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venerdì 5 novembre 2010

"Domenico Lannutti "al secondo appuntamento del Ridotto di Salerno


MIEI SCRITTI


CABARET: DOMENICO LANNUTTI


DI MARIA SERRITIELLO

Il secondo appuntamento della stagione “Che comico”2010-2011 al “Ridotto di Salerno” è stato con Domenico Lannutti, il comico abruzzese surreal-popolare, conosciuto per la sua attività pedagogica che svolge accanto a quella umoristica.

Lo spettacolo proposto sabato 30 e domenica 31 ottobre, nel celebre tempio della risata, ha per titolo: “Quando non c’è più scampo ci mangiamo la seppia”, un monologo che ritrae un uomo frastornato e confuso dal mondo che lo circonda, anche se, egli stesso è diverso dalla massa, forse perché pensante. Un uomo nel monologo comico, che vuole stare al passo con i tempi ma trova in questi, segni evidenti di contraddizioni.

Il suo spettacolo a toni sommessi è posto al pubblico garbatamente e con maniere gentili per giungere finanche a risvolti poetici, che colpiscono e toccano il cuore. Si ride di gusto e anche tanto, senza che la risata diventi mai grassa. Ha un modo semplice e comunicativo di presentarsi, con un unico trucco, l’espressività della sua faccia, sulla quale spuntano due occhi tondissimi che s’incollano allegramente addosso agli spettatori. Per rimarcare ogni passaggio divertente si serve di una risata, anzi di un ghigno bonario, che sottolinea, in modo burlesco, la conclusione della battuta e l’anticipo di un’altra.

Il suo monologo è costellato di esilaranti espressioni che hanno un’intelligente ricerca a monte, uno studio sistematico della parola, che aggiunto a quel tanto di surreale fanno del suo spettacolo un’esibizione particolare. E quando la risata si ferma è solo per dare spazio alla poesia. Due pause significative che il comico Lannutti regala al pubblico, arricchendo lo spettacolo, di due momenti lirici, dedicati uno a sua madre e l’altro al pubblico presente, su cui sparge, nel finale, rossi cuoricini di carta, usciti da un palloncino, primo gonfiato e poi bucato. A Lannutti piace concludere la sua esibizione così, tanti cuori da donare ad ognuno e non per strappare più consenso o un lungo applauso ma perché il delicato gesto fa parte del suo essere uomo.

Domenco Lannutti è nato ad Arco provincia di Chieti, ma vive a Bologna. Si è avvicinato al mondo del teatro e del comico dopo aver fatto svariati mestieri: il contadino, il mozzo, il venditore ambulante, il formatore, l’animatore e il laureato in economia che per hobby pratica ancora. E’ nella città di Bologna, dove si reca per frequentare gli studi, che si scrive ad un corso di teatro universitario, trascinato più che altro da un gruppo di amici, convinti del suo talento. Non si sbagliavano! Così da quel giorno, certo della sua vocazione, comincia a frequentare diverse scuole e laboratori sulla commedia dell’arte e tecniche di cabaret. Si affina sempre più e studia presso la scuola Teatro Dehon diretta da Nino Campisi, segue il laboratorio Permanente diretto da Bruno Nataloni ed compie il percorso formativo e fisico con Philip Radice. Ha fatto parte della Compagnia degli Gnorri di Natalino Balasso ed attualmente frequenta sia il laboratorio del Piccolo Jovinelli, con la direzione artistica di Serena Dandini che il laboratorio Zelig di Reggio Emilia. Da cinque anni, a Torino, nell’Atelier “Teatro Fisico Philip Radice”, insegna scrittura comica e costruzione della maschera individuale comica. Al Festival Internazionale del cortometraggio, “Buongiorno”, il corto di Melo Prino e da lui interpretato si è guadagnato il primo posto, con successivi sessanta riconoscimenti, risultando il corto più premiato.

Prossimo appuntamento al Ridotto, il 13 e 14 Novembre, con Carmine Faraco in "Cabarock"

Maria Serritiello
www.lapilli.eu



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