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sabato 18 febbraio 2023

il Carnevale, raccolta di notizie

 




Fonte il web

selezione notizie: Maria Serritiello


Carnevale locuz. carne-levare "togliere la carne", riferito in origine al giorno precedente la quaresima, in cui cessava l'uso della carne.

In passato il mascheramento rappresentava un temporaneo rovesciamento dell'ordine precostituito, da cui derivava anche la pratica dello scherzo e della dissolutezza. Si trattava, inoltre di una forma di scherno nei confronti dei potenti ma anche dei vizi e dei tipi umani.

Per i cristiani il periodo del Carnevale viene indicato come “Tempo di Settuagesima” nei paesi di tradizione cattolica e viene inteso come periodo preparatorio immediatamente precedente la riflessione e riconciliazione con Dio propria della Quaresima.

Origine. La ricorrenza trae le proprie origini dai Saturnali della Roma antica o dalle feste dionisiache del periodo classico greco. Durante queste festività era lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo scherzo e al gioco

Per saperne di più

*I Saturnali: Una delle più diffuse e popolari feste religiose di Roma antica, che si celebrava ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione. I Saturnali, per il loro carattere, ricordano assai da vicino il nostro carnevale; mentre, per l'epoca dell'anno alla quale ricorrevano - il solstizio d'inverno - possono essere a proposito ravvicinate al nostro ciclo festivo di Natale e Capodanno.

*Feste dionisiache: Le Dionisie erano, nell'antica Grecia, celebrazioni dedicate al dio Dioniso, nel corso delle quali venivano messe in scena rappresentazioni teatrali tragiche e comiche. Tali rappresentazioni erano di tipo competitivo: una apposita giuria stabiliva la classifica una volta conclusi gli spettacoli.

Quando è stato inventato il carnevale? I primi festeggiamenti del Carnevale risalgono al VIII secolo, quando veniva organizzato un banchetto con tanti cibi e bevande prima del digiuno. Durante questo periodo veniva sovvertito l'ordine sociale e si nascondeva l'identità dietro una maschera.

La tradizione italiana di indossare maschere risale al Carnevale di Venezia nel XV secolo e per secoli è stata un'ispirazione per il teatro greco e la commedia.

Il Carnevale comincia ufficialmente il 17 gennaio, con la festività del “Santo del porcellino”, così denominata per l'usanza di consumare prodotti suini durante la festa di Sant'Antonio Abate.

Il Carnevale italiano più famoso è quello di Venezia, il cui nome appare già in documenti del 1094 a proposito di “pubblici divertimenti”. Nasce come “festa pubblica ufficiale” nel 1296 quando il Senato dichiarò festivo il giorno precedente la Quaresima. Naturalmente questo era solo il momento clou di festeggiamenti che duravano molto più a lungo.

Carnevali italiani

Carnevale Di Viareggio.

Carnevale Di Ivrea.

Carnevale Di Fano.

Carnevale Di Putignano.

Carnevale Di Ronciglione.

Carnevale Di Mamoiada.

Carnevale Di Cento

Carnevale Di Acireale

Carnevale Di Montescaglioso

Carnevale Tempio Pausania

                                ****Palma Campania***

 

Poesie

(Il vestito di Arlecchino - Gianni Rodari)

Per fare un vestito ad Arlecchino

ci mise una toppa Meneghino,

ne mise un’altra Pulcinella,

una Gianduia, una Brighella.

Pantalone, vecchio pidocchio,

ci mise uno strappo sul ginocchio,

e Stenterello, largo di mano

qualche macchia di vino toscano.

Colombina che lo cucì

fece un vestito stretto così.

Arlecchino lo mise lo stesso

ma ci stava un tantino perplesso.

Disse allora Balanzone,

bolognese dottorone:

'Ti assicuro e te lo giuro

che ti andrà bene li mese venturo

se osserverai la mia ricetta:

un giorno digiuno e l’altro bolletta!'.

 

(Il girotondo delle maschere - G. Rodari)

È Gianduia torinese

Meneghino milanese.

Vien da Bergamo Arlecchino

Stenterello è fiorentino.

Veneziano è Panatalone,

con l’allegra Colombina.

Di Bologna Balanzone,

con il furbo Fagiolino.

Vien da Roma Rugantino:

Pur romano è Meo Patacca.

Siciliano Peppenappa,

di Verona Fracanappa

e Pulcinella napoletano.

Lieti e concordi si dan la mano;

vengon da luoghi tanto lontani,

ma son fratelli, sono italiani".

 

(Carnevale vecchio e pazzo - Gabriele D'Annunzio)

Carnevale vecchio e pazzo

s’è venduto il materasso

per comprare pane, vino,

tarallucci e cotechino.

E mangiando a crepapelle

la montagna di frittelle

gli è cresciuto un gran pancione

che somiglia ad un pallone.

Beve, beve all’improvviso

gli diventa rosso il viso

poi gli scoppia anche la pancia

mentre ancora mangia, mangia.

Così muore il Carnevale

e gli fanno il funerale:

dalla polvere era nato

e di polvere è tornato".

 

P.S Il funerale di Carnevale nella tradizione popolare: Carnuà pecché si muorte t’è mangiate a carne e puorche

 

La Zeza. "Zeza", una rappresentazione carnevalesca tipica delle culture contadine della Campania

 

La Canzone di Zeza è una forma di lamento ritualizzato attraverso il quale si celebra la morte di Carnevale.

 

È una commedia popolare, messa in scena, fino alla metà degli anni Cinquanta, da gruppi di attori improvvisati: si sviluppa sul contrasto, interamente cantato, tra un uomo e una donna, tra il vecchio e il nuovo, in un conflitto intergenerazionale in cui si celebra la sconfitta per castrazione di Pulcinella, il quale, invano contro sua moglie Zeza, si oppone al matrimonio della figlia Vicenzella con Don Nicola.

 

il gruppo operaio E Zezi di Pomigliano d’Arco, ha lavorato sulla Canzone di Zeza, rielaborandola e proponendola anche al di fuori del periodo di carnevale. Con la Canzone di Zeza –

 

Il Carnevale di Montemarano è una festa popolare che evoca l’identità storica e culturale della comunità dei Montemaranesi, custodi attenti dei propri riti e costumi”, sette giorni di musica, tarantella, laboratori, approfondimenti, cibo e vino.  I montemaranesi, girano il paese in una sorta di processione, guidata dal ‘caporabballo’, riconoscibile dal suo tipico vestito bianco con mantellino rosso, richiamando antichi gesti legati a culti pagani”. Il Carnevale di Montemarano, infatti, va oltre la festa, è un evento che coincide con la storia di un popolo che nei movimenti rotatori, nei passi ritmati e nelle figure mascherate, richiama i riti agricoli ripercorrendo il passaggio dall’inverno alla primavera, tempo di risveglio e di fioritura, auspicio e speranza per un raccolto abbondante e una stagione florida.

 

 

Proverbi

A Carnevale ogni scherzo vale.

A Carnevale ogni scherzo vale …e chi si offende è un gran maiale!

Le maschere si vendono solo di Carnevale.

Il Carnevale al sole, la Pasqua al fuoco.

Quando il padre fa Carnevale, ai figlioli tocca far Quaresima.

La gola, il ballo e il gioco in Carnevale, vidi ogni anno a qualcuno esser fatale.

L’amore nato in Carnevale muore in Quaresima.

Non è sempre Carnevale.

Chi non gioca a Natale, chi non balla a Carnevale, chi non beve a san Martino [11 novembre], è un amico malandrino.

 

Maria Serritiello






 

 


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