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giovedì 5 maggio 2011

Vasco Brondi: un cantante che sa spingere sul viso e negli occhi dei giovani un’aria calda, sporca, disperata



VASCO BRONDI


FONTE:TISCALI.IT
DI MARCO LODOLI

Ogni giovinezza ha il suo cantante, la voce che riesce a dare una forma alle incertezze, allo sgomento, all’amore, alle illusioni e alle paure, che ferma per tre minuti le nuvole in cielo, il tempo di dire: guarda, siamo noi. Se i ragazzi degli anni Settanta, quelli più sensibili, più vaghi e malinconici, si sono ritrovati nelle canzoni di Francesco De Gregori, in quei versi misteriosi che gli altri non capivano, ma che noi capivamo perfettamente, anche i ragazzi di oggi hanno finalmente trovato il loro interprete. Si chiama Vasco Brondi ed è di Ferrara, ma il suo nome d’artista sono “Le luci della centrale elettrica”. Ha pubblicato due CD, ”Canzoni per spiagge deturpate” nel 2008 e “Per ora noi la chiameremo felicità”, uscito quest’autunno.Io invito caldamente tutti gli adulti che faticano a comprendere il cuore e i pensieri dei ventenni ad ascoltare con attenzione questo piccolo ventaglio di canzoni, che spinge sul viso e negli occhi un’aria calda, sporca, disperata, immobile e travolgente allo stesso tempo. Brondi non ha una grande voce, le sue basi musicali sono ripetitive, volutamente monotone, non ci sono ritornelli da cantare a squarciagola in motorino o sotto la doccia, tutto cozza, stride, urta senza che ci sia mai alcuna facile morbidezza. Eppure sono canzoni bellissime, che cascano dentro al cuore come la pioggia in quei quartieri periferici fatti solo di cemento e solitudine.Brondi è un poeta, non c’è alcun dubbio, e come i veri poeti ha saputo rendere universale il male di vivere di questo preciso momento storico, ha collegato questa stagione all’eternità, questo disagio al disagio perenne della vita. Le parole stanno incollate con lo sputo, non c’è alcuna possibilità di seguire un filo logico, narrativo, è un puro accumulo di immagini: purissimo, perché la fiamma azzurra che nasce da questa catasta verbale illumina le notti sbandate di una generazione, ci fa vedere incidenti stradali, vite precarie, stanze disfatte, siringhe e stagnole, amori grandi, cuori sfasciati dalla speranza, centri commerciali, vialoni anonimi, discorsi che si sciolgono nel nulla.Anche i video sono molto belli: guardate su Youtube “Cara catastrofe”, così, tanto per stabilire un primo contatto con Le luci della centrale elettrica. C’è solo una ragazzina che con le cuffie sulle orecchie balla in mezzo a uno spartitraffico, le macchine le girano attorno, la città la avvolge e lei balla indifferente al movimento inutile del presente, balla mentre la voce straziante di Brondi ripete che “ci fregano sempre, ci fregano sempre”. Però non voglio estrarre quattro versi da una canzone e quattro da un’altra, perché non renderebbe giustizia alla sensazione complessiva che queste canzoni danno. Se avete vent’anni, se avete un figlio di vent’anni, se non avete vent’anni ma dentro qualcosa ancora scalpita e tira calci, se ancora la vita, così spersa e frantumata com’è oggi, a volte vi inumidisce gli occhi, allora ascoltate Vasco Brondi, “l’unico vero Vasco”, come dicono i suoi fan, e forse hanno ragione.
MARCO LODOLI

RICERCHE DI
MARIA SERRITIELLO

Le luci della centrale elettrica è il nome del progetto musicale del cantautore ferrarese Vasco Brondi

Brondi esordisce neel 2007 con un demo autoprodotto dal titolo omonimo, che riceve buoni riscontri di critica

Nel maggio 2008 ha poi pubblicato il suo album d'esordio Canzoni da spiaggia deturpata, prodotto da Giorgio Canali, che riprende alcune canzoni dal precedente lavoro. Il disco ha ricevuto un ottimo riscontro di pubblico e critica, vincendo anche la Targa Tenco 2008 come Miglior Opera Prima cantautorale dell'anno.

Il tour d'esordio ha contato quasi 200 date in tutta Italia e si è concluso al teatro Ariosto di Reggio Emilia, con la seguente formazione sul palco: Vasco Brondi (chitarra e voce), Giorgio Canali (chitarra elettrica e voce), Daniela Savoldi (violoncello), Rodrigo D’Erasmo (violino), Davide Toffolo (disegni dal vivo).

Il 13 ottobre 2009 è uscito per la casa editrice Baldini Castoldi Dalai il libro di Vasco Brondi "Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero", che raccoglie i post del suo blog e altro materiale.

Il 9 novembre del 2010 Vasco Brondi ha pubblicato il suo secondo album Per ora noi la chiameremo felicità, anticipato il 19 ottobre dal video del primo singolo estratto, Cara catastrofe






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