Fonte: EcoBlog
L’intelligenza canina e la capacità di comprendere il comportamento umano sono il frutto di una selezione naturale, ma anche di un lungo cammino fatto insieme
L’uomo indaga da millenni il comportamento dei cani ed è da essi a sua volta indagato, scrutato e compreso. Il legame fra uomo e cane è antico ed è stato favorito dalla capacità di questi ultimi di digerire gli amidi che ha dato loro la possibilità di essere addomesticati.
Ora, una ricerca condotta dall’Abertay University di Dundee, ha gettato una nuova luce sui legami emotivi e di affetto che si creano fra l’uomo e il cane.
La ricerca è durata 18 mesi su 24 cani divisi in tre gruppi: 1) addestrati, 2) addestrati domesticamente, 3) randagi. Il team di lavoro coordinato dalla docente Clare Cunningham ha scoperto che la capacità di prevedere i nostri comportamenti non è solamente innata, ma si accresce di generazione in generazione. Il comportamento dei cani si fa, dunque, più raffinato.
I cani hanno accettato gli uomini come loro partner sociali, grazie al processo di addomesticazione e, per questa ragione, hanno affinato, sempre di più, la capacità di interpretare il loro comportamento. Ma l’aspetto più sorprendente e meno indagato è che queste abilità possono essere trasmesse da una generazione a quella successiva, con un progressivo miglioramento delle capacità di comprensione. Lo studio mostra come la risposta agli ordini sia svincolata dall’addestramento, ma connessa al grado di familiarità che il cane ha con il proprio padrone. Come si è giunti a questo “patto” fra uomo e animale? Da una parte con unaselezione naturale che ha provocato un’evoluzione genetica, dall’altra con un percorso comune che ha permesso ai cani di perfezionare queste abilità con l’esperienza. Se un cane ci riporta un bastone non è una questione di addestramento, ma una questione di affetto, un legame emotivo su cui la scienza non potrà, comunque, mai dirci abbastanza.
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