Fonte :Ansa.it
Si è esibito non con colleghi storici ma con formazioni recenti
"Posso solo dirvi grazie!": garbato e modesto come sempre, a dispetto di una carriera che l'ha visto brillare con Chet Baker, Gerry Mulligan e Lee Konitz fra i tanti, ieri sera Franco Cerri ha abbracciato i 1400 milanesi presenti al Teatro Dal Verme per festeggiare i suoi '90 anni suonati'. Da Largo Cairoli fino quasi a Corso Magenta si sono formate due lunghe code per prendere parte a uno degli eventi culturali dell'anno, un tributo che forse non a caso si è svolto a pochi passi dal luogo in cui negli anni '50 fu aperta la Taverna Mexico di via San Giovanni sul Muro, club centrale per la generazione di jazzisti milanesi che ha avuto Cerri fra i capofila. Ma il festeggiato non ha scavato nella nostalgia: benché ad aprire la serata sia stata un perla delle teche Rai, un estratto da 'Sabato Sera' del 1967 in cui Cerri e Mina interpretano 'Corcovado', il compleanno in musica di ieri è stato un tributo all'artista attuale. Nel primo tempo infatti si è sentita una delle sue formazioni recenti (con Luca Garlaschelli, Tony Arco e Alberto Gurrisi) che dopo classici come 'Brasil', 'Volare' o 'Parlami d'amore Mariù' ha ospitato per un brano anche il giovane Alessandro Usai, ex studente dei Civici Corsi di Jazz di Milano definito da Cerri "il miglior chitarrista uscito dalla nostra scuola". Dopo un tributo al piano a solo dell'amico Enrico Intra e un intervallo in cui Cerri ha abbracciato le persone più care come Eugenio Finardi, che collaborò anche con il compianto figlio Stefano, la serata è ripartita dalle interviste di Nanni Zedda a colleghi e sodali come George Benson, Dario Fo, Fabio Concato e Ottavio Missoni, ciascuno con una testimonianza sull'importanza del chitarrista milanese come pioniere, talento e ambasciatore jazz. Lo show è ripartito da un pianista amatoriale d'eccezione, Piero Angela: "Conosco Franco Cerri dal 1946 - ha ricordato - andavo in bici con un amico al locale in cui suonava e ci appostavamo sul retro per ascoltare perché non avevamo i soldi per pagare il biglietto". Collega di divulgazione televisiva, sebbene in ambiti e tempi differenti, Angela ha interpretato al piano 'My Funny Valentine' prima di esibirsi in duetto con il festeggiato. Tornando al presente Cerri ha convocato il quartetto con Stefano Bagnoli, Riccardo Fioravanti e Dado Moroni per eseguire un set dall'ultima fatica discografica, 'Barber Shop Vol II', tra standard come 'Take the A Train' e perfino 'Roma nun fa la stupida stasera', curiosamente tornata nel teatro milanese tre mesi dopo il coro intonato da Francis Ford Coppola. Prima dei saluti finali, Nanni Zedda ha cantato 'Route 66' con il quartetto: "Franco è un pezzo inestimabile della cultura italiana - ha detto - come Pompei non possiamo permetterci di dimenticarlo". A chiudere la festa, prima di uno spontaneo coro di 'Tanti Auguri' giunto dagli spalti, è stata un'orchestra diretta da Luca Missiti di 22 studenti dei Civici Corsi di Jazz, il percorso di studi promosso dallo stesso Cerri, che ha omaggiato il maestro con un suo brano
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