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domenica 27 dicembre 2015

Al Teatro Verdi di Salerno Il concerto di Natale del coro voci bianche





Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello


È stato un bel modo di trascorrere la mattinata del 25 Dicembre, ascoltando il coro delle voci bianche del Teatro Verdi, accompagnato dall’orchestra filarmonica del Liceo “Alfano I” di Salerno, composta dagli allievi e dai professori. Da anni la mattina del Santo Natale, in calendario si annota un appuntamento fisso, il Concerto di Natale, nel Massimo cittadino, con la direzione del Maestro Silvana Noschese. A fare da sfondo ai coristi, infiocchettati di rosso, l’assoluta scenografia in bianco, dagli obelischi appuntiti e le sfingi leonine, allestimento scenico dell’Aida, l’opera di Verdi che debutta la sera di Santo Stefano e che concluderà la stagione lirica del 2015, direttore d’orchestra, il Maestro Daniel Oren. Nel Teatro, affollato di appassionati, malgrado il giorno particolare, appena si è fatto buio, si sono accese tantissime lucine in scena e nei palchi di prima fila, tenute nel palmo della mano dai cantori, creando così la magica e significativa atmosfera del buio sconfitto dalla luce. Ed ecco i canti, della tradizione ed altri, tutti arrangiati mirabilmente dal Maestro Roberto Marino ed eseguiti alla perfezione dal coro che fa parte stabilmente degli allestimenti lirici delle stagioni teatrali. Di grande dolcezza il brano di Pino Daniele “Ninnanàninnanoè”, una barcarola moderna, dal sound mediterraneo tipico dell’autore, alla quale le giovani coriste, di secondo livello, in attesa di scegliere, se il loro futuro ruoterà intorno alla lirica, hanno reso un’interpretazione particolarmente suggestiva. Il concerto, inoltre, si è avvalso anche della partecipazione di alcune scuole salernitane che durante l’anno partecipano a progetti musicali. Non poteva mancare e non è mancato il ricordo del compianto Peppe Natella, per tutti il “Professore”, patron del Teatro dei Barbuti, scomparso la Vigilia di Natale, a cui si è unito il fragoroso applauso di tutto il Teatro Verdi. “…E’ Natale non soffrire più…” recita il famoso canto di Bianco Natale versione suggestiva interpretata dalle tante voci, per poi proseguire con Jingle bel, il famoso pezzo natalizio dai campanellini suonanti arrangiato in modo eccezionale, ritmico e moderno. Bravo il coro delle voci bianche del Teatro Verdi di Salerno, per l’interpretazione perfetta e bravissimo il Maestro Silvana Noschese per la precisa direzione e per la passione che mette in ogni sua performance.
Il Coro delle voci bianche del Teatro Verdi di Salerno è nato nel 2000 ed è costituito da circa 60 bambini di Salerno e della Provincia che s’ incontrano settimanalmente per dedicarsi allo studio della musica, della vocalità e del repertorio usufruendo di una   preziosa opportunità formativa, educativa culturale e musicale.
 
Maria Serritiello
 
 
 
 

All’Archivio dell’Architettura Contemporanea di Salerno “Storia di un cambiamento, la lungo Irno





Fonte :www.lapilli.eu
di Ferdinando Bianco

Interessante l'iniziativa “Storia di un cambiamento, la lungo Irno” intrapresa dal Laboratorio dei pensieri scomposti voluto e portato avanti dal duo Flauto-Giannino, volta a far conoscere agli allievi delle varie scuole di Salerno, le tante trasformazioni che ha subito, negli ultimi tempi, il corso del fiume Irno e lo snodo viario che lo abbraccia fraternamente. Interessante e per certi versi illuminante sulle forze che via via nel tempo si sono scaricate su questi due binari, diversi eppure siamesi. L'iniziativa risulta meritoria perché raccoglie foto, ricostruzioni, plastici, video ed interviste, il percorso storico, l'evoluzione, le direttive della vita in fieri che un corso d'acqua e lo spazio che lo delimita vivono e vivranno trasformandosi nel tempo. Il progetto e relativa esposizione del lavoro si protrarrà fino all’anno nuovo e racconterà, attraverso vari linguaggi, la storia del cambiamento degli ultimi trenta anni, cambiamento urbanistico e culturale di tutto l’asse viario che da sempre segue lo scorrere del fiume Irno.  Interviste, filmati, foto, descrizioni ed una scenografia di oltre venti metri con simboli e segni identificativi, tratteggiano il prima, il durante e il dopo. Inoltre racconti “stile menestrello”, interviste e tavole rotonde sono il nucleo centrale di questo interessante lavoro che la bravura e l’impegno di Umberto Flauto e Rosanna Giannino, con il coinvolgimento delle scuole lungo l’asse del fiume, poteva rendere.
 
