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giovedì 14 ottobre 2010

Attacco degli ultra serbi a Genova: il presidente Tadic si scusa. Frattini: "Difetti di comunicazione tra le intelligence


CRONACA



FONTE:TISCLI NOTIZIE

Il presidente serbo Boris Tadic ha chiamato il nostro premier Silvio Berlusconi per scusarsi per quanto accaduto allo stadio Marassi di Genova. Tutta la Serbia si “scusa” per bocca della propria diplomazia e dichiara di “provare vergogna” per il comportamento sconsiderato degli ultrà che hanno impedito alla loro nazionale di giocare la partita di qualificazione agli Europei con l’Italia. I governanti hanno convenuto sul fatto che un migliaio di teppisti non rappresentano certo un Paese di 10 milioni di abitanti. Di conseguenza le relazioni amichevoli tra Serbia e Italia non saranno intaccate da tale episodio. Ma resta qualche sottile polemica sul concorso di colpa delle forze dell'ordine italiane.Le forze dell'ordine italiane respingono le accuse - Un intervento quello del presidente serbo che dovrebbe attenuare i veleni seminati in precedenza. In verità alcune autorità della Serbia avevano lasciato intendere che molte colpe per l’accaduto erano da addebitare all’Italia. Mentre il ministro degli Esteri chiamava il capo della diplomazia italiana, Franco Frattini - per il quale "ci sono stati difetti di comunicazione tra le intelligence" - porgendo le "scuse formali" e promettendo "punizioni esemplari" per i responsabili dei disordini, tra Roma e Belgrado scoppiava la polemica sui controlli di polizia. All'acqua di rose - secondo le parole del vicepremier e ministro dell'interno, Ivica Dacic - che parlava di responsabilità della polizia italiana, di controlli e preparativi non adeguati. Un 'appunto' che le nostre forze dell'ordine hanno rinviato subito al mittente: parole "inopportune e fuori luogo oltre che inesatte", precisava il sindacato di polizia Siulp mentre il responsabile della sicurezza della Nazionale, Roberto Massucci, rilanciava la palla dall'altra parte. Le informazioni provenienti dalla Serbia "non hanno delineato alcun profilo di rischio per la tifoseria serba", ha detto spiegando che i responsabili della sicurezza serba "non hanno comunicato criticità su presunti tifosi violenti". Ma le responsabilità serbe sarebbero anche documentate da due telex in mano al capo della polizia Antonio Manganelli. La "prova" - secondo il ministero dell'Interno - che i serbi hanno "irresponsabilmente taciuto prima e bluffato, poi".
Maroni: "Evitata una strage" - Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’interno Roberto Maroni il quale, dopo aver incontrato il capo della polizia Antonio Manganelli, si è dichiarato convinto del buon operato delle forze dell’ordine italiane. "Abbiamo evitato una strage - giura il titolare del Viminale - e non si può imputare alcuna responsabilità alla nostra polizia". Anzi, "non intervenendo pesantemente, ha evitato una strage". Una risposta al ministro dell'Interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic, e al suo sostenere che “le misure pre-partita non hanno funzionato: un gruppo non numeroso di tifosi l'ha fatta sospendere”. Parlando a Belgrado, Dacic ha osservato che l'intervento della polizia italiana avrebbe potuto essere molto più efficace. Un’accusa ritenuta ingiusta, come si è detto, dai responsabili delle forze dell’ordine del nostro Paese. La posizione di Maroni non trova d'accordo il sindaco di Genova Marta Vincenzi per la quale molte responsabilità per quanto accaduto nel capoluogo ligure sono del ministro.Ma come sono potuti arrivare a Genova questi tifosi? - C’è tuttavia un quesito che resta fluttuante nell’aria: come mai sono arrivati nel capoluogo ligure questi tifosi? Il responsabile della sicurezza degli azzurri Massucci replica così: "La Serbia da quest'anno ha modificato il sistema: un cittadino serbo può andare nei paesi extra Schengen senza bisogno del visto. Piuttosto i facinorosi potevano essere bloccati in origine. Così come facciamo noi chiedendo di non vendere i biglietti a coloro che hanno i Daspo o i reati da stadio in altri paesi per le trasferte".

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