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lunedì 22 giugno 2015

E' morta Laura Antonelli, ha fatto sognare gli italiani


Fonte: R.it Spettacoli

Aveva 74 anni. Icona del cinema sexy aveva raggiunto la popolarità con "Malizia" per il quale aveva vinto un David e un Nastro d'Argento

E' morta a Ladispoli, vicino Roma, l'attrice Laura Antonelli. Secondo quanto si è appreso, a dare l'allarme stamattina intorno alle 8.30 è stata la donna delle pulizie che l'ha trovata per terra in casa. Arrivati nell'abitazione gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. L'attrice che aveva fatto sognare gli italiani con film-cult come Malizia di Salvatore Samperi (1973) e Sessomatto di Dino Risi conquistò il titolo di icona-sexy del nostro cinema negli anni Settanta è morta all'età di 74.

Nata a Pola, il 28 novembre 1941, da ragazza sembrava destinata a fare l'insegnante di educazione fisica, ma subito dopo gira alcuni caroselli pubblicitari e si mette in luce come attrice di fotoromanzi. Debutta nel cinema a 25 anni con Le sedicenni (opera prima di Luigi Petrini, 1966), presto seguito da altri film che rivelano il suo irresistibile e morbido sexy-appeal. Venere dall'aria dolce e dallo sguardo sognante (in parte merito della miopia), nel 1971 conquistò il cuore di Jean-Paul Belmondo durante le riprese de Gli sposi dell'anno secondo (Jean-Paul Rappeneau). Con Malizia (Salvatore Samperi, 1973), si aggiudicò un David di Donatello e un Nastro d'argento come miglior attrice e s'impose come indiscussa capostipite del genere erotico all'italiana. Attraverò gli anni '70 esibendo sullo schermo le sue forme senza veli ("In fondo ci spogliamo tutti una volta al giorno"), arrivando a moltiplicarsi nei divertenti episodi di Sessomatto (Dino Risi, 1973). Sotto la guida di registi come Giuseppe Patroni Griffi (Divina creatura, 1975) o Luchino Visconti (L'innocente, 1976) dimostrò di saper affrontare ruoli più drammatici e impegnativi, senza mai rinunciare all'arte della seduzione, magari con l'aiuto di fili di perle o di merletti trasparenti. Particolarmente a suo agio nell'incarnare bellezze d'altri tempi, nel 1981 si fece rubare la scena da un'attrice molto meno bella di lei, la brava Valeria D'Obici, (Passione d'amore, Ettore Scola, 1981).

Per assicurarsi le grazie del giovane figlio di Sean Connery, Jason, si trovò a fare ancora i conti con una rivale, insidiosa e attraente come Monica Guerritore ne La venexiana (Mauro Bolognini, 1985). Superati i 40 anni giocò a conquistare i comici più popolari del cinema italiano. Anche se un tipo come Diego Abatantuono ce la mette tutta per resisterle (Viuuuulentemente...mia, Carlo Vanzina, 1982) e Maurizio Micheli viene interrotto sul più bello dall'arrivo di suo marito, il "resuscitato" pieno d'alghe Adriano Pappalardo (Rimini Rimini, Sergio Corbucci, 1987). Dopo un tentativo mal riuscito di ripercorrere le glorie di un tempo, (Malizia 2000, Salvatore Samperi, 1991) la scelta di rallentare notevolmente la sua attività.

Ma i giornali erano tornati a parlare di lei quando l'amico Lino Banfi lotterà per farle avere l'assistenza della legge Bacchelli ma lei rispose con una lettera in cui chiedeva di essere dimenticata.



