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domenica 22 aprile 2012

103 anni di Rita Levi Montalcini



BUON COMLPEANNO PER I TUOI NOBILISSIMI 103 ANNI, SPLENDIDA RITA...

Le mie tavole colorate






QUDERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

Sei tavole colorate, con Paint, per dare colore a pagine che ho davanti. Certo, non so dipingere, ci mancherebbe avere questa pretesa, ma il desiderio si e usando Paint riesco ad accostare per lo meno i colori. Mi diverte e mi rilassa comporre tavole colorate che io stessa riconosco infantili anche perchè non controllo bene gli strumenti del Paint, ma chissà che man mano non riesca a migliorare. Per intanto ho incominciato a raccoglierle anche per sperimentare i progressi.Dipingere mi sarebbe piaciuto come suonare il pianoforte, danzare e tante altre attività, disperse lungo il cammino della vita...

Questi i titoli delle tavole, iniziando dalla prima:

Primavera
Il sorriso del sole
Il riflesso dell'arcobaleno
Il mio giorno
Rondini
Il cielo su di me
(Maria Serritiello)


















Se al tuo fianco, mentre cerchi di creare, ti è accanto l'amico più fidato dell'uomo: il cane, nel mio caso Kora, l'affettuosissima Rott, è inevitabile scegliere la dolcissima colonna sonora di "Balla Coi Lupi" anche per tenere bene a mente che ad essere lupi famelici sono i miei simili.

venerdì 20 aprile 2012

martedì 17 aprile 2012

Troppi giovani muoiono di sport




QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO
(Dati tratti da Repubblica del 15 aprile 2012)

Il triste elenco
Bonvolenta campione di volleymuore il 24 marzo

Il 17 marzo a Londra crolla Muamba, il cuore si ferma , va in coma ma si riprende in ospedale

Agosto 2011 Matsuda ex campione giapponese si sente male in campo,dopo due giorni muore.

I2007 il giocatore del Siviglia Puerta cade in campo, si riprende ma poco dopo muore.

Nel 2003, Foé, il forte giocatore del Camerun, a 28 anni, muore in una partita di Coppa

Taccola, attaccante della Roma,fulminato da un infarto nello spogliatoio delCagliari nel 1969

Curi,il 30 ottobre del '77 durante Perugia Juve, scatta poi crolla a terra e muore a soli24 anni

Veronica Gomez, campionessa di volley muore il 15 aprile 2012

Piermario Morosini
E' il 31' del primo tempo.Piermario Morosini si accascia una prima volta, cerca di rialzarsi ma ricade e crolla a faccia in giù sull'erba dello stadio di Pescara e muore a 2.5 anni.

Vale ricordare l'infelicissima vita che aveva alle spalle, nascosta da un luminosissimo sorriso e da una bontà infinita, per riflettere a come a volte il destino si accanisca verso alcuni."Moro", così era chiamato dai tifosi, aveva perso a 15 anni la madre,a 17 il padre.Il fratello disabile si suicida e lui resta da solo ad occuparsi dell'ultimo affetto della famiglia: la sorella,disabile anch'essa.
Ogni commento è inutile !

Ciao "Moro" che la tua vita eterna sia come doverebbe essere, in pace.
Maria Serritiello

Veronica Gomez: addio alla campionessa, lutto nello sport


FONTE:DOTTOR NEWS SALUTE

E dopo la recente scomparsa del calciatore Piermario Morosini, ecco che il mondo dello sport continua il suo lutto. C’è sempre un pallone di mezzo ma questa volta parliamo della pallavolo. E’ scomparsa la giovane Veronica Gomez all’età di 27 anni. L’atleta è andata via troppo presto a causa di un arresto respiratorio.

La Gomez si trovava nel suo Paese dopo una recente operazione al tendine d’Achille. L’ultima stagione l’abbiamo vista impegnata in Azerbaijan con la maglia del Lokomotiv Baku.

La pallavolista venezuelana Veronica Gomez Carabali ha giocato anche in Russia (Uralochka), Belgio (Tongeren), Svizzera (Koniz), Spagna (Caja de Avila), Romania (Galati).

Sul social network Facebook appaiono in queste ore numerosi commenti in memoria di Veronica Gomez. Una fan scrive: “Un’altra stella che si aggiunge nell’immensità del cielo…”.

Veronica ha giocato nella stagione 2004/05 per Zeiler Köniz e il suo team ed è stata una vera campionessa. Il club ha vinto in Azerbaijan ai primi di aprile la Coppa Europa Challenge.

Gomez era tornata nel club dopo un intervento al bicipite femorale durante questa stagione.

Il Cantastorie calabrese Nando Brusco, al Mumble Rumble di Salerno

Il Cantastorie calabrese Nando Brusco, al Mumble Rumble di Salerno

domenica 15 aprile 2012

Italo Calvino e il suo Apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti




Sono passati trent’anni, da quando Italo Calvino ha pubblicato su La Repubblica (il 15 marzo 1980) il suo “Apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti“.

“C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, nè che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perchè quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente, cioè chiedendoli a chi li aveva in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori, in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo di una sua autonomia.

Nel finanziarsi per via illecita, ogni centro di potere non era sfiorato da alcun senso di colpa, perchè per la propria morale interna, ciò che era fatto nell’interesse del gruppo era lecito, anzi benemerito, in quanto ogni gruppo identificava il proprio potere col bene comune; l’illegalità formale, quindi, non escludeva una superiore legalità sostanziale. Vero è che in ogni transazione illecita a favore di entità collettive è usanza che una quota parte resti in mano di singoli individui, come equa ricompensa delle indispensabili prestazioni di procacciamento e mediazione: quindi l’illecito che, per la morale interna del gruppo era lecito, portava con sé una frangia di illecito anche per quella morale. Ma a guardar bene, il privato che si trovava ad intascare la sua tangente individuale sulla tangente collettiva, era sicuro di aver fatto agire il proprio tornaconto individuale in favore del tornaconto collettivo, cioè poteva, senza ipocrisia, convincersi che la sua condotta era non solo lecita ma benemerita.

Il paese aveva nello stesso tempo anche un dispendioso bilancio ufficiale, alimentato dalle imposte su ogni attività lecita e finanziava lecitamente tutti coloro che lecitamente o illecitamente riuscivano a farsi finanziare. Poiché in quel paese nessuno era disposto non diciamo a fare bancarotta, ma neppure a rimetterci di suo (e non si vede in nome di che cosa si sarebbe potuto pretendere che qualcuno ci rimettesse), la finanza pubblica serviva ad integrare lecitamente in nome del bene comune i disavanzi delle attività che sempre in nome del bene comune si erano distinte per via illecita. La riscossione delle tasse, che in altre epoche e civiltà poteva ambire di far leva sul dovere civico, qui ritornava alla sua schietta sostanza di atto di forza (così come in certe località all’esazione da parte dello Stato si aggiungeva quella di organizzazioni gangsteristiche o mafiose), atto di forza cui il contribuente sottostava per evitare guai maggiori, pur provando anziché il sollievo del dovere compiuto, la sensazione sgradevole di una complicità passiva con la cattiva amministrazione della cosa pubblica e con il privilegio delle attività illecite, normalmente esentate da ogni imposta.

Di tanto in tanto, quando meno ce lo si aspettava, un tribunale decideva di applicare le leggi, provocando piccoli terremoti in qualche centro di potere e anche arresti di persone che avevano avuto fino ad allora le loro ragioni per considerarsi impunibili. In quei casi il sentimento dominante, anziché di soddisfazione per la rivincita della giustizia, era il sospetto che si trattasse di un regolamento di conti di un centro di potere contro un altro centro di potere. Così che era difficile stabilire se le leggi fossero usabili ormai soltanto come armi tattiche e strategiche nelle guerre tra interessi illeciti oppure se i tribunali per legittimare i loro compiti istituzionali dovessero accreditare l’idea che anche loro erano dei centri di potere e di interessi illeciti come tutti gli altri.

Naturalmente, una tale situazione era propizia anche per le associazioni a delinquere di tipo tradizionale, che coi sequestri di persona e gli svaligiamenti di banche si inserivano come un elemento di imprevedibilità nella giostra dei miliardi, facendone deviare il flusso verso percorsi sotterranei, da cui prima o poi certo riemergevano in mille forme inaspettate di finanza lecita o illecita. In opposizione al sistema guadagnavano terreno le organizzazioni del terrore che usavano quegli stessi metodi di finanziamento della tradizione fuorilegge e con un ben dosato stillicidio d’ammazzamenti distribuiti tra tutte le categorie di cittadini illustri e oscuri si proponevano come l’unica alternativa globale del sistema.

Ma il loro effetto sul sistema era quello di rafforzarlo fino a diventarne il puntello indispensabile e ne confermavano la convinzione di essere il migliore sistema possibile e di non dover cambiare in nulla. Così tutte le forme di illecito, da quelle più sornione a quelle più feroci, si saldavano in un sistema che aveva una sua stabilità e compattezza e coerenza e nel quale moltissime persone potevano trovare il loro vantaggio pratico senza perdere il vantaggio morale di sentirsi con la coscienza a posto. Avrebbero potuto, dunque, dirsi unanimemente felici gli abitanti di quel paese se non fosse stato per una pur sempre numerosa categoria di cittadini cui non si sapeva quale ruolo attribuire: gli onesti.

