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venerdì 22 ottobre 2010

Ue, congedo di paternità obbligatorio, in Italia proposta bipartisan: "Partiamo con quattro giorni


CRONACA

FONTE:TISCALI NOTIZIE


L’Unione europea prova a rivoluzionare gli equilibri familiari del vecchio continente con un’innovativa politica dei congedi parentali. Dopo la nascita di un bebè, i padri avranno due settimane obbligatorie col 100% dello stipendio mentre le madri ne avranno 20. Per il momento è una proposta della commissione Europea che deve ancora passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio Ue, ma il segnale è importante anche per un paese come il nostro che, in materia di tutela della maternità, ha una delle legislazioni più favorevoli dell'intera Europa ma manca quasi del tutto di una cultura della paternità. Le deputate Barbara Saltamartini (PdL) e Alessia Mosca (Pd), sono le prime firmatarie di due proposte di legge per l`introduzione delcongedo obbligatorio di paternità alle quali sta lavorando la Commissione Lavoro della Camera.L’onorevole Alessia Mosca ci spiega a che punto è la versione italiana del congedo di paternità e in cosa si differenzia dalla direttiva Ue.
“Innanzitutto voglio dire che quella proveniente dall’Unione Europea è una notizia che ci ha resi molto lieti. Comporta un’innovazione che speriamo sia di stimolo per il nostro Paese il quale, soprattutto sui congedi di paternità, è molto indietro rispetto ad altri che negli ultimi 10 anni hanno già provveduto, prima della decisione europea, ad inserire almeno qualche giorno di astensione obbligatoria dal lavoro aumentando il ruolo attivo dei padri nella condivisione del lavoro di cura all’interno della famiglia. La proposta mia e della Saltamartini si basa proprio sull’esperienza di questi paesi pionieri ed è già a un buon punto visto che i due documenti originari sono stati unificati.”
Cosa prevede quest’unica proposta?
“Prevede quattro giorni di congedo obbligatorio nei primi tre mesi di vita del figlio. Siamo ancora indietro rispetto alla proposta Ue di due settimane, di questo ci rendiamo conto, ma abbiamo fatto questa valutazione perché vorremmo a tutti i costi portare a casa almeno il principio del cambiamento culturale. Come sappiamo siamo in un momento di tagli da tutte le parti e ci rendiamo conto che si deve trattare di qualcosa di realizzabile.”Stati come Francia e Regno Unito hanno votato contro la direttiva Ue ritenendola troppo onerosa per un momento di crisi come questo.
“Sì ma nonostante la crisi economica noi insistiamo sul principio. È chiaro che da un punto di vista pratico 4 giorni non sono risolutivi ma si tratta di uno stimolo alla visione del ruolo dei padri. Il nostro paese ha bisogno di questo cambiamento culturale. Abbiamo infatti osservato che anche pochi giorni obbligatori producono un effetto traino sulla possibilità di usufruire dei congedi facoltativi, istituto spesso ignorato dalle famiglie italiane.”Il congedo obbligatorio per i padri è un istituto a difesa della di paternità o un estremo tentativo di obbligare gli uomini ad assumersi una parte degli oneri che in genere sono solo femminili?
“Io non parlerei della difesa di una categoria rispetto all’altra. La cosa importante è investire nella famiglia e nella cura dei figli. Certamente la funzione della nostra proposta è anche quella di evitare che l’impegno gravi sono su una parte, che in genere è quella femminile, ma il principio è che i figli sono un bene di tutti e la loro cura non deve gravare solo sulla famiglia ma sulla collettività intera. Non si tratta di difendere qualcuno ma di rilanciare l’idea di investire pubblicamente nel rilancio della famiglia.”

Che favore incontra la vostra proposta di legge?
“All’inizio abbiamo avuto delle difficoltà ma ora abbiamo l’ok di massima da parte di tutti i gruppi, compresa la Lega che era la più recalcitrante. A questo punto il dato politico è acquisito e stiamo valutando le questioni più pratiche, ossia quelle dei costi. La prossima settimana abbiamo una riunione per le valutazioni economiche e di bilancio.”Pd e Pdl sono agli antipodi su quasi tutto.

Lei e l’onorevole Saltamartini rappresentate un’eccezione. Come è nato il vostro connubio?
“Io credo che questa esasperata distanza tra maggioranza e opposizione su cose che, per altro, non hanno alcuna ricaduta pratica, sia uno dei motivi che allontanano la gente dalla politica. Spero che lavorare insieme su questioni concrete, che non hanno nessun motivo per creare divisioni preconcette, sia un modo per dimostrare che la politica sa anche dare delle risposte pratiche e si può riavvicinare alle cose di tutti i giorni

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