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lunedì 28 febbraio 2011

Ancora sangue italiano in Afganistan




CRONACA

FONTE ANSA.IT

Morto un militare italiano, altri 4 feriti
Convoglio rientrava alla base dopo operazione di assistenza medica alla popolazione locale

Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan. Lo apprende l'ANSA da fonti qualificate.

E' il tenente Massimo Ranzani il militare deceduto. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa.

I militari italiani, del quinto Reggimento Alpini, erano a bordo di un veicolo blindato Lince che e' saltato su un ordigno improvvisato. L'attentato e' avvenuto nel corso di un pattugliamento nella zona di Shindand.

Il convoglio italiano saltato in aria su uno Ied a Shindad stava rientrando alla base dopo un'operazione di assistenza medica alla popolazione locale. Lo sottolinea la Difesa precisando che l'agguato ai militari italiani è avvenuto alle 12.45 ora locale, a 25 chilometri a nord di Shindad. L'operazione per l'evacuazione dei quattro militari feriti è ancora in corso.

BERLUSCONI, CI SI CHIEDE SE SFORZO SERVA - "E' un tormento, un calvario e tutte le volte ci si chiede se questo sacrificio che impegna il parlamento con voto unanime e tutto il popolo italiano ad essere lì in un paese ancora medioevale sia uno sforzo che andrà in portò". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi commentando l'attentato in Afghanistan dove è morto un ufficiale dell'Esercito. Berlusconi ha quindi precisato: "dobbiamo andare avanti". Quindi ha ricordato che oltre al tenente morto vi sono altri quattro feriti dei quali tre gravi.

NAPOLITANO, PROFONDA COMMOZIONE - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato perpetrato a Shindand, in Afghanistan, contro il contingente italiano impegnato nella missione internazionale ISAF, in cui un militare ha perso la vita e altri quattro sono rimasti feriti, esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e un affettuoso augurio ai militari feriti. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

DI PIETRO, RESPONSABILI CHI VOTATO DECRETO - "Siamo vicini alle famiglie del militare caduto in Afghanistan, dei quattro feriti e a tutti i commilitoni impegnati su quei territori. Esprimiamo profondo dolore e commozione per questa ennesima tragedia annunciata. Smettiamola e usciamo dal luogo comune di chi intende coprire la propria responsabilità in nome della patria e della bandiera. Da tempo l'Italia dei Valori, che ha dato una bocciatura sonora al decreto di rifinanziamento di questa missione, denuncia che non ha più alcun senso restare in Afghanistan perché nel Paese é in atto una vera e propria guerra civile, e quindi non portiamo avanti soltanto una lotta al terrorismo". E' quanto afferma in una nota il presidente IdV, Antonio Di Pietro. "Denunciamo - continua - in modo forte e chiaro, che la responsabilità politica di queste morti ricade sul governo e su tutti coloro che in Parlamento hanno votato per il proseguimento della missione. Ricordiamo che è stato un voto trasversale e, proprio per questo, ancora più inaccettabile".

PROFONDO CORDOGLIO LA RUSSA - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha espresso "profondo cordoglio per la morte del militare a seguito dell'attentato verificatosi stamani a 25 chilometri a nord di Shindand". Lo rende noto un comunicato della Difesa. Il ministro La Russa viene tenuto "costantemente aggiornato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa circa l'evolversi della situazione e sulle condizioni di salute degli altri quattro militari rimasti feriti nell'evento".

SCHIFANI, ALTO PREZZO MA RIMANIAMO - "L'Italia continua a pagare degli alti prezzi ma lo fa in piena coscienza e nella consapevolezza che la libertà è un bene da garantire anche al di fuori dei propri confini". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, in visita ad una scuola dell'infanzia a Barete (L'Aquila), distrutta dal terremoto e ricostruita grazie anche al contributo del Senato. Ai giornalisti che gli chiedevano se l'Italia rimane in Afghanistan, Schifani ha risposto: "L'Italia non può che rimanere, la nostra presenza è condivisa all'interno della comunità internazionale e sarà essa a decidere i metodi di abbandono dell'Afghanistan, sicuramente quando esso sarà portato a piena democrazia". Il presidente del Senato ha espresso "profondo dolore per un'altra vita che cade immolandosi sull'altare della democrazia" e "vicinanza ai familiari dei nostri feriti".

CORDOGLIO FINI PER MILITARE UCCISO - "Ho appreso con sgomento e dolore la notizia dell'esplosione di un ordigno che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand, nell'ovest del Paese e provocato la morte del tenente Massimo Ranzani del quinto reggimento alpini. Desidero rinnovarLe il mio apprezzamento per il coraggio, la professionalità e lo spirito di sacrificio con cui i nostri militari svolgono la loro opera in questo tormentato Paese. La prego di voler far pervenire, unitamente al sentimento di profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia del soldato caduto, i miei più fervidi auguri di pronta guarigione ai militar feriti e l'intensa solidarietà mia personale e di tutta la Camera dei deputati", è quanto ha scritto il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Biagio Abrate.

FRATTINI, NOSTRO DOVERE RISPETTARE IMPEGNI - "Il nostro dovere" è "rispettare gli impegni internazionali che abbiamo preso con la Nato e con le Nazioni Unite". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ha risposto da Ginevra ad una domanda sulla considerazione del premier Silvio Berlusconi che oggi si è chiesto se valga la pena restare in Afghanistan. "E' chiaro che la domanda" che si pone Berlusconi "ce la poniamo tutti", ha spiegato Frattini. "La risposta - ha aggiunto - ce la dà la comunità internazionale che ci chiede di rimanere uniti, di continuare a sostenere la stabilizzazione dell'Afghanistan e di rispettare gli impegni internazionali che abbiamo preso con la Nato e con le Nazioni Unite. Questo è il nostro dovere".

SACCONI, VALUTARE TEMPI FINE MISSIONE - Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si "unisce" al terribile dolore dei familiari del militare italiano ucciso oggi in Afghanistan e chiede una riflessione sui modi per rendere efficace la presenza italiana in Afghanistan e i tempi di esaurimento della missione. "Oltre al fatto che ci uniamo al terribile dolore della famiglia e dei colleghi - ha detto a margine di un convegno organizzato dalla Uil e dalla Fondazione Craxi - la prima riflessione ci dice che in un quadro di assoluta lealtà alla coalizione che ci vede impegnati in Afghanistan dovremmo valutare i modi con i quali rendere efficace quella presenza e stabilire i tempi di esaurimento".

DOLORE TRA ALPINI BELLUNO PER MILITARE UCCISO - E' stata accolta con 'profondo dolore'' tra gli alpini della caserma 'Salsa' di Belluno, sede del 7/mo Reggimento alpini, la notizia della morte del tenente Massimo Ranzani, ucciso nell'esplosione di un ordigno in Afghanistan e appartenente al quinto Reggimento alpini, con sede a Vipiteno (Bolzano). Ranzani aveva svolto servizio a Belluno per qualche anno, fino al 2004, come sottufficiale, prima di diventare ufficiale e essere riassegnato a Vipiteno. Appartenevano al 7/mo Reggimento di Belluno i quattro alpini caduti in Afghanistan il 9 ottobre scorso - il Primo caporal maggiore Gianmarco Manca, Primo caporal maggiore Francesco Vannozzi, Primo caporal maggiore Sebastiano Ville e il maggiore Marco Pedone - e il Caporal maggiore Matteo Miotto


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