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venerdì 27 maggio 2011

Potenza – Ecco la “deontologia del buon turco” per San Gerardo



Potenza – Ecco la “deontologia del buon turco” per San Gerardo

Potenza-La Sfilata dei Turchi
Domenica 29 mag 2011 ... Aspettando la parata dei Turchi... Campo Sportivo Viviani, ore 19,30 ... La leggenda di San Gerardo che vince i Turchi - La città è libera

L'ORIGINE DELLA SFILATA

Ogni 29 maggio si tiene a Potenza la rappresentazione chiamata "Sfilata dei Turchi". La vulgata cittadina fa risalire la rappresentazione allegorica del 29 maggio alla pretesa invasione del Potenza da parte di un esercito turco, il quale avrebbe risalito il fiume Basento fino al capoluogo. I cittadini, impotenti dinanzi all'organizzazione militare degli invasori, si sarebbero rivolti così al vescovo, Gerardo La Porta, e questi, invocando una schiera di angeli guerrieri, avrebbe compiuto il miracolo di liberare la città dai suoi nemici. Appare tuttavia improbabile che, in tempi geologicamente recenti, il fiume Basento sia stato navigabile, inoltre non è storicamente riscontrata un'invasione turca riconducibile al periodo di S. Gerardo la Porta. È più credibile, invece, che Gerardo la Porta, già vescovo di Piacenza, abbia cominciato a essere venerato come santo protettore della città (il protettore precedente era S. Oronzio, martire), dopo esservi stato mandato dalla Santa Sede per contrastare la diffusione dell'eresia Catara. Difatti, è certo che i Catari, nei primi decenni del XII secolo, estendessero le ultime propaggini nel sud Italia (pur avendo le loro maggiori comunità nel nord Italia e Oltralpe

LA TRASFORMAZIONE ATTUALE

Non si chiama più Sfilata dei Turchi – com’è stata denominata dai nostri nonni e dai nonni dei nostri nonni – bensì Parata dei Turchi. Il consiglio comunale di Potenza ha deliberato un documento che si chiama “Disciplinare della Parata dei Turchi” e stabilisce norme precise sulla tradizionale manifestazione cittadina

sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, lo considera “un momento storico per la città alla pari dell’approvazione di altri importanti strumenti di programmazione”. Il primo cittadino spiega il perché: “Da oggi la Parata dei Turchi diventa la manifestazione storica ufficiale che accompagna le celebrazioni del Santo Patrono, con un preciso ancoraggio storico che tiene presente la tradizione e gli studi antropologici e con un preciso programma che sancisce in maniera definitiva le regole e le modalità con cui realizzare l’evento”.
D’ora in poi, “il logo e la denominazione “Parata dei Turchi” non possono essere utilizzati a scopo di lucro o associati ad attività lucrative se non espressamente autorizzate dall’Amministrazione Comunale”.

Ancora, è previsto un “Comitato Tecnico Scientifico costituito da n. 5 membri, di cui almeno uno esperto di storia ed uno esperto nella gestione di eventi culturali”, che si occuperanno delle “attività di coordinamento” e di “gestione della Parata”, mentre “supervisione” e “direzione sono di esclusiva pertinenza dell’Amministrazione Comunale”. I componenti del comitato verranno scelti “sulla base della comprovata esperienza dei professionisti (…) e non su logiche di appartenenza politica“.

E’ vietato d’ora in poi “al Comitato, alle associazioni o a qualsivoglia cittadino di promuovere pubblici concorsi, lotterie, o altre iniziative che possano far sorgere interessi economici aventi qualsiasi riferimento alla Parata”, tranne che non l’autorizzi il Municipio stesso.

Ma l’amministrazione è andata oltre, prevedendo anche i dettagli: “La Parata, costituisce una rievocazione storica figurata che prende in considerazione i seguenti periodi storici: 1100, 1500 e 1800″. Programmato anche il percorso, che non subirà più tutti quei cambiamenti che negli ultimi anni avevano non di rado disorientato i cittadini (si pensi agli anni Novanta, quando il tragitto fu spostato nella zona di Parco Aurora): “Viale Marconi, Via Verdi, Viale Dante, Via Vaccaro, C/so Umberto, Via Portasalza, Via Pretoria, Piazza Matteotti, Largo Duomo”.

Ma la parte più interessante è quella che potremmo definire la “deontologia del turco”. Ecco cosa fare e cosa non fare se fai parte integrante della Parata: “E’ dovere di tutti coloro che partecipano alla Parata tenere un contegno corretto e disciplinato, uniformandosi senza discutere alle direttive loro impartite dal Comitato, e di cooperare, in quanto da ciascuno possa dipendere, alla migliore riuscita di questa parte della manifestazione.
In particolar modo è loro proibito durante il percorso di fumare, gridare, soffermarsi per parlare con spettatori, prendere bibite od altro, togliersi il copricapo od altra parte del costume o portare oggetti che non facciano parte di questo. I contravventori sono punibili con l’allontanamento dalla paratta.
Tutti i Figuranti debbono indossare i costumi forniti dall’organizzazione senza di che la Comparsa non può essere ammessa alla Parata. I costumi devono essere indossati nel modo migliore, con il portamento che si addice a ciascun tipo di personaggio. Anche gli accessori devono essere adeguati all’abbigliamento e consoni al periodo storico che si sta rievocando”.

Dunque, se proprio si vuole tenere un orologio, bisogna tenere conto che nel 1800 gli Swatch sicuramente non c’erano (meglio una “cipolla” da panciotto), che nel 1500 gli orologi c’erano ma erano “mostri” da campanile o torre (poco pratici in una sfilata) e che se invece si fa parte del troncone del 1100 non resta che una meridiana.

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