 
 
 









 

domenica 21 giugno 2015

Al Caffè dell’Artista, Letizia Vicidomini con “La poltrona di seta rossa”


Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello

Il 1° giugno, a conclusione dell’Ora della Narrativa, curata con particolare affezione da Licia Di Stasio, all’interno del Caffè dell’Artista di Salerno, storico circolo culturale, è stato presentato il libro “La poltrona di seta rossa” di Letizia Vicidomini. La scrittrice preceduta dal successo dei suoi libri è stata inserita, a pieno merito, nella manifestazione di Salerno Letteratura, che si terrà in città dal 22 al 28 prossimo. La serata a lei dedicata è del 23 giugno alle ore 17 e debutterà con un avvincente noir che ha tirato fuori dal cassetto, dove giaceva in nuce, per pura casualità. Letizia Vicidomini oltre ad essere una scrittrice lanciatissima è stata speaker in tutte le maggiori radio campane, da Kiss Kiss a Rtl 102.5, da Radio Marte a Radio Club 91, passando per Crc e Radio Punto Nuovo. E’ nata e vive a Nocera Inferiore, ma è cittadina onoraria di Napoli. Ha pubblicato Nella memoria del cuore (2006), Angel (2007) e Il segreto di Lazzaro (2013).
Licia Di Stasio, la curatrice dell’interessante serata, dai toni distesi e culturalmente accattivante, così ha detto del suo libro: “La poltrona di seta rossa, saga familiare che, attraverso i ricordi di una centenaria, narra gli avvenimenti storici lungo un arco di tempo che va dai primi dell’ottocento fino ai giorni nostri. Dal caleidoscopio di personaggi emergono figure femminili, Ernestina, Melina, Maria che entrano nel mondo del lavoro accanto ai loro mariti, portando avanti, con successo iniziative manageriali. Ma il nipote preferito di nonna Ernestina è Angel, figura particolare di artista, musicista, pittore che è in grado di percepire segni profetici oltre la realtà, con magiche intuizione.” Il pubblico numeroso, come sempre, ha seguito con interesse la lettura di alcune pagine, le più significative per entrare nel clima della narrazione, lette, con particolare intensità interpretativa, dalla giovanissima Sara D’Aniello. La serata si è conclusa, con la lettura in anteprima, da parte della stessa scrittrice, dell’incipit del noir che andrà a presentare a Salerno letteratura, dal titolo “Nero”.

Maria Serritiello
 
 


giovedì 18 giugno 2015

Rosanna Lamberti ospite del Laboratorio dei Pensieri Scomposti di Salerno con “Il Contastorie”


di Anna Ciufo


OSPITO BEN VOLENTIERI NEL MIO BLOG GLI ARTICOLI SCRITTI DA ANNA CIUFO, ESSENDO LAPILLI.EU TEMPORANEAMENTE IN MANUTANZIONE.


 Ci camminano al fianco nelle piazze gremite e tra le grida dei venditori nei mercati rionali; sono accanto a noi nell’aria soffocante dei bus affollati, nelle sale d’attesa degli ambulatori. Ci sfiorano nelle lunghe code snervanti degli uffici postali o alla cassa del supermercato. Sono “gli altri”, di cui spesso non conosciamo nemmeno la voce. A volte afferriamo le bave dei loro discorsi quando ci passano accanto per strada. E’ solo un istante: “gli altri” che incrociano il nostro andare, di solito non lasciano il segno.

 Rosanna Lamberti, autrice de “Il contastorie” -Edizioni Il Quaderno- sembra invece aver fatto suo l’assunto di Joyce: “Tutti i rumori che ci circondano fanno molto meno rumore di noi stessi. Il vero rumore è l'eco che le cose hanno in noi”. Ha osservato, ascoltato, poi ha trattenuto quell’eco che parole, gesti, sorrisi, sguardi hanno generato in lei, l’ha lavorato come argilla, ed ecco nascere una storia di storie: così, in massima sintesi, può essere definita questa raccolta di racconti , un libro da leggere tutto d’un fiato per la simpatia che ispirano i ben delineati personaggi e per lo stile semplice e curato. 

