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venerdì 22 ottobre 2010

Non ci sono più le battute di una volta


CINEMA

FONTE:REPUBBLICA.IT


Il New York Times è certo: il cinema non offre più frasi indimenticabili


Quand'è stata l'ultima volta che siete usciti dal cinema con quella bella battuta che vi era rimasta in testa? "La vita è come una scatola di cioccolatini" diceva Forrest Gump: ma il contenuto non è più dolce come una volta. Le frasi memorabili del grande schermo non sono soltanto una curiosità da appassionati: sono anche l'indice della vitalità dell'arte.

Cinque anni fa l'American Film Institute chiese a un panel di 1500 operatori del cinema di stilare la classifica delle battute migliori. Nella top ten il film più giovane aveva trent'anni: Guerre Stellari. La frase celebre? Suvvia: "Che la forza sia con te". La forza, oggi, sia con chi si lancia nella titanica impresa. Perché almeno il capolavoro della fantascienza ci provava. Ma oggi? Dove trovare una battuta capace di gareggiare con le grandi?

Per dire, al numero uno la classifica di Hollywood incorona, e va bene, l'immortale Via col vento: "Francamente, mia cara, me ne infischio". E al numero due svetta l'altra battuta del cinema più famosa di tutti i tempi: "Gli farò un'offerta che non può rifiutare". Da Il Padrino, ovviamente. E chi si sognerebbe oggi di sfidare questi pesi massimi? Il web, per esempio, ha eletto a battuta del momento la frase tuonata da Liam Neeson, che nello Scontro dei Titani ha la ventura di impersonare il grande Zeus. E quale sarebbe la frase degna di cotanto film? "Liberate il Kraken!".

No, non ci sono più le battute di una volta. Il New York Times, che non vuole farsene una ragione, ha provato a chiederlo agli esperti: perché? Chissà: forse, è la risposta raccolta, perché magari oggi in un film conta più l'immagine, e anche qui, come nel resto del mondo sempre più virtualizzato, la parola è la prima a scomparire. "Certo io non ci sto a dare la colpa agli scrittori, non sono loro ad aver perso il talento", dice un mostro sacro, che naturalmente è uno scrittore, come Laurence Mark. Ecco, Mark, per esempio, è lo sceneggiatore di Jerry Maguire, l'autore di una delle frasi d'amore (spezzato) più famose degli ultimi anni: "You had me at hello!" dice Renéé Zelleweger a Tom Cruise che vuole riconquistarla. E già qui si apre un altro dibattito. La traduzione italiana rende giustizia alla battuta? "Mi avevi già convinta al ciao!", dice lei tra le lacrime e delusa. E non sta parlando, come qui sembrerebbe, di un famoso motorino, ma vuole soltanto dire che lui l'aveva saputa convincere a prima vista: ma adesso...

Dare la colpa alla traduzione non ci esime ovviamente dal ritornare alla domanda principale: perché la battuta non scatta più come una volta? Un capolavoro come Casablanca, per dire, ha ben sei frasi nella top cento dell'American Film Institute, a partire dalla mitca "Suonala ancora, Sam". E invece Eric Roth, lo sceneggiatore di Munich e Il curioso caso di Benjamin Button, confessa al New York Times di faticare a trovare una sola mezza battuta memorabile nello script che pure giudica notevole di The Social Network. Però, via, forse è un po' prevenuto. "Non si tratta di essere ossessionati: si tratta di esse motivati!": così, nel film, il ragazzo che inventerà Facebook si giustifica davanti alla ragazza che ama. E non vi sembra una frase da ricordare?

La verità è che anche le battute da film, in questo mondo espanso da Internet all'infinito, si perdono nel vuoto della specializzazione. Per esempio, trent'anni fa un cult come i Blues Brothers diventò subito universale, e tutti ci ricordiamo ancora la frase che il neonazista dell'Illinois confessa al suo capo mentre precipitano insieme in auto nel fiume: "Ti ho sempre amato!". E invece oggi ci si specializza perfino al cinema.

Tutto è nicchia. Prendete l'ultimo film del rampollo di Quentin Tarantino, quel Robert Rodriguez già autore del Mariachi. Il suo nuovo film, Machete - storia di un ex poliziotto messicano immigrato negli Usa che fa tutto, appunto, ma proprio tutto col machete - è stato applaudito dalla critica e da pochi fan. Ma nell'indifferenza del grande pubblico la frase celebre che quest'anno i fan del cinema hanno eletto sul cinema è proprio la sua. Immortalato mentre gli passano un cellulare per lanciare l'allarme col messaggino, quel gigante tutto cuore e senza cervello sbotta: "Machete don't text!".
No, volete mettere l'universalità di una volta. Il Clint Eastwood di "Coraggio... fatti ammazzare": una frase così mitica che è diventata il titolo dell'ultimo episodio dell'Ispettore Callaghan. Oppure, un pochino più giù nell'Olimpo, lo Schwarzenegger di Terminator 2: "Hasta la vista, baby". Neppure chi si confronta con le sue stesse glorie del passato regge il confronto. Prendete Oliver Stone e il primo Wall Street: "L'avidità è giusta". E prendete il sequel appena uscito 15 anni dopo: "Tu smetti di dire bugie su di me e io la smetterò di dire la verità su di te". Bella, per carità: ma un po' involuta.

E invece la grandezza di certe battute stava tutta nella loro laconicità. Fino a Forrest Gump, ancora lui, con quello slogan che è diventato una specie di manifesto degli ingenui di tutto il mondo: "Stupido è chi lo stupido fa". No, non ci sono più le battute di una volta. E se qualcuno prova a convincervi del contrario, via, sapete già come smontarlo: "Lascia perdere, Jack: è Chinatown".

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