Erano, costoro, onesti, non per qualche speciale ragione (non potevano richiamarsi a grandi principi, né patriottici, né sociali, né religiosi, che non avevano più corso); erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso, insomma non potevano farci niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno al lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione di altra persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto, gli onesti erano i soli a farsi sempre gli scrupoli, a chiedersi ogni momento che cosa avrebbero dovuto fare.

Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtù sono cose che riscuotono troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in mala fede. Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per sé (o almeno quel potere che interessava agli altri), non si facevano illusioni che in altri paesi non ci fossero le stesse magagne, anche se tenute più nascoste; in una società migliore non speravano perchè sapevano che il peggio è sempre più probabile.

Dovevano rassegnarsi all’estinzione? No, la loro consolazione era pensare che, così come in margine a tutte le società durate millenni s’era perpetuata una contro società di malandrini, tagliaborse, ladruncoli e gabbamondo, una contro società che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare “la” società, ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante ed affermare il proprio modo di esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sè (almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera, allegra e vitale, così la contro società degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità, di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa di essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’e’”.

Italo Calvino

Italo Giovanni Calvino Mameli, semplicemente noto come Italo Calvino (Santiago de Las Vegas, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985), è stato uno scrittore italiano.

Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, è stato forse il narratore italiano più importante del secondo novecento. Ha frequentato molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal Neorealismo al Postmoderno ma restando sempre ad una certa distanza da esse e svolgendo un proprio coerente percorso di ricerca. Di qui l'impressione contraddittoria che offrono la sua opera e la sua personalità: da un lato una grande varietà di atteggiamenti che riflette il vario succedersi delle poetiche e degli indirizzi culturali nel quarantennio fra il 1945 e il 1985; dall'altro, invece, una sostanziale unità determinata da un atteggiamento ispirato a un razionalismo più metodologico che ideologico, dal gusto dell'ironia, dall'interesse per le scienze e per i tentativi di spiegazione del mondo, nonché, sul piano stilistico da una scrittura sempre cristallina e a volte, si direbbe, classica.I numerosi campi d'interesse toccati dal suo percorso letterario, sono meditati e raccontati attraverso capolavori quali la trilogia de I nostri antenati, il Marcovaldo, Le cosmicomiche, Se una notte d'inverno un viaggiatore, uniti dal filo conduttore della riflessione sulla storia e la società contemporanea.

Aperitivo culturale di "Osiris"allo Skywine di Salerno a cura di Nunzia Schiavone





VENERDI' 20 APRILE ORE 20,00
Inaugurazione mostra pittorica
di LAURA BRUNO
(la mostra sarà visibile fino al 2 Maggio)

... Incontri d'arte e cultura
Presentati e organizzati da
NUNZIA SCHIAVONE
Presidente Associazione OSIRIS

Ingresso libero
con aperitivo offerto da
SKYWINE ENOGASTRONOMIA
SALERNO

e...per l'occasione

CENA 15.00 € (a persona)
con "antipastino" a cura della CHEF
primo SkyWine
tortino
calice di vino

SKYWINE ENOGASTRONOMIA
via Fieravecchia (alle spalle di Piazza Malta
- c/o "Archi del Diavolo") SALERNO CENTRO
(Aperto tutti i giorni dalle ore 18.00 tranne il lunedì)

INFO - 3473774197


sabato 14 aprile 2012

La Torre d'Avorio per la Compagnia del Giullare



Dramma in due atti di Ronald Harwood. Regia di Andrea Carraro.



NOTE DI REGIA:

Wilhelm Furwängler (1886-1954) fu il più grande direttore d'orchestra della sua generazione, accostabile solo a Toscanini.
Era all'apice della carriera quando Adolf Hitler diventà cancelliere...


dramma in due atti di Ronald Harwood. Regia di ANDREA CARRARO.

NOTE DI REGIA:
Wilhelm Furwängler (1886-1954) fu il più grande direttore d'orchestra della sua generazione, accostabile solo a Toscanini.
Era all'apice della carriera quando Adolf Hitler diventà cancelliere d...ella Germania nel 1933. Molti suoi colleghi, in quanto ebrei, furono costretti ad emigrare; altri, non ebrei, avversari del regime, scelsero l'esilio come atto di protesta. Furtwängler decise di restare; di conseguenza fu accusato di essere stato asservito al nazismo. Questa fu, ed è ancora, l'accusa principale a suo carico.
Nel 1946 Furtwängler si presentò davanti ad un tribunale di denazificazione a Berlino, gestito dai suoi compatrioti tedeschi che lo interrogarono per due giorni. Fu assolto da tutte le imputazioni ma non riuscì mai a mondarsi del tutto da quel tanfo di nazismo che resta ancora attaccato al suo ricordo.
Le prove di quel tribunale erano state preparate in prima istanza dagli Inglesi; quindi sostituiti, a quanto pare, da due gruppi di Americani, uno a Wiesbaden, col compito di patrocinare la difesa di Furtwängler, l'altro a Berlino, che si incaricò di istruire il caso contro di lui.
Poco o niente si conosce dei motivi e dei metodi di questo secondo gruppo, che è al centro di "La Torre d'Avorio". Rimane tuttavia innegabile il fatto che Furtwängler fu umiliato e aggredito con accanimento. La cosa può essere condivisa o meno. Tutto dipende da dove vi schierate.
Ronald Harwood, gennaio 1996

CAST:
maggiore Steve Arnold NICOLA ALAGIA
Emmi Straube RAFFAELLA FERRI
tenente David Wills ANDREA BLOISE
Helmuth Rode AUGUSTO LANDI
Tamara Sachs CINZIA UGATTI
Wilhelm Furtwängler DAVIDE CURZIO

Costume e trucco Stefano Pisano

Padre Lombardi: su Emanuela Orlandi il Vaticano non ha nascosto nulla



FONTE: AVVENIRE.IT


Non risulta" che da parte delle autorità vaticane "sia stato nascosto nulla" sul sequestro di Emanuela Orlandi, "né che vi siano in Vaticano segreti da rivelare". Lo afferma oggi il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, secondo cui "continuare ad affermarlo è del tutto ingiustificato".

"Se le Autorità inquirenti italiane - nel quadro dell'inchiesta tuttora in corso - crederanno utile o necessario presentare nuove rogatorie alle Autorità vaticane, possono farlo, in qualunque momento, secondo la prassi abituale e troveranno, come sempre, la collaborazione appropriata". Così sempre padre Lombardi.

DAL BLOG VITA LIQUIDA DI IGOR PATRUNO

NINO L'ACCATTONE, RENATINO ED EMANUELA ORLANDI

Antonio Mancini, componente del nucleo storico della banda della Magliana, soprannominato Nino l’Accattone ("Ricotta" in "Romanzo Criminale"), ha rilasciato una intervista a Giacomo Galeazzi, vaticanista de La Stampa. Parla di "Renatino", di Emanuela Orlandi e di altre cose

Il giudice Rosario Priore sostiene che la Orlandi sia stata rapita dalla Banda della Magliana per un ricatto al Vaticano per rientrare in possesso di 20 miliardi di lire consegnati allo Ior. È così?
«Ciò che afferma il giudice Priore a proposito del rapimento della Orlandi è l’assoluta verità, quello che mi lascia perplesso è la cifra di 20 miliardi. Conoscendo la massa di denaro che entrava all’interno della Banda e in modo particolare nel gruppo dei testaccini, ritengo che 20 miliardi sia una somma sottostimata».

Quale fine ha fatto la Orlandi?

«A lei sembra possibile che dopo 28 anni senza dare nessuna notizia di sé sia ancora viva?»

Il boss dei «testaccini» della Banda, Enrico De Pedis è sepolto nella basilica romana di Sant’Appollinare. Perché?

«Il motivo per cui De Pedis è sepolto nella Basilica di Sant’Apollinare è che fu lui a far cessare gli attacchi da parte della banda (e non solo) nei confronti del Vaticano. Queste pressioni della Banda erano dovute al mancato rientro dei soldi prestati, attraverso il Banco Ambrosiano di Calvi, al Vaticano. Dopo il fatto della Orlandi, nonostante i soldi non fossero rientrati tutti, De Pedis, che stava costruendo per sé un futuro nell’alta borghesia, si impegnò, attraverso i prelati di riferimento, a far cessare le azioni violente. Tra le cose che chiese in cambio di questa mediazione, c’era anche la garanzia di poter essere seppellito lì a Sant’Apollinare».

(...)
Il pentito Maurizio Abbatino sostiene che voi della Magliana conoscevate il segretario di Stato, cardinale Casaroli. Le risulta?

«Io personalmente ho conosciuto Agostino Casaroli da ragazzino nel periodo del riformatorio in quanto il Segretario di Stato si prendeva cura della devianza minorile. So però che uomini della banda in seguito hanno avuto rapporti con lui, quindi mi sento di avvalorare le dichiarazioni di Abbatino».

(...)
I costruttori che ruotavano attorno alla Banda avevano rapporti d’affari con lo Ior di Marcinkus e altre istituzioni finanziarie vaticane?