 La presentazione del libro, promossa dal Laboratorio dei Pensieri Scomposti, è avvenuta a Salerno il 5 giugno presso l’Archivio dell’Architettura contemporanea, piazza Elina, alla presenza di Umberto Flauto, responsabile culturale dell'associazione stessa, Stefania Spisto, presidente de Il quaderno edizioni, Rino Mele, docente universitario, e Luigi Gravagnuolo, consigliere del Comune di Cava de' Tirreni.

 Il percorso narrativo de “Il contastorie” si snoda attraverso una serie di incontri che si rivelano adatti ad una successiva costruzione di eventi e situazioni dettata dalla fantasia dell’autrice, ma raccontati dal suo alter ego, un viaggiatore di commercio che si autodefinisce “guardone della vita”, ben diverso, s’intende, da chi “gira di notte per fratte cercando di saziare la sete di perversione osservando le evoluzioni acrobatiche di coppiette appartate”.

 Il contastorie abita in un appartamento che affaccia sui binari della ferrovia e lì, quasi ogni sera, attende il Freccia Rossa delle 21,47 per lasciare che il proprio sguardo si imbeva delle figure dei passeggeri appena percepibili dietro ai vetri delle carrozze sferraglianti, per potersi momentaneamente impossessare delle loro vite. Perché? “Perché sono addolorato di vivere una sola vita”, risponde lui, piccato. In fondo, la vita è davvero troppo breve per vivere solo la propria, unica esistenza. Ed ecco, allora, scorrere davanti al lettore la storia del marinaio Salvo, metafora del cambiamento che di frequente la vita ci impone ma che talvolta viene rincorso dalla nostra inquietudine, e quella del Pulcinella che “spesso non indossa panni lindi, e di frequente ci cammina al fianco”. Leggeremo di Annibale, “giovane sardo taciturno”, poco più che diciottenne e di Elena “dagli occhi di mirto”, che nella notte tra l’8 e il 9 settembre del ’43 sono protagonisti, loro malgrado e in diversi ruoli, del tempo “della disperazione e delle grida, dei pianti e delle bestemmie”. E poi, ancora, Mallardone, Ciro, Gennaro, Giuseppe, Carmela, un drappello di cani randagi, e Ciro, cane solitario, spirito libero, diverso da tutti i compagni di avventura, che “gioca da solo a chiapparello con i raggi che riescono a fondere le nubi e calano come lance sulla spiaggia” e, nell’intento di far innamorare di sé Cerasella, accetta i consigli della luna.

 Come scrive Franco Bruno Vitolo nella prefazione, sedici “storie colorate da un realismo magico, trasfigurate dal sorriso e/o da un invito alla riflessione, eppure a loro modo vere”.

Con Il Contastorie, L’autrice Rossana Lamberti è al suo secondo libro. Il primo, pubblicato nel 2008 con il titolo “La favola bella, storie in una storia”, edito da Ibiskos, ha ottenuto un lusinghiero successo.

Il Laboratorio dei Pensieri Scomposti (laborpensieriscomposti@gmail.com) la cui presidente è Rosanna Giannino, è un'associazione di promozione sociale finalizzata alla diffusione della cultura, nata nell'ottica di promuovere e svolgere iniziative di carattere sociale, culturale, artistico, creativo, scientifico ed enogastronomico.

Anna Ciufo
 
 



A Palazzo S. Agostino di Salerno Mi arrampico senza vedere”-Solo Exhibition, la personale del giovane artista campano Ciro Pompeo.


OSPITO BEN VOLENTIERI NEL MIO BLOG GLI ARTICOLI SCRITTI DA ANNA CIUFO, ESSENDO LAPILLI.EU TEMPORANEAMENTE IN MANUTANZIONE.

L’arte informale e materica di Ciro Pompeo in “Mi arrampico senza vedere”-Solo Exhibition.
 
di Anna Ciufo

 

 Nella sala Giunta di Palazzo S. Agostino, sede della Provincia di Salerno, il 5 giugno ha avuto luogo il vernissage di “Mi arrampico senza vedere”-Solo Exhibition, la personale del giovane artista campano Ciro Pompeo.

