Fonte: Repubblica,it
Aveva 88 anni, oro alle Olimpiadi di Roma nel 1960, partecipò a otto edizioni consecutive dei giochi. Un'ombra nella sua vita quando da tenente colonnello dei carabinieri a cavallo dovette caricare i manifestanti contro il governo Tambroni a Porta San Paolo in Roma
Lutto per lo sport italiano. E' morto Raimondo D'Inzeo, oro olimpico nell'equitazione a Roma 1960. Aveva 88 anni. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha disposto un minuto di silenzio, per sabato e domenica, in tutte le manifestazioni sportive. La Camera ardente per Raimondo D'Inzeo sarà aperta oggi, dalle ore 14.00 alle ore 18.00, al Salone d'Onore del Coni al Foro Italico. Domenica sarà possibile rendere omaggio dalle 10.00 alle 13.00 al campione olimpico di equitazione scomparso.
Nato a Poggio Mirteto (Ri) il 2 febbraio 1925, Raimondo d'Inzeo, oltre all'oro di Roma, ha vinto altre cinque medaglie ai Giochi (1 oro, 2 argenti e 3 bronzi), in un arco di tempo che va dal 1956 al 1972 a Monaco. E' stato anche due volte campione del mondo (1956 e 1960).
Il destino di Raimondo D'Inzeo era scritto. Figlio di un ufficiale di cavalleria e maestro di equitazione, ha iniziato prestissimo a praticare la disciplina. Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri fino al grado di Colonnello, era specialista nella disciplina del salto ostacoli. Con il fratello maggiore Piero ha formato una coppia irripetibile: sono stati infatti i primi atleti a partecipare a otto edizioni consecutive dei Giochi olimpici, dal 1948 a Londra al 1976 a Montreal, raggiunti in seguito solamente da Josepa Idem. Nel 1968 a Citta del Messico, Raimondo D'Inzeo è stato anche il portabandiera. E' stato uno dei massimi campioni nella storia mondiale del salto ad ostacoli con Winkler, D'Oriola, Pessoa padre e figlio. In Italia, lo hanno avvicinato
soltanto suo fratello Piero (per il quale vale ugualmente il discorso sul destino, ma che comunque non vinse mai un oro olimpico individuale) e Graziano Mancinelli.
Il punto massimo della carriera dei fratelli fu raggiunto Roma nel 1960, quando Raimondo conquistò la medaglia d'oro e Piero la medaglia d'argento nel Gran Premio di salto ostacoli.
L'impeto, Raimondo D'Inzeo lo mise anche in una occasione per lui dolorosa, quando, come tenente colonnello dei carabinieri a cavallo, dovette caricare i manifestanti contro il governo Tambroni a Porta San Paolo in Roma. Le polemiche che ne seguirono non riuscirono comunque ad intaccare la fama che il cavaliere si era conquistato sui campi di tutti il mondo
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