcuno,
le virtù di Minerva, di Venere e Giuno.

A proposito di vaccini:

Bisognoso di urgente terapia
mi son recato, lesto, in farmacia:
“Un vaccino vorrei, fuor del comune,
che dal male peggior mi renda immune
e che protegga ben la mia salute
dalle non infrequenti ricadute.
Questo morbo, come sa, caro dottore,
reca gran pena ed è chiamato amore”.


All’amico pelato:

Lucido di cervello, anche la testa
lucida al cranio ognor si manifesta
abbandonato, sin dai tempi belli,
assai precocemente, dai capelli;
per rimediarvi usò l accorgimento
di coltivare un folto onor del mento,
sicche’, chi sottosopra lo ha osservato
lo ha visto capelluto e ben rasato!


Carpe diem:

È giusto preoccuparsi del futuro,
sperar che non sia triste ed insicuro,
ma incognito è il doman, sola certezza
è che il tempo consuma giovinezza
perciò ti dico, e dico anche a me stesso
con convinzione, che la vita è adesso
e viverla bisogna, a piene mani,
senza curarsi troppo del domani.
È l’amor che valore da’ al presente
è il corpo ti rigenera, e la mente
e più lontana manterrai vecchiezza
se dei baci assaporì la dolcezza.
Io, nei tuoi occhi, annego cure e affanni
e io peso alleggerir sento degli anni
e la speranza nel cuore mi si affaccia
che goda pure tu, tra le mie braccia.

Ti ho fornito un piccolo saggio della mia produzione letteraria. Resto in ansiosa attesa del tuo severo giudizio critico.


Giudizio della Prof Maria

Antò, mi hai sempre divertito e continui a farlo. Il viaggio fino ad Angri e la giornata scolastica, così come in palestra era pura goliardia. I tuoi versi sono sano divertimento, allegrezza. Il mio ringraziamento, ti basta 10 ?



venerdì 22 luglio 2022

Premio Charlot 2022, le prime due serate

 




Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

35 anni di Premio Charlot e non sentirli. Sì perché lo Charlot è sempre scoppiettante, avanti con i tempi e al passo, per offrire quanto c’è di meglio in fatto di comicità e show. E’ il caso dei Gemelli di Guidonia, un trio di elevate capacità spettacolari, che hanno aperto la rassegna in anteprima il giorno 16 luglio, preceduti da Sea Sun, festa del Mare XX Edizione 2022. Tema dell’incontro: “Comunità energetiche, ZES e zone franche doganali: questo è il futuro”

Interventi

Andrea Annunziata. Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale

Attilio Maria Daconto. Comandante Capitaneria di Porto di Salerno

Antonio Ferraioli. Presidente Confindustria Salerno

Vincenzo Napoli. Sindaco di Salerno

Andrea Prete. Presidente Unioncamera e Camera di Commercio di Salerno

Michele Strianese. Presidente Provincia di Salerno

On. Piero De Luca. Relatore Emendamenti legge ZES

 

I gemelli di Guidonia in effetti sono tre fratelli e non gemelli, originari di Napoli, impegnati in ambito musicale dal 1999. Pacifico, Gino ed Eduardo Acciarino sono i loro veri nomi. Inizialmente nascono come Effervescenti Naturali, solo successivamente si conoscono come I Gemelli di Guidonia. I tre fratelli hanno fatto una lunga gavetta in radio, teatro e tv. Le loro imitazioni di Orietta Berti, Achille Lauro e Fedez hanno conquistato critica e pubblico, vincendo sia il varietà Tale quale show, che il Torneo dei Campioni. Lo spettacolo portato al Premio Charlot ha entusiasmato la platea, sia per la presenza scenica che per l’estensione vocale delle loro voci Applausi scroscianti e meglio il Premio Charlot non poteva iniziare.

Mercoledì 20 è la volta dello Charlot Giovani. Contest Nazionale, giovani talenti comici, presentato dal trio di umoristi salernitani “I Villa Perbene”, come sempre fracassoni, ma molto, molto divertenti ed anche compiti nel ruolo di presentatori di nuovi comici.

