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mercoledì 6 ottobre 2010

"Fragments": il diario segreto di Marilyn ci fa scoprire il suo talento di scrittrice


CURIOSITA'

FONTE:TISCALI NOTIZIE
DI DELFINA RATTAZZI

Si chiama Fragments, frammenti, anche l’edizione italiana pubblicata da Feltrinelli che sta per arrivare nelle nostre librerie. Sono lettere, poesie, collages e appunti che Marilyn Monroe custodiva gelosamente. La prefazione è di Antonio Tabucchi.Ereditati da Ann Strasberg, ora questi documenti ci fanno conoscere una Marilyn segreta: colta, introversa, spesso disperata, intelligentissima. Il padre di Ann, Lee Strasberg, fu maestro di recitazione, confidente, amico e forse anche amante dell’indimenticabile interprete del film A Qualcuno Piace Caldo.Dal 1943, quando Norma Jean Mortenson (che poi diventerà la Monroe) scrive che pensa di essere “una grande introversa”, fino al 1962, pochi giorni prima della sua morte, queste pagine ci portano nel cuore di una donna assai più complessa della sua immagine pubblica di adorabile seduttrice. La ricordiamo tutta festosa frivolezza, sorrisi, baci e curve sempre in evidenza.La Monroe scrive di un terribile ricovero nella clinica psichiatrica Payne Whitney di New York, dopo un tentativo di suicidio nel 1961. L’incubo suo e delle altre donne ricoverate si fa palpabile, ci prende alla gola. Marilyn Monroe sapeva scrivere, trasmettere senza giri di parole l’essenza di uno stato d’animo.I patiti del gossip scopriranno in queste pagine che John F. Kennedy era un amante molto premuroso, che l’attrice aveva paura di Peter Lawford e che fu stuprata da una gang di scagnozzi del boss mafioso Sam Giancana a Lake Tahoe, nel Nevada.La Monroe ha sempre pensato che questi appunti sarebbero rimasti segreti. A quasi cinquant’anni dalla sua morte, un episodio ancora misterioso che oggi sappiamo quasi sicuramente fu un assassinio molto ben travestito da suicidio, la Monroe acquista uno spessore nuovo. Il dolore psichico che la attanagliava l’anima, e che sembra essere un disturbo di personalità, è stato riconosciuto dalla psichiatria americana solo nel 1980.Insonne, tormentata, con dei problemi a memorizzare le sue battute, sempre in ritardo, Marilyn mette nero su bianco la sua vita interiore. “Perché mi sento sempre un essere umano inferiore agli altri? Perché mi sento sub-umana e cattiva?”, scrive nel 1956, durante il suo infelice matrimonio con Arthur Miller. “Sono inquieta, nervosa, poco concentrata, instabile - pochi minuti fa ho quasi lanciato un piatto d’argento sul set… Come faccio a incarnare una ragazza così allegra, giovane e piena di speranze ?”, annota nel 1958.Quello stesso anno, mentre segue corsi di recitazione all’accademia di Lee Strasberg, a New York, scrive: “La mia volontà è sveglia ma non riesco a sopportare niente. Ho l’aria di una pazza ma penso che io stia davvero diventando pazza”.“Sono sola. Sono sempre sola qualsiasi cosa accada”, scrive nel 1950 la protagonista di Gli uomini preferiscono le bionde. La lunga sfilza di amanti, fra cui il fotografo Milton Green, Yves Montand, Lawrence Olivier e un uomo che è rimasto a lungo nell’ombra, Frederick Vanderbilt, non la rende più felice. La Monroe annota nel 1956: “Penso di essere sempre stata terribilmente spaventata dall’idea di essere la moglie di qualcuno perché la vita mi ha insegnato che non è possibile amare davvero un altro essere umano”.Anche nell’inferno della clinica psichiatrica, la Monroe non rinuncia alla sua dignità. Quando le propongono di fare la calza, ricamare, giocare a dama o a carte spiega ai medici che il giorno in cui farà delle cose del genere vorrà dire che è diventata davvero pazza. Le chiedono di spiegare perché si sente diversa dagli altri. Lei pensa che siano troppo stupidi per meritarsi la semplice risposta a quella domanda: “Perché lo sono”.Non c’è amore o successo che rassicuri Mariyn Monroe. Andava a letto con produttori, giardinieri, fattorini che consegnavano la pizza a domicilio, musicisti, attori, passanti e anche un presidente degli Stati Uniti e suo fratello. I frammenti del suo pensiero gettati alla rinfusa in un cassetto narrano del caos della sua vita privata. Che lei raccontava, però, con lancinante talento.

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