Ferdinando Bianco
 
 
 

“La notte di Benino” concerto dei "Daltrocanto" nel Duomo di Salerno

 
 
Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
 
Altra aria nel Duomo di Salerno, quella che mancava da un bel po',sempre più sacrario e poco casa dei fedeli. Il concert :"La notte di Benino" organizzato e autofinanziato dalla compagnia "Daltrocanto" , noto gruppo salernitano, che porta in giro le tradizioni e la musica della nostra terra, ha avuto la capacità di mescolare dolcezza e vivacità, liturgia religiosa e vitalità. Il suono della zampogna e della ciaramella evocano un tempo, e neanche tanto lontano, stritolato com’è dai ritmi moderni, in cui gli zampognari passavano per le case e suonavano la novena per l'Immacolata e preparavano gli otto giorni che precedevano il Natale. Senza demonizzare nessuna delle iniziative che oggi precedono la festività più bella dell'anno, il suono della zampogna era tutta un'altra musica. Nella penombra avvolgente del Duomo, a metà della imponente navata centrale, il gruppo musicale si è esibito in canti tradizionali, accompagnati, oltre la zampogna e la ciaramella da tammorra e castagnette ed altri strumenti caratteristici. Ad iniziare il concerto ospiti illustri venuti appositamente da Udine e dintorni (Giovanni Floreani dell’ Associazione  Fur Clap di Udine, Claudio Milano, Toni Pagliuca, tastierista del gruppo musicale " Le Orme", famoso negli anni 70 e Lorenzo Marcolino) attenti e virtuosi portavoce delle tradizioni musicali del Friuli Venezia Giulia. Alle atmosfere ovattate elitarie ed evocative di intrecci liturgico-popolari di quelle lontane terre ecco contrapporsi il suono vitale, accattivante ed energizzante delle tammorre su cui si eleva la voce, strumento naturale, di Paola Tozzi. Dolcissima la sua interpretazione della "Ninna Nanna per i 700", composta da Flavio Giordano e Bruno Mauro, che, pur alludendo alle vittime infantili degli sbarchi clandestini, viene dedicata, come sottolineato da Antonio Giordano, a Gesù Bambino. Non mancano timidi passi di danza dei ballerini Loredana Marino, Carlo Del Galdo e Roberta Verderame che non si avvicinano mai ai limiti della licenziosità, infatti il concerto, pur supportato da strumenti inusuali per un contesto religioso, mantiene la sua intatta sacralità.
Compagnia "Daltrocanto": Paola Tozzi (voce), Martino Brucale (ciaramella, flauti, sax tenore e sax soprano), Antonio Giordano (zampogna, bouzouki greco, chitarra battente), Flavio Giordano(basso elettrico), Bruno Mauro (chitarra classica, bouzouki irlandese), Luca Lanzara (tamburi a camice, mandola), Alessandro Ferrentino (batteria, percussioni, disco armonico), Kalimba Maria Anna Siani (violino).
Maria Serritiello
 
 

Salvatore Gisonna Teatro Ridotto di Salerno







Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Salvatore Gisonna, il cabarettista napoletano, l'unico ad aver vinto per ben due volte, l'ambito Premio Charlot, una volta da solo e l'altra con "I Cuginetti a sfera" è tornato al Delle Arti di Salerno con il suo spettacolo “Ci può stare”. Un prodotto ben confezionato con musica, ballerini, presentatore e lui che per ben due ore monologa con il pubblico prendendo spunto da episodi legati al quotidiano e ce ne sono sempre di paradossali per essere utilizzati, dal pettegolezzo spicciolo, al gossip, dalla politica, alla notizia fresca di giornata. Un susseguirsi di risate, sì perché Gisonna il cabarettista lo sa fare.
Esordisce come imitatore, nel 1990 partecipando al programma su Rai Due "Stasera mi butto". Dal 1997 al 2004 forma il duo di cabaret con Fabio Isaia, "I cuginetti a sfera" riscuotendo consensi e successo. Partecipa a Zelig, a Made in Sud ed il personaggio che gli dà più di tutti, visibilità  e simpatia è il "Dj Galeazzo", con la sua hit parade irriverente, l'unica dove  " 'a canzona è originale ma o cantante è personale", slogan che ripete ad ogni sua performance.
Di giorno Salvatore Gisonna è un serio impiegato di banca, con tanto di giacca e cravatta, ma la sera si trasforma nel frizzante cabarettista che si conosce. Molte delle spiritose battute, lanciate a raffica sul pubblico e che fanno parte dei suoi monologhi, sono state raccolte nelle ore lavorative, quando è a stretto contatto con il pubblico, divertenti certamente, ma bravo lui a saper cogliere la comicità insita nell'animo del napoletano. Un gradito ritorno a Salerno e soprattutto un giusto farsi valere con il suo pubblico, sacrificato come lo è stato nello spettacolo di successo “Made in Sud” ma tant’è il gioco di squadra per il successo dell’insieme. Il pubblico salernitano gli ha tributato un lungo e meritato applauso
Maria Serritiello
 

giovedì 17 dicembre 2015

Al Caffè dell’Artista di Salerno si è discusso della memoria con il dottor Ferdinando Bianco


Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Il 30 novembre scorso, presso l’elegante sala “Moka” di Salerno, dove si riunisce ogni lunedì “Il Caffè dell’Artista”, il dottor Ferdinando Bianco ha tenuto una dotta conferenza sulla memoria, gioia e dolore di una certa fascia d’età.
Chiarite le affinità del Sistema Nervoso centrale, con il Sistema Immunitario, il dottor Bianco ha considerato la processualità e l'evolutività che caratterizzano tale fenomeno, nel bene e nel male, differenziando in modo preciso la Memoria Implicita da quella Esplicita, allorché si consideri il coinvolgimento della Coscienza o Consapevolezza, e la Memoria a breve termine, da quella a lungo termine. Ha indicato, inoltre, continuando amabilmente la conversazione, i vari tipi di Memoria Esplicita, tra i quali in special modo, quella Episodica e quella Autobiografica, che consentono la costruzione del proprio “SE” e delle sue caratteristiche. Partendo poi dalla constatazione che allo stato non esistono farmaci per migliorarla ha puntato tutto sul ruolo che il Menù del Benessere Mentale, approntato dallo psichiatra Dan Siegel, può svolgere nell'aiutarci a ridimensionarne il decadimento o ritardarne l'evoluzione, riproponendone l'acronimo Co.S.Mo.G.I.R.O e a dettagliarne l'applicazione e la fruibilità. A conclusione, un accenno alla Sindrome che colpisce spesso i reduci americani dal Vietnam, legata alla dissociazione che purtroppo subiscono nel corso degli eventi bellici, per la quale di certi traumi rimuovono la Memoria Esplicita e diventano vittime della sola Memoria Implicita che rivivono continuamente come reale e dalla quale non riescono a liberarsi. Il dottor Bianco termina la conversazione, molto seguita dal numeroso pubblico, chiedendosi quanti di noi, fatte le debite proporzioni, siano dei reduci dalle guerre personali.
Maria Serritiello
 
 
 

"Luci ed ombre delle vaccinazioni. Metodiche immunologiche dei vaccini" con il prof. Giulio Tarro, virologo, candidato al Nobel per la Medicina

 
 
 
Fonte :www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
 
L’11 dicembre scorso, alle ore 20:30, a Torre del Greco, nella Sala Convegni dell’Hotel - Ristorante “Casa Rossa 1888” in Via Mortelle 60, l’associazione culturale “Prometeo”, nell’ambito del format “Il gusto della cultura”, ha organizzato la conferenza sul tema: "Luci ed ombre delle vaccinazioni. Metodiche immunologiche dei vaccini". Relatore il prof. Giulio Tarro, virologo, candidato al Nobel per la Medicina. Una chiacchierata informale, quella dell’esimio accademico, senza neanche la barriera del tavolo - conferenze che, grazie alla sua amabilità, ha preferito evitare. Alto, robusto, vestito in modo sobrio, si presenta innanzi tutto con un sorriso bonario che gli rimane stampato durante tutta la discussione, alleggerendola con piacevolezza. Allievo del virologo Albert Sabin, famoso per aver sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomielite, Giulio Tarro si laurea a soli ventiquattro anni, presso l’ateneo “Federico II” di Napoli. Una vita di studi, di sacrifici e di rinunce, per un’unica e grande passione: la ricerca. L’illustre infettivologo, originario di Messina, ma residente a Napoli, è noto per avere isolato, nel 1979, il virus respiratorio sinciziale nei bambini durante l’epidemia del «male oscuro» (bronchiolite). Per rilassarsi, di tanto in tanto ama giocare a calcio sul campo di Siano e non disdegna la buona tavola. L’allarme suscitato intorno alle vaccinazioni e la conseguente demonizzazione, dice l’esimio è ingiustificato, senza contare che esse hanno sconfitto malattie come il vaiolo, tanto per citarne qualcuna. Utili le vaccinazioni quindi? Certamente, sempre che se ne faccia un uso consapevole, riconoscendo che il margine di errore, malauguratamente, ci può stare. E’ innegabile, però, che nel caso contrario le vaccinazioni sono salvifiche. Una posizione equilibrata quella dell’illustre virologo che conclude la piacevole discussione trasferendoci sicurezza e serenità. A seguire una cena a base di pesce, con il famoso “pignatiello” specialità della casa per confermare il “gusto della cultura”, acclarato format dell'associazione "Prometeo", presieduta dal giornalista Francesco Manca e gli scambi di auguri di Natale e, naturalmente, quelli di buona salute!
Il prof. Giulio Tarro è Primario emerito dell’Azienda Ospedaliera “D. Cotugno”, Napoli. Chairman della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, WABT - UNESCO, Parigi. Adjunct Professor College of Science and Technology, Temple University, Philadelphia. Presidente della Fondazione de Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro – ONLUS.
 
Maria Serritiello
 

Perchè si vedono le rose nei filari di vite?


Fonte: Redazione Vinoway

Secondo una ricerca, poche piante come la vite sono soggette alle avversità atmosferiche e agli attacchi dei funghi e degli animali.

 
Tra le più comuni malattie della vite troviamo l'oidio e la peronospora.

E' possibile prevenire la malattia osservando una pianta di rosa, posta nei pressi della vite, in quanto tende ad ammalarsi in anticipo rispetto alla vite stessa (circa una settimana prima).

La rosa, quindi, avrebbe la funzione di allarme avvertendo se è necessario un intervento di irrorazione a base di zolfo o ramato.
 

