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lunedì 28 febbraio 2011

"Soltanto vederti" il nuovo racconto di Sam Chilton



SAMUELA CHILTON

La moneta cadde nella ciotola e il tintinnio la destò da quel momento catatonico. Era la prima
moneta? Non ne era certa, e non aveva voglia di pensarci posò solo lo sguardo su quella domanda.
Non era la prima moneta fu la risposta. Già qualcun altro si era mosso a compassione.
Dopo vari spostamenti per la città finalmente aveva trovato il posto perfetto, mai più l'avrebbe
cambiato e oltretutto non era neanche male, a volte capitava che qualche signora le offrisse anche
un bignè. Certo le faceva piacere mangiare qualcosa, però preferiva le monete. Oggi che cartello
teneva? Non ricordava bene neanche questo, ormai i momenti di lucidità erano sempre più brevi,
ma non ne sentiva per niente la mancanza perchè quando tornavano, quei momenti, erano
troppo dolorosi.
Svegliarsi dal torpore e capire di trovarsi in quel margine di vita la turbava ogni volta. Meglio,
molto meglio offuscarsi la mente, dimenticare i ricordi, le cause di quel presente, tutto.
Dimenticare tutto. Dimenticare ciò che era stato.

Il rintocco delle campane di una chiesa vicina annunciò l'una e sollevando la testa senza motivo si
accorse che l'aria si stava oscurando e le nuvole, diventate grige e dense, non promettevano niente
di buono. Ci mancava la pioggia! L'acqua l'avrebbe costretta ad andar via, bagnarsi di acqua
piovana non era proprio il caso. Ma non ancora. Non sarebbe andata via ancora. Non poteva farlo,
soprattutto non lo voleva.
Un'altra moneta arrivò nella ciotola: “grazie, grazie tanto” rispose con un sorriso più simile ad una
smorfia, ma il generoso passante non sentì. Era uno dei tanti che nell'elemosinare una moneta
provano un pudore di cui si vergognano . Non sentì il suo grazie tanto fu rapido ad uscire dal bar e
a svoltare nel vicolo al lato.
Ecco la frotta di bambini urlanti uscire dalla scuola media, che età ingrata era quella, non si aveva
ancora formata nessuna personalità ma tutti si credevano già adulti. Non li sopportava proprio.
Erano brutti e antipatici ma in fondo, la sua, era solo invidia. Lei non era mai stata così spensierata,
non aveva mai avuto motivi per ridere così forte.
Le sembrava fosse passato molto tempo dal rintocco delle campane, l'aria peggiorava ed era
meglio andar via. Ma perchè proprio oggi tardava? Ogni giorno da mesi puntuale passava davanti a
quel bar, sempre elegante, con una serenità sul volto che, lei, ogni giorno della sua vita, aveva
pregato facesse parte del suo essere quotidiano. E si convinceva anche che le sue preghiere fossero
state esaudite.
Ecco la prima goccia sulle mani, com'erano rugose. Da anni ormai la pelle era macchiata da piccole
chiazze scure e anche le unghie erano diventate giallognole e micotiche. Chi mai avrebbe voluto
una carezza da quelle mani? Un buffetto sulle guance? Ecco di nuovo saliva un momento di
lucidità fastidioso come un conato. Ma nonostante l'aspetto delle sue mani fosse così poco
gradevole sapeva di voler accarezzare un viso, sapeva che le avrebbe riempito il cuore farlo almeno
una volta. Meglio il torpore, molto meglio. Ecco un'altra moneta.
Non ricordava più quanti anni avesse addosso ma d'altronde non ricordava più neanche da quanto
tempo avesse smesso di vivere. O forse era il contrario? Forse lo ricordava ma di quel ricordo
avrebbe voluto fare senza. Ma come si fa a dimenticare un arto vitale? O peggio ancora un arto che
è stato amputato, un arto sano, vivo, e assolutamente indispensabile. Troppa lucidità oggi, forse era
il caso di far fruttare qualche moneta e destinarla al suo scopo. Solo un bicchiere, per cancellare le
tracce che ancora si ostinavano a vivere nella sua mente. Ora le gocce iniziavano ad aumentare e le
mani furono bagnate in fretta, nell'istante in cui pensò di alzarsi ecco che la vide. Anche oggi
elegante. Nel vederla si avvertiva subito un senso di ordine, di nitore. Era un piacere guardarla.
Meglio iniziare ad alzarsi, ora aveva bisogno subito di un po' di nebbia, la memoria la diradava in
fretta. Camminava con passo veloce perchè la pioggia iniziava con qualche spruzzo qua e là.
Anche lei voleva affrettarsi, fu un lampo e realizzò che non le sarebbe capitata un'altra
occasione come quella.
Passarle accanto. Mai si era trovata in piedi al suo passaggio, mai. Oggi avrebbe potuto vederla da
vicino, doveva fare in fretta stava per raggiungere il suo angolo. Il lungo gonnellone su cui teneva la
ciotola si era impigliato sotto la scarpa e, nel rialzarsi, caddero tutte le monete. Non poteva perderle
ne aveva bisogno nessuno le tocchi per carità! Le dita nodose e malferme
raccoglievano freneticamente ogni moneta, ognuna di esse era una boccata d'aria,
ecco due, tre... aria aria. Ma com'era possibile? Ora l'aria era come profumata. Stava pensando?
Immaginando? Qualcuno le si era avvicinato.
Voltò la testa veloce appena capì ciò che poteva essersi realizzato.
Una ragazza le tendeva una mano offrendole una moneta. I suoi occhi si incollarono su quel viso:

“Questa dev'essere sua signora, l'ho vista rotolare quando si è alzata”

Se avesse mosso anche il più piccolo muscolo sarebbe scomparsa? Se fosse stata in silenzio per
l'eternità quell'istante sarebbe diventato eterno? Quel profumo non lo avrebbe mai più dimenticato,
e il suono di quella voce non l'avrebbe più lasciata sola.

“Grazie” balbettò e il sorriso che offrì ora era un vero sorriso. La ragazza si allontanò veloce, la
pioggia iniziava ad essere più copiosa ma ora non le importava neanche bagnarsi con l'acqua
piovana. Neanche l'odore che avrebbe iniziato ad emanare le faceva paura. L'aveva vista bene oggi,
forse non sarebbe capitato mai più. Era buona. Lo si capiva subito. E la bocca, così sottile ma
all'insù era identica a quella di suo padre. Doveva trovare un riparo, in fretta, iniziava a sentire il
freddo sulle spalle e la testa era completamente zuppa.

Samuela Chilton, pseudonimo, è nata a Sassari
dove vive e lavora tuttora.
Appassionata lettrice fin da bambina,
ha sempre desiderato scrivere.
Nel 2004 nascono i suoi primi racconti brevi,
stile narrativo che predilige.
Nel 2005 un suo racconto "Best-Seller" viene pubblicato sulla rivista "Inchiostro


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