«Sì e in modo cospicuo. Oggi la Banda esiste ancora, ha solo cambiato modo di operare. All’inizio per farci strada, dovevamo lasciare i morti per strada. Adesso la Banda ha vinto e come la mafia ogni tanto ammazza qualcuno per far capire che c’è ancora. Basta vedere i recenti nomi di omicidi e vicende giudiziarie. Un anno fa Gennaro Mokbel, con il senatore Nicola Di Girolamo, è finito nello scandalo Fastweb. Mokbel era mio guardaspalle armato e ben pagato. Garantiva la mia incolumità con Antonio D’Inzillo, lo stesso che guidava la moto quando fu ucciso De Pedis».

Perché non ha parlato prima del caso Orlandi?


«Non faccio il giudice. Nessun magistrato mi ha mai chiesto niente sulla scomparsa malgrado il vigile Sambuco abbia visto vicino al Senato la ragazza con un uomo il cui identikit somiglia moltissimo a De Pedis. Alti funzionari di polizia hanno detto di essersi indirizzati subito sulla pista-Magliana ma di aver trovato bastoni tra le ruote».
Questa la versione di Antonio Mancini.
Adesso il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, torna per la quarta volta in una settimana sulla vicenda, in una lettera inviata a Walter Veltroni. E annuncia di aver informato la magistratura «delle evidenze emerse» in seguito ai nuovi accertamenti disposti. A 22 anni dai fatti, il 'giallò, collegato alla sparizione di Emanuela Orlandi, si arricchisce così di un nuovo capitolo che potrebbe avere anche risvolti giudiziari. Fu una telefonata anonima alla trasmissione 'Chi l'ha vistò nel 2005 ad invitare a vedere chi era sepolto a Sant'Apollinare per trovare la soluzione del caso Orlandi. Ma la tomba nella cripta della basilica non è mai stata riaperta, nonostante le richieste della famiglia della ragazza scomparsa nel 1983. E dopo l'interrogazione di Veltroni, anche il ministro Cancellieri ora ha portato il suo contributo chiarendo alcune circostanze. La titolare del Viminale ha ribadito che, contrariamente a quanto da lei affermato in un primo momento, Sant'Apollinare non è territorio vaticano e non gode dunque dell'extraterritorialità. Ha riferito quindi i nuovi elementi acquisiti «solo ieri pomeriggio»: Poletti ha rilasciato il nulla osta il 10 marzo alla tumulazione della salma nella basilica; il 20 marzo il rettore di Sant'Apollinare, mons. Pietro Vergari - che definì De Pedis un benefattore - ha attestato che la chiesa è soggetta ad uno speciale regime giuridico; lo stesso giorno la famiglia del defunto ha chiesto assistenza sanitaria per la traslazione della salma dal cimitero del Verano nella basilica, diventata ora, nei documenti, «Stato Città del Vaticano»; il 24 aprile 1990 la famiglia ha ottenuto «dall'autorità comunale l'autorizzazione al trasporto della salma da Roma a Città del Vaticano». E, ha concluso Cancellieri, «visto che sono ancora in corso indagini sulla vicenda, ritengo di informare l'autorità giudiziaria delle evidenze emerse». Veltroni definisce «molto importante» la lettera del ministro. Perchè, sostiene, chiarisce innanzitutto che la basilica non è in una condizione di extraterritorialità e, dunque, la salma del boss «non poteva essere trasferita lì senza l'ottemperanza alle leggi italiane». Cancellieri, continua l'esponente del Pd, ha anche confermato «che nessuna delle autorizzazioni previste dalla legge è stata rilasciata, mai» e questo è «il primo profilo di evidente irregolarità della anomala procedura che ha portato all'incredibile decisione di seppellire il capo di una banda criminale in una delle basiliche di maggiore importanza di Roma». Inoltre, prosegue Veltroni, secondo i nuovi documenti citati dal ministro, «viene realizzata una clamorosa procedura»: la famiglia De Pedis ottiene infatti all'inizio il permesso del Comune per il trasporto del cadavere a Sant'Apollinare, che poi diventa Stato del Vaticano. E il Comune, sottolinea, «fa trasferire un cittadino romano, che non ne aveva diritto, in un luogo diverso da quello indicato nella prima autorizzazione. È evidente che si sono aggirate leggi nazionali e alterate le procedure di autorizzazione locale. Perchè? Chi lo ha fatto?». Infine, l'ex sindaco del Capitale elogia la decisione del ministro di informare l'autorità giudiziaria delle novità. «Chi, come me, ha fiducia nella magistratura - conclude - sa che non sarà inutile».

venerdì 13 aprile 2012

Rassegna Nazionale TeatroXS “From Medea” al Teatro Genovesi di Salerno

Rassegna Nazionale TeatroXS “From Medea” al Teatro Genovesi di Salerno

Voglio ricordare Nico dei Gabbiani


Nico Tirone, questo il vero nome di Nico dei Gabbiani, scomparso 12 aprile 2012


Nicola Tirone (Sambuca di Sicilia, 18 settembre 1944 – Mazara del Vallo,12 aprile 2012) è stato un cantante italiano. Spesso ha inciso i dischi con la denominazione Nico dei Gabbiani, dal nome del complesso di cui ha fatto parte.

Nico e i Gabbiani sono stati un gruppo musicale beat italiano (nato in Sicilia) che ha avuto il momento di maggiore notorietà nel 1967, con la canzone Parole

Formazione

Nico Tirone
Giulio Prestigiacomo (nato a Carini, Palermo, il 15 settembre 1941): tastiere
Franco Mannino (nato a Carini, Palermo, il 26 giugno 1944): chitarre
Vito Balsamo (nato a Carini, Palermo, il 2 ottobre 1945): basso e sax
Vick Cataldo (nato a Carini, Palermo, il 20 ottobre 1947): batteria

Storia del gruppo

La vicenda di Nico e i Gabbiani è una di quelle possibili solo negli anni '60, quando un complesso al primo disco poteva superare il milione di copie.
I musicisti si erano conosciuti a Palermo, dove (tutti tranne Nico che era studente) lavoravano; tolto Nico, originario di Sambuca (in provincia di Agrigento), gli altri quattro erano tutti di Carini.
Avevano iniziato a suonare nelle feste di paese, e un antiquario palermitano, Traina, si offre di far loro da manager, facendoli suonare in tutta la Sicilia e riuscendo a metterli in contatto con una piccola casa discografica milanese, la City.
I cinque ragazzi siciliani preparano quindi un 45 giri, con il brano Ora sai, con le tipiche sonorità beat, mentre il retro, Parole, è una canzone con molti richiami melodici, giudicata quindi poco interessante.
In breve tempo, invece, la gente che ascolta i brani nelle serate, richiede ai negozianti di dischi la canzone sul lato B, e le poche migliaia di copie stampate dalla City vanno esaurite: in breve tempo la canzone entra in Hit parade, ed alla fine dell'anno Lelio Luttazzi la annuncia come canzone regina, cioè la più venduta in Italia della settimana.
Il disco supera il milione di copie e si aggiudica il disco d'oro. mentre Parole è diventata un evergreen, la canzone del lato A viene presto dimenticata.
Il gruppo viene quindi rilevato dall'Ariston, non riuscendo però a bissare il successo di Parole, anche se Amore, Ritornerà l'estate (che partecipa a Un disco per l'estate 1968) e Fiumi di parole (Un disco per l'estate 1969) riescono a vendere ancora molto; vengono quindi dirottati alla sottoetichetta First.
Dopo l'ultimo spettacolo tenutosi a Cormayeur il 31 dicembre del 1969 il gruppo si sciolse e Nico, dopo un'assenza per qualche tempo dalle scene, iniziò una carriera da solista come Nico dei Gabbiani.



Intorno alle notizie su Emanuele Orlandi


FONTE:PIANETANEWS.COM
del 12 aprile2012

Sta sollevando molto imbarazzo in Vaticano il polverone sollevato da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, sulla scomparsa della sorella a giugno del 1983. Tanto che informazioni su che cosa sta emergendo sono state chieste direttamente da padre Georg, segretario personale del Papa, ad alcuni suoi collaboratori. Ma è piuttosto la procura di Romache in queste ore sta cercando di sbrogliare la complicata matassa. Da quanto ci risulta è possibile che gli inquirenti tornino a chiamare in causa Raoul Bonarelli, già numero due della Vigilanza Vaticana ai tempi di Giovanni Paolo II. Bonarelli fu già interrogato dalla magistratura romana nel ’93 negando di sapere qualcosa in merito. Tutto nacque da un’intercettazione telefonica in cui un alto esponente vaticano mai identificato, ma che sembra fosse il capo della Gendarmeria Vaticana Camillo Cibin, imponeva a Bonarelli di non parlare. Chi conosce il Vaticano sa bene che la Gendarmeria è il primo soggetto a intervenire quando si verificano fatti di cronaca che riguardano cittadini vaticani, ed Emanuela Orlandi lo era. A chi indaga sembra difficile che il numero due della Sicurezza Vaticana non conosca aspetti della vicenda. Dunque è allo studio una rogatoria internazionale per capire da Bonarelli quali sono i legami della vicenda Orlandi con la Banda della Magliana e con la sepoltura del boss della Banda Enrico De Pedis nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma. Una delle piste seguite sarebbe il coinvolgimento dell’organizzazione malavitosa romana che negli anni ’90 avrebbe fatto da tramite per far arrivare i soldi della mafia al Banco Ambrosiano e allo Ior, per poi spedirli in Poloni a Solidarnosc. Un certo quantitativo di danaroperò sparì eda qui l’idea di rapire Emanuela per ricattare il Vaticano. La rogatoria potrebbe coinvolgere anche due cardinali, Giovanni Battista Re e Achille Silvestrini che ai tempi del rapimento avevano posti di rilievo nella Curia Romana. «I due cardinali in questione però hanno già fatto sapere per vie traverse di non sapere nulla. La questione all’epoca infatti fu gestita direttamente dalla Segreteria di Stato e dal Governatorato della Città del Vaticano » dice una nostra fonte. Ma gli inquirenti, e anche unaparte della CuriaRomana, contano sulla caparbietà di Pietro Orlandi affinché chi sa si convinca a parlare. In questo senso andrebbe infatti letta anche l’ultima predica pasquale di Padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, che il 6 aprile davanti a Benedetto XVI ha detto: «Quanti delitti atroci rimasti, negli ultimi tempi, senza colpevole, quanti casi irrisolti ».

