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giovedì 24 febbraio 2011

Dal paisà ai paesani


SALERNITANA E LE NOTE DI TOMMASO D'ANGELO

FONTE: NOTE PUBBLICATE SU FB
DI TOMMASO D'ANGELO
23 FEBBRAIO 2011

Dopo una sovraesposizione mediatica di 10 giorni il paisà Cala è ritornato a Mondragone a villeggiare con il compaesano Antonio Lombardi, da non confondere con il presidente dell'Ance. Il passato è già dietro l'angolo, preoccupa il futuro. Lombardi ha due esigenze: vendere la Salernitana per uscire di scena ed evitare il fallimento della Salernitana. I libri in tribunale sono la fine della carriera di imprenditore del vallese, le sue aziende rischierebbero la chiusura in una sorta di valanga che non risparmierebbe niente e nessuno. Paradossalmente ora è proprio Lombardi che in qualche maniera ha interesse nel salvare la società. In caso contrario per la Salernitana c'è il malinconico crac e la polvere dei campi dell'Eccellenza. Due le ipotesi concrete sul tavolo: un imprenditore di un'azienda nazionale (il patron smentisce però la Giaguaro dei fratelli Franzese) e una cordata di una decina di imprenditori di Vallo della Lucania. Paesani chiamati a raccogliere l'eredità, scomoda, del loro illustre concittadino, illuso dal maccheronico italiano del paisà controfigura di Decio Cavallo. Il tempo stringe, anche i giocatori hanno bloccato ogni forma di protesta rassicurati dalla presenza e dalle parole del ds Salerno. Fino a domenica penseranno alla Spal, poi si attendono la grande svolta. Altrimenti è la fine per tutti. Paesani compresi.

ERA SOLO DECIO CAVALLO
MARETEDI'22 FEBBRAIO 2011

All’atto dell’insediamento di Joseph Cala posi un interrogativo: Decio Cavallo o lo zio d’America? In dieci giorni l’interrogativo è stato risolto. Era semplicemente Decio Cavallo che prima ha illuso quei tifosi granata che pendevano dalle sue labbra anche uscivano sciocchezze e poi, al momento di rispettare il primo punto del contratto, si è tirato indietro. Ritornando le quote alla Energy sport e a Rispoli senza colpo ferire. Vorrei chiarire un particolare ai tifosi, sperando di riuscirci. Cala ha dichiarato di non aver pagato i calciatori perché vi erano accordi diversi dai contratti con Lombardi, lasciando balenare nemmeno tanto velatamente, che si trattava di soldi in nero da riconoscere ai calciatori. Un baratro economico di cui lui, nonostante sette mesi di trattative, era all’oscuro. L’equivoco è stato portato avanti per giorni, sfruttando il silenzio di Lombardi e magari di Salerno. Cala, invece, ha giocato sull’equivoco. I soldi reclamati dai giocatori sono quelli che dovevano intascare a giugno e che hanno rateizzato per garantire alla società l’iscrizione al campionato. Cosa che si sapeva e che lo stesso Cala, ieri mattina ha confermato davanti ai tifosi. Quei soldi non sono in nero ma sono stati rateizzati con titoli della Salernitana a scadenza. Scadenza che era prevista in quel milione di euro che si doveva sborsare entro il 15 e di cui Cala si era fatto garante. Ricordo che il preliminare porta la data del 31 gennaio. Ora se i tifosi, passata la rabbia e la delusione, riflettessero su quanto è accaduto capirebbero che si è trattato di un abile trucco dialettico per non pagare. Se vi erano accordi per pagamenti in nero, dato che sono sulla parola, Cala poteva benissimo rifiutarsi di pagare e denunciare tutto alla Guardia di Finanza. Invece con il suo slang italo-americano ha disseminato dubbi e confuso le idee, creando tensione tra i tifosi e gli stessi giocatori. Basta vedere come sono stati pagati i tre bonifici: con i soldi di un decreto ingiuntivo che non erano suoi. Di suo, come lo stesso Cala ha scritto e firmato nell’atto di restituzione delle quote, non ci ha messo un euro. Se voleva davvero la società pagava, rilevava le fidejussioni bancarie e si atteneva allo scadenzario dei pagamenti che era allegato all’atto dell’acquisto. Tutto ciò che non era stato inserito nei pagamenti Cala sa bene che non doveva pagarlo. Mi dispiace per qualche tifoso che non si è accorto di quello che stava succedendo e dove ci avrebbe trascinato Cala non tra tre mesi ma tra tre giorni. La situazione debitoria della Salernitana è nota a tutti, da tempo lo andiamo dicendo, quei pochi che hanno la bontà di seguirmi lo sanno bene. Chiusa la folkloristica parentesi italo americana, tralasciando per carità tutte le fesserie sulla borsa e sulla Calacorp, l’uscita di scena di Cala è stata degna del suo personaggio. Affermare davanti ai tifosi di presunti attentati di camorra a Mondragone (che lui conosce molto bene e di cui è un assiduo frequentatore insieme al suo osservatore di talent scout Antonio Lombardi) e incolpare addirittura un giocatore quale mandante segna il punto più basso delle sue performance televisive e non. Se proprio vuole parlare di camorra spieghi ai tifosi chi è il fratello di uno dei suoi accompagnatori, cosa ha fatto e dove si trova. Tralascio perché mi preme parlare del futuro della Salernitana. Un futuro che dovrebbe interessare ai tifosi i quali invece di dividersi come al solito farebbero bene, per dirla alla Morandi, di stare uniti. E’ evidente che il frettoloso avvento di Cala è un’altra perla dell’ex patron, pur di sbarazzarsi della patata bollente ha sperato che i progetti di Joseph non fossero come i suoi alberghi sott’acqua. Gravissimo errore. Lombardi sa bene che il suo tempo a Salerno è finito e sa bene che non può lasciare alla deriva la società. Il tempo a sua disposizione è scaduto e in queste ore si sta giocando tutte le sue carte. Al momento posso confermare che è in atto una trattativa per la cessione della società. Imprenditori seri disposti a rilevare la Salernitana, per fortuna, esistono ancora. Tra l’altro nel pomeriggio anche i titolari di un gruppo della provincia di Salerno si è fatto avanti: è la Giaguaro group dei fratelli Franzese. Il guaio è che il tempo a disposizione è poco, la Salernitana ha bisogno di soldi veri e non più di artifizi contabili e chiacchiere al vento. Solo così si potrà salvare la categoria perché con le nuove penalizzazioni in arrivo la strada per i play off si fa sempre più difficile. Può darsi che una nuova e vera società, accompagnata dall’irriducibile passione dei tifosi possa fare il miracolo. E’ un augurio che ci facciamo noi tifosi, bastonati, presi in giro, illusi ma mai domi. Lo sappia anche Macalli: continui a divertirsi sulla nostra pelle. Verranno tempi cupi e duri anche per lui, altro che comunista.

