Quaderno a Quadretti
rubrica di Maria Serritiello
MENTRE IN ONDA E' ANDATO QUESTO VIDEO
Confrontiamo
le immagini ed ognuno poi tragga le conclusioni. Da parte mia posso dire che il giornalismo attuale non
osserva nessuna regola deontologica. Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Indro
Montanelli, per citare i padri che hanno onorato la professione, si
rifiuterebbero di avere simili colleghi. Il metodo Boffo ha fatto scuola e si è
attaccato “ai giornalisti” come una gramigna.
La
mia solidarietà a Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e vice ministro delle
infrastrutture della Repubblica Italiana che di questo metodo ha conosciuto
volgare attacco.
Salerno
è la mia città, vi sono nata, ci vivo, ho lavorato, la scrivo e me la godo per
la sua incantevole ed unica bellezza e per
l’età che mi ritrovo posso fare, più di ogni altro, le differenze tra ciò che
era prima Salerno e ciò che è diventata. Chi non ha conoscenza del territorio
non può farlo meno che mai con
un’inchiesta bugiarda e faziosa di Gabanelli e
Bernardo Iovine.
Ciò
che ho visto lunedì scorso 30 settembre su Rai 3 è il tipico esempio di
manipolazione della realtà. A farlo, e mi dispiace, è stata Milena Gabanelli
Per
capirci meglio e comprendere i passaggi del mio ragionamento, applico la
maieutica, il metodo tanto caro al
filosofo Socrate, ateniese di nascita, uno dei più importanti esponenti della
tradizione filosofica occidentale, Atene 469 a.C+399 a .C.
Leggo
da Vikipedia:
Report,
trasmissione televisiva che propone inchieste
giornalistiche . Un rotocalco televisivo, assimilabile al
cosiddetto infotainmen (infotainment significa
letteralmente informazione-spettacolo oppure lo spettacolo dell'informazione). Nel
panorama dell'informazione mediatica, il pubblico è bombardato da informazioni
di ogni tipo, soggetto quindi a fenomeni di sovraccarico,
di conseguenza, una notizia per poter emergere e richiamare l'attenzione deve
essere spettacolarizzata.
NECESSARIA
DUNQUE LA MANPOLAZIONE DEL
VIDEO, COME IN EFFETTI E’ STATO FATTO, PER SVEGLIARE I TELESPETTATORI. L’INTERVISTA
A GUARDARLA BENE E’ SEMBRATA UNA SEVERA INTERROGAZIONE D’ESAME AD
UN ALUNNO BRAVO E PREPARATO MA LE ARGOMENTAZIONI NOIOSE E SENZA LA VIVACITA ’ DEL RITMO
TELEVISIVO.
Eppure
a condurre Report è la
Milena Gabanelli , che il movimento 5 stelle, appena
ieri, ha proposto alla Presidenza della Repubblica
Italiana.
Nelle
sue note biografiche, di tutto rispetto, si legge:
Milena Jole Gabanelli (Nibbiano, 9 giugno 1954)
è una giornalista e conduttrice
televisiva italiana. Opera
come freelance collaborando
con la Rai a programmi televisivi di
inchiesta.
Il
suo curriculum professionale : si è laureata al DAMS con una tesi in storia del cinema, collabora con la Rai dal 1982,
nei primi anni novanta Milena
Gabanelli partecipa alla introduzione in Italia dei nuovi canoni del videogiornalismo, lavorando
da sola con una videocamera portatile,
nel 1989 inizia la collaborazione per la
trasmissione di Giovanni Minoli Speciale
Mixer , inviata di guerra nell’ ex Jugoslavia,
Cambogia, Vietnam, Birmania, Mozabico, Cecenia,Azerbaijan, Somalia.
Nl 1994 Giovanni Minoli le offre di occuparsi
di un programma sperimentale su Rai 2 Professione Reporter, che fino
al 1996 manda in onda i servizi
realizzati dai neo-videogiornalisti. Il programma ha metodi produttivi
particolari: usa in parte mezzi interni (per la progettazione e l'edizione del
programma) e mezzi esterni, cioè l'acquisto dei servizi da autori freelance,
che si pagano le spese e lavorano in modo autonomo, pur sotto la supervisione
di responsabili della Rai.( VEDI
BERNARDO IOVINE, il giornalista che ha intervistato Vincenzo De Luca, Sindaco
di Salerno e vice ministro delle
infrastrutture).
Nel 1997 nasce Report, in onda su Rai 3, Negli anni il programma è diventato il più noto
format di giornalismo
investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere
economico, ma anche argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze
dei servizi pubblici, e di questioni legate al crimine organizzato: ecomafia,
servizi segreti.
A
Milena abbiamo creduto, abbiamo prestato
fede alla sua aria seriosa, ingessata in un’immagine sobria, alle parole
precise, prive di orpelli inutili, al taglio del programma, alle inchieste
sulle verità nascoste e non dovevamo farlo. Dovevamo ricordarci delle parole di
studiosi dei mezzi di comunicazione di massa da Popper, a Mac Luhan , passando
per il poeta Pier Polo Pasolini.
Karl R. Popper "Una democrazia non può esistere se non si mette
sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo
fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto."
Marshall McLuhan. Quando, nel 1967, "Gli strumenti del
comunicare" apparve in Italia, parole come media erano praticamente ignote
al di fuori della cerchia di specialisti. A distanza di diversi decenni,
Marshall McLuhan è tuttora un autore tra i più controversi, non solo per quello
che ci ha insegnato sui media, e in generale sui rapporti tra l'umanità e le
tecnologie che essa produce, ma anche perché McLuhan è stato probabilmente il
primo autore che ci ha invitati o riflettere non sulle rivoluzioni a venire, ma
su quello che aveva già avuto luogo e della quale non ci eravamo accorti.
Pier Paolo Pasolini. Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che
ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. Il fascismo proponeva un
modello, reazionario e monumentale, che però restava lettera morta. Le varie
culture particolari (contadine, sottoproletarie, operaie) continuavano
imperturbabili a uniformarsi ai loro antichi modelli: la repressione si
limitava ad ottenere la loro adesione a parole. Oggi, al contrario, l'adesione ai
modelli imposti dal Centro, è tale e incondizionata. I modelli culturali reali
sono rinnegati. L'abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la
"tolleranza" della ideologia edonistica voluta dal nuovo potere, è la
peggiore delle repressioni della storia umana…(Pasolini contro la televisione dal
“Corriere della Sera 9 dicembre 1973”
).
Tutto
ciò per dire che Milena Gabanelli, malgrdo le sue buone intenzioni, per
proporre inchieste- verità incorre è
incorsa e incorrerà all’inevitabile “infotainmen”.
Perché
guardare “Report” se è un qualsiasi rotocalco spettacolare ?
Io
e tanti salernitani offesi da un’inchiesta che ha deturpato l’immagine della
città in tutt’Italia ce ne guarderemo bene.
Maria
Serritiello
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