Antonio Gasparini, prof di matematica in quiescenza, ha l'hobby della poesia ironica e divertente. Abbiamo insegnato assieme, tanti anni fa, ad Angri e frequentato la stessa palestra, Onda Nuoto, quando il caro Guglielmo Buonagiunto, nostro allenatore, era ancora in vita . Per molto tempo ci siamo persi di vista, ma qualche giorno fa, ci siamo ritrovati in fb ed è stato un piacere per entrambi. Memore del suo passato di cantore satirico, gli ho chiesto di mandarmi qualche suo verso per ospitarlo nel mio blog . Detto fatto, ed ecco un piccolo assaggio delle sue composizioni, ma mi ha promesso che me ne farà recapitare un bel blocco, in seguito.
Gentilissimo ha voluto omaggiarmi, per l'ospitata nel mio blog, in versi.
Il suo curriculum
Studente piuttosto brillante ma senza dedicarsi a tempo pieno allo studio avendo sempre, nella sua età giovanile, praticato, con un certo successo, attività sportive varie, dall’atletica leggera al calcio, al tennis. Ha svolto, per un certo periodo, attività politica come esponente del partito radicale, quando era forte l’impegno per l’approvazione delle leggi su divorzio ed aborto. Docente di matematica ha deliberatamente scelto di insegnare nella scuola media, ritenendo di fondamentale importanza fornire solide basi agli alunni quasi sempre penalizzati da docenti non specifici della disciplina.
Quando ebbe inizio l’era dei computers si impegno’ nell’ attività di programmazione in BASIC e PASCAL, linguaggi sui quali ha tenuto corsi di formazione a giovani interessati, per conto di una società privata
Problemi cardiaci lo hanno prematuramente costretto ad abbandonare l’attività sportiva agonistica che oggi si limita alla pratica del gioco del biliardo, possessore di un tavolo professionale.
Esperto di enigmistica è abile solutore di rebus, crittografie, indovinelli ed altro.
Non scrive sistematicamente, ma sporadicamente riporta pensieri estemporanei destinati ad un pubblico di conoscenti.
Più corposa è la sua produzione di rimatore. Compone versi per sua ispirazione originale ma anche su richiesta, al fine di commentare e descrivere eventi e personaggi.
Cara Maria, esordisco dedicandoti un piccolo omaggio
Una donna dotata di grazia e avvenenza
è dono munifico della Provvidenza;
se è pure amabile e indulge al sorriso
è già l’anticamera del paradiso;
ha pur fine intelletto? È “voila” il gioco è fatto
di Maria Serritiello hai il perfetto ritratto
che in se’ tutte riunisce, non v’è dubbio alcuno,
le virtù di Minerva, di Venere e Giuno.
A proposito di vaccini:
Bisognoso di urgente terapia
mi son recato, lesto, in farmacia:
“Un vaccino vorrei, fuor del comune,
che dal male peggior mi renda immune
e che protegga ben la mia salute
dalle non infrequenti ricadute.
Questo morbo, come sa, caro dottore,
reca gran pena ed è chiamato amore”.
All’amico pelato:
Lucido di cervello, anche la testa
lucida al cranio ognor si manifesta
abbandonato, sin dai tempi belli,
assai precocemente, dai capelli;
per rimediarvi usò l accorgimento
di coltivare un folto onor del mento,
sicche’, chi sottosopra lo ha osservato
lo ha visto capelluto e ben rasato!
Carpe diem:
È giusto preoccuparsi del futuro,
sperar che non sia triste ed insicuro,
ma incognito è il doman, sola certezza
è che il tempo consuma giovinezza
perciò ti dico, e dico anche a me stesso
con convinzione, che la vita è adesso
e viverla bisogna, a piene mani,
senza curarsi troppo del domani.
È l’amor che valore da’ al presente
è il corpo ti rigenera, e la mente
e più lontana manterrai vecchiezza
se dei baci assaporì la dolcezza.
Io, nei tuoi occhi, annego cure e affanni
e io peso alleggerir sento degli anni
e la speranza nel cuore mi si affaccia
che goda pure tu, tra le mie braccia.