 Curata da Gina Affinito, che ha anche introdotto l’opening, la mostra è stata patrocinata dalla Provincia di Salerno, dal Comune di Furore e da Furore “Paese dipinto”.

 Un’arte informale e materica, libera dagli stringenti lacci di convenzioni e virtuosismi che connotano varie correnti pittoriche tese a fotografare in modo pedissequo la realtà, sia pur con risultati mirabili: è questa la connotazione del linguaggio artistico di Pompeo che riesce con energica efficacia a comunicare le proprie sensazioni e il proprio subconscio senza dover ricorrere alla rappresentazione di elementi ricorrenti nel quotidiano, bensì utilizzandone alcuni unicamente come trait d’union tra sé e il mondo; intorno ad essi -per lo più legni erosi dall’acqua, lavorati dal tempo- Pompeo stende la propria realtà con pennellate istintive, strati di colore a volte sovrapposti, sempre improvvisati, nelle cui trame possono eventualmente essere percepite figure non programmate, assolutamente frutto del caso, del concretizzarsi di un subconscio lasciato esondare senza freni.

 All’interno della mostra si è potuto seguire un percorso artistico elaborato su supporti di poliestere espanso: superfici scabrose realizzate con paste cementizie, collanti e polietilene, sono parsi come volti segnati dal tempo e sui quali ogni ruga racconta un giorno, un amore, un dolore.

 “L’arte è, in sostanza, l’indicibilità della vita”, dice l’artista, fornendo così la chiave di lettura del proprio sforzo creativo che intende superare la banalità della rappresentazione pura e semplice della realtà per approdare all’intrigante rielaborazione della stessa, affidando solo al colore e alla materia il palesamento, seppur trasfigurato, di ciò che è relegato in un angolo inaccessibile dell’esistenza.

 Il materiale ligneo, pur affiorando, viene inglobato nel colore dando vita ad una fusione tra fantasia e contingente, tra materia e spiritualità.

 Le luci che esplodono sui supporti e sugli sfondi materici creano chiaroscuri, delimitano ma anche dilatano gli spazi esistenziali, introducono domande alle quali ogni spettatore può rispondere in modo assolutamente personale in un processo di suggestiva interazione.

 Nato a Napoli nel 1979, Ciro Pompeo vive ed opera a Pompei; autodidatta, non proveniente da studi accademici, ha dipinto il suo primo quadro nel 1992, pur avendo sviluppato fin da ragazzo una spiccata vena artistica che ha nutrito nel corso degli anni grazie ai viaggi e all’incontro con diversi artisti italiani e non. Dopo aver vissuto per qualche anno a Londra, si è dedicato agli studi di “chimica generale” durante i quali ha avuto modo di osservare il “comportamento” dei materiali; da qui il continuo desiderio di giocare con la materia, miscelare, comporre. 

 Le sue più recenti esposizioni: II edizione del concorso sc’Arti in mostra. Museo Irpino, Complesso Monumentale ex Carcere Borbonico di Avellino 2015; Premio Art Gallery 2013; Premio Terna 2014; Terra Furoris, mostra d'arte contemporanea in collaborazione con il Comune di Furore, a cura di Gina Affinito; Furore Paese Dipinto, opera in permanenza collocata per la rassegna “Furore Muri in cerca d’Autore”; Italian Soul - Dubai Contemporary Art Exhibition, mostra d’arte contemporanea in UAE, dicembre 2014 a cura di Gina Affinito (I edizione); Italian Soul - Abu Dhabi Art Hub- mostra d’arte contemporanea in UAE, marzo 2015 a cura di Gina Affinito (II edizione). 

