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martedì 30 novembre 2010

Morto suicida il regista Mario Monicelli


CINEMA

FONTE:TISCALI NOTIZIE

Il regista Mario Monicelli si e' ucciso lanciandosi dal quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Lo rendono noto fonti sanitarie. Monicelli si e' lanciato dal balcone del nosocomio romano intorno alle 21 di lunedì. Il regista aveva 95 anni ed era ricoverato per un tumore alla prostata. Anche suo padre Tomaso, noto scrittore e giornalista, si era tolto la vita nel 1946.Verdone: sono attonito - ''Sono attonito, una notizia che mi intristisce molto''. Cosi' Carlo Verdone accoglie con grande sgomento la notizia della morte tragica di Mario Monicelli. ''Era probabilmente una persona stanca di vivere, che non sosteneva piu' la vecchiaia. L'ho apprezzato molto come grande osservatore e narratore - continua l'attore-regista romano - anche se a volte con condividevo il suo cinismo. Era gentile, cordiale, ma di poche parole. Un anno fa - conclude Verdone - mi capito' di fargli gli auguri a Natale. Rimase sorpreso: 'Gli auguri - mi disse - non li fa piu' nessuno'''.

Veronesi: nessuno si suicida a 95 anni - "Non so che cosa si dirà domani di quello che è successo, ma una cosa va detta: non ho mai sentito nessuno che si suicida a novantacinque anni. Era davvero speciale". Così Giovanni Veronesi, regista, sceneggiatore e attore cinematografico, un po' erede di Monicelli in quanto a spirito toscano, commenta la morte del maestro della commedia all'italiana. "Sono davvero scombussolato, l'avevo sentito poco tempo fa e pur sapendo che era all'ospedale, non lo sono mai andato a trovare. Peccato".

La biografia e la carriera del maestro della commedia all'italiana - Nato, il 15 maggio del 1915 a Viareggio, figlio del critico teatrale e giornalista Tommaso, dopo la laurea in storia e filosofia a Pisa, Mario Monicelli esordisce nel cinema nel 1932 con il corto, firmato insieme ad Alberto Mondadori, Cuore rivelatore. Padre, con colleghi come Dino Risi, Luigi Comencini e Steno, della commedia all'italiana, e' stato regista di circa 66 film e autore di piu' di 80 sceneggiature. Fra i suoi grandi successi, Guardie e ladri (due premi a Cannes nel '51), nel pieno del suo sodalizio con Toto'; I soliti ignoti (nomination all'Oscar), La Grande guerra (1959) trionfatore a Venezia con il Leone d'oro; L'armata Brancaleone (1965).

Sono gli anni dell'amicizia con Risi, degli scontri con Antonioni, del controverso rapporto con Comencini, del trionfo della commedia all'italiana e dei 'colonnelli della risata'. Inventa Monica Vitti attrice comica in La ragazza con la pistola (1968); nel 1975 raccoglie l'ultima volonta' di Pietro Germi che gli affida la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 recupera la dimensione tragica con Un borghese piccolo piccolo. Seguono fra gli altri Speriamo che sia femmina (1985) e il feroce Parenti serpenti (1993) con cui dimostra di saper leggere le trasformazioni della societa' italiana con l'acume e la cattiveria di sempre. E' del 2006 il tanto desiderato ritorno sul set di un film, rallentato da ritardi e difficolta' produttive, con Le rose del deserto, liberamente ispirato a Il deserto della Libia di Mario Tobino e a Guerra d'Albania di Giancarlo Fusco.

La sua opera a New York - Proprio in questi giorni a New York è stato presentato in chiave retrospettiva un dei film del neorealismo di Mario Monicelli, Risate di Gioia, con Anna Magnani. Il film rientra nell'ambito della retrospettiva che il Linclon Center dedica alla figura di Suso Cecchi D'Amico, che lavorò con Monicelli alla sceneggiatura del film. «Risate di gioia» è stato presentato insieme a una serie di altri sei film del neorealismo italiano.

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