Ti ho fornito un piccolo saggio della mia produzione letteraria. Resto in ansiosa attesa del tuo severo giudizio critico.
Giudizio della Prof Maria
Antò, mi hai sempre divertito e continui a farlo. Il viaggio fino ad Angri e la giornata scolastica, così come in palestra era pura goliardia. I tuoi versi sono sano divertimento, allegrezza. Il mio ringraziamento, ti basta 10 ?
35
anni di Premio Charlot e non sentirli. Sì perché lo Charlot è sempre scoppiettante, avanti
con i tempi e al passo, per offrire quanto c’è di meglio in fatto di comicità e
show. E’ il caso dei Gemelli di Guidonia,
un trio di elevate capacità spettacolari, che hanno aperto la rassegna in anteprima il giorno 16 luglio, preceduti
da Sea Sun, festa del Mare XX Edizione
2022. Tema dell’incontro: “Comunità
energetiche, ZES e zone franche doganali: questo è il futuro”
Interventi
Andrea
Annunziata. Presidente Autorità di Sistema Portuale del Mar
Tirreno Centrale
Attilio
Maria Daconto. Comandante Capitaneria di Porto di
Salerno
Antonio
Ferraioli. Presidente Confindustria Salerno
Vincenzo
Napoli. Sindaco di Salerno
Andrea
Prete. Presidente Unioncamera e Camera di Commercio di
Salerno
Michele
Strianese. Presidente Provincia di Salerno
On.
Piero De Luca. Relatore Emendamenti legge ZES
I
gemelli di Guidonia in effetti sono tre fratelli e non
gemelli, originari di Napoli, impegnati in ambito musicale dal 1999. Pacifico, Gino ed Eduardo Acciarino sono
i loro veri nomi. Inizialmente nascono come Effervescenti Naturali, solo successivamente si conoscono come I Gemelli di Guidonia. I tre fratelli
hanno fatto una lunga gavetta in radio, teatro e tv. Le loro imitazioni di Orietta Berti, Achille Lauro e Fedez
hanno conquistato critica e pubblico, vincendo sia il varietà Tale quale show, che il Torneo dei Campioni. Lo spettacolo
portato al Premio Charlot ha entusiasmato la platea, sia per la presenza
scenica che per l’estensione vocale delle loro voci Applausi scroscianti e
meglio il Premio Charlot non poteva iniziare.
Mercoledì
20
è la volta dello Charlot Giovani. Contest
Nazionale, giovani talenti comici, presentato dal trio di umoristi salernitani “I
Villa Perbene”, come sempre
fracassoni, ma molto, molto divertenti ed anche compiti nel ruolo di
presentatori di nuovi comici.
Lo spettacolo è stato
messo su con maestria rispettando i tempi spettacolari e i tempi della gara. Si
affaccia in punta di piedi, sul palcoscenico, la giornalista-attrice
salernitana Cinzia Ugatti, per dare
il benvenuto, ai presenti dell’Arena del Mare, per la trentacinquesima edizione
della kermesse e per elencare il programma delle serate, in avvenire. Ah, tutto
gratis, fino ad esaurimento posti (2000) e rigorosamente con mascherine.
Siglaaa, la stessa:
Charlot, Charlot Charlot ed il palco si riempie di festosi ballerini che si
esibiscono indossando costumi sfavillanti, come nella migliore tradizione della
rivista italiana. Pina Testa, Maestra di
Danza e Fortuna Capasso, coreografa.
Il
Premio Charlot non è solo comicità, ma anche impegno
sociale e ad ogni edizione, la contemporaneità è sempre presente, cosicché
quest’anno ci tocca fare i conti con la guerra alle porte dell’Europa, così
vicina a noi: la martoriata Ucraina, aggredita dal suo vicino fino a 6 mesi fa,
la Russia. Antonello Ronga e la Compagnia
Dell’Arte hanno prodotto un video di grande impatto emotivo, riesaminando
il discorso di Chaplin, nel film Il Grande
dittatore, su musica di John Lennon:
Imagine. Il gruppo di giovanissimi attori sono tutti salernitani e le scene
sono state riprese nella zona marinara di Mercatello. Un buon lavoro, carico di
simbolismo, educativo e quello che più conta, emozionante per i ragazzi
protagonisti, la guerra per loro sarà un nemico da abbattere, in nome della
pace e della fratellanza. Si prova a seminare, per il raccolto si dovrà
attendere la loro crescita. Bravo Antonello
Ronga e la sua compagnia d’Arte.