Lo spettacolo è stato messo su con maestria rispettando i tempi spettacolari e i tempi della gara. Si affaccia in punta di piedi, sul palcoscenico, la giornalista-attrice salernitana Cinzia Ugatti, per dare il benvenuto, ai presenti dell’Arena del Mare, per la trentacinquesima edizione della kermesse e per elencare il programma delle serate, in avvenire. Ah, tutto gratis, fino ad esaurimento posti (2000) e rigorosamente con mascherine.

Siglaaa, la stessa: Charlot, Charlot Charlot ed il palco si riempie di festosi ballerini che si esibiscono indossando costumi sfavillanti, come nella migliore tradizione della rivista italiana. Pina Testa, Maestra di Danza e Fortuna Capasso, coreografa.

Il Premio Charlot non è solo comicità, ma anche impegno sociale e ad ogni edizione, la contemporaneità è sempre presente, cosicché quest’anno ci tocca fare i conti con la guerra alle porte dell’Europa, così vicina a noi: la martoriata Ucraina, aggredita dal suo vicino fino a 6 mesi fa, la Russia. Antonello Ronga e la Compagnia Dell’Arte hanno prodotto un video di grande impatto emotivo, riesaminando il discorso di Chaplin, nel film Il Grande dittatore, su musica di John Lennon: Imagine. Il gruppo di giovanissimi attori sono tutti salernitani e le scene sono state riprese nella zona marinara di Mercatello. Un buon lavoro, carico di simbolismo, educativo e quello che più conta, emozionante per i ragazzi protagonisti, la guerra per loro sarà un nemico da abbattere, in nome della pace e della fratellanza. Si prova a seminare, per il raccolto si dovrà attendere la loro crescita. Bravo Antonello Ronga e la sua compagnia d’Arte.

La Gara

Emozionante, per i protagonisti molto meno per gli spettatori, chiamati a decretare il vincitore, tra i 7 comici in gara provenienti da tutta Italia. Dopo aver assistito alle loro performance, la giuria popolare decreta vincitrice Premio Charlot 2022, Chiara Anicita, la signora Carmela da Paternò. E’ dal 1990 che nessuna donna ha vinto l’ambito premio, a Chiara l’augurio di una luminosa carriera, come tutti gli altri comici laureatisi allo Charlot. Il premio della critica è andato ad Andrea e Simone, discretamente bravi, le battute non sens, hanno divertito quel tanto che basta, per farsi notare. Anche a loro va l’augurio di successo.

Luca Virago

Un cantante ed un imitatore eccezionale, una voce possente ed un imitatore perfetto, le sue esibizioni canore sono state accompagnate anche da una mimica corporea e facciale che lo hanno reso simile a chi ha imitato: Pavarotti, Zucchero, Bocelli, I Pooh, I Cugini di Campagna, Fausto Leali, Vasco Rossi, Renato Zero, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Enrico Ruggeri, Claudio Baglioni, Massimo Ranieri, Patty Pravo. Ma la sua straordinaria bravura va oltre, infatti avvicinando il microfono alla bocca riproduce strumenti a fiato ed a corda.

Alessandro Bolide.

E’ sul palco dello Charlot, a portare il suo slogan propiziatorio “Ma che ce ne fotte” e mai come in questo momento, prendiamo per buono il suo invito Si esibisce, ci fa ridere e suscita gli applausi che invita, a sua volta, ad indirizzali, al Patron dello Charlot: Claudio Tortora e famiglia, un segno tangibile di riconoscenza, che tutti i comici, per la verità, laureatisi allo Charlot e di ritorno, hanno per Claudio. L’immagine che si è costruita dentro di me (n. d. r) è quella del professore Claudio e dei suoi allievi, tanti, se solo volessimo contare quelli di Made in Sud, ma bisogna aggiungere un numero indefinito, che hanno riconoscenza ed affetto, nei suoi riguardi.

