(Foto Maria Serritiello)
Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
L'hanno atteso in tanti,
già da un'ora prima da quella fissata, le 18,30, nello spazio presentazione
della libreria Feltrinelli, sul corso principale di Salerno, il 21
gennaio scorso. E lui non si è fatto aspettare, è arrivato puntuale, alto,
occhi verdi, per niente affaticato, sorriso rassicurante e salutando quasi
ognuno personalmente Il “lui” in questione è Maurizio de Giovanni, lo scrittore di gialli tra i più noti in
Italia e non solo, i suoi scritti, infatti, sono tradotti attualmente in 7
paesi: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Russia, Danimarca, Stati Uniti e
presto saranno anche una serie tv. Lo scrittore, a Salerno, è di casa, lo dice
lui stesso a Brunella Caputo,
attrice e regista che lo intervista e presentando l’ultima sua fatica “Cuccioli”. Ed ha tantissimi estimatori, fin dal suo esordio,
tanto da battere in lettori Napoli.
Personalmente (N.D.R.)
ricordo una delle sue prime presentazioni, al Piccolo Teatro del Giullare,
chiamato dal Porto delle Nebbie, l’associazione di giallisti salernitani,
presieduto da Piera Carlomagno, giornalista
e scrittrice, quando esordì col dire “Io non ci volevo venire…” non perché non
avesse piacere a stare là, ma perché considerava i suoi scritti non il fenomeno
che sono diventati, lui che aveva iniziato a scrivere per gioco, per uno scherzo approntatogli da alcuni amici
buontemponi. E’ tornato sempre, invece, accolto con tanto affetto e
partecipazione, sì da fargli considerare Salerno, tappa inserita comunque nei
suoi tour, prendendosi un giorno di ferie, perché, come afferma, oltre il
discorso commerciale, c’è il cuore.
La sua, più che la
presentazione di “Cuccioli” è stata una bella chiacchierata, intrattenuta sia
con Brunella Caputo che, leggiadra come una gazzella, lo intervista, sia con il
pubblico, suo vecchio amico, che vuole conoscere i propri beniamini raccontati da
chi li ha immaginati. Nei suoi scritti, non è tanto il colpevole ad
interessarlo, quanto il perché dell’azione nefasta e lo fa tanto bene che ci si
affeziona anche ai personaggi negativi. E’ affascinante ascoltarlo, è un grande
affabulatore, il tono basso della sua voce è perfetta quando parla delle sue
creature, inserite in una Napoli che non viene mai nominata ma di cui si
percepiscono i suoni, gli odori, le voci, le credenze, le tradizioni e lo fa
con dovizia di particolari tanto da avvertirne le presenze. Il senso del dolore, il Gelo, il Buio, ed
ora i Cuccioli, così come gli altri, sono libri scritti con i cinque sensi,
percepibili nella lettura e per questa ragione restano tanto impressi.
Napoli è femmina, così
la definisce nei Cuccioli, una femmina dai mille volti, un crogiuolo di
emozioni, di sensazioni che variano da quartiere a quartiere e spesso anche
all’interno dello stesso vicinato. Lui che è napoletano fino all’osso
percepisce ogni sfumatura della città, ogni contraddizione della sua gente, è
innamorato e come tale si comporta. Come non volergli bene!
Si concede, gli piace
dare la sua anima a chi lo legge e lo fa in maniera totale, duettando, da vero
maestro, su di un intero capitolo del libro, con Brunella Caputo, talaltro
sensibile interprete di splendide regie teatrali dei suoi scritti a Salerno e a
Roma.
Ecco, l’atto creativo dei
Cuccioli ha iniziato la sua marcia trionfale, esso si estenderà, come le altre
volte, a macchia d’olio nelle vendite, varcherà i confini, si mescolerà a tanti
altri odori, colori e linguaggio, perché Maurizio è uno scrittore lirico, verace e di cuore, che non
tralascia di coinvolgerlo nemmeno quando ha a che fare con i trucidi assassini.
Maria Serritiello
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