 Il Prof Carlo Roberto Sciascia, che ha curato il testo critico ed ha presentato l’artista durante la serata di inaugurazione della mostra, ha sottolineato quanto “l’artista possa diventare testimonianza del reale e del subconscio, dell’essere e dell’agire senza mai convergere verso visioni filosofiche esistenzialiste perché propone una visione serena della realtà, pur con tanti tormenti insiti; in essa è data la possibilità all’uomo di realizzarsi nel mondo e di sprigionare le personali energie interiori”.

La mostra “Mi arrampico senza vedere” è visitabile fino al 5 luglio 2015, dal lunedì al venerdì, negli orari di apertura al pubblico della location.


sito ufficiale: http://www.ciropompeo.com/

Anna Ciufo



 

"La Ballata del Brigante" di Enzo D'Arco spettacolo itinerante a Monte San Giacomo(Sa)





La Ballata del Brigante", uno spettacolo più unico che raro.
La pièce permanente ed itinerante ad alto coinvolgimento emotivo è scritta e diretta dal Maestro E...nzo D'Arco e portata in scena dalla Compagnia teatrale “La Cantina delle Arti” di Sala Consilina (SA), coadiuvata dagli allievi del Laboratorio teatrale “Fermento alle falde del Cervati” di Monte San Giacomo (SA).
L’Associazione Culturale “Grotta, Briganti e Cacio” di Monte San Giacomo (SA), è fautrice dell’omonimo evento di valorizzazione e promozione territoriale. Il progetto "Grotta, Briganti e Cacio", ideato, amato e sostenuto dall'omonima Associazione Culturale, nasce da un'intuizione di un gruppo di amici che credono fortemente nella possibilità concreta di costruire un futuro migliore per la propria terra. 


 Riprese e montaggio di Massimiliano Abbamonte.
Musiche di Lorenzo Tempesti.


 Lo spettacolo si terrà all’imbrunire, a Monte San Giacomo (SA), alle falde del Monte Cervati, in località "Vallicelli" nelle seguenti date:


20 e 21   giugno 2015
22 e 23   luglio 2015
22 e 23   agosto 2015 

12 e 13 settembre 2015

 È NECESSARIA LA PRENOTAZIONE!
Info e prenotazioni:
www.grottabrigantiecacio.it
facebook.com/grottabrigantiecacio






Teatro e Terra, Teatro e Territorio è un connubio sul quale si fonda il progetto, un programma di valorizzazione del rapporto tra tradizione ed innovazione teso a mettere in rete l'Associazione "Grotta, Briganti e Cacio", "La Cantina delle Arti", a cui è affidata la parte spettacolare dell'evento con la Direzione Artistica del Maestro Enzo D'Arco, ed i cittadini di Monte San Giacomo (SA), in iniziative Artistico/Culturali, proponendo un percorso teatrale in forma itinerante e permanente, basato su temi sociali ed ambientali, inscritti nell'ambito della ricerca per uno sviluppo sostenibile in epoca contemporanea. Tale progetto, infatti, include e promuove anche un percorso stabile di formazione teatrale "Fermento alle falde del Cervati", legato ai temi dell'ambiente, della cultura popolare, della valorizzazione della memoria e della cittadinanza attiva, con particolare riferimento al periodo storico legato al brigantaggio. Il territorio è portatore di ricchezze di cui il teatro può farsi cassa di risonanza. Le risorse naturali, i prodotti della ruralità contemporanea, la gastronomia, la storia e la cultura di un popolo possono rappresentare un importante volano di sviluppo socio economico per il Territorio

Lo spettacolo si sviluppa in quattro quadri ad impatto naturalistico, dove lo spettacolare scenario naturale che ci ospita ne è parte integrante e fondamentale.
La montagna, il Monte Cervati, padrona di casa, è raccontata come rifugio, come ultimo baluardo del senso di appartenenza per i briganti e come fonte di sostentamento, come mito e rito per i pastori e, spesso, gli uni e gli altri, si confondono e si fondono in un unico destino.