La
Gara
Emozionante, per i
protagonisti molto meno per gli spettatori, chiamati a decretare il vincitore,
tra i 7 comici in gara provenienti da tutta Italia. Dopo aver assistito alle
loro performance, la giuria popolare decreta vincitrice Premio Charlot 2022, Chiara Anicita, la signora Carmela da Paternò.
E’ dal 1990 che nessuna donna ha vinto l’ambito premio, a Chiara l’augurio di
una luminosa carriera, come tutti gli altri comici laureatisi allo Charlot. Il
premio della critica è andato ad Andrea e Simone, discretamente bravi, le
battute non sens, hanno divertito quel tanto che basta, per farsi notare. Anche
a loro va l’augurio di successo.
Luca
Virago
Un
cantante ed un imitatore eccezionale, una voce possente ed un
imitatore perfetto, le sue esibizioni canore sono state accompagnate anche da
una mimica corporea e facciale che lo hanno reso simile a chi ha imitato: Pavarotti, Zucchero, Bocelli, I Pooh, I
Cugini di Campagna, Fausto Leali, Vasco Rossi, Renato Zero, Gianni Morandi,
Adriano Celentano, Enrico Ruggeri, Claudio Baglioni, Massimo Ranieri, Patty
Pravo. Ma la sua straordinaria bravura va oltre, infatti avvicinando il
microfono alla bocca riproduce strumenti a fiato ed a corda.
Alessandro
Bolide.
E’ sul palco dello
Charlot, a portare il suo slogan propiziatorio “Ma che ce ne fotte” e mai come in questo momento, prendiamo per
buono il suo invito Si esibisce, ci fa ridere e suscita gli applausi che
invita, a sua volta, ad indirizzali, al Patron dello Charlot: Claudio Tortora e famiglia, un segno
tangibile di riconoscenza, che tutti i comici, per la verità, laureatisi
allo Charlot e di ritorno, hanno per Claudio. L’immagine che si è costruita
dentro di me (n. d. r) è quella del professore Claudio e dei suoi allievi,
tanti, se solo volessimo contare quelli di Made in Sud, ma bisogna aggiungere
un numero indefinito, che hanno riconoscenza ed affetto, nei suoi riguardi.
Questo
è Claudio, un mentore discreto, che non sbaglia un colpo,
individua uno per uno i suoi giovani e dallo Charlot, prendono il via e quando
tornano lo fanno con affetto e riconoscenza come lo ha fatto Alessandro Bolide anche se gli piace
far credere “Ma chi se ne fotte”
In una serata delicata e
dal clima sottile, nella Necropoli
Etrusco-Sannitica di Fratte, i
Concerti di Villa Guariglia in tour fanno spazio alla parola, che musica è.
Parthenope
e altre leggende napoletane, da Matilde Serao, volteggiano nell’aria con le magiche voci di Brunella Caputo, che ne ha curato la
regia e Davide Curzio. La luce e le
ombre sono di Virna Prescenzo e la
musica di Max Maffia, tutto lo
spettacolo è targato Compagnia del
Giullare di Salerno.
Ed eccolo il racconto di
Napoli e le sue leggende, che Matilde
Serao, fervida scrittrice e giornalista, fondatrice, tra l’altro, del
giornale Il Mattino, raccolse per il
piacere di regalare alla sua città un’origine magica: La nascita, il sogno, la
superstizione, le credenze, la magia, il mare e l’amore sono i pezzi letti con
maestria recitativa ineguagliabile.
