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lunedì 29 novembre 2010


L'AMACA

DI MICELE SERRA


Repubblica — 26 novembre 2010

Fantastica la storia della vistosa attrice bulgara, molto molto amica di Silvio, che ritiene di dovere essere invitata alla Mostra del Cinema di Venezia perché Silvio glielo aveva promesso. («Cherie, basta esibirti nei dancing: tu meriti Venezia!»). Si innesca una sarabanda di telefonate imbarazzate, con alti funzionari che si ingegnano di trovare alla signora una degna cornice, inventandosi un premiolino di straforo e sperando che nessuno se ne accorga. Deliziata e ingenua, la signora arriva a Venezia convinta di essere la nuova Garbo, si ritrova in una saletta periferica (non si sa se con rinfrescoo senza), viene omaggiata dai suddetti alti funzionari e perfino dal direttore della Mostra, deportato all' uopo, e per un disguido crede - o le viene fatto credere - che il solo cronista casualmente presente sia l' insigne critico di un prestigioso quotidiano, al quale concede un' intervista impegnatissima. Manca solo il dirottamento in un parcheggio di Chioggia spacciandolo per piazza San Marco («Vede quanti piccioni, signora? Sono tutti qui per lei»),e il quadro della pietosa truffaè completo. L' amico Silvio, primo artefice della vicenda, si conferma l' ultimo, strepitoso soggettista dei B-movies all' italiana.

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