In primo piano c'è la Grotta. La "casa/tana" del Brigante. I suoi segreti, gli stati d'animo, gli ideali, i compromessi, così come le delusioni, arpeggiano e dimenano la Storia, quella vera, che ne è padrona incontrastata. Non quella dei libri di scuola, che appartiene solo ai vincitori, ma la Storia popolare, documentata ed orale, di quel periodo storico, fortemente legato a questa parte di territorio.
L'intimità del viaggio, del racconto, quasi carnale, toccante ed irriverente, lascia il visitatore/spettatore con un ricordo indelebile nella mente.
Sospesi tra cielo e prato, assalti, depistamenti, accoglienza, rivelazioni, condivisioni, canti, riti e la cena del Brigante che tra pasta e fagioli, caciocavallo e vino, creano una miscela esplosiva che coinvolge in prima persona e sulla strada del ritorno annida il dubbio di aver vissuto un'esperienza reale.



Largo al Giallo di Salerno Letteratura - Crimini sotto il Sole






Venerdì 26 - alle 19:00 - Largo al Giallo di Salerno Letteratura - Crimini sotto il Sole - Antologia curata da Cristina Marra.

 Racconti di: Lorenzo Beccati, Brunella Caputo, Piera Carlomagno,
Gianmauro Costa, Patrizia Debicke, Arianna Destito, Cristina
Marra, Alessandro Maurizi, Fabio Mundadori, Piergiorgio Pulixi



Dieci crimini avvengono sotto il sole estivo in località turistiche
dove altrettante investigatrici si trovano per vacanza o per lavoro.
Professioniste o dilettanti, le donne detective di grandi firme
del giallo e del noir si ritrovano a indagare su inquietanti casi.
Al mare o in montagna, in Calabria, Sardegna, Campania, fino al
Brasile le nuove protagoniste danno la caccia al colpevole.

“Il caldo e le donne detective. Uno strano, dirompente effetto,
che agita e opprime, che muove e nasconde. Il caldo, le donne e il delitto: tre aspetti di uno stesso inferno e della ricerca di un ordine che non c'è. Il caldo, le donne, il delitto e l'estate. L'unico modo di arrivare fino in fondo, e scoprire che la soluzione di un mistero è lo stesso mistero”.
Maurizio De Giovanni








mercoledì 17 giugno 2015

Antonio Perotti presenta: Un ponte culturale Salerno-Torino

 

All'arco Catalano di Salerno Festa della Musica 2015 con la Compagnia Daltrocanto

 
sabato 20 giugno
ore 19,30
Arco Catalano
Palazzo Pinto
Salerno
 
 

Al Museo Archeologico di Salerno in esclusiva, Il film-documentario di SkyArte: “Reggia di Caserta”.


Organizzato da Fonderie Culturali

Confermato anche a giugno il binomio cinema e arte.

Sabato 20 giugno al Museo Archeologico di Salerno si abbasseranno nuovamente le luci per riprodurre l’atmosfera di una vera sala cinematografica ed ospitare così la proiezione, in esclusiva, del film-documentario di SkyArte: “Reggia di Caserta”.

L’apertura straordinaria del Museo fino alle ore 23.00 offrirà ai visitatori la possibilità di assistere a due proiezioni gratuite del film (ore 20.30 e 22.00 - prenotazione obbligatoria) ed entrare anche in luoghi in parte inaccessibili della Reggia di Vanvitelli, grazie al montaggio di immagini video, illustrazioni artistiche e ricostruzioni grafiche. Partendo dalla fine dell’estate del 1750 si ripercorreranno gli anni della costruzione della Reggia, ponendo l’attenzione su chi ha vissuto più a lungo nel Palazzo: Ferdinando IV e Maria Carolina D’Asburgo. Un coinvolgente racconto condurrà poi i visitatori nelle milleduecento stanze di un sublime labirinto, occhieggiando dalle quasi duemila finestre aperte su un parco lussureggiante.