Per più di un’ora lo
spettatore è rimasto imbrigliato nelle parole della scrittrice napoletana, più
volte candidata al Nobel per la letteratura. E loro due, ai lati del palco e
dietro a due leggii, a rimandarsi frasi, ad incrociare parole, a scandire con
un accordo perfetto e poi… le voci le loro due voci all’unisono come non
succedeva da tempo. Che dono!
“Cimone
amava la fanciulla greca. Invero ella era bellissima: era l’immagine della
forte e vigorosa bellezza che ebbero Giunone e Minerva, cui veniva
rassomigliata. La fronte bassa e limitata di dea, i grandi occhi neri, la bocca
voluttuosa, la viva candidezza della carnagione, lo stupendo accordo della grazia
e della salute in un corpo ammirabile di forme, la composta serenità della
figura, la rendevano tale.
Si
chiamava Parthenope, che nel dolce linguaggio greco significa Vergine. Ella
godeva sedere sull’altissima roccia, fissando il fiero sguardo sul mare,
perdendosi nella contemplazione delle glauche lontananze dello Ionio. Non si
curava del vento marino che le faceva sbattere il peplo, come ala di uccello
spaventato; non udiva il sordo rumore delle onde che s’incavernavano sotto la
roccia, scavandola poco a poco.
L’anima
cominciava per immergersi in un pensiero; oltre quel mare, lontano, lontano,
dove l’orizzonte si curva, altre ragioni, altri paesi, l’ignoto, il mirabile,
l’indefinibile. In questo pensiero la fantasia si allargava in un sogno senza
confine. La fanciulla sentiva ingrandire la potenza del suo spirito e,
sollevata in piedi, le pareva di toccare il cielo col capo e di potere
stringere nel suo immenso amplesso tutto il mondo. Ma presto questi sogni
svaniscono. Ora ella ama Cimone, con l’unico possente, imperante amore della
fanciulla, che si trasforma in donna.
Nella
notte di estate, notte bionda e bianca di estate, Cimone parla all’amata:
“Parthenope, vuoi tu seguirmi?” “Partiamo, amore”. “Tuo padre ti rifiuta al mio
talamo, o soavissima: Eumeo vuole egli per tuo sposo e suo figliolo. Ami tu
Eumeo?” “Amo te Cimone”. “Lode a Venere santa e grazie a te, sua figliola!
Pensa dunque quale nero incubo sarebbe la vita, divisi, lontani – e come,
giovani ancora, aneleremmo alle cupe ombre dello Stige. Vuoi tu partire meco,
Parthenope?” “Io sono la tua schiava, amore”. “Pensa: dimenticare la faccia di
tuo padre, cancellare dal tuo volto il bacio delle sorelle, fuggire le dolci
amiche, abbandonare il tuo tetto…” “Partiamo, Cimone”. “Partire, o dolcissima, partire
per un viaggio lungo, penoso, sul mare traditore, per una via ignota, ad una
meta sconosciuta; affidarsi ai flutti, sempre nemici degli amanti; partire per
andare lontano, molto lontano, in terre inospitali, brune, dove è eterno
l’inverno, dove il pallido sole si fascia di nuvole, dove l’uomo non ama
l’uomo, dove non sono giardini, non sono rose, non sono templi…”
Ma
nei grandi occhi neri di Parthenope è il raggio di un amore insuperabile e
nella sua voce armoniosa vibra la passione: “Io t’amo – ella dice – partiamo”.
