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venerdì 5 novembre 2010


MIEI SCRITTI


LA RECENSIONE: SOMEWHERE

DI MARIA SERRITIELLO

Trama: Jonny Marco, celebrità cinematografica, vive all’hotel Chateau Marmont di Hollywood, facendone il centro della sua esistenza. Vive costantemente tra feste di sconosciuti, foto per copertine di giornali e sedute di posa di trucco, per film da interpretare. Il più delle volte beve s’impasticca e si accompagna a ragazze facili, tutte avventure per notti solitarie. Ha un'ex moglie, che l’ha mollato e una figlia di undici anni, che ogni tanto viene a trovarlo. In uno dei festini a cui partecipa svogliato e ubriaco, cade dalle le scale e si frattura un braccio. La vita già complicata si aggrava, può compiere solo alcune funzioni. Ed è proprio durante la sua particolare degenza che la moglie gli appioppa la figlia e scompare. A furia di vivere a stretto contatto con Cleo, un’adolescente garbatissima, capace, sportiva ed intelligente, comincia a considerare la sua vita vuota. Quando per due settimane Cleo si allontana, per andare all’annuale campo estivo, Jonny è preso da una crisi depressiva profonda che lo condurrà a cambiare stile di vita.

Commento

Un film, soprattutto nella prima parte, esasperatamente lento, a cominciare da quei giri rombanti e a vuoto delle prime scene, con Jonny su di una lussuosa Ferrari, manifesto life style, a percorrere una specie di piccolo circuito nel deserto senza approdare a nulla, per continuare con le monotone esibizioni, 2 di numero, per un intero cd musicale, di due ballerine di lap- dance. Ma queste non sono, le uniche lentezze da patire, c’è la sequenza del trucco, che opprime il respiro, le sue bevute, le sue dormite, il suo scrutare dal balcone le molteplici luci della città, il suo mangiar gelati, il suo guardar la tv e perfino il pattinare sul ghiaccio della figlia, pieno d’armoniosa leggiadria, stanca per le troppe volute.

Non è esasperando lo spettatore che si trasmette il senso di vuoto dell’inutile vita del protagonista, la routine preordinata e monotona a cui è soggetto. La regista di tutto ciò ne ha fatto una descrizione scolastica e altro doveva essere per trasmettere angoscia e non irritazione. La macchina da presa fissa e ferma ora sugli attori, ora su squarci di panorama, ora su particolari inutili, non rendono bella neppure la fotografia.

La contestazione a Venezia, appena si è saputo del leone d’oro assegnato alla regista, di origini italiane, ci sta tutta, per non sottolineare che, il Presidente della giuria, Quentin Tarantino, italo americano anch’egli, è stato un ex di Sofia Coppola ed è notoriamente avverso al cinema italiano.

Interpreti

Stephen Dorff, interpreta con naturalezza l’annoiato attore , Jonny Marco, tutto ripiegato su se stesso. Il personaggio ha già di suo una fissità che non gli fa compiere alcuno sforzo nel ritrarlo e anche quando, in preda alla depressione, piange, poco cambia la sua espressività,

Elle Fanning, classe 1998, la dolce Cleo, bionda ed eterea, all’interno del film si è mossa con disinvoltura e bravura. Il ruolo della figlia affettuosa, di un padre dissoluto ed esso stesso in cerca di protezione, le calza bene. Cleo, questo il nome della figlia di Jonny Marco, è l’unica, mentre il padre si divide tra lap dancer e one night stand, a dare un senso al vacuo tempo del padre, trascinandolo nelle attività del suo essere adolescente.

Del tutto irrilevanti sono le apparizioni di: Laura Chiatti, Simona Ventura e Nino Frassica. Di gusto decisamente trash, la visualizzazione della notte, tutta italiana, dei Telegatti.

La Regia

Sofia Coppola è la figlia del regista italo americano Francis Ford Coppola sorella del regista Roman Coppola, nipote dell'attrice Talia Shire e cugina di Nicolas Cage, Jason Schwartzman e Robert Carmine. È la prima donna statunitense ad avere ottenuto una nomination come miglior regista all'Oscar e ad aver vinto il premio per la miglior sceneggiatura originale. È stata sposata con il regista Spike Jonze dal 26 giugno 1999 al 5 dicembre 2003. Avrà contato qualcosa questo curriculum parentale, per l’assegnazione del Leone d’oro a Venezia? E Quentin Tarantino, presidente della giuria del Festival, suo ex? Di certo, il suo quarto film non convince. E’ una pellicola noiosa, fintamente, anzi intellettualmente minimalista. La lentezza delle sequenze, l’arma seduttiva, secondo le intenzioni della regia, irrita e non poco. La linea narrativa, nella costruzione è simile a Lost In Traslation, che le valse l’Oscar per la migliore sceneggiatura, ma in questo film non si raggiunge la scorsa eccellenza.

Curiosità

Ella Fanning è la sorella minore di Dakota Fanning e nella miniserie fantascientifica Taken di Steven Spielberg, interpreta la versione giovane di sua sorella Dakota.

Spunti di riflessioni

“I bambini ci guardano” e a volte possono cambiare il corso di una vita, soprattutto se essa è quella di un genitore.

Somewere: Regia: Sofia Coppola. Interpreti: Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Benicio Del Toro, Laura Chiatti, Jo Champa

Soggetto e sceneggiatura: Sofia Coppola

Leone D’Oro alla 67ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (2010)

Giudizio

Mediocre

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

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