Questo è Claudio, un mentore discreto, che non sbaglia un colpo, individua uno per uno i suoi giovani e dallo Charlot, prendono il via e quando tornano lo fanno con affetto e riconoscenza come lo ha fatto Alessandro Bolide anche se gli piace far credere “Ma chi se ne fotte”

Maria Serritiello

www.lapilli.eu







domenica 17 luglio 2022

Nella Necropoli Etrusco-Sannitica di Fratte, i Concerti di Villa Guariglia in tour, Brunella Caputo e Davide Curzio in Parthenope e altre leggende napoletane, da Matilde Serao



 Fonte www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


In una serata delicata e dal clima sottile, nella Necropoli Etrusco-Sannitica     di Fratte, i Concerti di Villa Guariglia in tour fanno spazio alla parola, che musica è.

Parthenope e altre leggende napoletane, da Matilde Serao, volteggiano nell’aria con le magiche voci di Brunella Caputo, che ne ha curato la regia e Davide Curzio. La luce e le ombre sono di Virna Prescenzo e la musica di Max Maffia, tutto lo spettacolo è targato Compagnia del Giullare di Salerno.

Ed eccolo il racconto di Napoli e le sue leggende, che Matilde Serao, fervida scrittrice e giornalista, fondatrice, tra l’altro, del giornale Il Mattino, raccolse per il piacere di regalare alla sua città un’origine magica: La nascita, il sogno, la superstizione, le credenze, la magia, il mare e l’amore sono i pezzi letti con maestria recitativa ineguagliabile.

Per più di un’ora lo spettatore è rimasto imbrigliato nelle parole della scrittrice napoletana, più volte candidata al Nobel per la letteratura. E loro due, ai lati del palco e dietro a due leggii, a rimandarsi frasi, ad incrociare parole, a scandire con un accordo perfetto e poi… le voci le loro due voci all’unisono come non succedeva da tempo. Che dono!

“Cimone amava la fanciulla greca. Invero ella era bellissima: era l’immagine della forte e vigorosa bellezza che ebbero Giunone e Minerva, cui veniva rassomigliata. La fronte bassa e limitata di dea, i grandi occhi neri, la bocca voluttuosa, la viva candidezza della carnagione, lo stupendo accordo della grazia e della salute in un corpo ammirabile di forme, la composta serenità della figura, la rendevano tale.

Si chiamava Parthenope, che nel dolce linguaggio greco significa Vergine. Ella godeva sedere sull’altissima roccia, fissando il fiero sguardo sul mare, perdendosi nella contemplazione delle glauche lontananze dello Ionio. Non si curava del vento marino che le faceva sbattere il peplo, come ala di uccello spaventato; non udiva il sordo rumore delle onde che s’incavernavano sotto la roccia, scavandola poco a poco.

L’anima cominciava per immergersi in un pensiero; oltre quel mare, lontano, lontano, dove l’orizzonte si curva, altre ragioni, altri paesi, l’ignoto, il mirabile, l’indefinibile. In questo pensiero la fantasia si allargava in un sogno senza confine. La fanciulla sentiva ingrandire la potenza del suo spirito e, sollevata in piedi, le pareva di toccare il cielo col capo e di potere stringere nel suo immenso amplesso tutto il mondo. Ma presto questi sogni svaniscono. Ora ella ama Cimone, con l’unico possente, imperante amore della fanciulla, che si trasforma in donna.

 

Nella notte di estate, notte bionda e bianca di estate, Cimone parla all’amata: “Parthenope, vuoi tu seguirmi?” “Partiamo, amore”. “Tuo padre ti rifiuta al mio talamo, o soavissima: Eumeo vuole egli per tuo sposo e suo figliolo. Ami tu Eumeo?” “Amo te Cimone”. “Lode a Venere santa e grazie a te, sua figliola! Pensa dunque quale nero incubo sarebbe la vita, divisi, lontani – e come, giovani ancora, aneleremmo alle cupe ombre dello Stige. Vuoi tu partire meco, Parthenope?” “Io sono la tua schiava, amore”. “Pensa: dimenticare la faccia di tuo padre, cancellare dal tuo volto il bacio delle sorelle, fuggire le dolci amiche, abbandonare il tuo tetto…” “Partiamo, Cimone”. “Partire, o dolcissima, partire per un viaggio lungo, penoso, sul mare traditore, per una via ignota, ad una meta sconosciuta; affidarsi ai flutti, sempre nemici degli amanti; partire per andare lontano, molto lontano, in terre inospitali, brune, dove è eterno l’inverno, dove il pallido sole si fascia di nuvole, dove l’uomo non ama l’uomo, dove non sono giardini, non sono rose, non sono templi…”

Ma nei grandi occhi neri di Parthenope è il raggio di un amore insuperabile e nella sua voce armoniosa vibra la passione: “Io t’amo – ella dice – partiamo”.