Sono
mille anni che il lido imbalsamato li aspetta. Mille primavere hanno gittata
sulle colline la ricchezza inesausta, rinascente, dalla loro vegetazione e
dalla montagna sino al mare si spande il lusso irragionevole, immenso, sfolgorante
di una natura meravigliosa. Nascono i fiori, olezzano, muoiono perché altri più
belli sfoglino i loro petali sul suolo; milioni e milioni di piccole vite
fioriscono anche esse per amare, per morire, per rinascere ancora. (…)
Parthenope e Cimone vi portano l’amore. Dappertutto, dappertutto essi hanno
amato. Stretti l’uno all’altra, essi hanno portato il loro amore sulle colline,
dalla bellissima, eternamente fiorita di Poggioreale, alla stupenda Posillipo;
essi hanno inchinato i loro volti sui crateri infiammati, paragonando la
passione incandescente della natura alla passione del loro cuore; essi si sono
perduti per le oscure caverne che rendevano paurosa la spiaggia Platamonia;
essi hanno errato nelle vallate profonde che dalle colline scendevano al mare;
essi hanno percorso la lunga riva, la sottile cintura che divide il mare dalla
terra. Dovunque hanno amato. (…) Quando Parthenope viene a sedere sulla roccia
del monte Echia, quando essa fissa lo sguardo sul Tirreno, più fido dello
Ionio, l’anima sua si assorbisce in un pensiero. La ragione ignota è raggiunta,
il mirabile, l’indefinibile, ecco, è creato, è reale, è opera sua. E mentre la
fantasia si allarga, si allarga in un sogno senza confine, Parthenope sente
giganteggiare il suo spirito e sollevata in piedi le pare di toccare il cielo
col capo e di stringere il mondo in un immenso amplesso.”
E’ valsa la pena
scriverla tutta, copiarla su carta digitale, per riascoltare la recitazione a
memoria di Brunella e Davide, che dell’amore sono il simbolo.
Ma anche la leggenda de O
Munaciello, tra le altre che si sono ascoltate mi piace segnalarla come
(N.D.R.) la vecchina, mia vicina di casa, mi raccontava da bambina. In verità
mi piaceva crederci, ma mi sembrava tanto un racconto di fate e di maghi, più
che un fatto reale come lei credeva, sta di fatto che il 15 luglio scorso,
Davide e Brunella mi hanno fatto rivivere l’infanzia.
La
leggenda del Munciello ha origini antichissime. Secondo
alcuni, questo strano personaggio sarebbe realmente esistito a partire dal 1445
durante il regno di Alfonso V d'Aragona. All'epoca, come ha riportato la
giornalista partenopea Matilde Serao, a tenere banco a Napoli era la storia
d'amore tra Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante di stoffe, e Stefano
Mariconda, un semplice e povero garzone. La coppia si incontrava di nascosto
durante la notte, per non farsi scoprire dalla famiglia della ragazza. Il
giovane raggiungeva la casa di lei percorrendo un pericoloso sentiero sui
tetti di Napoli. Una sera, però, fu lanciato nel vuoto e morì.
“Caterinella fu rinchiusa subito dopo in un
convento, dove diede alla luce il bimbo frutto di quella relazione clandestina.
Il piccolo nacque però deforme e la madre cominciò a vestirlo con un saio col
cappuccio, come quello che indossano i frati domenicani. Veniva deriso per le
vie del quartiere Porto e tutti cominciarono a chiamarlo "lu
munaciello". Morì poi misteriosamente, anche se poco dopo ossa di nano
furono rinvenute in una cloaca e molti avanzarono l'ipotesi che potesse essere
stato ucciso dai Frezza. Il popolo napoletano, tuttavia, continuò a vederlo per
le strade della città e ad attribuire alla sua sete di vendetta gli eventi
sfavorevoli che si verificavano.”
Credenze
legate al Munaciello
Il Munaciello si
manifesta agli abitanti della casa con gesti che esprimono simpatia o antipatia
a seconda dei casi. Non a caso un antico proverbio recita: "O Munaciello: a chi arricchisce e a chi
appezzentisce". Secondo il folclore napoletano, non bisogna però mai
rivelarne la presenza se non si vuole attirare su di sé la sfortuna. Lo si può
propiziare lasciando per lui qualcosa da mangiare, che potrà poi trasformare il
cibo in oro, ma non si può poi divulgare la notizia della magia in giro,
altrimenti scomparirà in un battibaleno. Si dice che molti abbiano fatto
improvvisamente fortuna grazie al suo intervento, tanto che quando
qualcuno ha avuto un arricchimento improvviso, si dice "Forse avrà il munaciello in casa". (Fonte dal Web)
I
concerti di Villa Guariglia in Tour sono anche questo, magia
di note e magia di parole, lo stesso suono, lo stesso incanto.