“Volando tra scaloni monumentali e infiniti corridoi, appartamenti reali e boudoir, sale di rappresentanza e curiosità, ci sposteremo nell’immenso e meraviglioso parco che consente ‘fughe’ inaspettate e grandiose, ambienti di incredibile vastità, alternati a radure che sembrano uscite da un libro di fiabe.”

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – Proiezioni alle 20.30 e alle 22.00
Prenotazione obbligatoria: tel: 089/231135 - whatsapp 3925846243
 
 
 
 

Darinka Montico presenta il suo libro all'Archivio dell'Architettura Contemporanea a Salerno

 
WALKABOUT è la camminata che gli aborigeni compiono in età adolescenziale, da soli nel deserto, per riconnettersi con le origini ancestrali delle loro terre e conoscere se stessi. Con questo stesso intento, Darinka Montico, rientrata in Italia dopo anni trascorsi a viaggiare per il mondo, si è messa in cammino decisa a conoscere il Belpaese e ha inseguire il suo sogno. Sola, senza soldi e con i piedi come unico mezzo di locomozione, Darinka ha attraversato l’Italia, dalla Sicilia a Baveno, il suo paese natale sulle sponde del lago Maggiore, raccogliendo con entusiasmo e speranza anche i sogni delle persone che incrociavano i suoi passi, disposte a donarle un pezzetto di se stessi.
 
Giovedì 25 giugno alle ore 19.00
 
 
Fonte: Wikipedia
Viaggio a piedi da Palermo a Baveno: “Così scopro l’Italia”
di Beatrice Archesso

In viaggio a piedi da Palermo a Baveno: è la sfida di Darinka Montico, 33 anni. L’aereo per la Sicilia parte oggi, poi tutto proseguirà a piedi, senza soldi, solo con sacco a pelo, macchina fotografica e telefonino.
Mamma croata e papà bavenese, Darinka sul lago è restata poco.

La passione per i viaggi e qualche delusione amorosa l’hanno portata a visitare il mondo da quando aveva 20 anni: Laos, Cina, Australia, Nuova Zelanda e Londra, dove ha vissuto per otto mesi l’ultimo periodo prima di tornare a casa a febbraio. La voglia di esplorare non le ha permesso di fermarsi a Baveno per molto: una volta trovati gli sponsor che hanno fornito zaino, indumenti e materiale tecnico, ha preso forma il sogno: attraversare l’Italia a piedi.

«Voglio provarci - racconta Montico -. È un desiderio che ho da sempre, ma ogni volta procrastinavo. Stavolta è stato diverso: a Londra lavoravo come massaggiatrice di giocatori professionisti di poker e una sera ho capito che proprio non era il mio posto, così ho deciso di tornare a casa per dedicarmi a ciò che avevo sempre sognato».

Di definito c’è solo la prima parte dell’avventura: in Sicilia, girerà Palermo, Agrigento, Siracusa, Catania e Messina. Poi risalirà lo stivale senza una tabella di marcia precisa. Anche per questo non c’è una data per il ritorno: «Potrebbe essere tra settembre e ottobre».


Per iniziare il viaggio Montico ha posto una base di partenza sicura attraverso «Couchsurfing», un sito Internet dove volontari offrono ospitalità ai viaggiatori on the road. «Dalla Sicilia mi hanno già chiamata per chiedermi cosa mangio e se ho preferenze», spiega divertita. Ma durante il cammino potrebbe capitare di dormire in posti di fortuna, per questo nello zaino c’è anche materassino. «Ho amici che mi raggiungeranno per fare con me tratti di strada - specifica -. Porterò inoltre con me una scatola realizzata da un amico che ha scolpito sul coperchio un orecchio: durante il tragitto infatti voglio raccogliere sogni e pensieri delle persone che incontrerò». Per documentare storie e tradizioni e tenersi in contatto con il mondo, ci saranno macchina fotografica, iPad e cellulare.   