 

Sono mille anni che il lido imbalsamato li aspetta. Mille primavere hanno gittata sulle colline la ricchezza inesausta, rinascente, dalla loro vegetazione e dalla montagna sino al mare si spande il lusso irragionevole, immenso, sfolgorante di una natura meravigliosa. Nascono i fiori, olezzano, muoiono perché altri più belli sfoglino i loro petali sul suolo; milioni e milioni di piccole vite fioriscono anche esse per amare, per morire, per rinascere ancora. (…) Parthenope e Cimone vi portano l’amore. Dappertutto, dappertutto essi hanno amato. Stretti l’uno all’altra, essi hanno portato il loro amore sulle colline, dalla bellissima, eternamente fiorita di Poggioreale, alla stupenda Posillipo; essi hanno inchinato i loro volti sui crateri infiammati, paragonando la passione incandescente della natura alla passione del loro cuore; essi si sono perduti per le oscure caverne che rendevano paurosa la spiaggia Platamonia; essi hanno errato nelle vallate profonde che dalle colline scendevano al mare; essi hanno percorso la lunga riva, la sottile cintura che divide il mare dalla terra. Dovunque hanno amato. (…) Quando Parthenope viene a sedere sulla roccia del monte Echia, quando essa fissa lo sguardo sul Tirreno, più fido dello Ionio, l’anima sua si assorbisce in un pensiero. La ragione ignota è raggiunta, il mirabile, l’indefinibile, ecco, è creato, è reale, è opera sua. E mentre la fantasia si allarga, si allarga in un sogno senza confine, Parthenope sente giganteggiare il suo spirito e sollevata in piedi le pare di toccare il cielo col capo e di stringere il mondo in un immenso amplesso.”

E’ valsa la pena scriverla tutta, copiarla su carta digitale, per riascoltare la recitazione a memoria di Brunella e Davide, che dell’amore sono il simbolo.

Ma anche la leggenda de O Munaciello, tra le altre che si sono ascoltate mi piace segnalarla come (N.D.R.) la vecchina, mia vicina di casa, mi raccontava da bambina. In verità mi piaceva crederci, ma mi sembrava tanto un racconto di fate e di maghi, più che un fatto reale come lei credeva, sta di fatto che il 15 luglio scorso, Davide e Brunella mi hanno fatto rivivere l’infanzia.

La leggenda del Munciello ha origini antichissime. Secondo alcuni, questo strano personaggio sarebbe realmente esistito a partire dal 1445 durante il regno di Alfonso V d'Aragona. All'epoca, come ha riportato la giornalista partenopea Matilde Serao, a tenere banco a Napoli era la storia d'amore tra Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante di stoffe, e Stefano Mariconda, un semplice e povero garzone. La coppia si incontrava di nascosto durante la notte, per non farsi scoprire dalla famiglia della ragazza. Il giovane raggiungeva la casa di lei percorrendo un pericoloso sentiero sui tetti di Napoli. Una sera, però, fu lanciato nel vuoto e morì.

“Caterinella fu rinchiusa subito dopo in un convento, dove diede alla luce il bimbo frutto di quella relazione clandestina. Il piccolo nacque però deforme e la madre cominciò a vestirlo con un saio col cappuccio, come quello che indossano i frati domenicani. Veniva deriso per le vie del quartiere Porto e tutti cominciarono a chiamarlo "lu munaciello". Morì poi misteriosamente, anche se poco dopo ossa di nano furono rinvenute in una cloaca e molti avanzarono l'ipotesi che potesse essere stato ucciso dai Frezza. Il popolo napoletano, tuttavia, continuò a vederlo per le strade della città e ad attribuire alla sua sete di vendetta gli eventi sfavorevoli che si verificavano.”