Dal 9 al 30 luglio 2022,
nell’Area Archeologica di Fratte-Salerno, si terrà la 25 esima edizione dei Concerti
d’estate di Villa Guariglia in Tour, la pregevolissima rassegna musicale che Tonia Willburger, ogni estate appronta
per gli appassionati del genere. L’edizione di quest’anno ha una nota in più, è
commemorativa per gli ottanta anni di chi per prima ebbe l’idea di programmare
matinée, nella splendida Villa Guariglia di Raito: Peter Willburger, artista egregio che ha amato
la nostra terra. Il manifesto usato quest’anno per la 25esima rassegna musicale
fu realizzato da Lui stesso nel 1969 e si tratta di una parete di ceramica
formata da 15 pannelli in gres.
Diciannove anni fa,
dunque Tonia Willburger, ideatrice
dell’intera kermesse, una donna di accesa passione per la musica e per tutto
ciò che è bello, ma anche per continuare ciò che il padre aveva principiato,
iniziò con delle matinée- concerto, com’ è di consueto nei luoghi
mitteleuropei, da cui proviene, prima che suo padre, Peter Willburger, il notevole artista, s’innamorasse della divina
costa e di Vietri sul Mare, per giungere al nutrito programma delle edizioni
successive, appuntamenti irrinunciabili nei luoghi prestigiosi che non fanno rimpiangere,
più del dovuto, l’iniziale luogo. Il distacco da Villa Guariglia avvenne, compiuta la 18esima edizione, ma per i
concerti a seguire e siamo all’anno 25, si sono aperti luoghi i più prestigiosi
ed uno di essi è l ‘Area Archeologica
Etrusca Sannitica di Fratte. L’intero pacchetto si svolgerà tra gli alberi
secolari e i resti di una storia che ci appartiene, solo due serate si
sposteranno e precisamente, quella del
21, presso la Tenuta dei Normanni a Giovi e quella del 29 luglio ad Aquara c/o
Azienda Agricola Maucione. E’ trascorso mezzo secolo, ma Tonia è uguale,
per intenti, a come quando ha iniziato, il serio impegno le ha fruttato, anche,
il riconoscimento quale migliore
manifestazione di tutta l’Italia meridionale. Una bella soddisfazione per
Tonia che porta avanti l’intento di promuovere, attraverso la musica, la
scrittura, la pittura e prodotti tipici, un misto di quanto c’è di meglio, la
conoscenza del territorio e conseguentemente il turismo. L’intera cerimonia si
avvantaggia del supporto del CTA di
Salerno in collaborazione con la Provincia di Salerno, il Conservatorio Statale
di Musica “G. Martucci” di Salerno, la Camera di Commercio – Coldiretti
Salerno, la Fondazione di Comunità Salernitana e con il patrocinio del Comune
di Salerno e della Fondazione Carisal. Quest’anno, inoltre, i concerti sono
in rete con le seguenti associazioni: Campania
Danza, Compagnia del Giullare, Gestione Musica, Porto delle Nebbie e Spazio Up
Arte
Una novità piacevole,
quest’anno, per tutta la durata del festival ci sarà l’iniziativa “In rima agli alberi” a cura dell’associazione Spazio Up Arte
che ha tenuto banco nell’area etrusca-sannitica tutto il mese di maggio e
confermato, poi, anche il mese di giugno, per aver promosso visite al sito. Spazio Up Arte è una collettiva di artisti
e creativi, costituitasi in un’associazione senza fini di lucro, con la
configurazione di Associazione di Promozione Sociale (A.P.S.) prevista dal
Codice del Terzo Settore (D.L. 03/07/2017 n. 117), Presidente Vito Egidio Ungaro
Così a partire dal 30 aprile 2022, fino al 26 giugno,
L'Area Archeologica Etrusco-Sannita di Fratte a Salerno è diventata un parco emozionale.