DECIO CAVALLO O LO ZIO D'AMERICA:TRA SCETTICISMO ED ENTUSIASMO LA TIFOSERIA SI DIVIDE
SABATO12 FEBBRAIO 2011

I pessimisti si sprecano, gli ottimisti ballano. Come al solito la Salernitana divide, lo fa anche nel giorno in cui apparentemente i tanti contestatori di Lombardi vedono realizzato il loro sogno. L’addio dell’imprenditore di Vallo e l’arrivo di un magnate italo-americano, apparentemente disposto a investire una pioggia di soldi sul marchio granata.

Perchè tanto pessimismo in giro, dove la maggioranza identifica in Josef Calà, all’anagrafe, ma Cala per amici e parenti, nel famoso Decio Cavallo di Totò memoria?

Lombardi, nei panni di Totò, gli ha venduto la Fontana di Trevi, con l’appoggio di una spalla ancora nell’ombra, il mitico “Scamorza”, o il facoltoso italo-americano per i tifosi granata diventerà lo zio d’America? E’ la domanda più ricorrente tra tifosi e non alla fine della conferenza stampa, in città non si parla d’altro, siti presi d’assalto, commenti a go-go, telefoni impazziti. Perchè? Bella domanda, proviamo a capire gli umori della piazza. La paura è il vero collant tra favorevoli e contrari, paura che dietro l’intera operazione ci sia la mano di Lombardi e non aver chiarito in conferenza stampa i termini dell’operazione non fa che aumentare i timori. E qui spunta Decio Cavallo, chiamato a versare la caparra, come lui stesso ha ammesso, perchè entro martedì bisogna sistemare stipendi e contributi. Inoltre d’un sol colpo Lombardi si è liberato di Salerno, Loschiavo, Casciello, Amato e Leoni, uomini con cui ha contratto un impegno morale e difficilmente allontanabili senza eccessivi contraccolpi. Il fatto che lo stesso consulente di Cala abbia ammesso che l’accordo vada limato ancora non fa che aumentare questi timori. Accompagnati dal fatto che nei mesi scorsi, il nome di Cala è stato associato al Torino, al Palermo, al Catania, al Montecatini basket. Tutte trattative saltate all’ultimo momento, un po’ come la Meleam. Nell’osservare le reazioni lo scetticismo arriva soprattutto dalla vecchia guardia salernitana, quella scottata, negli anni ‘70, dai facili entusiasmi di Pietro Esposito con la sua valigia pieni di soldi o di Japicca. E quello slang di Cala, a volte tagliente come un rasoio a doppia lama, passato sul volto amaramente sorridente di Lombardi (come si fa a tenere 32 giocatori in rosa se non si possono pagare gli stipendi) a volte suadente come un incantatore di serpenti (subito la serie B e poi la A, grande vivaio, quotazione in borsa) non ha convinto tutti. I più ottimisti, per fede, per speranza e per quello che i siti internet hanno mostrato, sognano una Salernitana a stelle e strisce, capace di rinverdire i fantastici anni ‘90. E’ peccato? Assolutamente no, fosse vero anche la metà di quello che ha detto e promesso mister Josef, dietro l’angolo si prospetta un rilancio della Salernitana in grande stile. Come al solito saranno i fatti a fare giustizia, cominaciando dal saldo stipendi e contributi, necessario per evitare ulteriori penalizzazioni. Raggiungere la tranquillità economica sarebbe un gran passo e davvero si getterebbero le basi per un futuro migliore, di buone prospettive per il calcio a Salerno. Decisamente non all’altezza delle dichiarazioni di mister Josef quell’Antonio Lombardi da Nola, presentato come un fenomenale talent scout di giovani ma che nessuno del calcio italiano, interpellato per saperne di più, conosce anche per sentito dire. Un perfetto Carneade che dovrebbe trasformare il vivaio granata come quello del Boca. Affascinante. Non ci resta che attendere gli sviluppi per capirne di più, oggi parlerà il coach Breda a cui, stando alle parole del nuovo patron, è stata tolta la tutela del ds Salerno. E sarà chiamato a fare gol, come più volte Josef Cala ha ripetuto in conferenza stampa. E come lo stesso ha detto ai calciatori granata, ieri mattina a Casignano. Decio Cavallo o lo zio d’America? Attendiamo fiduciosi.

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