Credenze legate al Munaciello

Il Munaciello si manifesta agli abitanti della casa con gesti che esprimono simpatia o antipatia a seconda dei casi. Non a caso un antico proverbio recita: "O Munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce". Secondo il folclore napoletano, non bisogna però mai rivelarne la presenza se non si vuole attirare su di sé la sfortuna. Lo si può propiziare lasciando per lui qualcosa da mangiare, che potrà poi trasformare il cibo in oro, ma non si può poi divulgare la notizia della magia in giro, altrimenti scomparirà in un battibaleno. Si dice che molti abbiano fatto improvvisamente fortuna grazie al suo intervento, tanto che quando qualcuno ha avuto un arricchimento improvviso, si dice "Forse avrà il munaciello in casa". (Fonte dal Web)

 

I concerti di Villa Guariglia in Tour sono anche questo, magia di note e magia di parole, lo stesso suono, lo stesso incanto.


Maria Serritiello

www.lapilli.eu










 



 

 


martedì 12 luglio 2022

I Concerti d’estate di Villa Guariglia in Tour 2022


 Fonte :www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Dal 9 al 30 luglio 2022, nell’Area Archeologica di Fratte-Salerno, si terrà la 25 esima edizione dei Concerti d’estate di Villa Guariglia in Tour, la pregevolissima rassegna musicale che Tonia Willburger, ogni estate appronta per gli appassionati del genere. L’edizione di quest’anno ha una nota in più, è commemorativa per gli ottanta anni di chi per prima ebbe l’idea di programmare matinée, nella splendida Villa Guariglia di Raito: Peter     Willburger, artista egregio che ha amato la nostra terra. Il manifesto usato quest’anno per la 25esima rassegna musicale fu realizzato da Lui stesso nel 1969 e si tratta di una parete di ceramica formata da 15 pannelli in gres.

Diciannove anni fa, dunque Tonia Willburger, ideatrice dell’intera kermesse, una donna di accesa passione per la musica e per tutto ciò che è bello, ma anche per continuare ciò che il padre aveva principiato, iniziò con delle matinée- concerto, com’ è di consueto nei luoghi mitteleuropei, da cui proviene, prima che suo padre, Peter Willburger, il notevole artista, s’innamorasse della divina costa e di Vietri sul Mare, per giungere al nutrito programma delle edizioni successive, appuntamenti irrinunciabili nei luoghi prestigiosi che non fanno rimpiangere, più del dovuto, l’iniziale luogo. Il distacco da Villa Guariglia avvenne, compiuta la 18esima edizione, ma per i concerti a seguire e siamo all’anno 25, si sono aperti luoghi i più prestigiosi ed uno di essi è l ‘Area Archeologica Etrusca Sannitica di Fratte. L’intero pacchetto si svolgerà tra gli alberi secolari e i resti di una storia che ci appartiene, solo due serate si sposteranno e precisamente, quella del 21, presso la Tenuta dei Normanni a Giovi e quella del 29 luglio ad Aquara c/o Azienda Agricola Maucione. E’ trascorso mezzo secolo, ma Tonia è uguale, per intenti, a come quando ha iniziato, il serio impegno le ha fruttato, anche, il riconoscimento quale migliore manifestazione di tutta l’Italia meridionale. Una bella soddisfazione per Tonia che porta avanti l’intento di promuovere, attraverso la musica, la scrittura, la pittura e prodotti tipici, un misto di quanto c’è di meglio, la conoscenza del territorio e conseguentemente il turismo. L’intera cerimonia si avvantaggia del supporto del CTA di Salerno in collaborazione con la Provincia di Salerno, il Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno, la Camera di Commercio – Coldiretti Salerno, la Fondazione di Comunità Salernitana e con il patrocinio del Comune di Salerno e della Fondazione Carisal. Quest’anno, inoltre, i concerti sono in rete con le seguenti associazioni: Campania Danza, Compagnia del Giullare, Gestione Musica, Porto delle Nebbie e Spazio Up Arte

Una novità piacevole, quest’anno, per tutta la durata del festival ci sarà l’iniziativa “In rima agli alberia cura dell’associazione Spazio Up Arte che ha tenuto banco nell’area etrusca-sannitica tutto il mese di maggio e confermato, poi, anche il mese di giugno, per aver promosso visite al sito. Spazio Up Arte è una collettiva di artisti e creativi, costituitasi in un’associazione senza fini di lucro, con la configurazione di Associazione di Promozione Sociale (A.P.S.) prevista dal Codice del Terzo Settore (D.L. 03/07/2017 n. 117), Presidente Vito Egidio Ungaro

Così a partire dal 30 aprile 2022, fino al 26 giugno, L'Area Archeologica Etrusco-Sannita di Fratte a Salerno è diventata un parco emozionale.