 

mercoledì 9 dicembre 2015

Concerto di Natale della Compagnia Daltrocanto a Salerno

Fonte: SalernoToday

Concerto di Natale Compagnia Daltrocanto Duomo Salerno 14 dicembre 2015 Eventi a Salerno
Lunedì 14 dicembre il Duomo di Salerno ospita il concerto di Natale della Compagnia Daltrocanto. "La notte di Benino” è il titolo della serata natalizia che racchiuderà in sé il fascino di una mostra di strumenti tradizionali quali le zampogne e l'anteprima dal vivo del nuovo brano della Compagnia Daltrocanto, la “Ninna Nanna ai Settecento”, brano che racconta con delicatezza il dramma dell’emigrazione forzata. Ad aprire il concerto, che nasce dall’ormai consolidato sodalizio tra l’associazione Daltrocanto di Salerno e l’associazione Furclap di Udine, sarà l'ensamble formata da Giovanni Floreani, Lorenzo Marcolina, Claudio Milano e Tony Pagliuca, che proporranno un intreccio di canti liturgici, popolari e natalizi dal Friuli Venezia Giulia mischiano le suggestioni di suoni arcaici con l'audacia di quelli contemporanei.




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Sguardi d’Autore collettiva d’Arte a Palazzo Vanvitelliano di Mercato San Severino

 
Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
 
Il 5 dicembre scorso, nel palazzo Vanvitelli di Mercato San Severino, si è inaugurata la collettiva d’arte degli artisti:
Laura Bruno, Concetta Carleo, Anna Ciufo, Giorgio Della Monica, Michela Marasco, Adriano Paolelli, Maria Pellegrino.
 
L’esposizione, che durerà fino al 10 dicembre, con ingresso libero tutti i giorni, dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 17,30 alle 20,30, al suo interno ha inserito l’esibizione del coro Voci D’Argento e Alcatraz reading e concerto. “Sguardi d’Autore”, questo il titolo dato dagli artisti al vernissage, tutti di collaudata esperienza, hanno voluto mettere assieme opere che rivelano la loro peculiarità pittorica e così Laura Bruno in “Paesaggio Cetara” l’inquietudine della notte in un panorama apparentemente sereno. Anna Ciufo in “Modulazione del buio” forme surreali per attraversare l’idea della creazione. Giorgio Della Monica in “La vecchia tonnara” vigore e colore per l’alta modalità espressiva. Michela Marasco, il sogno e la leggerezza del pensiero. Concetta Carleo in “Aglio, olio e peperoncino” la precisione del tratto e l’armonia del colore. Maria Pellegrino in perenne ricerca di nuove forme espressive. Adriano Paolelli, infine in “Composizione mista” la pittura avviene e la scultura si grinza, due facce dello stesso artista.
Degli espositori, il critico d’arte Rosita Sabbetta ha evidenziato che sono artefici del sogno e originano un universo parallelo e singolare, dove la tecnica ben esercitata e la capacità d’invenzione si fondono nella poetica verità della loro arte.
 
Maria Serritiello
 
 
 

Ciro Girardi al C.C.C. Francavilla di Salerno per giocare alla Tombola scostumata




Fonte :La Graticola
di Maria Serritiello

In linea con l’evento principe della città di Salerno “Luci d’Artista” che trasporta tutti nell’atmosfera natalizia, fin dai primi giorni di novembre, il “C.C.C Luigi Francavilla”, con sede a casa Ruggiero di Via Lungomare Colombo 23, sabato 22 novembre, ha organizzato un giro di tombola, ma non una qualsiasi, bensì quella detta “scostumata”.

La “Tombola scostumata” rappresenta una delle manifestazioni più significative della tradizione napoletana: ironica, irriverente e provocatoria, s’ispira alla famosa tombola che i “Femminielli” usavano chiamare dai “vasci” dei vicoli di Napoli, durante il periodo natalizio.

Ad animare il divertente gioco, che non ha avuto bisogno di soldi, le cartelle sono state dispensate gratis ed in più per chi ha realizzato l’ambo, il terno, la quaterna, la quintina e la tombola si è portato a casa gadget di una certa sostanza, Ciro Girardi, volto noto per essere il versatile attore salernitano. Un curriculum di tutto rispetto, il suo, che lo si fa risalire al ’92, quando con il gruppo storico salernitano di cabaret “La Rotonda”, diretto da Claudio Tortora, l’eccellente ideatore del Premio Charlot, ha partecipato a Domenica In su Rai 1. Dopo di allora, una raccolta di successi, dallo spettacolo natalizio alla Rotonda di Salerno, ad Un posto al sole, di Rai 3, nei panni “dell’ingegnere”, dalla Squadra, sempre su Rai 3, alla divertente trasmissione “Il Calcio nelle palle”, in coppia con Ivano Montano, su Lira tv. La serata affollatissima sia per il gustoso menù preparato con cura da Francesco, dell’adiacente pub il “Delirium” e sia per assistere   alla divertente performance di Ciro Girardi, che ha intervallato il gioco con i suoi personaggi, la “Signora” e lo sceriffo Vincenzo De Luca, nonché pezzi di dilettevoli monologhi, ha soddisfatto tutti, per l’atmosfera di cordialità e di serena convivialità. Questo è quello che si propone il C.C.C. Luigi Francavilla con il suo programma culturale e sociale.