Un blog per Emanuela: 27 maggio 2012: Una giornata di mobilitazione per ...

Un blog per Emanuela: 27 maggio 2012: Una giornata di mobilitazione per ...: E' arrivato stanotte, sul gruppo facebook dedicato alla petizione a Papa Benedetto XVI per la verità su Emanuela Orlandi , l'annuncio del f...

martedì 10 aprile 2012

50 anni fa Sophia vince l'Oscar con la Ciociara



fonte:Ansa.it

Sotto la regia di De Sica, la statuetta come migliore attrice protagonista

- Non c'era Sophia Loren, la sera del 9 aprile 1962, a ritirare l'Oscar per la migliore interpretazione femminile che a furor di popolo la platea dell'Academy Awards le assegnò per 'La Ciociara' di Vittorio De Sica, prima attrice a vincerlo non recitando in lingua inglese. In palcoscenico fu l'inglese Greer Garson a stringere la statuetta e la notizia arrivò invece a Sophia all'alba del giorno successivo, dalla voce di Lello Bersani che bussava alla casa romana di Carlo Ponti con al seguito i microfoni della Rai.

La storia dice che per anni l'intervista rimase nei cassetti perché i dirigenti della tv pubblica giudicarono sconveniente l'abbigliamento in vestaglia della diva che, inoltre, non aveva ancora regolarizzato la sua posizione matrimoniale con il produttore e pigmalione Ponti. Ma per il cinema italiano quella fu una notte da ricordare: non solo si riaffermava il primato del neorealismo, tanti anni dopo i tronfi di 'Ladri di biciclette', ma quel film coronava un percorso di successo partito nel dicembre di due anni prima con gli applausi del pubblico alla 'prima' romana e proseguito con una raffica di riconoscimenti, dal Premio a Cannes nel '61 fino al David di Donatello, dal Nastro d'Argento ai Bafta inglesi, tutti nel segno di Sophia. Realizzato ad appena tre anni dall'uscita del romanzo di Alberto Moravia, il film era una coproduzione italo-francese che garantì Jean-Paul Belmondo per il ruolo di Michele a fianco di un cast di stelle italiane (da Carlo Ninchi a Raf Vallone, da Andrea Checchi a Pupella Maggio, da Vincenzo Musolino a Renato Salvatori), capaci all'unisono di recitare con la semplicità dei non professionisti della grande ventata neorealista.

Oggi il film resta un capolavoro di forza espressiva e di emotività immediata che mette al centro l'indissolubile forza di una madre e una figlia, l'allora giovanissima ed esordiente Eleonora Brown che presto preferì gli studi e il matrimonio alla professione. Per la sua parte si era pensato all'inizio proprio alla Loren che poi accettò di invecchiarsi e vestire i panni laceri di Cesira quando Anna Magnani rifiutò di farle da madre sullo schermo. Nel 1989 Sophia si riprese il ruolo per il remake televisivo firmato da Dino Risi.

Rispetto al romanzo di Moravia gli aggiustamenti della sceneggiatura di Cesare Zavattini sono contenuti e rispettosi, anche se la dimensione emozionale prende volutamente il sopravvento e più forte si fa la metafora che mette sullo stesso piano due donne martirizzate dalla violenza della guerra e un paese, l'Italia, che cerca di rialzarsi dopo essere stato messo in ginocchio dalla furia cieca degli eserciti

lunedì 9 aprile 2012

E' morta la giornalista e scrittrice Miriam Mafai


FONTE:ANSA.IT
DI MASSIMO LOMONACO


Aveva 85 anni, partecipo' alla Resistenza ed e' stata anche deputato


Come donne "nessuno ci ha regalato niente", ha detto una volta Miriam Mafai e forse è la frase che più si addice per ricordare meglio il temperamento di questa giornalista, e scrittrice, di vaglia, scomparsa oggi a Roma, che ha raccontato, dalle colonne di vari giornali (dall'Unità a Paese Sera, a Noi donne, a Repubblica), l'Italia degli ultimi 60 anni. Lo ha fatto partendo da idee di sinistra, ma senza mai risparmiare le critiche quando la sua parte politica sbagliava o era in ritardo nell'analisi dei cambiamenti della società. Figlia di due pittori e intellettuali, Mario Mafai - esponente di spicco della Scuola Romana, e Antonietta Raphael - Miriam era nata a Firenze il 2 febbraio del 1926: in tempo per vedere il fascismo, l'Italia in guerra e le leggi razziali che avevano riguardato anche la sua famiglia, visto che la madre era ebrea e figlia di un rabbino lituano. Radici che Miriam ha sempre rivendicato con orgoglio come sue. Attiva nell'opposizione al fascismo e nella Resistenza, una volta finito il regime Mafai è già un funzionario del Pci. Il partito la manda in Abruzzo. Nel 1948 sposa Umberto Scalia, anche lui uomo di partito designato ad occuparsi di affari internazionali. Hanno due figli: il primo, Luciano, destinato a diventare un dirigente sindacale; la seconda, Sara, che diventerà giornalista come lei.

Nel 1957 la famiglia Scalia si trasferisce a Parigi, dove Umberto è in missione per il Pci. Ed é lì che avviene il debutto di Miriam nel giornalismo: Maria Antonietta Macciocchi, con cui ha lavorato durante la Resistenza, la fa diventare corrispondente di 'Vie nuove', altra storica pubblicazione della sinistra di quei tempi, fondata da Luigi Longo. Un anno dopo, il ritorno a Roma dove Mafai entra nell'Unità e nel 1961 ne diventa redattore parlamentare: comincia così quella grande consuetudine con il mondo politico di cui per tantissimi anni si occuperà. Nel 1962 la sua vita privata cambia: si lega a Giancarlo Pajetta, storico leader del Pci. Lui è già separato, per lei il matrimonio con Umberto è già finito. Eppure nel partito di allora l'unione suscita un qualche scandalo: "La mentalità - racconterà dopo - era grave. Dalle donne comuniste si pretendeva un grande rigore morale".

Quel sodalizio durerà 30 anni: Pajetta - lo racconterà lei stessa - è stato "l'unico amore" della sua vita. Un connubio fondato - sono sempre parole sue - su una reciproca autonomia, rara per quei tempi e forse anche oggi: "Ci siamo voluti molto bene Giancarlo ed io, ma - rivelerà - non abbiamo mai sacrificato pezzi della nostra esistenza". Dopo l'Unità ecco 'Paese Sera', altra storica testata di sinistra, ma differente dal quotidiano di partito fondato da Antonio Gramsci. La collaborazione con il giornale finisce però a metà degli anni '70: Miriam contribuisce nel 1976 alla fondazione de 'la Repubblicà, giornale destinato a diventare un punto di riferimento dell'area progressista e riformista italiana. Mafai è una firma di punta del giornale, tra le più inquiete ed originali: i suoi editoriali spaziano su tutti gli aspetti della vita nazionale, non escluso il costume. Il suo legame con la politica resta tuttavia intatto, tanto da portarla per una legislatura ad essere senatore del Partito democratico della sinistra. Critica feroce del berlusconismo, ha spesso richiamato l'Italia ad un ritorno a valori diversi. Attenta ai grandi e ai piccoli cambiamenti della società, Miriam Mafai ha travasato nei suoi tanti libri questa capacità di raccontare una società in movimento che si stacca dal passato: partiti tradizionali compresi. Nel libro 'Botteghe oscure addio' (Mondadori, 1996) - con cui ha vinto il Premio Cimitile lo stesso anno - ha raccontato "come eravamo comunisti", mentre in 'Dimenticare Berlinguer' (Mondadori, 1996) si è occupata di sinistra italiana e tradizione comunista. Nel 'Silenzio dei comunisti' (Einaudi, 2002) invece ha parlato - in un dialogo con Vittorio Foa e Alfredo Reichlin - di ciò che era giusto salvare di quella esperienza storica. Nel 2005 Miriam Mafai ha vinto il Premio Montanelli per la sua attività votata allo sviluppo della cultura italiana del '900, con particolare attenzione al mondo femminile. Ne sapeva qualche cosa. Del resto lo ha sempre sostenuto: alle donne ''nessuno ha regalato niente".

sabato 7 aprile 2012

Notizie aggiornate al 7 aprile 2012 su Emanuela Orlandi



IL MISTERO DI EMANUELA ORLANDI ENTRA NELLA VIA CRUCIS DEL PAPA
Il giallo della ragazza scomparsa nel 1983 citato a sorpresa dal predicatore del papa nel venerdì santo: "basta segreti, chi sa parli" dice padre Cantalamessa

Ragazzino cinese si vende il rene per comprarsi l'iPhone


FONTE:VIRGILIO NOTIZIE


L'avevano pagato 3.000 dollari. Cinque persone sono state arrestate nel Sud della Cina


Cinque persone sono state arrestate nel Sud della Cina dopo che un ragazzino si è venduto un rene per potersi comprare un iPhone e un iPad. Tra gli arrestati, dice l'agenzia di stato Xinhua, il chirurgo che nell'aprile dell'anno scorso ha espiantato l'organo al ragazzo.