Per la bavenese non è la prima avventura in viaggio: «Una volta dovevo rientrare in Europa dal Laos e mi cancellarono l’aereo. Decisi allora di tornare a piedi e in autostop attraversando l’Asia», ricorda.
Nei Paesi che ha visitato Montico si è mantenuta lavorando e adattandosi alle circostanze: cameriera nelle miniere, guida turistica, insegnante di inglese per i bambini. «Stavolta invece vivrò giorno per giorno, cercando di volta in volta ospitalità e seguendo le indicazioni della gente che troverò sulla strada».

 

 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 
 






 
 
 

 

mercoledì 10 giugno 2015

Lettere da Ischia di Ferdinando Bianco



Prendo in prestito, rimaneggiando, il titolo del Premio Strega del 1954, "Le lettere da Capri" di Mario Soldati, per iniziare una corrispondenza da Ischia di Ferdinando Bianco da inserire in questo blog. " "Lettere da Ischia", dunque, per conoscere il pensiero e le riflessioni del dott.re Ferdinando Bianco.






L'importanza della speranza

Dovendo in qualche modo dare un significato positivo ai pomeriggi del mio soggiorno a Ischia, quando non posso giocare a tennis,ho preso l'abitudine di fare delle escursioni negli immediati dintorni del mio alloggio.certe volte preferisco percorsi cittadini,per stradine lustre e ben tenute tra mura bianche di fabbricati rimessi a nuovo e negozi colorati e festosi nel lussureggiante sfavillio di fiori e piante che fanno capolino da ogni dove a testimoniare la loro voglia di esserci profittando di un clima dolce e prodigo di umidità e dell'impegno quotidiano degli indigeni profuso a piene mani e con dedizione a che il loro habitat sia accogliente sempre e ovunque. Altre volte mi inerpico per tratturi e sentieri tracciati dall'uomo nella rigogliosa vegetazione che troneggia su Casamicciola. E allora mi viene da chiedere:come si potrebbe articolare un intervento volto a rendere ancora più percorribili e gratificanti tali percorsi al fine di invogliare al movimento la popolazione locale e turistica in ogni periodo dell'anno e  garantirsi altresì un monitoraggio continuo e solerte del suolo?un uomo politico,e il mio pensiero va adesso al neo governatore della nostra regione che tanto be,ne ha saputo fare della sua Salerno ancorché spesso insidiato da ricorsi faziosi,come può intervenire in tal senso? Come può intervenire riorganizzando quello spazio con annesso fatiscente fabbricato di proprietà di un ente religioso che lega ereditariamente l'uso di tale suolo alla costruzione di una struttura volta esclusivamente a soddisfare le esigenze dei meno abbienti diseredati,antistante l'hotel termale ELMA a Casamicciola? E pensare che tale intervento darebbe lavoro prima,accoglienza solidale dopo e bellezza turistica poi! Bill Gates come potrebbe essere interessato?e il succitato neo Governors come risolverebbe? Tornando alle escursioni,di dominio assoluto del Dr Iorio,come incrementarle e renderle uno dei momenti più gratificanti per gli ospiti dell'isola? Quando si dice la speranza! Un tavolo che mettesse insieme le menti più belle che si facesse portavoce di queste istanze migliorative,sfrondate dai legacci burocratici,che migliorie potrebbe apportare?utopie? E perché rinunciare pregiudizievolmente alla speranza?


Ferdinando Bianco e' nato a Terzigno, in provincia di Napoli, ma ha svolto la sua attività di medico, prima a Savoia di Lucania ed il restante ad Avigliano in Basilicata. Ha due passioni, la frutta, meglio se colta dall'albero e che mangia a iosa, ed il tennis, sport nel quale è particolarmente versatile, ma essendo un uomo di scienza, e ' in costante studio della prospettiva scientifica della problematica esistenziale, ovvero, chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo ( il brodo primordiale). Da diversi anni dipinge con tecnica mista e colori pigmentati e variamente assemblati. Ha un curriculum espositivo  di una certa importanza. Le sue opere possono essere visitate sul suo sito: biancoferdopere.