Maria Serritiello
 

martedì 8 dicembre 2015

Quando il giornale diventa opera d’arte con l’artista Vincenzo Vavuso

Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Fino al 13 dicembre, presso l’Arco Catalano di Palazzo Pinto in Via dei Mercanti  63, il pregevole spazio nel cuore del centro storico di Salerno, è in mostra la personale d’arte visiva di Vincenzo Vavuso. L’artista salernitano, classe 1972, parimenti pittore e scultore, dopo regolari e specifici studi d’arte e formazione presso maestri acclarati, prende inizio attraverso la pittura figurativa e  paesaggistica dell’800 e fermenti d’avanguardia del primo ‘900. La svolta innovativa l’ottiene dopo una visita alla Biennale di Venezia che gli consentirà il passaggio, prima ad opere figurative e poi informali con elementi materici d’impatto per approdare definitivamente ad un’arte realistica-concettuale. Nella personale in esposizione, giocando opportunamente sul significato “L’Oro de “La città”, dove la città sta per la testata giornalistica salernitana, ma ciò è ininfluente, e che segue quella del 2013 “Rabbia e Silenzio”, l’artista vuole denunciare i tempi bui, che stiamo vivendo, con una forte provocazione per cui i suoi lavori sono cromostrutture e pittosculture di grande effetto visivo. Opere, le sue, dove si montano per essere imprigionati giornali, libri e tutto ciò che è cultura, sopraffatta dall’indifferenza odierna.
17 di numero le composizioni, composte con tecnica mista e dove ad emergere è il giornale, sia esso strappato, stropicciato, annerito, ridotto in poltiglia, segmentato ma sempre con qualche elemento che dia la lettura dell’opera e che avvolta dalla coloritura dell’oro assume un effetto magico. I lavori, dai titoli più che significativi come: “L’urlo della città, La chiave giusta, Il peso della città, Identità,” tanto per citarne alcuni, attivano percorsi mentali suggestivi che sfociano nella consapevolezza di essere al mondo, comprendendo e partecipando.
Perché il quotidiano di Salerno “La Città” abbia scelto Vincenzo Vavuso per trattare artisticamente la comunicazione e per dedicarsi pittosculture a tre dimensioni, da parete o da piedistallo, lo s’intuisce visitando la mostra, dove l'artista ha teso a chiarire il senso del civis civilis.
Maria Serritiello
 
 
 

sabato 28 novembre 2015

Addio a "Nennillo "di Natale in casa Cupiello


Fonte :La Repubblica

E' morto Luca De Filippo, maestro del grande teatro napoletano

L'attore e regista è scomparso a 67 anni. Figlio di Eduardo, aveva iniziato a recitare da bambino. Una lunga carriera in palcoscenico, i ruoli al cinema e in tv. Un minuto di silenzio in tutti i teatri italiani. I funerali laici lunedì 30 novembre dalle 14 alle 18 al Teatro Argentina di Roma

E' morto Luca De Filippo, attore e regista teatrale, figlio del grande Eduardo, pochi giorni fa era stato ricoverato ma subito dopo gli era stato diagnosticato un male incurabile. Luca era nato a Roma nel 1948 dalla relazione tra il maestro del teatro e la soubrette Thea Prandi. I funerali laici lunedì 30 novembre dalle 14 alle 18 al Teatro Argentina di Roma. Stasera un minuto di silenzio in tutti i teatri italiani.

Le reazioni. "La scomparsa di Luca De Filippo ci priva di un grande interprete della scena italiana, autentico erede della tradizione napoletana capace di portare la sua verve non solo nel repertorio classico ma anche in quello contemporaneo conducendo una vita nel teatro, con il teatro, per il teatro". Così il primo commento, quello del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. "E' stato un artista in grado di cimentarsi in diverse espressioni artistiche - ha aggiunto - esplorando con efficacia anche i linguaggi cinematografici e televisivi". "Quando muore un artista figlio di artisti come Luca, c'è un grande dolore e si rimane senza parole" ha detto Renzo Arbore, mentre Luca Barbareschi lo definisce "un maestro che desidero omaggiare perché con lui se ne va non solo un amico ma anche un leale rappresentante del mondo teatrale, un esempio cristallino di cultura e tradizione, con lui si chiude un periodo, un'era culturale. Ma il suo impegno e il suo grande cuore - aggiunge Barbareschi - resteranno sempre con noi".  Fra le prime reazioni anche quella del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: "Muore un grandissimo maestro del teatro contemporaneo, eccezionale interprete della più illustre tradizione teatrale napoletana". L'ex presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, posta su Facebook: "Un immenso dolore per la scomparsa di Luca De Filippo, figlio di Eduardo e di Napoli. Un bacio".
Gli inizi. La storia d'amore di Luca De Filippo con il palcoscenico è iniziata prestissimo: a soli sette anni il padre lo fece recitare nel ruolo di Peppeniello nella commedia Miseria e nobiltà del nonno Eduardo Scarpetta. Nel giro di poco tempo Luca perse la mamma e la sorella Luisella - la bambina aveva solo dieci anni. A dodici anni si ritrova solo con un padre anziano, all'epoca Eduardo aveva 60 anni, e in un'intervista di pochi anni fa raccontava: "Mi portava alle pomeridiane e mi scriveva delle particine per tenermi con sé in scena. Ricordo per esempio un Sabato domenica e lunedì. Nel primo atto portavo la spesa a donna Rosa che preparava il ragù. Lei mi domandava come distinguevo le diverse liste di cibo sul foglio se non sapevo leggere. La mia battuta era: 'Faccio i disegni, donna Rosa un fiore, il signore accanto le corna perché sua moglie lo tradisce". Cose così, di cui non è rimasta traccia nei testi ufficiali".