L'associazione Spazio Up Arte di Salerno, da sempre,
promuove con le sue iniziative la sensibilizzazione
verso le tematiche ambientali, utilizzando gli strumenti ed i linguaggi
dell’arte, ha realizzato all'interno dell'area di interesse storico, un
percorso poetico che ha accompagnato i visitatori tra i bei viali che ne
caratterizzano il sito.
Con
il contributo di CSV Sodalis-Salerno, che con il programma
MAP/21 sostiene azioni di rilancio del territorio e con il patrocinio morale della Provincia di Salerno, è stato possibile
allestire un intervento non invasivo, mediante la sistemazione di mattonelle
ceramiche provviste di QR-code, che hanno permesso ai numerosi visitatori
(mediante l'uso del proprio cellulare) di godere dell'ascolto e/o della lettura
di alcune prose scritte da importanti autori, pensate espressamente sul tema
che l'iniziativa ha inteso promuovere: gli alberi e la loro importanza.
“In rima agli alberi” è
stata colta, da molte persone, come occasione per visitare l'area archeologica
Etrusco Sannitica di Fratte, poco conosciuta anche dagli stessi cittadini di
Salerno. L'importanza storico-archeologica del sito è stata arricchita da un
ulteriore elemento attrattivo che, facendo leva sull'aspetto emozionale, ha
fatto riscoprire il piacere di trascorrere del tempo tra natura e poesia.
L’edizione
numero 25 dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in Tour, è iniziata il 9
luglio, alle ore 21:00, nell’Area Archeologica di Fratte,
con un quartetto di mantici, gli Harmonikòs Quartet con Gianluca D’Elia, Matteo
Tordiglione, Vito Raosa e Sabrina Iorio, nato tra le pareti del Conservatorio di
Salerno. Indovinato il suono scelto per questa prima serata, qui ci viene
incontro il greco, in un termine, che ha in fusa la sua etimologia, soffio e
armonikòs, fusa come fysis, natura, in una mescolanza simbolica che è alla
ricerca del nuovo linguaggio, una particolare idea di suono, resta un altro
parametro che sollecita parallelismi con la ricerca linguistica del Novecento
eurocolto, in cui tanto valore è attribuito al colore, al timbro. Un’idea di
suono intesa come la voce personale degli artisti e riflettenti quella
dialettica voce-strumento, strumento-voce. Suono inteso come “voce interiore”,
trasformantesi in canto d’amore, nostalgico, passionale. ( fonte il veb)
Martedì
12 luglio un evento della Fondazione della Comunità Salernitana
con l’orchestra giovanile Sanitansemble diretta da Paolo Acunzo, simbolo
dell’azione salvifica della Musica. Il Sanitansamble accoglie giovani e
giovanissimi del Rione Sanità di Napoli, un quartiere spesso associato a storie
di degrado e marginalità. Il 13 luglio sarà ospite del cartellone dei Concerti
di Villa Guariglia Gianni Mola con i solisti della Wind Symphonietta in “Ennio
Morricone – Compositore eterno” con Carmine Tremolaterra voce recitante e il
soprano Claudia Coticelli. Un concerto a cura del Martucci, tributo ad un
autore che ha voltato le spalle alle convenzioni hollywoodiane per il western e
alla loro enfatizzazione dei profili melodici e dei caratteri armonici propri
delle canzoni tradizionali e dell’inedia, e definendo, così, un nuovo modello
di riferimento per la colonna sonora di questo genere.
La sezione jazz verrà inaugurata il 14 luglio dal Leila
Duclos & Max Barrella Gipsy Quartet, con la leader alla voce e chitarra,
Max Barrella alla chitarra, Rocco Zaccagnino alla fisarmonica e Marco de Tilla
al contrabbasso, che proporranno un viaggio sulle tracce della mano sinistra
del diavolo Django Reinhardt e dello swing francese degli anni ’30. Il
quartetto è dedito alla musica gipsy europea e in particolar modo al “jazz
manouche”, genere musicale che trae la sua origine dalla fusione tra l’antica
tradizione musicale zingara del ceppo dei Manouches ed il jazz americano.
