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selezione notizie: Maria Serritiello
In
passato il mascheramento rappresentava un temporaneo
rovesciamento dell'ordine precostituito, da cui derivava anche la pratica dello
scherzo e della dissolutezza. Si trattava, inoltre di una forma di scherno nei
confronti dei potenti ma anche dei vizi e dei tipi umani.
Per
i cristiani il periodo del Carnevale viene indicato come
“Tempo di Settuagesima” nei paesi di tradizione cattolica e viene inteso come
periodo preparatorio immediatamente precedente la riflessione e riconciliazione
con Dio propria della Quaresima.
Origine. La
ricorrenza trae le proprie origini dai Saturnali della Roma antica o dalle
feste dionisiache del periodo classico greco. Durante queste festività era
lecito lasciarsi andare, liberarsi da obblighi e impegni, per dedicarsi allo
scherzo e al gioco
Per
saperne di più
*I Saturnali: Una delle più diffuse e popolari feste religiose di
Roma antica, che si celebrava ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di
Saturno, antico dio romano della seminagione. I Saturnali, per il loro
carattere, ricordano assai da vicino il nostro carnevale; mentre, per l'epoca
dell'anno alla quale ricorrevano - il solstizio d'inverno - possono essere a
proposito ravvicinate al nostro ciclo festivo di Natale e Capodanno.
*Feste
dionisiache: Le Dionisie erano,
nell'antica Grecia, celebrazioni dedicate al dio Dioniso, nel corso delle quali
venivano messe in scena rappresentazioni teatrali tragiche e comiche. Tali
rappresentazioni erano di tipo competitivo: una apposita giuria stabiliva la
classifica una volta conclusi gli spettacoli.
Quando
è stato inventato il carnevale? I primi festeggiamenti del
Carnevale risalgono al VIII secolo, quando veniva organizzato un banchetto con
tanti cibi e bevande prima del digiuno. Durante questo periodo veniva
sovvertito l'ordine sociale e si nascondeva l'identità dietro una maschera.
La
tradizione italiana di indossare maschere risale al Carnevale di Venezia
nel XV secolo e per secoli è stata un'ispirazione per il teatro greco e la
commedia.
Il
Carnevale comincia ufficialmente il 17 gennaio,
con la festività del “Santo del porcellino”, così denominata per l'usanza di
consumare prodotti suini durante la festa di Sant'Antonio Abate.
Il
Carnevale italiano più famoso è quello di Venezia,
il cui nome appare già in documenti del 1094 a proposito di “pubblici
divertimenti”. Nasce come “festa
pubblica ufficiale” nel 1296 quando il Senato dichiarò festivo il giorno
precedente la Quaresima. Naturalmente questo era solo il momento clou di
festeggiamenti che duravano molto più a lungo.
Carnevali
italiani
Carnevale Di Viareggio.
Carnevale Di Ivrea.
Carnevale Di Fano.
Carnevale Di Putignano.
Carnevale Di Ronciglione.
Carnevale Di Mamoiada.
Carnevale Di Cento
Carnevale Di Acireale
Carnevale Di
Montescaglioso
Carnevale Tempio Pausania
****Palma
Campania***
Poesie
(Il
vestito di Arlecchino - Gianni Rodari)
Per fare un vestito ad
Arlecchino
ci mise una toppa
Meneghino,
ne mise un’altra
Pulcinella,
una Gianduia, una
Brighella.
Pantalone, vecchio
pidocchio,
ci mise uno strappo sul
ginocchio,
e Stenterello, largo di
mano
qualche macchia di vino
toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto
così.
Arlecchino lo mise lo
stesso
ma ci stava un tantino
perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
'Ti assicuro e te lo
giuro
che ti andrà bene li mese
venturo
se osserverai la mia
ricetta:
un giorno digiuno e
l’altro bolletta!'.
(Il
girotondo delle maschere - G. Rodari)
È Gianduia torinese
Meneghino milanese.
Vien da Bergamo
Arlecchino
Stenterello è fiorentino.
Veneziano è Panatalone,
con l’allegra Colombina.
Di Bologna Balanzone,
con il furbo Fagiolino.
Vien da Roma Rugantino:
Pur romano è Meo Patacca.
Siciliano Peppenappa,
di Verona Fracanappa
e Pulcinella napoletano.
Lieti e concordi si dan
la mano;
vengon da luoghi tanto
lontani,
ma son fratelli, sono
italiani".
(Carnevale
vecchio e pazzo - Gabriele D'Annunzio)
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un
pallone.
Beve, beve all’improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la
pancia
mentre ancora mangia,
mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è
tornato".
P.S Il funerale di Carnevale nella tradizione popolare: Carnuà pecché
si muorte t’è mangiate a carne e puorche
La
Zeza. "Zeza", una
rappresentazione carnevalesca tipica delle culture contadine della Campania
La
Canzone di Zeza è una forma di lamento ritualizzato
attraverso il quale si celebra la morte di Carnevale.
È
una commedia popolare, messa in scena, fino alla metà degli
anni Cinquanta, da gruppi di attori improvvisati: si sviluppa sul contrasto,
interamente cantato, tra un uomo e una donna, tra il vecchio e il nuovo, in un
conflitto intergenerazionale in cui si celebra la sconfitta per castrazione di
Pulcinella, il quale, invano contro sua moglie Zeza, si oppone al matrimonio
della figlia Vicenzella con Don Nicola.
il
gruppo operaio E Zezi di Pomigliano d’Arco, ha lavorato sulla
Canzone di Zeza, rielaborandola e proponendola anche al di fuori del periodo di
carnevale. Con la Canzone di Zeza –
Il
Carnevale di Montemarano è una festa popolare che evoca
l’identità storica e culturale della comunità dei Montemaranesi, custodi
attenti dei propri riti e costumi”, sette giorni di musica, tarantella,
laboratori, approfondimenti, cibo e vino.
I montemaranesi, girano il paese in una sorta di processione, guidata dal
‘caporabballo’, riconoscibile dal suo tipico vestito bianco con mantellino
rosso, richiamando antichi gesti legati a culti pagani”. Il Carnevale di
Montemarano, infatti, va oltre la festa, è un evento che coincide con la storia
di un popolo che nei movimenti rotatori, nei passi ritmati e nelle figure
mascherate, richiama i riti agricoli ripercorrendo il passaggio dall’inverno
alla primavera, tempo di risveglio e di fioritura, auspicio e speranza per un
raccolto abbondante e una stagione florida.
Proverbi
A
Carnevale ogni scherzo vale.
A
Carnevale ogni scherzo vale …e chi si offende è un gran maiale!
Le
maschere si vendono solo di Carnevale.
Il
Carnevale al sole, la Pasqua al fuoco.
Quando
il padre fa Carnevale, ai figlioli tocca far Quaresima.
La
gola, il ballo e il gioco in Carnevale, vidi ogni anno a qualcuno esser fatale.
L’amore
nato in Carnevale muore in Quaresima.
Non
è sempre Carnevale.
Chi
non gioca a Natale, chi non balla a Carnevale, chi non beve a san Martino [11
novembre], è un amico malandrino.
Maria
Serritiello
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