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giovedì 17 febbraio 2011

"Stiami Uniti" il tormentone di Morandi, per il festival 2011


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

2° SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2011

Il tormentone- “Perché Sanremo è Sanremo” era lo slogan di qualche tempo fa, correvano gli anni di Pippo Baudo, con all’attivo 12 presenze, oppure “Allegria” del fu “Senatore” Mike Buongiorno, campione per 11 volte, anche lui, alla kermesse canora. Così il tormentone di quest’anno è “Siamo Uniti”che, ogni volta e lo ripeterà per 5 sere, Gianni Morandi ce lo fiaterà nelle orecchie. In questo momento storico, la ripetizione suona alquanto sinistra, ma se non si riesce neanche a festeggiare insieme 150 anni che, comunque sia, sono passati sulla pelle degli italiani, di che unione parla il Don Gianni della parrocchia Italia?

I complimenti- Il conduttore ad un certo punto della serata si accorge dell’abito di Belen e si lancia in complimenti, ma si capisce subito che non è a suo agio, forse che l’impaccio gli deriva dal fatto che non è ancora uscito dal suo successo “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”?

Le bellezze- Belle si, lo sono, certamente, ma poi ? Oltre l’immagine che c’è? Per Elisabetta Canalis, George Cluney, una star internazionale che ha deciso di tenersela, per sempre, come decorativa fidanzata, lui stesso, infatti, lo ha dichiarato “ non sono più intenzionato a sposarmi”. Per Belen, invece, e confesso, non mi è per nulla simpatica, dietro le sue spalle, aleggia la figura inquietante, rosa-noir, di Corona. Peccato che le due fanciulle del solo merito (Cluney e Corona) non ne vogliono parlare….su che cosa, allora, con loro, possono intrattenerci, sulla “critica della ragion pura” di Kant?

Il Festival – Da tutti criticato il festival è guardato da milioni d’italiani e per la rete ammiraglia la battaglia con le altre tv è vinta. 61 anni ci hanno addomesticati a questa manifestazione, come ad una festività comandata, quasi religiosa e così per abitudine, per curiosità, per gli abiti delle bellezze femminili o per ragioni che sfuggono all’analisi, gli italiani s’incollano al televisore e sebbene dormano davanti allo schermo, si sentono partecipi, dentro una manifestazione che ormai è più per la vista e meno per l’udito, quello che ci avrebbe fatto apprezzare le canzoni.

La canzone della seconda serata- Io l’adoro, perché è un poeta, un uomo sensibile ed un insegnante amato dagli allievi. Il “Professore” Roberto Vecchioni, il collega d’italiano, per tanti anni la sigla romantica e di guerra degli anni miei. L’età per il cuore non conta e “Chiamami ancora amore”, la canzone frutto della rabbia positiva, dell’energia piena del cantautore, amato da più generazioni, per essere da più di quarant’anni sulla scena, ne è una prova. “Grazie Roberto”per non avermi/ci mai delusi.
Maria Serritiello

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