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sabato 13 aprile 2013

Il Piccolo Teatro Città di Agrigento "Con uno strappo nel cielo di carta" al Festival XS di Salerno

                                               TEATRO XS

Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Il fatto di essere attori del "Il Piccolo teatro Città di Agrigento" ha dato a Rosa Maria Montalbano, Salvatore Nocera e Lillo Zarbo una responsabilità in più, verso il teatro di Pirandello, che sono andati a rappresentare domenica 7 aprile, per l'attenta regia di Salvatore Nocera.
"Uno strappo nel cielo", questo il titolo del secondo pezzo in gara, alla V Edizione della Rassegna "Teatro XS" Città di Salerno, è uno studio originale su alcuni personaggi, tratti dalle opere del sommo agrigentino.
"E' un riportare, tra noi, senza irriverenza", dice Salvatore Nocera, che del lavoro è il curatore dei testi originali, della musica e della regia, " Zio Luigi, ma solo dietro le quinte, per considerarlo un punto di partenza, anzi impulso per andare oltre."
Trama
Non è semplice riassumere il testo, se non si ha sotto mano e rinverdita la produzione del teatro di Pirandello. Il recitato è un vero e proprio puzzle, composto da alcuni personaggi e situazioni tratti dal "Fu Mattia Pascal", da "L'uomo dal fiore in bocca", dalla "Sagra del Signore della Nave" e da "Sgombero". L'incipit dello spettacolo è riferito al XII capitolo del "Fu Mattia Pascal", dove "Uno strappo nel cielo di carta" prende forma, accompagnato dal suono della chitarra e della fisarmonica, strumenti e suonatori situati dietro un velario, poi, per 70 minuti ed un solo tempo, si assiste via, via ad uno spettacolo quantomeno inusuale.
In scena, arredata scarna, due figure, si alternano, si rimandano battute "Voi l'avete visto", dice la donna, vestita severa e in nero, ad Adriano Meis, un tempo Mattia Pascal, "Voi l'avete visto e volete proteggerlo" e si capisce che a parlare è la moglie dell'uomo dal fiore in bocca, messa in ombra da lui, scartata dal suo dolore. Si succedono, poi, Caloiru Pispisa, un personaggio costruito su di un precedente studio d'attore, preparatorio al ruolo del Norcino, ne "La sagra del Signore della Nave" e la rancorosa figura femminile, tratta da "Sgombero". Tutto, così, diventa comprensibile, anche l'originalità della rappresentazione.
Commento
Ciò che intralcia inizialmente la fruizione dello spettacolo è quello di avere, sì, conoscenza del teatro di Pirandello, come "L'Uomo dal fiore in bocca" e de " Il Fu Mattia Pascal", ma meno quella riferita alla "Sagra del Signore della Nave" e a "Sgombero". Lo spettacolo, non semplice, riesce, però, a colpire progressivamente la sensibilità dello spettatore, a coinvolgerlo nelle spire della trama e a farlo entrare con piacevolezza nello corpo della rappresentazione. Il puzzle dei personaggi si combina bene e la recita risulta originale, anche per gli effetti sonori, dovuti alla voce, usata in modo particolarissima, dal bravo Salvatore Nocera, dalle corde della sua chitarra e dai soffi del mantice della fisarmonica.
Viscerale e sanguigna, la recitazione di Lillo Zarba, Caloiru Pispisa, altrimenti detto "Babba". Un omone possente, adatto al mestiere che fa: scannatore di maiali, che si prende tutta la scena quando mima il suo cruento lavoro. La rozza maglia, indossata su pantaloni informi, dove si notano macchie del macello appena compiuto e il dialetto stretto, musicale, fanno di lui il perfetto "babba", di quelli che si trovano ovunque. "Babba", Caloiru, però, non è, magari incolto, cervello ne ha e tanto, anzi per la sua condizione che gli serve di comodo, si prende il lusso di dire, come gli pare, tutto a tutti.
Passionalità unita ad una recitazione intensa, si devono a Rosa Maria Montalbano, il personaggio femminile, ora severo, chiusa com'è nel suo vestito nero, lungo fino ai piedi ed espressione addolorata stampata sul volto, ora sfrontata, avvolta nello scialle rosso, il fuoco della sua rabbia verso il padre cadavere a cui indirizza e vomita la sua condizione, da lui provocata. Ad addolcire la chiusa, il canto elegante e lento, quasi una carezza, di un pezzo dell'indimenticato Domenico Modugno: "L'Uomo in frak", nel quale Salvatore Nocera mette l'anima e chiude.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu





                                        





di Maria Serritiello

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