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mercoledì 2 febbraio 2011


QUDERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO


LO SPAZIO DELLA MEMORIA

Mia madre era molto devota a San Biagio, suo fratello, uno dei cinque, dei due morti nella seconda guerra mondiale, si chiamava Biagio. In questo giorno, mio padre cattolicissimo, si recava in chiesa per prendere l’olio del Santo e portarlo a casa su di un batuffolo di ovatta, imbevuto del liquido. Ricevuta la bambagia oleosa, mia madre ungeva se stessa, me e mio fratello i lati del collo, l’esterno della gola, rito che ci avrebbe salvaguardati dai mali di quella parte, per tutto l’anno fino alla prossima ricorrenza. Per anni e anche oggi che non c’è più mio padre a prendere in chiesa l’olio santo, io e mio fratello abbiamo la sensazione che la mamma ci debba ancora ungere il collo. Il batuffolo, dopo aver reso il suo servizio, veniva conservato, avvolto nella carta oleosa, sul comò, dietro la statua dell’Immacolata Concezione, che restava fissa sul mobile e verso la quale mio padre, fino alla fine della sua vita, le ha toccato con reverenzia la testa, accompagnando il gesto con una preghiera silenziosa, prima di andare a letto. La statua, come ogni cosa, è nella sua casa e sul capo della Madonna c’è traccia di questo suo devoto gesto. Il 2 febbraio, però, mio padre tornava dalla prima messa, anche con una candela benedetta, simbolo della “Candelora”, cerimonia, a sua volta, emblema di Cristo, che è “luce per illuminare le genti”. Le candele, in questo giorno vengono benedette dalla chiesa per solennizzare la Presentazione di Gesù al tempio. La candelina, insieme ad una piantina di grano presa annualmente dal sepolcro del venerdì santo, venivano conservate nella mia casa come reliquie e in caso di spaventosi temporali, gettate fuori per calmare la furia della natura. Belle credenze di una vita semplice e timorata di Dio, un clima sereno e fiducioso nel quale per poco sono vissuta, peccato, che presto, insieme alle tante cose che non sono state più così serene, da una certa epoca in poi, ho dovuto nella mia vita subire la morte di mia madre a 42 anni, proprio in seguito ad una banale operazione di tonsille.......

Maria Serritiello

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