Reclutato online da questa banda di mascalzoni senza scrupoli, il ragazzo, riferisce sempre l'agenzia, avrebbe ricevuto circa 3000 dollari in cambio del suo rene. A scoprire la storia la madre del ragazzo insospettitata dai nuovi gadget comprati dal figlio.

Sullo sfondo della vicenda la drammatica situazione sanitaria cinese sul fronte dei trapianti. Su circa un milione e mezzo di persone in attesa di un organo solo 10.000 circa riesco ad essere operati. Tra le principali fonti di organi i condannati a morte.

Bill Gates scommette 5 milioni sulla Scuola Medica Salernitana




FONTE:CORRIERE DEL MEZZOGIORNO.IT
DI BARBARA LANDI

De Luca ospite alla webradio Unis@und svela: il genio di Microsoft finanzierà un progetto di ricerca


Un progetto di rilievo internazionale, promosso dalla Fondazione Scuola Medica Salernitana, in cui crede anche Bill Gates, fondatore e presidente di Microsoft. Il magnate americano, infatti, attraverso la sua fondazione, la Bill&Melinda Foundation, contribuirà all'iniziativa con un investimento di 4/5 milioni di euro. A far trapelare l'indiscrezione è il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ospite di Unis@und, la webradio di ateneo, in diretta da Piazza del Sapere. «La Fondazione Scuola Medica Salernitana, in partnership con il comune, il polo universitario di Salerno e l'università del Maryland in Baltimora, darà vita, da questa estate, ad una linea di ricerca specializzata sui disturbi alimentari presso il recuperato convento di San Nicola della Palma - dice il sindaco - L'equipe di ricercatori sarà diretta da Alessio Fasano, direttore dell'Università del Maryland. Un progetto di eccellenza che andrà a valorizzare il centro storico, nei luoghi che videro l'affermarsi della Schola Medica Salernitana nell'XI secolo, unico grande momento della storia della città. Poi mille anni di vuoto. Oggi, attraverso un programma di proiezione internazionale di Salerno, stiamo cercando di saltare i secoli».

L'APPELLO - Un invito agli studenti a sintonizzarsi su questo sforzo. «Dobbiamo puntare ad essere i primi in Italia - aggiunge De Luca - dobbiamo liberarci dagli ultimi residui di plebeismo e passare dalle chiancarelle, dal degrado e dal provincialismo ad uno standard europeo. I 300 studenti salernitani che sono partiti per l'Erasmus sono un patrimonio stupendo, che deve tornare alla città. A Salerno i giovani possono aver fiducia. La nostra è la realtà più dinamica d'Italia rispetto alle aree urbane». Al centro della diretta radio l'emergenza trasporti che coinvolge il Cstp, i ritardi della metropolitana che collega al campus e la presentazione del sistema alternativo di carpooling. «Non si comprendono i motivi del rallentamento della linea su ferro - dice il rettore Raimondo Pasquino - incomprensibili queste continue bocciature».

LO SCONTRO CON LA REGIONE - «Non è difficile essere alternativi, visto che non c'è un sistema di trasporto pubblico al momento - spiega il sindaco, con l'accusa di "disputa teologica" rivolta all'assessore regionale ai trasporti Sergio Vetrella - un atto di puro ostruzionismo politico. Stiamo ancora a discutere se la rete metropolitana di Salerno debba svilupparsi su gomma o su rotaie. Vedremo - continua - perseguendo nella metafora religiosa - se durante le feste matureranno gli elementi della solidarietà cristiana. Per il Cstp faremo di tutto per ottenere almeno il 15% delle risorse tagliate. Un'azienda non può sopravvivere con il 42% di tagli al bilancio. Se il Cstp ricevesse dalla Regione gli stessi soldi, per chilometro, dell'azienda di trasporto di Napoli, sarebbe in attivo. Salerno Energia e Metanauto continuano a fornire carburante per 300 mila euro, non ancora pagati. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per dare una mano».





giovedì 5 aprile 2012

Informa Salerno. Notizie dalla Città e dalla Provincia dal 5 al 12 aprile 2012



Fonte:Informa Salerno. Notizie dalla Città e dalla Provincia dal 5 al 12 aprile 2012 Scritto da Maria Serritiello
www.lapilli/salerno.eu

Salerno. Giovedì 5 aprile dalle ore 17 in poi presso la Villa Comunale del quartiere Fratte, l’Associazione Commercianti ed Artigiani, invita all’esibizione dei Clowns e del teatro dei burattini e allo spettacolo comico dal titolo “ Se ridete non mi offendo” di Ciro Gerardi ed Ivano Montano.



Battipaglia. Giovedì 5 aprile alle ore18:00. Salotto in casa Comunale. Presentazione del libro “Il canto dell’anima” di Mario Festa. Piazza Aldo Moro, Battipaglia.

Cava De’ Tirreni. Giovedì 5 aprile ore 19.00 Mediateca Marte ed il Forum dei Giovani di Cava de’ Tirreni. Appuntamento sul tema “Giovani e spettacolo”: incontro con Irene Maiorino

Cava De’ Tirreni. Venerdì 6 aprile ore 19.00 Mediateca Marte Arte Eventi, per la Rassegna il “Cinema Possibile” presenta “L'Eccedenza. 10 anni senza Bene” Film, video-frammenti, performance, racconti e appunti teorici per ricordare Carmelo Bene.

Salerno. Sabato 7 aprile è prevista la visita serale al castello Arechi di Salerno con la possibilità di assistere allo spettacolo teatrale “Il Paradiso di Dante” tratto dalla Divina Commedia e diretto dal regista Corrado. www.ilcastellodiarechi.it

Salerno. Sabato 7 aprile ore 18 presso il Palazzo Genovese. l’Accademia Internazionale Arte e Cultura di Belle Arti, Lettere e Scienze Michelangelo Angrisani, col Patrocinio del Comune di Salerno presenta “Arte Donna”, Mostra di Pittura e Scultura, Poesia e Libri a Salerno, fino al 12 aprile.

Salerno. visitabile fino al fino all’8 aprile, la mostra “Io sono - talking and sensory paint”, di Olga Marciano, presso l’Archivio dell’Architettura Contemporanea di Salerno in Via Porta Elina (alle spalle di Piazza Portanova) dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 20.00.

Cava De’ Tirreni. Mercoledì 11 aprile è il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione al percorso di conoscenza e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, dal titolo “RiscopriAMO il territorio”. Inserita nel più ampio “Progetto Policoro”, l’iniziativa mira ad educare alla scoperta, alla conoscenza ed al rispetto delle ricchezze paesaggistiche, dei beni culturali ed ecclesiastici locali.

Salerno. Giovedì 12 Aprile, scadono le domande per la partecipazione al IV Concorso Nazionale “La musica è dei giovani” previsto nei giorni 17 e 18 aprile 2012 indetto dall’Associazione Mari-Arte in collaborazione con la Scuola Media Statale Giovanni XXIII -Vernieri di Salerno

Salerno. Giovedì 12 Aprile, ore 18,00 il “FAI” Delegazione Salerno presso il Circolo dei Canottieri Irno-Salerno in Via Porto, presenta “Concerto Pianistico” con l’artista Sara Germanotta. Seguirà rinfresco.

Si invita a partecipare al concorso fotografico dal titolo “Diritto –Rovescio” sui diritti civili e sui loro “rovesci”, promosso dall’Associazione Culturale “Art-Tre”, in collaborazione con il “Salerno Campania Pride 2012. www.art-tre.it

Salerno. E’ visitabile presso la Casa dei Missionari Saveriani in via Fra G. Acquaviva, 4 nel rione Petrosino l’interessante mostra interculturale dal titolo “Oi dialogoi: segni, suoni e parole” allestita nella Casa dei Missionari Saveriani in via Fra G.Acquaviva,4 nel rione Petrosino. La mostra potrà essere visitata fino al 22 aprile 2012.

Si invita a partecipare alla seconda edizione del bando “ Uno spot per”, concorso promosso in collaborazione con il Centro La Tenda di Via Fieravecchia e rivolto ai giovani per premiare il miglior spot audiovisivo che tratti i temi della nostra Società, previsto il 12 maggio 2012.

