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martedì 22 febbraio 2011

Test antidroga anche per gli insegnanti? E’ ridicolo


LA SCUOLA

FONTE:TISCALI.IT
DI MARCO LODOLO



E così, a quanto pare, anche gli insegnanti dovranno farsi un test per dimostrare di non essere drogati. Lo so, fa ridere il solo pensiero della professoressa Ricotti - quella zitellissima, quella con quindici gatti per casa, quella che sembrava vecchia già a trent’anni, figuriamoci ora che ne ha quasi sessanta - che gira di notte nei pressi della stazione alla ricerca di una bustina di eroina.Non riesco proprio a immaginare il professor Vandami, quello con la sciarpa di lana anche a maggio, quello che ripete da una vita “dove andremo a finire”, quello con la Ritmo pluriacciaccata, che passa di pub in pub sperando di incontrare il Mescalero o Jhonny er matto, i pusher che hanno la coca migliore. Non so, capisco che tutto è possibile, che dietro a ogni vita ce ne può sempre essere un’altra, ma io non la vedo proprio quella cicognona della vicepreside, un’insegnante che non è mai mancata neppure un’ora in cento anni di scuola, puntuale, noiosa, zelante, che si butta giù un paio di pasticche e poi si scatena sotto le luci della tecno più arrembante, la chioma grigia al vento delle casse sbombardanti.I problemi dei professori mi sembrano veramente altri: sarà che sono tutti over cinquanta, sarà che hanno lasciato le illusioni alle spalle, sarà che hanno mutui da pagare e figli da mantenere, però vi assicuro che le loro geremiadi non includono il rincaro della droga, la difficoltà di reperirla, il calo di qualità di certi acidi e via dicendo. Nei casi più disperati i professori bevono. Qualcuno che già la mattina odorava di vino l’ho incontrato, qualcuno che faticava a tener testa alla vita giovane e sfacciata dei suoi studenti. E le professoresse a volte prendono tranquillanti, perché non reggono più i vaffa degli studenti, le porte sbattute, le risate in faccia, le pernacchie e l’assoluta indifferenza a ciò che spiegano.Allora magari sgocciolano nel bicchiere un po’ di lenimento. Ma la droga proprio no, non fa parte dei vizi degli insegnanti e neppure delle vie di fuga possibili. La droga è sempre tragica, e a una certa età è addirittura ridicola. E poi è troppo trasgressiva per chi lavora da anni dentro le regole, per chi ripete “ragazzi, datevi da fare, non mollate, non fate i cretini che la vita è dura e bisogna rimboccarsi le maniche”. Per drogarsi ci vuole troppa infelicità, troppo odio verso se stessi e gli altri: i prof sono solo un po’ tristi e un po’ avviliti, magari finiranno su una panchina ai giardini pubblici a guardare i piccioni, ma mai a ficcarsi un ago nel braccio e a stantuffare ciecamente. I soldi per le analisi del sangue spendiamoli per rilanciare la scuola e il sapere, che rischiano più che mai di schiattare per un’overdose di ignoranza.

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