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giovedì 23 febbraio 2023

“Allo stesso punto. Però a nata parte” commedia buffa di Paolo Capozzo del Teatro 99 posti, 2° spettacolo del Festival Nazionale XS città di Salerno.



 

Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

In scena il 19 febbraio, per la seconda serata del Festival Nazionale XS città di Salerno, a cura della Compagnia dell’Eclissi della città, i Co.C.I.S. - Teatro 99 Posti di Mercogliano, con una commedia buffa di Paolo Capozzo dal titolo “Allo stesso punto. Però a nata parte”.

Con Paolo Capozzo, anche attore, Maurizio Picariello e Vito Scalia.

Ai 200 spettatori presenti, la scena si mostra priva del sipario, dipinta da fogliame in bianco e nero, sono alberi, ma anche quinte. Due personaggi, Compà Prisco e Compà Mostino appesi a due corde penzolano addormentati. Due burattini che attendono il risveglio, chiusi come sono nel teatro e dimenticati da tutti. Sono attori, senza una parte, né del pubblico che li ascolta, eppure loro solo quello sanno fare, recitare, ma cosa? Quale ruolo? Davanti a quale pubblico? I due si svegliano in un teatro abbandonato, probabilmente chiuso per la pandemia e si accorgono di essere rimasti là come fantasmi. Per più di vent’anni sono stati i personaggi principali dello spettacolo “Storie di Terra di suoni e di rumore”, ma ora Prisco e Mostino conoscono vecchie battute, che non fanno più presa, ma poi su chi? Si ritrovano, così, a dubitare perfino della loro esistenza, tanto da farli dire “Quanne si chiure lo sipario, nui simmo vivi o simmo muorti?”

Due poveri Zuorri, così detti, per essere dei nullatenenti, che usano un linguaggio improbabile, una sorta di meta-dialetto irpino, fatto di termini cilentani, lucani e pugliesi. I due per sopravvivere devono inventarsi nuovi personaggi, ci provano più volte, ma nulla può sembrare adatto, stanno quasi per gettare la spugna, quando da un vecchio cascione, abbandonato e polveroso, trovano un faldone lasciato nel fondo, nel quale sono custoditi alcuni testi teatrali. Superate le prime incertezze, cominciano a prendere confidenza con gli scritti, sicché, nelle loro battute, si riconoscono piacevolmente i capolavori teatrali di Shakespeare, Beckett, De Filippo, tra i più noti. Inizia, così la prova recitativa dei due Zuorri, che riaccende le loro esistenze, tramutando il vecchio spettacolo in qualcosa di nuovo, pur partendo dallo stesso punto. Una sorta di commedia dell’arte dove Mustino e Prisco, alla ricerca della loro identità, si rivelano attori di elevata professionalità, due maschere, ben impostate che fanno di loro, personaggi bizzarri, stravaganti, burleschi, appassionati, eppure accattivanti. Il canovaccio approssimativo nel quale si sviluppa l'improvvisazione degli attori è ben calibrato e quando ai due si aggiunge un terzo personaggio, il pezzo si completa, la rappresentazione risulta godibilissima e la morale balza chiaramente, cioè il viaggio di conoscenza. L’oscurità magica del teatro e la capacità di guardarsi dentro, sia pure con personaggi inventati, ha smosso la ricerca di sé, invitando a guardare il reale da varie angolazioni, a cambiare, partendo dal noto, ovvero sia dallo stesso punto però da un’altra parte.

Bravo l’autore, Paolo Capozzo, a stimolare lo spettatore con un pezzo diverso per rappresentazione, maschere, scenografia, linguaggio, costumi ed interpretazione: Maurizio Picariello, Vito Scalia.

Regia, scene e luci: Gianni Di Nardo

 

Maria Serritiello

www.lapilli.eu











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