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martedì 28 febbraio 2012

Il solito Aldo Grasso che stronca un programma tv



ALESSIO BONI INTERPRETA VALTER CHIARI


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

Stavolta Aldo Grasso, se l'è presa con la vita di Valter Chiari, definendo la fiction in due puntate, trasmesse domenica e lunedì, 26 e 27 febbraio, una caricatura. Gli occhi dei critici hanno una vista diversa dai comuni mortali, dovrà essere per forza così. E' difficile che qualcosa in tv vada bene ad Aldo Grasso, tanto che mi sorge spontanea la riflessione, che a non piacergli è proprio la televisione. Non è stato il migliore sceneggiato, ma neache ha provocato tutta quella sofferenza che dice di aver provato."Chi conosce bene l'attore", afferma, "sa che la sua vita non è solo stata un continuo ruotare tra belle donne o gli incontri con il figlio Simone o ancor più il suo essere dipendente dalla droga". Certo che no, nessuna fiction può dare un approfonimento capillare della vita del personaggio di cui si occupa, in due puntate, di un'ora e mezza ciascuna e rivolte al grande pubblico, che non reclama uno spettacolo pretenzioso, ma solo intrattenimento, per allontanarsi,in quell'ora che precede il sonno, dalle difficoltà del quotidiano. Non si salva dall'analisi ingiusta nemmeno Alessio Boni, talatro mostruosamente somigliante al comico, con una recitazione precisa, perfetta, attenta perfino ai movimenti delle spalle o al rigirare le chiavi tra le mani, a detta del figlio Simone, come faceva il povero Valter e così di lui dice Aldo Grassi "L'unico a salvarsi è Alessio Boni, fin troppo, però, sprofondato nella parte ".

Fino all'ultima risata ci ha fatto ritrovare un personaggio che ci ha tanto divertito e nemmeno tanto tempo fa, abbiamo ritrovato suoni, atmosfere, ambientazioni e personaggi del nostro recente passato che, a furia di correrte in avanti, si sono dimenticati in fretta. Lui era il parlatore raffinato, non il rozzo barzelletiere, i suoi pezzi duravano tanto, senza mai stancare. Memorabile è la barzelletta del sommergibile davanti allo specchio, mentre si radeva la barba ed indimenticabile l'espressione "Vieni avanti cretino", entrata nel linguaggio comune, usato nella parodia dei Fratelli De Rege, assieme a Carlo Campanini, altro personaggio della risata italiana.

Forse il gidizio duro che Grasso dà allo spettacolo televisivo va ricercato nel P.S, aggiunto alla sua critica: " Ma, un giorno, vivremo mai in un paese in cui la Rai, il Servizio pubblico, decide che finanziare una casa di produzione di un parlamentare in carica è cosa quanto meno inopportuna? Il parlamentare in questione, trattasi di Luca Barbareschi. Non sto certo a fare il tifo per lui, ma Alessio Boni, attore serio e preparato, che ho conosciuto personalmente, avrebbe meritato il suo plauso.
Maria Serritiello

La caricatura di Walter Chiari ,
una sofferenza guardarla
Ma Alessio Boni, interprete principale, si salva
di Aldo Grassi
Fonte :Corriere della Sera.it

Per chi ha amato profondamente Valter Chiari, l'artista più che l'uomo, la biografia interpretata da Alessio Boni è stata una vera sofferenza. Per dire l'accuratezza con cui hanno lavorato gli sceneggiatori: quando viene arrestato nel 1970 dalla Guardia di Finanza per spaccio di droga e portato in carcere, Chiari-Boni grida: «Questa non è giustizia, è giustizialismo». Ora in quell'anno, come attestano i dizionari, con «giustizialismo» si definiva la dottrina politica del presidente dell'Argentina Perón. Ma è tutto così, alla ricostruzione si è preferito la caricatura.
Prodotta da Luca Barbareschi, scritta da Enzo Monteleone, Luca Rossi, diretta dallo stesso Monteleone, interpretata da Boni, Bianca Guaccero, Caterina Misasi, Anna Drijver, Dajana Roncione, la miniserie in due puntate «Walter Chiari. Fino all'ultima risata» è una rivisitazione superficiale e maldestra. E dire che con tutto il materiale di repertorio che esiste su uno dei più grandi entertainer dello spettacolo italiano era quasi impossibile costruire una fiction così brutta. Ci sono riusciti (Raiuno, domenica, ore 21.30).


Sembra che la vita di Chiari sia solo una sfilata di belle donne, la storia di un talento naturale sconfitto dalla dipendenza dalla droga, un ruotare attorno alla figura del figlio Simone. Manca totalmente la dimensione tragica, che oggi forse è l'unica chiave per riscoprire Walter: dietro ai suoi successi c'è un perdente, dietro al genio non c'è soltanto la sregolatezza, quanto piuttosto la solitudine che sgretola ogni certezza. Chiari voleva trasformare la sua vita di tutti giorni in palcoscenico, costretto fatalmente a recitarvi la parte dell'ingenuo maledetto.
L'unico a salvarsi è Alessio Boni, fin troppo, però, sprofondato nella parte.
P.S. Ma, un giorno, vivremo mai in un paese in cui la Rai, il Servizio pubblico, decide che finanziare una casa di produzione di un parlamentare in carica è cosa quanto meno inopportuna?
Aldo Grasso
28 febbraio 2012



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