Le grandi commedie. Il vero debutto teatrale è a vent'anni con Il figlio di Pulcinella. Usa uno pseudonimo, Luca Della Porta, perché teme di apparire "raccomandato". Col padre lavora sia in teatro che in tv in varie commedie eduardiane, Filumena Marturano, Non ti pago, Il sindaco del rione Sanità, Napoli milionaria!, De Pretore Vincenzo, Le bugie con le gambe lunghe, Uomo e galantuomo, Natale in casa Cupiello, Gli esami non finiscono mai, Le voci di dentro, Sik-Sik l’artefice magico, Gennareniello, e ancora Dolore sotto chiave, Quei figuri di tanti anni fa, Ditegli sempre di sì, Chi è cchiù felice e me, il pirandelliano Berretto a sonagli e in alcune commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta ('O tuono 'e marzo, Na santarella, Tre cazune fortunate).

La compagnia. Nel 1981, quando il padre si ritira, fonda una propria compagnia teatrale, "La compagnia di teatro di Luca De Filippo", con cui affronta buona parte delle commedie paterne e degli Scarpetta: dirige e interpreta Uomo e galantuomo, Non ti pago, Il contratto, Penziere mieje (recital di poesie di Eduardo in parte musicate da Antonio Sinagra), Ditegli sempre di sì (la sola regia) e L’Arte della commedia con Umberto Orsini coprotagonista. Realizza anche un'opera di Pasquale Altavilla 'A fortuna e Pulicinella e il Don Giovanni di Molière e nel 1990 dirige Umberto Orsini in Il piacere dell'onestà di Pirandello. Per la regia di Armando Pugliese interpreta O’ scarfalietto, Ogni anno punto e daccapo, Questi fantasmi, Tartufo di Molière, La Palla al piede di Feydeau e nell’estate del 2009 interpreta il ruolo di Malvolio in La dodicesima notte.

Il cinema e l'ultimo spettacolo. Al cinema è stato il padre di Silvio Muccino nel film di Gabriele Muccino, Come te nessuno mai. Il suo ultimo ruolo, nel film di Gianfranco Cabiddu La stoffa dei sogni, omaggio alla commedia napoletana con la storia di una modesta compagnia di teatranti che naufraga con dei pericolosi camorristi sulle coste dell’Asinara, isola-carcere del Mediterraneo. Nel cast, oltre a De Filippo, Sergio Rubini e Ennio Fantastichini. Un mese fa a Napoli aveva debuttato con il suo nuovo spettacolo, Non ti pago, ma la malattia lo aveva costretto a lasciare la scena.


  

martedì 17 novembre 2015

La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: "Non avrete il mio odio"





Fonte :Today

La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: "Non avrete il mio odio"
Sua moglie Helene è una delle vittime della strage del Bataclan. Antoine Leiris, giovane giornalista di France Blue, è rimasto solo con il figlio di appena 17 mesi e ha scritto una commovente lettera ai terroristi. "Rispondere all'odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete


La moglie muore a Parigi, Antoine Leiris scrive ai terroristi: "Non avrete il mio odio"

"Non avrete il mio odio". Antoine Leiris si rivolge così, in un lungo post su Facebook, ai terroristi che venerdì sera hanno ucciso sua moglie al Bataclan.
Leiris, giornalista di cinema per France Bleu, padre a 34 anni di un bambino di appena 17 mesi, si è ritrovato improvvisamente solo, dopo la morte di Helene, l'amore della sua vita. Eppure, nonostante il dolore, Leiris ribadisce nella sua lettera aperta: "Non avrete il mio odio"
Venerdì sera avete rubato la vita di un essere eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarti. Ve lo meritereste, tuttavia rispondere all'odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma avete perso. L' ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e giorni d'attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa. Naturalmente io sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle anime libere a cui non voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Pertanto non ho più tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bambino vi farà l'affronto di essere libero e felice. Perché no, non avrete neanche il suo odio

 
 
 
              