 

L'associazione Spazio Up Arte di Salerno, da sempre, promuove con le sue iniziative la sensibilizzazione verso le tematiche ambientali, utilizzando gli strumenti ed i linguaggi dell’arte, ha realizzato all'interno dell'area di interesse storico, un percorso poetico che ha accompagnato i visitatori tra i bei viali che ne caratterizzano il sito.

Con il contributo di CSV Sodalis-Salerno, che con il programma MAP/21 sostiene azioni di rilancio del territorio e con il patrocinio morale della Provincia di Salerno, è stato possibile allestire un intervento non invasivo, mediante la sistemazione di mattonelle ceramiche provviste di QR-code, che hanno permesso ai numerosi visitatori (mediante l'uso del proprio cellulare) di godere dell'ascolto e/o della lettura di alcune prose scritte da importanti autori, pensate espressamente sul tema che l'iniziativa ha inteso promuovere: gli alberi e la loro importanza.

“In rima agli alberi” è stata colta, da molte persone, come occasione per visitare l'area archeologica Etrusco Sannitica di Fratte, poco conosciuta anche dagli stessi cittadini di Salerno. L'importanza storico-archeologica del sito è stata arricchita da un ulteriore elemento attrattivo che, facendo leva sull'aspetto emozionale, ha fatto riscoprire il piacere di trascorrere del tempo tra natura e poesia.

L’edizione numero 25 dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in Tour, è iniziata il 9 luglio, alle ore 21:00, nell’Area Archeologica di Fratte, con un quartetto di mantici, gli Harmonikòs Quartet con Gianluca D’Elia, Matteo Tordiglione, Vito Raosa e Sabrina Iorio, nato tra le pareti del Conservatorio di Salerno. Indovinato il suono scelto per questa prima serata, qui ci viene incontro il greco, in un termine, che ha in fusa la sua etimologia, soffio e armonikòs, fusa come fysis, natura, in una mescolanza simbolica che è alla ricerca del nuovo linguaggio, una particolare idea di suono, resta un altro parametro che sollecita parallelismi con la ricerca linguistica del Novecento eurocolto, in cui tanto valore è attribuito al colore, al timbro. Un’idea di suono intesa come la voce personale degli artisti e riflettenti quella dialettica voce-strumento, strumento-voce. Suono inteso come “voce interiore”, trasformantesi in canto d’amore, nostalgico, passionale. ( fonte il veb)

 

Martedì 12 luglio un evento della Fondazione della Comunità Salernitana con l’orchestra giovanile Sanitansemble diretta da Paolo Acunzo, simbolo dell’azione salvifica della Musica. Il Sanitansamble accoglie giovani e giovanissimi del Rione Sanità di Napoli, un quartiere spesso associato a storie di degrado e marginalità. Il 13 luglio sarà ospite del cartellone dei Concerti di Villa Guariglia Gianni Mola con i solisti della Wind Symphonietta in “Ennio Morricone – Compositore eterno” con Carmine Tremolaterra voce recitante e il soprano Claudia Coticelli. Un concerto a cura del Martucci, tributo ad un autore che ha voltato le spalle alle convenzioni hollywoodiane per il western e alla loro enfatizzazione dei profili melodici e dei caratteri armonici propri delle canzoni tradizionali e dell’inedia, e definendo, così, un nuovo modello di riferimento per la colonna sonora di questo genere.

 

La sezione jazz verrà inaugurata il 14 luglio dal Leila Duclos & Max Barrella Gipsy Quartet, con la leader alla voce e chitarra, Max Barrella alla chitarra, Rocco Zaccagnino alla fisarmonica e Marco de Tilla al contrabbasso, che proporranno un viaggio sulle tracce della mano sinistra del diavolo Django Reinhardt e dello swing francese degli anni ’30. Il quartetto è dedito alla musica gipsy europea e in particolar modo al “jazz manouche”, genere musicale che trae la sua origine dalla fusione tra l’antica tradizione musicale zingara del ceppo dei Manouches ed il jazz americano.

