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sabato 13 novembre 2010

Il diabete come l'Aids: sarà l'epidemia dei prossimi 20 anni. Per gli esperti la prevenzione inizia a tavola


RICERCA SCIENTIFICA

FONTE:TISCALI NOTIZIE


Il diabete sarà l'epidemia dei prossimi 20 anni, così come nei 20 appena trascorsi lo è stato l'Aids. A lanciare l'allarme sono stati oggi nutrizionisti e diabetologi, tra cui Giuseppe Fatati, presidente dell' Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi), che ha presentato al Senato il suo libro La prevenzione inizia a tavola. Diabete, starbene mangiando. "Il problema più allarmante - ha spiegato Fatati - è l'evoluzione che la diabesità potrebbe avere nei prossimi anni.Il numero globale dei diabetici è infatti destinato a salire dagli attuali 246 milioni a 380-400 milioni nel 2025. Combattere la diabesità, soprattutto attarverso una corretta alimentazione, è dunque la sfida del XXI secolo. Per sensibilizzare la popolazione sui rischi della diabesità, in occasione della Giornata Onu sul diabete che si celebra il 14 novembre, il 13 e 14 in 350 piazze ci saranno medici diabetologi a fare l'analisi della glicemia.Il legame tra diabete e obesità - Secondo Antonio Tomassini, presidente della commissione Sanità del Senato - si è trasformato in un'epidemia silenziosa, che si può combattere quindi già a partire dalla tavola, mangiando con attenzione tutti i cibi ma in modo moderato. Dimagrire 5-6 kg vuol dire ridurre il rischio di diabete. Purtroppo il 50% degli italiani è ignaro di avere il diabete".Il non intervenire tempestivamente, ha aggiunto Sandro Gentile, presidente dell'associazione Medici diabetologi, "ha dei costi altissimi. Basti pensare che ogni anno 75mila persone con diabete hanno un infarto, 18mila subiscono l'amputazione di un arto e 15mila devono sottoporsi a dialisi. Eppure il 50% di tutto ciò si potrebbe evitare facendo subito la terapia appropriata".Italiani popolo di grassi, anche i bambini - Nel suo intervento al Senato, Francesca Martini, sottosegretario alla Salute, ha infatti sottolineato come, da una rilevazione fatta nelle quarte elementari, sia emerso che il 36% dei bambini italiani "é in sovrappeso o obeso, con il picco negativo della Campania, dove si arriva al 49%. Il sottosegretario ha inoltre ricordato l'impegno del Ministero anche nel promuovere l'attività fisica come medicina, e quanto sia "fondamentale l'azione dei medici di famiglia nel cercare di modificare gli stili di vita dei singoli. Ma quello che spero - ha concluso Martini - è di elaborare delle linee guida sul ruolo del nutrizionista da condividere poi con le Regioni".Uno su due ha problemi di peso. Complessivamente sono quasi 5 milioni le persone obese in Italia, che è al primo posto in Europa in un'ipotetica classifica negativa, insieme a Spagna e Grecia, con un terzo dei bambini tra i 7 e gli 11 anni obeso o in sovrappeso. Condizioni che sono la base ideale per il diabete, che nel 90% dei casi è attribuibile appunto all'eccesso di peso.

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