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domenica 27 marzo 2011

Il film: Qualunquemente



QUALUNQUEMENTE

LA RECENSIONE
DI MARIA SERRITIELLO

Il film: Qualunquemente Domenica 27 Marzo 2011 08:25 Scritto da Maria Serritiello 0 Comments Trama : Cetto La Qualunque torna, dopo una latitanza di quattro anni in sud America, al su paese di origine, in un non ben identificato Marina di sopra. Durante la sua fuga forzata, l’imprenditore calabrese, non ha perso tempo e si è rifatto una famiglia, che conduce a casa sua, in Calabria, dove abita la regolare moglie Carmela e il figlio Melo. La convivenza, successivamente, risulterà alquanto agitata. Il suo ritorno, appreso con entusiasmo dai suoi storici amici-compari, ha qualche difficoltà: il paese si avvia ad essere un posto di legalità, avverso ai suoi affari, non propriamente regolari. Urge trovare un rimedio e sarà quello che l’impegnerà in una battaglia elettorale, per essere eletto sindaco, ai danni di una persona immacolata, come lo è il suo avversario, Giovanni De Santis. Vincerà? Ci si augura di no….



Commento



Malevolo, beffardo, irriguardoso verso ogni regola, Cetto La Qualunque è il peggio che si possa immaginare del bestiario umano. Quello che inquieta, di questo personaggio, è che La Qualunque non è lontano dall’attuale realtà. Certo, Cetto, non lo si trova rappresentato, tout court, in una sola persona, ma le sue negatività si scoprono, purtroppo, spalmate in tante losche figure, in giro nella nostra Italia, per cui i difetti si moltiplicano e si riconoscono in tanti altri. Corrotto, depravato, ignorante, disprezza la natura, le donne, le tasse e la legalità. Cetto, con la sua esagerazione, legittima alcuni personaggi, seduti in parlamento, li sberleffa, li caricatura e fa capire in quale abisso si è sprofondati. Bravissimo, Antonio Albanese, sempre in prima linea in film di denunzia, senza il quale il film non sarebbe stato possibile. Un gigante invadente, Cetto, con la sua parlata incalzante, caricaturale, dialettale e con gli avverbi sbagliati, infilati in rapida successione. I vestiti sgargianti, per sé e per le donne che frequenta, la casa in cui abita, di dubbio gusto ed ogni cosa di cui di si occupa volgare, tratteggiano il personaggio in modo grottesco e ne fanno di lui una maschera, in linea con le attuali figure che popolano il Paese, allo stremo morale. Si ride ma con grande amarezza, sotto gli occhi dello spettatore c’è, purtroppo, un campionario d’italianità, ultima maniera. Il “Partito du Pilu”e “Na beata minchia”, lui gradasso e grottesco, sono le sole cose grossolane che può promettere, come programma di uomo politico. La maschera e le frasi, create da Antonio Albanese, ben otto anni fa, sono destinate a diventare un must, rivelandosi di profetica attualità. Tutti i personaggi che girano intorno a Cetto, sono uguali a lui, per inciviltà e immoralità, buona l’ interpretazione, un cast davvero eccellente, forse solo un po’ caricaturale. Una metafora, il film, dei nostri poveri giorni, uno studio antropologico della villania e la cafonaggine, divenuto comportamento usuale.



Gli interpreti



A cominciare dall’interprete principale e a seguire, tutti i personaggi sono indovinati nel ruolo che impersonano. Caricaturali, sì, ma efficaci. Su ognuno, però, si eleva, come gigante ossessivo, Antonio Albanese, una maschera burlesca, che non ha mai sbagliato, in tutto il film, un’inquadratura, una battuta e per due ore scarse, violando la legge, lo fa in modo accattivante ed è forse questo il maggior danno che il pubblico subisce.



Il Regista

Giulio Manfredonia, (Roma, 3 novembre1967) è un regista e sceneggiatore italiano. Nipote del famoso regista Luigi Comencini dopo varie esperienze come aiuto regista di Antonio Albanese e Cristina Comencini esordisce nella regia nel 2001, con la commedia fantastica “Se fossi in te”. Allo stesso genere appartiene il successivo “E’ già ieri” (2004)), remake di una fortunata commedia americana, “Ricomincio da capo” (Gondhog Day) (1993), con Antonio Albanese nel ruolo che fu di Bill Murray. “Si può fare” (2008) è invece ispirato alla storia vera di una cooperativa di ex pazienti di un manicomio gestita da un sindacalista e da uno psichiatra, il film riscuote un discreto successo. Nel 2010 dirige nuovamente Antonio Albanese, questa volta nei panni del suo famoso personaggio di Cetto La Qualunque.

Spunti di riflessioni

Cetto La Qualunque, un personaggio grottesco, da cui, assolutamente, difendersi. Un modello iniquo, improponibile per i giovani…



Regia: Giulio Manfredonia

Gli Interpreti: Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina

Giudizio

Distinto

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

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