Venerdì
15,teatro musicale con la Compagnia del
Giullare, con Brunella Caputo, Davide Curzio e Max Maffia, per tornare ad
evocare la sirena Parthenope e le altre leggende napoletane da Matilde Serao.
Ancora
jazz il 16 luglio “Blues in my soul”, lo spirito e le
influenze lessicali del blues, in un ritorno alle origini musicali, influenzate, Billie Holliday,
Joe Williams e Louis Armstrong per il cantante Carlo Lomanto, docente del
Martucci, alla voce e chitarra, Lello
Petrarca, alle tastiere, Emiliano De Luca basso elettrica e doublebass e Dario
Guidobaldi batteria, per continuare il
19 luglio con il Giuseppe Milici Quartet, in uno spettacolo dal titolo “A modo
mio”, con il leader all’ armonica, Nicola Pannarale al pianoforte, Filippo
De Salvo al basso elettrico e Saverio Petruzzellis alla batteria, in un viaggio
tra evergreen e melodie che hanno fatto da indimenticabile base a classici del
cinema.
Il
21 luglio ore 21.00 ci si sposterà a Giovi Bottiglieri, presso l’anfiteatro
della tenuta dei Normanni per ascoltare il Marco Zurzolo Quartet
con il leader al sax alto, Marco De Tilla al contrabbasso, Carlo Fimiani alla
chitarra e Vittorio Riva alla batteria, in “I Napoletani non sono romantici…”,
un concerto a cura Coldiretti Salerno in collaborazione con la Camera di
Commercio di Salerno, per una nuova visione della musica, che trova la sua
ratio nella fusione di suoni e linguaggi diversi, che coesistono ed impregnano
la nostra cultura che va dal Jazz alla Canzone Napoletana fino a raggiungere quella del Mediterraneo.
Il
22 luglio, nell’area archeologica, sarà la prima giornata
della danza, con l’ARB Dance Company, in “Beyond Boundries”, un lavoro che
cerca di esplorare le prospettive di reclusione di ogni artista. Esaminato
attraverso la lente delle esperienze pre e post pandemia, per poi procedere con
La Dance Company in “Legami”, in cui gli artisti attraverso il linguaggio del
corpo sottolineano il concetto di legami che dal nulla collegano tutto, quelle
forze invisibili e inspiegabili.
Ritornoal jazz il 27 luglio con il trio del
crooner e pianista Walter Ricci, che proporrà un suo particolare percorso tra i
grandi classici con Tommaso Scannapieco al doublebass e Luigi del Prete alla
batteria. Seconda serata di danza il 28 luglio con l’Associazione Campania
Danza, impegnata in “Tracce di Danza”, un progetto speciale che coinvolge
giovani coreografi e dà loro l’opportunità di esprimersi nel proprio linguaggio
coreografico e portare in scena le loro creazioni.
Il
29 luglio i Concerti d’Estate sono in tour ad Aquara con i Musicastoria di
Francesco Granozi, presso l’Azienda agricola di Cinzia Maucione,
in cui la musica popolare della formazione di Francesco farà da contrappunto
all’olio e al vino ivi prodotti.
Gran
finale il 30 luglio con Nino Rota “La dolce vita del Cinema”,
uno spettacolo a cura di Sergio Mari e Fabio Marone con gli arrangiamenti di
Giovanni Liguori in collaborazione con “Salerno classica” e i solisti della
Salerno Sinfonietta, che ci farà curiosare nel laboratorio del compositore per
carpire alcuni ‘segreti del mestiere’, ad esempio quella peculiare prassi
combinatoria che si alimenta di quelle particolari suggestioni che hanno fatto
entrare nel nostro sentire ogni melodia dell’amico magico. Il concerto avrà il
suo Preludio Noir a cura dell’Associazione Porto delle Nebbie, presieduta dalla
giornalista e scrittrice Piera Carlomagno (fonte il web)
Come tutte le altre,
anche la 25 esima edizione, a presentarla è Concita De Luca, fascino, bellezza e semplicità, uniti in una sola
persona.