Si sollecita la partecipazione alla terza edizione del Festival “Salerno in Corto Circuito”, concorso per il miglior cortometraggio sociale salernitano e non salernitano previsto dal 18 al 20 maggio 2012



News estratte da: Rete dei giovani di tutte età per Salerno e fonti varie

A cura di Maria Serritiello

mercoledì 4 aprile 2012

Meteo Salerno per Pasqua



FONTE: VIRGILIO METEO.IT

Giovedì 5 Aprile Min 14° Max 22° Percepita 22°
Nuvoloso

Venerdì 6 Aprile Min 13° Max 21° Percepita 21
Nuvoloso

Sabato 7 Aprile Min 13° Max 16° Percepita 16°
pioggia debole

Domenica 8 Aprile Min 10° Max 15° Percepita 15°
pioggia debole

Come fare per calcolare il giorno preciso della Pasqua ogni anno


FONTE:AMANDO.IT

Come mai il giorno di Pasqua è così mobile sul calendario? Si potrebbe dire che è quaranta giorni dopo Carnevale. Facile, ma come sappiamo quando è Carnevale? Bene,
sappiate che si parte dal calcolo della Pasqua e di conseguenza si sa quando è Carnevale. Per sapere il giorno di Pasqua si parte dal solstizio di primavera che è il 21 Marzo, poi si deve verificare quando è il plenilunio, la luna piena, la domenica successiva al plenilunio è il giorno di Pasqua

Per semplificare: Consideraimo il 21 marzo, solstizio di primavera
osserviamo il Plenilunio sul calenadrio
la domenica successiva al Plenilunio è Pasqua
di conseguenza 40 giorni all'indietro è carnevale

Per i cicli della luna che sono di 4 settimane, ovviamente la Pasqua non può cadere dopo il 25 Aprile. E ci volle l’intervento di Costantino Imperatore per stabilire questo calcolo.

Un pò di storia....
La data era stata ereditata dalla Pasqua di Israele, che santificava i tempi agricoli come l’equinozio di primavera, ma con i due imperi ci furono alcune divergenze sanate con un editto imperiale.
Come vedete molte feste cattoliche si basano su ricorrenze pagane o sui cicli delle stagioni e sulla vita agricola che in passato era regolata su pratiche rurali.
Ci sono vari esempi, come la festa di Ognissanti, che si celebra il 1° Novembre, ha origine celtiche. Le popolazioni erano solite dividere l’anno in 2 fasi, una era quella della nascita, del rigoglio della natura e la ricorrenza era a Maggio, l’altro periodo era quello del letargo, della natura dormiente e si festeggiava a Novembre.
Ricorrenze simili erano in uso presso gli antichi romani e quando Cesare conquistò la Gallia queste festività si riunirono. Nel corso dei secoli quella che si riferisce all’addormentarsi della natura in inverno diventò il 1° Novembre e quella di Maggio (il 13) venne assegnata dal cristianesimo alla celebrazione di tutti i santi; nell’evoluzione dei secoli la Chiesa volle unire le celebrazioni a Novembre spostando la festa di Ognissanti.
Per il mondo non cattolico è rimasta e in seguito “importata” la festa di Halloween (All Hallows = Tutti i Santi + eve = Vigilia) che celebra la notte degli spiriti, dei morti, collegata quindi alla “morte” della natura dal 31 Ottobre al 1 Novembre.

Sempre seguendo le tradizioni agricole, alla natura addormentata, fu poi inserita la celebrazione dei Morti, il 2 Novembre, dalla Chiesa cattolica.
Anche Ferragosto, che la Chiesa cattolica ha poi fatto coincidere con la celebrazione dell’ascensione di Maria Vergine, erano le Ferie di Augusto, giorni dedicati alla celebrazione di feste in onore di divinità e dell’imperatore, spiegato così anche il nome e perché si dice “andare in ferie” equivalente a “andare in vacanza”.

Altre ricorrenze si sono poi perse nel corso dei secoli, altre sono rimaste solo in alcune culture, è però interessante come ci sia stato un riciclo di date e riti e simboli perché talmente assunti e in uso dalla gente che la Chiesa è stata costretta ad adeguarsi per avere seguito dal popolo della campagna.
Pensate che ancora oggi si ricordano come giorni più freddi dell’anno i giorni della Merla (29, 30 e 31 Gennaio) che sono premonitori di come sarà la Primavera, il 13 Dicembre Santa Lucia come giorno più corto che ci sia perché in passato cadeva il 22 Dicembre del calendario solare (solstizio d’inverno) e altre ricorrenze simili.

martedì 3 aprile 2012

Ultimissime sul caso Emanuela Orlandi



Fonte:Uaar Ultimissime

PER QUANTO MI RIGUARDA MANTERRO'ACCESA L'ATTENZIONE SUI MIEI BLOGS, FINO A QUANDO NON SI CONOSCERA' LA VERITA' SUL CASO EMANUELA ORLANDI. SONO IN 8O MILA, TALI LE FIRME RACCOLTE, A VOLERE, COME ME, LA VERITA'. LA CHIESA, NELLA SUA IMMENSA MISERICORDIA, DEVE COMPIERE QUEST'ATTO DI GENEROSITA' VERSO LA FAMIGLIA ORLANDI, CHE HA SERVITO CON ONESTA' E LABORIOSITA'IL VATICANO.(Maria Serritiello)

Qualcosa si muove dopo l’interrogazione di Walter Veltroni al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, per cercare di far luce sulla strana sepoltura del boss Enrico De Pedis nella basilica di Sant’Apollinare a Roma. Il ministro ha disposto accertamenti, rivelando che la chiesa in questione non è territorio vaticano e che l’ok alla traslazione arrivò direttamente dall’allora presidente della Cei, il cardinale Ugo Poletti. In più, sono emerse pesanti irregolarità – o quantomeno gravi leggerezze – nella documentazione che ha disposto il trasferimento della salma dal cimitero romano del Verano alla chiesa.

Gli inquirenti che si occupano della scomparsa di Emanuela Orlandi tornano alla carica. In Vaticano “qualcuno” sa perché De Pedis è stato trasferito a Sant’Apollinare, dicono. E perché e da chi è stata rapita la ragazza, ormai nel lontano 1983.
Non si ritiene che comunque la tomba dell’ex capo della banda della Magliana possa contenere elementi rilevanti per le indagini, di cui si occupa il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. La tomba quindi non verrà aperta perché per il procuratore non dovrebbe contenere eventuali resti della Orlandi, oltre a quelli di De Pedis. Tra l’altro, chi segue il controverso caso già sapeva che la basilica non fosse territorio del Vaticano e i dettagli dell’iter per trasferire la salma del boss. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e che da anni si batte per la verità sul caso, esulta. “La posizione dei pm, secondo cui personalità vaticane conoscerebbero la verità su Emanuela è importantissima”, spiega, “ora mi aspetto una risposta dal Vaticano: questo silenzio sta diventando imbarazzante”. Infatti, nonostante l’appello direttamente a Benedetto XVI, non è arrivata alcuna risposta. E lo stesso Orlandi si era detto “deluso”. Ma Orlandi non demorde. Si aspetta “un’azione spontanea” da parte di chi in Vaticano sa e una “risposta ufficiale” della Santa Sede. E non è il solo.


ULTIME NOTIZIE CORRELATE

***Manifestazione davanti Sant'Apollinare

Si è svolta nel pomeriggio di ieri la manifestazione organizzata da Pietro Orlandi per chiedere verità e giustizia sul caso della sorella, Emanuela, scomparsa in circostanze misteriose nel 1983. Tra reticenze del Vaticano e risolti criminali, che coinvolgono la Banda della Magliana.

La manifestazione, con la presenza di centinaia di persone sensibilizzate dal tam tam su internet, si è svolta proprio davanti la basilica di Sant’Apollinare. Dove è sepolto Enrico De Pedis, il boss della Magliana detto ‘Renatino’. Proprio sulla stessa piazza, la scuola di musica che frequentava la ragazza.

Per protesta, è stata affissa una targa con scritto ‘Piazza Emanuela Orlandi’ sul portone della chiesa. E chiesta la rimozione della salma di De Pedis dalla basilica, criticando anche l’omertà della Chiesa sulla questione. Avviata anche una raccolta firme.

Un paio di settimane fa, grazie all’attivismo di un gruppo Facebook, sono stati affissi sulle statue ‘parlati’ della tradizione popolare romana, appelli, poesie e volantini sul caso di Emanuela Orlandi.

***Manifeatazione attenzionata da gendarme e (fotografo) del vaticano

Particolarmente ‘osservati’ i manifestanti che sabato scorso hanno partecipato alla mobilitazione organizzata dal fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, per chiedere al Vaticano di far luce sulla scomparsa della giovane.

Un uomo è stato infatti notato mentre fotografava, con una certa insistenza, i manifestanti raccolti davanti alla basilica di Sant’Apollinare. In particolare chi distribuiva volantini e gli striscioni. Nella chiesa in questione è sepolto, col beneplacito della Chiesa, il boss della Banda della Magliana ‘Renatino’ De Pedis. Si è scoperto che il curioso fotografo è un gendarme del Vaticano in borghese, riconosciuto da diverse persone che hanno contattato mercoledì sera il programma Chi l’ha visto?.

Il caso è arrivato anche in Parlamento. Walter Veltroni (Pd), che già aveva contestato la sepoltura del malavitoso nella chiesa e chiesto lo spostamento della salma, ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno. Per sapere se le autorità italiane fossero a conoscenza della questione e “se non si ritenga improprio e pregiudizievole l’atteggiamento delle forze di sicurezza vaticane”. Intente, ricorda Veltroni, “a identificare cittadini che manifestavano nel territorio italiano” in maniera pacifica.

