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mercoledì 6 ottobre 2010

I tempi cambiano, gli adolescenti di oggi hanno perso la passione per la lettura


LA SCUOLA ....QUESTA SCONOSCIUTA

FONTE:TISCALI NOTIZIE
DI MARCO LODOLI

Una pagina di un libro, quanta fatica costa ai miei alunni! Non voglio dire che leggere li annoia e dunque resistono come possono a questo ingrato compito, no: semplicemente leggono in modo stentato, appiccicando le sillabe col fiatone, esitando, strascinando la voce, sbagliando i suoni. Insomma, leggono malissimo, e per questo si tengono lontani dai giornali, dalle riviste, dai romanzi. L’analfabetismo di ritorno di cui tanto si parla passa esattamente per questa incapacità. Di solito arrivati in quinta elementare i bambini leggono speditamente, ma non è più così. Mi sono chiesto il motivo, e credo di aver capito qual è il problema.Quanti libri avevo letto io fino ai sedici anni? Mah, forse un paio di avventure di Sandokan, Ventimila leghe sotto i mari, forse Zanna Bianca, ma non fino in fondo. Però avevo letto un milione di fumetti. E’ a Paperopoli che ho imparato a leggere, sulla Jaguar-E di Diabolik, accanto a Tirammolla e Soldino, Lone Wolf e Billy Bis, nelle praterie di Tex Willer, in corsa con Michel Vaillant! Avevo un mare di fumetti sotto al letto, comprati ma soprattutto prestati: e leggevo, leggevo, leggevo.L’occhio andava sempre più veloce, legava in un baleno le parole, le frasi, apprendeva termini nuovi, conquistava divertendosi la dimensione della lettura. Da lì passai a Linus, al Mago, alle riviste di fumetti più sofisticati, conobbi i Peanuts e BC e Bristow e le strisce di Feiffer: prima non li capivo, poi ho cominciato a capirli, e ridevo. Numeri e numeri di fumetti popolari o intellettuali: alla fine ero un treno, con uno sguardo traversavo tutta una pagina. Oggi nessun ragazzo legge più i fumetti.C’è stato, qualche anno fa, il fenomeno dei manga, i fumetti giapponesi. Per me erano incomprensibili, bisognava aprirli al contrario e avventurarsi in quelle vignette storte, ma comunque ero contento che i miei alunni avessero parole da leggere. Ora anche i manga sono in declino. In edicola si trova poco o niente, solo il vecchio Topolino resiste, ma non mi sembra che l’amatissimo sorcetto abbia più un pubblico largo. E il problema del “saper leggere” ora è sempre più evidente.Un ragazzo di sedici anni può aver letto in tutta la sua vita solo qualche paginetta dei libri scolastici, e allora ehm, mmm, balbettamenti, strappi, parole agganciate col filo spinato, e la frase non viene fuori, il senso sfugge. E allora: non dico Balzac o Puskin, ma ridateci almeno Paperoga e il professor Mortimer, lo zio Tibia, nonna Abelarda e Pedrito el Drito, Arturo e Zoe, ridateci qualcosa da leggere, boom, splash, smack!

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