Lo incontro nel camerino
del Ridotto, prima dell’inizio dello spettacolo ed è subito simpatia. Faccia
pulita, occhi vivaci, sorriso comunicativo, barba e baffetti che gli
ombreggiano il viso. Si presenta bene ed è sollecito a comporsi e ad indossare
la giacca al mio apparire, un gesto che denota un’innata classe per un
giovanotto di appena 21 anni. Eh sì, Vincenzo
Comunale è giovanissimo, ma ha già al suo attivo la partecipazione come
autore e monologhista a “KomiKamente”,
uno spettacolo live di nuovi comici che provano sketch e monologhi inediti, ha
vinto per due anni consecutivi, il 2013 ed il 2014, il “Premio Massimo Troisi” e contemporaneamente arriva in finale al “Festival Bravo Grazie” concorso per
comici, provenienti da tutta Italia. Nel 2016 vince il Premio Charlot, Città di Salerno, sbaragliando tutti
gli altri concorrenti. Vincenzo Comunale non è solo un bravo cabarettista ma è
anche un diligente studente, infatti frequenta il terzo anno del Dams di Roma, per
le discipline del cinema, della televisione e dei nuovi media. Sabato 25 e domenica 26 febbraio ha portato
in scena, al Teatro Ridotto, il suo secondo spettacolo, dal titolo “Sono confuso ma ho le idee chiare” che
non è un controsenso, perché lui le idee ce l’ha bene in mente sono gli altri
che lo gettano in confusione. Il monologo è piacevole, vivace, intelligente e
con delle puntate culturali che rivelano la base dei suoi studi. Insomma
Vincenzo Comunale è il buon figlio che vorresti avere, bravo, intelligente e
pure divertente. Si presenta sul palco in maniera informale e da subito cerca
di stabilire un contatto emozionale con il pubblico. Lo fa bene, tant’è che
alcuni dei presenti duettano in semplicità con lui. E’ fatta, gli spettatori
sono tutti dalla sua parte, si divertono, sottolineando con l’applauso ogni sua
sagace battuta. I temi trattati, sia pure dei classici sono impostati in
maniera personale: la famiglia, la sua nascita, originale il video, i cartoni
animati, la televisione, la pubblicità ed il lavoro. Divertente è la
considerazione che a lavorare per i McDonald’s, siano tutti giovani laureati e
messi nei posti cardini a seconda della loro specializzazione. Bravo a
costruire i testi dei suoi monologhi e ad essere il regista dei suoi
spettacoli. Due serate al tempio della comicità, in cui la risata è stata anche
meditativa, perché le cose dette sono tratte dalla vita che conduciamo e che
Vicenzo osserva con diligenza, per trarne monologhi originali.
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
Nessun commento:
Posta un commento