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venerdì 18 febbraio 2011

L' esegesi dell'inno di Mameli, secondo Roberto Benigni


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA SI MARIA SERRITIELLO

3° SERATA DEL 61° FESTIVAL DI SANREMO

Ad un mese esatto dalle celebrazioni dell'Italia unita, per i 150 anni della nascita, l'omaggio più interessante alla patria l'ha tributato Roberto Benigni, nella terza serata sanremese, tra satira e storia.
Come sa intrattenere lui, con quella sua parlata tosca, non ci sono pari. E'un fiume inarrestabile è il cantore perfetto, tra il giullare,il saltimbanco ed il dotto d'accademia. Le cose che dice sono sagge ed infervora la platea quando stima che l'Italia è la terra più bella del mondo, per bellezza e cultura. Come non credergli e non approvarlo! L'amore patrio e l'attaccamento alle proprie radici sono consentite, il sopravvalersi, invece, è una forma di razzismo che si deve rifiutare. Quello che piace ricordare è che per l'Italia Unita si sono impegnati, sacrificando la vita, tanti giovani, per cui non solo nella sede del festival di Sanremo si dovrà solennizzare la festa del 17 marzo, ma ovunque in Italia.
Le feste civili, per il loro ripetersi nel tempo, hanno un che di religioso e nel solenizzarle, ogni volta, sta il ricordo del passato che, tutti ma proprio tutti, se si tratta della nostra Patria, si dovrà tenerlo presente.

p.s. La storia dell'Italia, attraverso vecchi brani, rinterpretati da giovani o da cantanti diversi da quelli originali non sempre hanno sortito l'effetto desiderato. Mille lire al mese con Patty Pravo, senza voce e Il cielo in una stanza di Giusy Ferrero, hanno fatto rimpiangere abbondantemente Natlino Otto e la Grande Mina.






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