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lunedì 16 novembre 2015

Musica Contro le Mafie. In gara la compagnia musicale salernitana Daltrocanto



Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

“Spezza il silenzio” recita la locandina di “Musica contro le Mafie” e quale migliore alleata se non la musica per combattere l’illegalità? “Musica contro le Mafie” è la titolazione data al progetto che riunisce tanti artisti italiani con l’intento di lanciare un messaggio d’impegno, di consapevolezza e di riflessione. Da sempre la musica ha accompagnato la protesta, dagli spiritual dei Neri, ai canti di rivolta e di lotta nella Resistenza, passando per tutte le guerre. insomma la musica rappresenta il miglior collante per chi voglia esprimere dissenso. L’evento, che si tiene dal 2010, è un contesto in cui tutti possono essere autori; un’associazione che, grazie all’impegno degli artisti coinvolti, dà sostegno ed è, a sua volta, sostenuta da Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie). L’iniziativa si divide in tre sezioni: il Premio, il Libro, il Documentario.
Alla prima sezione e cioè quella del “Premio” partecipa la Compagnia Daltrocanto, un gruppo salernitano che fa della musica la propria vita. Formazione di grande pregio musicale, è la maggiore rappresentante del genere popolare nel portare avanti il discorso musicale di memoria e di recupero. Ha in Antonio Giordano il suo mentore. Sempre in viaggio per diffondere la conoscenza delle radici del canto popolare è presente ovunque c'è da testimoniare, col suono prodotto da strumenti tipici, a difesa e per i più deboli, la Compagnia Daltrocanto è divenuta ambasciatrice di valori positivi. Il gruppo musicale valorizza, per le sue sonorità, strumenti tipici come la zampogna e la ciaramella, non tralasciando, per altro, una coinvolgente interazione con gli altri, delle diverse aree geografiche e musicali, quali: chitarra classica, bouzouki greco e irlandese, basso elettrico, tammorra e tamburello.
Il pezzo scelto per la gara è una stupenda ninna nanna composta da Flavio Giordano (figlio d’arte) e da Bruno Mauro, modulata soavemente da Paola Tozzi, una “naca” per voce. Il canto dolente “Ninna nanna ai Settecento” è impreziosito dal suono struggente della zampogna (Antonio Giordano) e dagli strumenti a corollario: Luca Lanzara (mandola), Maria Anna Siani (violino), Flavio Giordano (basso acustico, elettrico), Alessandro Ferrentino (batteria, percussioni) Bruno Mauro (chitarra classica).
Il testo si sviluppa come una favola: sette i cieli, sette le stelle dell’orsa minore e sette le note del dolore, che si va cantando. Il verso incalza tra sogni e correnti, sicché sono settecento i figli più belli a dormire nel mare e nei suoi castelli. La nenia continua con la madre che canta per il suo bambino ma anche per i tanti spariti nel mare come piccoli fagotti, triste simbolo di una tragedia immane, consumata tra le azioni e la consuetudine di tutti i giorni.
“Ninna nanna ai Settecento” leggiamola e cantiamola così e cioè come un segnale positivo per tutti quelli che abbandonano la loro terra in cerca di futuro: ...e fa che la luce domani al mattino, del male del mondo cancelli ogni segno. Brava la compagnia Daltrocanto anche nella scelta del video, a commento visivo del brano che, pulito, essenziale e senza nessuno orpello invasivo, ma solo l’accenno di un capo femminile nel cui interno si scorge il mare, rende più di ogni altra immagine, all’istante, la tragedia e la speranza insieme.

Maria Serritiello
 

Addio a Nando Gazzolo, grande voce del teatro e della tv

 
Fonte:La Repubblica
 
È morto Nando Gazzolo, grande protagonista dello spettacolo italiano. Aveva 87 anni, da una settimana era ricoverato in una clinica di Nepi, alle porte di Roma. Attore teatrale, doppiatore e protagonista di sceneggiati televisivi, era noto al pubblico per la sua voce inconfondibile.

Gazzolo era nato a Savona il 16 ottobre del 1928 in una "famiglia d'arte": il padre Lauro era un attore e doppiatore, la madre Aida Ottaviani un'annunciatrice radiofonica, attore anche il fratello Virginio. Nando esordisce giovanissimo alla radio, debutta a teatro quand'è appena ventenne, con Antonio Gandusio, il successo arriva nel 1951 con l'Antonio e Cleopatra allestito da Renzo Ricci, confermato nel 1954 dal ruolo di Orazio nell'Amleto portato in scena da Gassman e Squarzina con il Teatro d'Arte Italiano.

Dagli anni Cinquanta, al teatro affianca l'attività di doppiatore e negli anni seguenti intraprende una brillante carriera televisiva che gli consente di conquistare una grande popolarità grazie a sceneggiati come Capitan Fracassa (1958), La cittadella (1964) e La fiera della vanità (1967), tutti diretti da Anton Giulio Majano, ai quali si aggiungono - fra gli altri - la fortunata serie italiana su Sherlock Holmes della quale è protagonista (1968), I Buddenbrook (1971), L'ultimo dei Baskerville (1968), La valle della paura (1968), Casa Cecilia (1982) fino all'ultimo Casa Famiglia 2 (2003).

E' con il film storico Costantino il grande (1960) che Gazzolo esordisce sul grande schermo, dove parteciperà a numerosi film di diverso genere, da Totò e Cleopatra (1963) a Un fiume di dollari di Carlo Lizzani (1966) a Il sottile fascino del peccato di Franco Salvia (2010). Ma è intenso anche il lavoro di doppiaggio cinematografico: l'attore presta la voce a David Niven, Michael Caine, Frank Sinatra, Yul Brynner, Marlon Brando, Robert Duvall, Donald Sutherland, Laurence Olivier, Clint Eastwood e tanti altri altri. Nel 1963 è la voce narrante di Il mulino del Po, lo sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi e nello stesso anno partecipa alla rassegna canora Un disco per l'estate.  La sua popolarità è tale che viene ingaggiato da una celebre azienda produttrice di liquori per uno spot di Carosello che andò in onda per anni. Ma non ha mai dimenticato il teatro, dove ha continuato a lavorare fino al 2007.





 



E' morta Moira Orfei, addio alla regina del circo: aveva 83 anni




Fonte :il Messagero.it

È morta questa mattina a Brescia, Moira Orfei, la regina del circo italiano, che avrebbe compiuto 84 anni a dicembre. Ne dà notizia la famiglia in un
comunicato. «Moira Orfei - si legge - ci lascia in serenità e circondata
dall'amore dei familiari, in questa mattina di novembre nella sua bellissima e celebre casa mobile».

