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venerdì 13 maggio 2011

Il discorso del re



LA RECENSIONE
DI MARIA SERRITIELLO

Suo malgrado, Bertie, sarà re d’Inghilterra, alla morte di re Giorgio V, suo padre. E’il destino a decidere per lui, anzi, no, è suo fratello, Edoardo VIII, che per amore di Willy Simpson, spregiudicata, americana e due divorzi alle spalle, abdica in suo favore. Bertie, ovvero Giorgio VI, come si chiamerà per dare continuità alla dinastia, è affetto da una penosa balbuzie, che lo rende timido ed inadeguato al ruolo di ovvia rappresentanza, oltre che di capacità di leader. Sua moglie, la futura regina madre, gli organizza un incontro con un eccentrico logopedista, affinché possa superare l’handicap. Dopo un inizio burrascoso i due s’intendono tanto che……



Commento



E’ innegabile che la balbuzie sia un grosso ostacolo alla comunicazione corrente dell’uomo qualunque, ma se a sopportarla è un re, il disagio si moltiplica, fino a diventare un “affaire” di stato. Tutto il film rincorre la soluzione del problema, basandosi sulla vera storia di re Giorgio VI, affetto dall’uso complicato della parola. Un film gradevolmente “english”, formale e compito, come ci hanno abituato i reali inglesi da varie generazioni. Gli ambienti, nei quali si muovono con compassata disinvoltura i personaggi, sono un valore aggiunto ed anche la balbuzie del re, trattata con misurata sensibilità, non viene recepita, come un impedimento alla sua funzione di governante. Così il fragile e complessato duca di York, futuro re d’Inghilterra, è delineato con doveroso rispetto ed anche la sua inadeguatezza viene affrontata senza mai renderlo colpevole. Ogni interprete, che sia principale o secondario, ha brillantemente interpretato e personificato importanti personalità della storia, largamente noti al pubblico. Tutti gli sforzi del re, non senza “défaillance” e ribellioni lo ripagano ed anche il pubblico, che per 118 minuti l’ha seguito, con apprensione ed indulgenza, ne è sollevato. E così le parole che Giorgio VI riuscirà a pronunziare dinanzi al mondo, in un momento così importante, escono non solo dalla sua bocca ma da tutti i presenti in sala. Candidato al David di Donatello 2011, come migliore film dell’Unione Europea, la pellicola ha già vinto l’Oscar 2011 per: migliore film, regia, attore protagonista e sceneggiatura originale.



Gli interpreti



Una prova magistrale, quella dell’attore inglese Colin Firth, viso e bocca tremolante sulle parole che non vogliono proprio uscire. La recitazione della balbuzie, un piccolo capolavoro che all’attore ha fruttato e giustamente l’Oscar. Un perfetto Giorgio VI, ripiegato su se stesso e sui guasti che si trascina dall’infanzia e bene fa la moglie Elisabetta, una compita, quanto amorevole partner, Helena Bonham Carter, a cercare un guru scontroso ed eccentrico, Geoffrey Rush, piuttosto che un logopedista in più di quelli già consultati. I tre sono perfetti nei loro ruoli, anzi la regina madre riesce perfino a somigliarle, ma anche il disinvolto Edoardo VIII, Guy Pearce, la spregiudicata Wallis Simpson e lui, Winston Churchill, Timothy Spall non ci hanno fatto dimenticare le figure originali. Un cast di tutto rispetto che ha dato vita ad un film confezionato apposta per raccogliere statuette nella ormai celebre notte degli Oscar.



Regista



Thomas George Hooper, o semplicemente Tom Hooper (Londra 1972), è un giovane regista britannico. Ha frequentato la scuola preparatoria di Highate e successivamente ha studiato alla Westminster School. Ha frequentato la Oxford University dove si laurea in inglese. Durante il periodo degli studi approccia alla regia, dirigendo un cortometraggio, “Painted Faces”, che viene proiettato al London Film Festival. Grazie all'aiuto del padre Richard, direttore della United News & Media, conosce il produttore della CBBC, Matthew Robinson, che gli dà l'opportunità di dirigere alcuni episodi per la serie televisiva per ragazzi Byker Grove

Fa altre significative esperienze fino ad arrivare a dirigere nel 2011 “ Il discorso del re



Curiosità



A dar voce nell'edizione italiana a Colin Firth è un meraviglioso Luca Biagini ), raffinato attore doppiatore e voce italiana, tra gli altri, di John Malkovich, Ed Harris e Kevin Kline.



Spunti di riflessione

Molto spesso è l’animo che va curato…..



La Frase del film:

“Avete pensato a come vi chiamereste? Certamente non Albert Sir, troppo germanico. Che ve ne pare Giorgio? Come vostro padre, Giorgio VI, dà un gradevole senso di continuità alla cosa, non trovate? ”



Regia: Tom Hooper

Gli attori : Colin Firth, Helena Bonham Carter, Geoffrey Rush, Guy Pearce, Timothy Spall



Dialoghi italiani e direzione del doppiaggio: Francesco Vairano



Giudizio



Ottimo



Maria Serritiello
www.lapilli.eu

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