***Il Vicariato "De Pedis resta a Sant'Apollinare"

Ecco un altro capitolo di uno dei misteri più singolari e se vogliamo “letterari” di Roma. La vicenda è quella della sepoltura di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, nella Basilica di Sant’Apollinare, a due passi da Piazza Navona. De Pedis è uno dei boss della banda della Magliana assassinato nel febbraio e inumato nelle camere mortuarie sotterranee della Basilica il 24 aprile 1990, dopo una prima tumulazione frettolosa al Verano. La trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” (RaiTre), il 12 settembre scorso, aveva rivelato i documenti sui retroscena della sepoltura del boss che ha suscitato le proteste di molti cattolici. Ieri sera, nel corso di un’altra puntata della trasmissione, è arrivata la replica del Vicariato di Roma, della cui giurisdizione fa parte Sant’Apollinare: in sostanza i resti mortali di De Pedis non saranno spostati – dice una nota – La sepoltura era stata decisa a suo tempo dal Cardinale vicario Ugo Poletti, oggi defunto, ma secondo la gestione attuale del Vicariato non ci sono gli estremi per un’estumulazione dei resti di “Renatino



***Ministro Cancellieri accertamenti su sepoltura De Pedis


La mobilitazione, anche su internet, di Pietro Orlandi per far luce sulla scomparsa di sua sorella Emanuela e sul coinvolgimento del Vaticano e della Banda della Magliana sembra aver ottenuto dei risultati. Uno dei punti tuttora oscuri è la sepoltura nella basilica di Sant’Apollinare a Roma di Enrico De Pedis, detto ‘Renatino’, boss della Banda della Magliana. Il malavitoso, vittima nel 1990 di una faida, è stato infatti sepolto nella chiesa. Perché faceva ingenti donazioni, si sono giustificati i religiosi interpellati. Senza interrogarsi tanto sulla provenienza più o meno lecita di certi denari.

Il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, ha annunciato “ulteriori accertamenti” sulla sepoltura di De Pedis. Così ha risposto alla richiesta di chiarimenti di Walter Veltroni (Pd), che da tempo segue la questione, durante il question time di ieri. Presenti anche il fratello e le sorelle di Emanuela Orlandi.

Cancellieri ricorda che per autorizzare quel tipo di sepoltura era necessario “un decreto del ministro della Sanità, di concerto con il ministro dell’Interno, previo parere del Consiglio di Stato”. Rileva che “nessun ufficio di questa amministrazione venne interessato: né la Prefettura di Roma, a cui sarebbe stato necessairo indirizzare la richiesta di tumulazione, né la Direzione generale dei culti, che avrebbe dovuto esprimere il parere di competenza”. Questo perché la basilica godrebbe “del regime di extraterritorialità, essendo ubicata nello Stato del Vaticano”. Ma, evidenzia, ci sarebbe anche un’autorizzazione dal Comune di Roma che ha dato l’ok alla traslazione della salma dal cimitero del Verano alla basilica.

Veltroni non è però soddisfatto per le risposte dal ministro, perché “a noi non risulta così chiaro che Sant’Apollinare sia territorio del Vaticano”. Infatti la chiesa non sarebbe inserita nella lista degli immobili che godono di extraterritorialità, allegata al Concordato del 1929. Ma è presente tra quelli “esenti da espropriazioni e tributi”. Ed è comunque “eticamente inaccettabile che il capo della banda della Magliana sia sepolto in una delle chiese più importanti di Roma”.

Disposti accertamenti anche sul caso del presunto gendarme vaticano impegnato a fotografare la manifestazione del 21 gennaio scorso davanti a Sant’Apollinare, organizzata proprio da Orlandi.

Forse sarà la volta buona per fare chiarezza su un caso ancora non risolto, superando le reticenze del mondo della politica e del Vaticano?



LA STORIA DI "RENATINO" E LA BANDA DELLA MAGLIANA NELLA BALLATA CHE QUI POSTO

lunedì 2 aprile 2012

Carolina Kostner regina dei mondiali



FONTE:ANSA.IT

A Carolina Kostner mancava solo questo per concludere l'anno perfetto: dopo l'oro al Grand Prix e quello agli Europei nel 2012 mancava solo l'oro al Mondiale. L'Italia e' campione del mondo per la prima volta dal 1906, da quando cioe' venne disputata la prima edizione dei Campionati ISU di pattinaggio di figura femminile. Un record. E alla sua favola, fatta di sudore, fatica, stress e velocita', adesso si aggiunge un lieto fine con tanto di principessa: E' stata infatti Carolina di Monaco a complimentarsi con l'atleta italiana, ''un sogno'' ha detto la Kostner.

Questo oro Carolina se l'e' voluto e infine se l'e' preso con una gara perfetta - se si esclude la piccola sbavatura di un triplo axel-triplo axel che e' diventato doppio axel-triplo axel - con una grande tecnica, con una eccezionale presenza scenica. La gara della Kostner, svolta sulle note del celebre concerto per pianoforte e orchestra n.23 di Mozart, e' stata pennellata nota dopo nota, passo dopo passo. La grande armonia unita alle difficolta' tecniche hanno consentito alla Kostner di salire sul gradino piu' alto del podio. E una spinta in su oltre a Mozart, oltre alla sua grande capacita' di atleta e al suo carattere gliel'ha data anche il pubblico che l'ha sostenuta passo dopo passo: ''L' avete sentito il pubblico?'' dira' piu' tardi.

E a questo punto sono lontane le delusioni alle olimpiadi di Torino e Vancouver. Sul podio, mentre stringe un bouquet rossobiancoverde, Carolina Kostner cerca di non piangere. Guarda su, verso il tricolore, verso la sua famiglia e verso il fidanzato Alex Schwazer e poi spinge indietro la testa per cercare di arginare lacrime di commozione. Sul ghiaccio del Palais des Exposition Kostner ha dato davvero una lezione ad una pur strepitosa Alena Leonova che, sfruttando anche l'emozionante Requiem for a Tower di Mansell ha fatto una senza nei e ad Akiko Suzuki, terza. Insomma, in una disciplina che e' praticamente in mano all'Asia Usa, Carolina rappresenta davvero un orgoglio nazionale imperdibile.

Al termine della gara, mentre ancora sul ghiaccio del Palais sta pattinando Suzuki, nella mix zone Carolina ha sorriso e sgranato gli occhi e ha detto ''non riuscivo piu' a muovere le gambe'' mentre c'era ancora chi chiedeva ''cosa si prova a vincere il mondiale''. ''Tutta la vita'' ha risposto Carolina con gli occhi che diventavano sempre piu' grandi. Dietro di lei, il suo coach Michael Hut che stringe tra le mani il pupazzo di un ornitorinco. Ma alla domanda che tutti le hanno fatto e per la quale tutti si aspettavano una risposta Carolina e' scivolata via: ''Non voglio parlare di futuro, adesso. Voglio godermi questo momento''.





Il maestro è stato desacralizzato: oggi l'adolescente può insultare chi ne sa più di lui



FONTE:TISCALI OPINIONI.IT
DI MARCO LODOLI

Marco Lodoli (Roma, 22 ottobre 1956) è uno scrittore e giornalista italiano. Laureato in Lettere, è insegnante di Italiano in un istituto professionale della periferia di Roma. Dapprima scrittore di poesie, approda alla prosa con il suo primo romanzo, Diario di un millennio che fugge, che ha vinto il Premio Mondello opera prima, giudicato dalla critica il suo romanzo migliore. I temi ricorrenti nell'opera di Lodoli sono il viaggio e la morte, ma soprattutto il rapporto tra l'io e l'altro (il "diverso"). Collabora con il quotidiano La Repubblica, dove, nella Cronaca di Roma, firma una rubrica che si chiama Isole e, nell'edizione nazionale, è editorialista su temi che riguardano i giovani e la scuola


Oggi l'adolescente può insultare chi ne sa più di lui


"Non sono d’accordo, professore. Secondo me il tema di Marchetti era almeno da sette, sette e mezzo.” Sono situazioni ormai molto comuni: le valutazioni dell’insegnante non vengono ritenute esatte, addirittura si dubita che quel signore dietro la cattedra abbia i mezzi, le qualità, le capacità per esprimere un giudizio equilibrato. A nulla valgono gli anni di studio universitario, i mille libri letti, la partecipazione a congressi, e in fondo anche una certa maturità dovuta agli anni, ai viaggi, agli amori fortunati e sfortunati, ai pensieri inseguiti e perduti, alle occasioni. Nessun ragazzo è più disposto a riconoscergli autorità e autorevolezza, nemmeno sulla materia che quell’uomo ama e insegna da trent’anni. Purtroppo situazioni simili si presentano anche a casa.



L’uomo torna con un vecchio film da mostrare al figlio di dieci o dodici anni, un capolavoro di Chaplin o di Buster Keaton, ma il ragazzino non ne vuole sapere, non vuole nemmeno provare a guardare quel film. “Non mi interessa, lo so già che non mi interessa, è inutile che insisti papà, queste sono cose dei tempi tuoi.” Per il padre è quasi impossibile spiegare al dodicenne recalcitrante che questo o quel film è stato girato molti anni prima che lui nascesse, che si tratta di fidarsi proprio come lui si è fidato quando gliel’hanno fatto vedere, quando l’amico più grande gli fece ascoltare “A love Supreme” di Coltrane o quando lo zio ammiratissimo gli mise tra le mani “Delitto e castigo”. Si cresceva perché qualcuno che riconoscevano come “superiore” ci apriva una finestra e ci invitava a guardare. Ora siamo in un altro tempo, e nessuno pensa che ci sia qualcuno che possa aiutarlo a crescere con un consiglio o una proposta.