Venerdì 15, teatro musicale con la Compagnia del Giullare, con Brunella Caputo, Davide Curzio e Max Maffia, per tornare ad evocare la sirena Parthenope e le altre leggende napoletane da Matilde Serao.

 

Ancora jazz il 16 luglio “Blues in my soul”, lo spirito e le influenze lessicali del blues, in un ritorno alle  origini musicali, influenzate, Billie Holliday, Joe Williams e Louis Armstrong per il cantante Carlo Lomanto, docente del Martucci, alla voce e chitarra,  Lello Petrarca, alle tastiere, Emiliano De Luca basso elettrica e doublebass e Dario Guidobaldi batteria, per continuare il 19 luglio con il Giuseppe Milici Quartet, in uno spettacolo dal titolo “A modo mio”, con il leader all’ armonica, Nicola Pannarale al pianoforte, Filippo De Salvo al basso elettrico e Saverio Petruzzellis alla batteria, in un viaggio tra evergreen e melodie che hanno fatto da indimenticabile base a classici del cinema.

 

Il 21 luglio ore 21.00 ci si sposterà a Giovi Bottiglieri, presso l’anfiteatro della tenuta dei Normanni per ascoltare il Marco Zurzolo Quartet con il leader al sax alto, Marco De Tilla al contrabbasso, Carlo Fimiani alla chitarra e Vittorio Riva alla batteria, in “I Napoletani non sono romantici…”, un concerto a cura Coldiretti Salerno in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno, per una nuova visione della musica, che trova la sua ratio nella fusione di suoni e linguaggi diversi, che coesistono ed impregnano la nostra cultura  che va  dal Jazz alla Canzone Napoletana  fino a raggiungere quella del Mediterraneo.

 

Il 22 luglio, nell’area archeologica, sarà la prima giornata della danza, con l’ARB Dance Company, in “Beyond Boundries”, un lavoro che cerca di esplorare le prospettive di reclusione di ogni artista. Esaminato attraverso la lente delle esperienze pre e post pandemia, per poi procedere con La Dance Company in “Legami”, in cui gli artisti attraverso il linguaggio del corpo sottolineano il concetto di legami che dal nulla collegano tutto, quelle forze invisibili e inspiegabili.

Ritorno al jazz il 27 luglio con il trio del crooner e pianista Walter Ricci, che proporrà un suo particolare percorso tra i grandi classici con Tommaso Scannapieco al doublebass e Luigi del Prete alla batteria. Seconda serata di danza il 28 luglio con l’Associazione Campania Danza, impegnata in “Tracce di Danza”, un progetto speciale che coinvolge giovani coreografi e dà loro l’opportunità di esprimersi nel proprio linguaggio coreografico e portare in scena le loro creazioni.

Il 29 luglio i Concerti d’Estate sono in tour ad Aquara con i Musicastoria di Francesco Granozi, presso l’Azienda agricola di Cinzia Maucione, in cui la musica popolare della formazione di Francesco farà da contrappunto all’olio e al vino ivi prodotti.

Gran finale il 30 luglio con Nino Rota “La dolce vita del Cinema”, uno spettacolo a cura di Sergio Mari e Fabio Marone con gli arrangiamenti di Giovanni Liguori in collaborazione con “Salerno classica” e i solisti della Salerno Sinfonietta, che ci farà curiosare nel laboratorio del compositore per carpire alcuni ‘segreti del mestiere’, ad esempio quella peculiare prassi combinatoria che si alimenta di quelle particolari suggestioni che hanno fatto entrare nel nostro sentire ogni melodia dell’amico magico. Il concerto avrà il suo Preludio Noir a cura dell’Associazione Porto delle Nebbie, presieduta dalla giornalista e scrittrice Piera Carlomagno (fonte il web)

Come tutte le altre, anche la 25 esima edizione, a presentarla è Concita De Luca, fascino, bellezza e semplicità, uniti in una sola persona.

 

Maria Serritiello