«Il Circo Orfei che Moira, insieme al marito Walter Nones ha guidato facendo divertire intere generazioni, per volontà dello stesso, dei figli e dei nipoti andrà avanti - prosegue la nota - per continuare la tradizione in onore della più grande icona circense».

Oggi il pubblico ha voluto ricordarla con dieci minuti di applausi durante lo spettacolo in programma a Brescia. «Non abbiamo fermato gli appuntamenti di oggi perchè lei avrebbe voluto che lo spettacolo andasse avanti» hanno spiegato i familiari.
Al termine dello spettacolo, la famiglia circense di Moira Orfei l'ha ricordata sventolando le bandiere raffiguranti il suo viso, che hanno sfilato con quelle di Italia e Francia. Solo giovedì Moira Orfei era uscito dall'ospedale Poliambulanza di Brescia dove era stata ricoverata domenica scorsa. Ieri sera si era
addormentata senza problemi, ma stamattina quando i parenti sono entrati nella sua casa mobile era già morta.

La camera ardente è stata allestita nella sua casa mobile, in questi giorni a Brescia dove sono in corso gli spettacoli. Nel pomeriggio sono in programma gli ultimi spettacoli in città che la famiglia ha deciso di non sospendere.

«È un giorno triste per il mondo del circo. Con Moira Orfei scompare una delle principali protagoniste dell'arte circense internazionale che, nel corso della sua ricca carriera, ha saputo divertire e stupire intere generazioni». Così il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini.




Je suis Paris

     

martedì 10 novembre 2015

“Man on the Moon”: spot natalizio contro la solitudine

foto642


Fonte :internet

Il Natale è un momento bellissimo per tutti i bambini, molto meno per tutte quelle persone, soprattutto anziane, che sono rimaste sole.
Secondo alcuni dati un milione di anziani in Uk trascorre le feste di Natale senza parlare con nessuno. E quel che succede in Inghilterra si può sicuramente estendere a tutti gli altri paesi, Italia compresa.
Da qui l’idea del bellissimo spot natalizio.
Questa è la storia di una bimba che si chiama Lily. Guardando la luna attraverso un telescopio, una notte, rimane esterefatta per quello che scopre…un omino sulla luna.
Lily lo osserva mentre sbriga le sue cose, tutto solo. E decide di inviargli qualcosa sulla luna, un messaggio per fargli capire che qualcuno quaggiù sta pensando a lui, che non è solo..

Una favola bellissima, una metaforsa sullo solitudine e su quello che si può fare, questo Natale e non solo, per far sentire gli anziani, e le persone sole in generale, ancora amate.

https://youtu.be/wuz2ILq4UeA

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martedì 3 novembre 2015

Countdown a Salerno per l’edizione delle Luci d’Artista 2015/2016







Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Mancano meno di sei giorni e poi la città di Salerno sarà illuminata dalle luci d’Artista, la manifestazione che quest’anno raggiunge la decima edizione. Il tema cardine è “La Foresta”, sicchè tutti i visitatori ed anche i nativi, si trasformeranno, come nella famosa favola di Charles Perrault, in tanti “Pollicino”, nel tentativo di non smarrirsi, tenendo ben dritta la strada. Illuminata da 27 km di luci è difficile perdersi materialmente  a Salerno, ma entrare nel sogno di una favola sì. Tante le novità, alla “Rotonda”, nel cuore della city e nella Villa Comunale, il giardino incantato dei bimbi, dove le luci rappresenteranno le favole di “Alice nel paese dele meraviglie” e “Pinocchio”. Persiste, al Corso Vittorio Emanuele, sia pur con qualche sorprenente novità, l’aurora boreale con le sue iridescenti coloriture, mentre per la prima volta sara’ illuminato il nuovo look della spiaggia di Santa Teresa. Sugli scogli acquattati, ci sono in fila i “Pinguini”, indifferenti alle onde un pò più grosse, mentre attendono la curiosità dei visitatori, tradotta in innumerevoli selfie. Ed ancora neve, fiori di primavera, stelle cadenti, planetari, i meravigliosi pannelli dell’artista Nello Ferrigno, le silhoutte luminose delle Madonne della chiesa del Sacro Cuore, in Piazza Ferrovia e del Complesso di Santa Sofia a Largo Abate Conforti, sogni luminosi tutti da scoprire. E così il 7 novembre, al calar delle ombre, nella Villa Comunale ci sarà l’accensione che durerà fino alla fine di gennaio e per la quale a Salerno ci sarà sempre la luce, un bel modo per fugare la rattristata oscurità invernale.
Per la seconda fase dell’evento più importante del meridione, con un occhio al turismo croceristico e all’Europa, nonchè all’Italia tutta e cioè per le luci più prettamente natalizie: Albero di Natale a Piazza Portanova, Slitta di Babbo Natale a Torrione, Foresta di Ghiaccio a Pastena, bisognerà attendere l’8 dicembre, mentre per l’apertura dei Mercatini Natalizi a Piazza Sant’Agostino e sul Lungomare, che nulla hanno da invidiare ai tradizionali del nord, la metà di novembre.
Un evento, ormai, quello delle Luci d’Artista di Salerno, conosciutissimo  ovunque ed apprezzato, se anche la città spagnola di Barcellona ha chiesto di servirsi dei nostri artigiani delle luci, per iniziare ad illuminarsi.
Maria Serritiello