Userà una pittura fotocatalitica che assorbe l'inquinamento. Un "cappotto" supercoibentante schermerà caldo e freddo. Il progetto è finanziato dalla Cei con 4,5 milioni di euro
Fonte: Repubblica.it Ambiente
di Antonio Cianciullo
Una chiesa green. Che cattura l’inquinamento e si circonda di alberi. Costruita con i materiali della tradizione e la tecnologia del futuro. Sorgerà a Salerno, per ospitare i fedeli dei quartieri Torrione e Sala Abbagnano, grazie a un finanziamento della Cei (Conferenza episcopale italiana) di 4,5 milioni di euro.
La nuova chiesa di S. Giovanni e S. Felice in Felline, un progetto di Overtel e Centola&Associati, sembra studiata per la nuova legge contro il consumo del suolo (che per la verità non riesce a decollare): l'impatto ambientale è ridotto perché si occupa meno terreno lasciando spazio alle essenze della macchia mediterranea; una vernice fotocatalitica permette di imprigionare lo smog; è prevista l’installazione di celle fotovoltaiche per compensare il consumo energetico della parte dell’edificio destinata all’oratorio.
La nuova chiesa di S. Giovanni e S. Felice in Felline, un progetto di Overtel e Centola&Associati, sembra studiata per la nuova legge contro il consumo del suolo (che per la verità non riesce a decollare): l'impatto ambientale è ridotto perché si occupa meno terreno lasciando spazio alle essenze della macchia mediterranea; una vernice fotocatalitica permette di imprigionare lo smog; è prevista l’installazione di celle fotovoltaiche per compensare il consumo energetico della parte dell’edificio destinata all’oratorio.
"Su 11 mila metri quadrati di terreno solo mille verranno coperti dalla nuova struttura, il resto sarà destinata a una piazza botanica che resterà aperta 24 ore su 24: ulivi, cipressi e un gruppo di palme prenderanno il posto del parcheggio asfaltato che attualmente occupa l’area", spiega Luigi Centola, l’architetto che ha ideato il progetto. "Vogliamo creare una chiesa ecocompatibile costruita con tecniche e materiali tipici dell’architettura mediterranea tradizionale: nell’impasto del cemento che tiene la struttura gli inerti sono costituiti da lava, pomice e lapilli, una reinterpretazione del bugnato storico in basalto o piperno di palazzi e chiese campane. La struttura del tetto è in legno. Le finestre sono incassate e coperte da vetri specchianti che le rendono quasi invisibili".
A completare il quadro degli interventi, un "cappotto" supercoibentante servirà a schermare freddo e caldo, mentre la cupola ad apertura elettronica creerà un effetto camino che d’estate permetterà di lasciar uscire dall’alto l’aria calda facilitando la ventilazione naturale. La vernice fotocatalitica produce invece l'effetto bosco: 100 metri quadrati di superficie sono equivalenti, dal punto di vista della cattura degli inquinanti, a 100 metri quadrati di alberi di alto fusto. I 1.200 metri quadrati di superficie compenseranno le emissioni medie prodotte da 200 auto in un anno.Oltre a un miglioramento della funzionalità (la chiesa attuale è piccola e fatiscente) è evidente l’aspetto simbolico del recupero. Una scelta in linea non solo con lo spirito dell’enciclica Laudato sì, ma anche con una rivisitazione moderna del rapporto con la natura condivisa da varie fedi. Tanto che il Marocco ha lanciato il piano per la realizzazione di 600 moschee verdi (con fotovoltaico, solare termico e led) da realizzare entro il 2019. E analoghi progetti sono in corso in Medio Oriente, dalla Giordania all'Arabia saudita
A completare il quadro degli interventi, un "cappotto" supercoibentante servirà a schermare freddo e caldo, mentre la cupola ad apertura elettronica creerà un effetto camino che d’estate permetterà di lasciar uscire dall’alto l’aria calda facilitando la ventilazione naturale. La vernice fotocatalitica produce invece l'effetto bosco: 100 metri quadrati di superficie sono equivalenti, dal punto di vista della cattura degli inquinanti, a 100 metri quadrati di alberi di alto fusto. I 1.200 metri quadrati di superficie compenseranno le emissioni medie prodotte da 200 auto in un anno.Oltre a un miglioramento della funzionalità (la chiesa attuale è piccola e fatiscente) è evidente l’aspetto simbolico del recupero. Una scelta in linea non solo con lo spirito dell’enciclica Laudato sì, ma anche con una rivisitazione moderna del rapporto con la natura condivisa da varie fedi. Tanto che il Marocco ha lanciato il piano per la realizzazione di 600 moschee verdi (con fotovoltaico, solare termico e led) da realizzare entro il 2019. E analoghi progetti sono in corso in Medio Oriente, dalla Giordania all'Arabia saudita
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