Quando è cominciato il fenomeno della desacralizzazione del maestro? Forse nei lunghi talk-show degli anni Ottanta, quando un pensatore o un bravo scrittore si trovava fianco a fianco alla belloccia o al caso umano, al comico o al calciatore e tutti potevano parlare di tutto, senza remore e senza vergogna? E’ cresciuto forse nell’epoca di Internet, quando ogni adolescente può esprimere il proprio parere, irridere o insultare chi ne sa mille volte più di lui? E’ finito il tempo in cui prima di poter solo immaginare di prendere la parola bisognava ascoltare per anni i più grandi, imparare, penetrare in ragionamenti complessi, articolati, difficili. Bisognava rinforzare la mente, accrescere le conoscenze prima di muovere una critica, prima di dire al professore di filosofia: “Non sono d’accordo”, prima di contrapporre alle idee del padre le proprie.



Se Dante o Leopardi oggi avessero un blog dove riportare le loro riflessioni e i loro versi, in breve sarebbero sommersi dagli sputi irriverenti di centinaia di menti adolescenziali, “perché io la penso proprio al contrario, perché secondo me le cose non stanno così, e non ti credere vecchio nasone o povero gobbo di saperne più di me solo perché ti hanno pubblicato quattro paginette!” Se un ragazzino non impara ad ascoltare, se crede di avere il diritto di esprimere qualsiasi sciocchezza solo perché ne ha la possibilità, allora ogni sviluppo intellettuale è destinato a morire in culla, nella superbia gracile di chi si illude di poter fare a meno di qualsiasi maestro.

02 aprile 2012






Nando Brusco, cantastorie, al Mumble Rumble di Salerno


martedì 3 aprile 2012 a partire dalle ore 19:30
Circolo ARCI Mumble Rumble
Via Loria, 35 - Salerno

Un nuovo artista sarà ospitato per il consueto appuntamento con i laboratori
di Danzare Insieme a tambur battente & ciaramella squillante:

Nando Brusco, cantastorie, presenta “L’AMURI di CALABRIA


L’AMURI DI CALABRIA non è solo uno spettacolo di cantastorie, ma il frutto di una ricerca artistica ed esistenziale.
un viaggio fra le storie, gli strumenti, i cunti… per raccontare vicende ironiche e drammatiche, che appartengono alla Calabria.

Lo spettacolo si sviluppa seguendo uno scritto di Leonida Rèpaci (Palmi 1898) che viene arricchito da canti tradizionali,
poesie, e storie collegate agli aspetti belli e brutti descritti dall’autore.

(Nando Brusco)

STRUMENTI : Tamburi, chitarra, zampogna, organetto

http://nandobrusco.blogspot.it/



domenica 1 aprile 2012

“La Tempesta” di Shakespeare in concorso al Teatro XS di Salerno

“La Tempesta” di Shakespeare in concorso al Teatro XS di Salerno

Si è conclusa la rassegna Che comico 2011-2012 al teatro“ Ridotto

Si è conclusa la rassegna Che comico 2011-2012 al teatro“ Ridotto

La compagnia “Teatro Impiria di Verona” alla quarta serata della rassegna Teatro XS di Salerno

La compagnia “Teatro Impiria di Verona” alla quarta serata della rassegna Teatro XS di Salerno

E' morto Giorgio Chinaglia, fu bandiera della Lazio



Ancora un lutto nel mondo calcio: a 65 anni si è spento Giorgio Chinaglia. L'ex attaccante della Lazio è morto in Florida, dove era ricoverato da alcuni giorni a causa di problemi cardiaci. Lo ha riportato in diretta Tv su Sky Sport il giornalista Gianluca Di Marzio. La notizia è stata data via twitter anche da Umberto Gandini, dirigente del Milan.

Nato a Carrara nel 1947 Chinaglia arriva nel 1969 alla Lazio neopromossa dopo un inizio di carriera con la maglia dello Swansea in Galles, dove si era trasferito con la famiglia all'età di 9 anni, ed il ritorno in Italia con Massese prima e Internapoli poi, sempre in Serie C. Due stagioni in serie A con 12 gol nel primo anno e 9 nel secondo, che non bastano però ad evitare la retrocessione. Nel 1971-1972 Chinaglia è il capocannoniere della serie B con i suoi 21 gol che trascinano i biancocelesti nuovamente nella massima serie. Nonostante militi in B l'attaccante si guadagna addirittura la maglia azzurra e il suo esordio è bagnato dal gol il 21 giugno 1972 contro la Bulgaria.

E' l'inizio della favola della Lazio di Tommaso Maestrelli. Al primo anno di A gli Aquilotti sfiorano lo scudetto e lo vincono nel secondo. Chinaglia segna 24 reti compreso il rigore decisivo nella sfida contro il Foggia che regala il tricolore ai laziali. E' l'apice della sua carriera perché sia in azzurro sia con la maglia della Lazio le sue prestazioni iniziano a non essere più all'altezza. A poche giornate dalla fine del campionato 1975-1976 decide quindi di trasferirsi ai New York Cosmos, anche su consiglio della moglie americana Connie Eruzione, sorella di Mike Eruzione, campione olimpico di hockey nella leggendaria finale di Lake Placid del 1980. A New York trova campioni del calibro di Pelé e Beckenbauer .

Giorgio Chinaglia diventa il miglior marcatore della storia della North American Soccer League: in sette anni segna 193 gol in 213 partite, di cui 53 in 43 incontri di playoff. Vince il premio come miglior marcatore della Nasl per ben 5 volte, tra il 1976 e il 1982.

Nel 1983 torna in Italia, questa volta come presidente della Lazio, accolto dalla folla come un salvatore. Inoltre, l'anno seguente la Warner Communications gli cede parte delle azioni dei Cosmos. Ma la Nasl è ormai al tramonto e nel 1985, proprio dopo un'amichevole con la Lazio, i Cosmos chiudono. Alla fine dello stesso anno è costretto a cedere la Lazio, per problemi economici, a Franco Chimenti. Da allora si stabilisce negli States, dove nel gennaio 2011diventa ambasciatore sempre dei Cosmos con l'obiettivo di rilanciare la società insieme al presidente Pelé e al direttore tecnico Eric Cantona

Nella primavera del 2006 Chinaglia è iscritto nel registro degli indagati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, con l'accusa di riciclaggio, per aver agevolato le attività della camorra. Nell'ottobre del 2006 nei suoi confronti viene emessa un'ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti per estorsione ed aggiotaggio, nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulle irregolarità nella scalata alla società sportiva Lazio. Nel luglio 2008 è stato colpito da un mandato di arresto per riciclaggio.



E' morto il giornalista Antonio Ghirelli



Antonio Ghirelli (Napoli, 10 maggio 1922 – Roma, 1° aprile 2012) è stato un giornalista e scrittore italiano.

Scrittore e capoufficio stampa del Quirinale ai tempi del Presidente Sandro Pertini, è morto questa mattina a Roma. E'stato anche direttore di Tuttosport e Corriere dello Sport. Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 10 maggio

Attratto dal giornalismo sin da bambino, fu avviato all'attività scrivendo su Il 9 Maggio, il giornale della Gioventù Universitaria Fascista di Napoli.[1] Iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1942, partecipò alla Resistenza italiana e diresse Radio Bologna Libera, un'emittente radio che dipendeva dalla Quinta Armata USA.[2]

A Milano collaborò con L'Unità e Milano Sera. Insieme alla moglie, per un breve periodo lavorò anche come traduttore per Topolino.[1] Fu poi incaricato dal direttore di Paese Sera di curarne la parte sportiva e di collaborare anche per la terza pagina.

A seguito della rivoluzione ungherese del 1956 lasciò il PCI per aderire al Partito Socialista.[3] Interruppe la collaborazione con Paese Sera e diventò impaginatore dell'edizione romana de La Gazzetta dello Sport. Venne quindi chiamato a dirigere Tuttosport.

Collaborò con varie testate (Sud, Nord e Sud, Il Politecnico) e divenne capo redattore di Repubblica d'Italia. Collaborò in seguito con l'Avanti!, il Corriere della Sera e Il Mondo e fu direttore de Il Globo. Dal 1966 al 1977 diresse il Corriere dello Sport.

Nel 1978, subito dopo l'elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica, divenne capo ufficio stampa del Quirinale. Si dimise nel 1980 per le polemiche generate dalla diffusione di un comunicato stampa in merito alla richiesta di dimissioni del ministro dell'Interno Francesco Cossiga, che Pertini avrebbe auspicato in seguito alle voci di favoreggiamento a beneficio del terrorista di Prima Linea Marco Donat Cattin, figlio del parlamentare democristiano Carlo.[4] In seguito, Ghirelli dichiarò di aver offerto le proprie dimissioni in accordo con Pertini, per tutelare un suo giovane collaboratore che aveva scritto il comunicato in sua vece.

Durante i due governi Craxi (1983-1986) fu capo ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel 1986 fu nominato direttore del TG2. Dal 1988 al 1989 diresse l'Avanti!.

Nel 2008 ha aderito al Partito Socialista.


All'attività di giornalista Ghirelli ha sempre affiancato quella del saggista.