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mercoledì 24 novembre 2021

“Il poteRe negato al destino dei Re” si rappresenta ogni fine settimana al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno

 



Fonte:www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Andrea Carraro, regista, attraverso pezzi significativi di opere di William Shakespeare, mette in scena personaggi che hanno avuto a che fare con il potere, senza goderne i privilegi, anzi vivendo ansie e tormenti imposte dal loro stato. Si scopre così, che quelli che si pensa essere uomini privilegiati, non vivono una vita migliore, sottoposti come sono dagli intrecci delle loro vite. Lo spettacolo prende forma come una sorta di teatro elisabettiano, trasportato in un sala abbandonata ed usata per fare le prove. La scena, senza essere nascosta dal sipario, appare cosparsa di oggetti inutilizzati: un ventilatore, sedie capovolte, una scala e al centro una poltrona di colore beige, priva di un bracciolo, ad indicare il trono, potere giacente dei re.

Gli attori, nel buio più totale della sala, si posizionano e sono pronti ad essere per la durata dello spettacolo: Volumnia (Cinzia Ugatti), Bruto ed Antonio (Andrea Carraro), Riccardo II (Amelia Imparato), Enrico V (Gaetano Fasanaro). Utile per la comprensione e la fruibilità dello spettacolo sono i trafiletti ad introdurre l’ambientazione, il tempo, il personaggio ed il punto esatto del recitato.  La ricerca accurata di Andrea Carraro trasposta in un pezzo teatrale, ha il pregio dell’aver scelto personaggi, che pur potendo esercitare potere per la loro genia o meriti di battaglia, sono obbligati a soccombere, così Coriolano, che per essere confermato console ha bisogno dei voti della plebe, quel volgo a cui ha negato il grano e che disprezza. Accade che “Il servo è più felice del suo re” e il si “deve” popolare, Andrea lo ripeta con grande vigoria, tanto da farlo risuonare in tutto il Giullare.

 “Ascolta questi buoni consigli, il mio cuore non è incline a piegarsi più del tuo, ma ho un cervello che sa guidare la collera ad un fine migliore

E’ Volumnia, ovvero Cinzia Ugatti a parlare, a dare buoni consigli, a provare a convincere Coriolano che faccia ritorno a Roma, a non tradire il suo sangue. La fermezza della voce, unita ad una velata preoccupazione sono porte al pubblico con grande bravura interpretativa e quando sarà Cleopatra, altro personaggio perdente, non cambia registro, l’espressione vocale è dolente, è piena di dignità. Fasciata da un abito nero lungo, che le scopre le spalle, Cinzia Ugatti, con il portamento del suo corpo dà un impronta personale al personaggio di Volumnia, prima ed a quello di Cleopatra, dopo. Di fronte ha un rabbioso Andrea Carraro, nei panni dell’offeso Coriolano, il primo re, dei quattro rappresentati. E’ se stesso nell’imperiosità della voce e nel cipiglio altezzoso ed è convincente quando con moderazione pronuncerà l’elogio funebre di Cesare. Due facce per la stessa bravura di Carraro, che di questo spettacolo è anche il regista.

Ad uno ad uno, poi, si ascoltano i pezzi di Riccardo II “Da qualche tempo” interpretato magistralmente da Amelia Imparato e il sostenuto discorso di San Crispino, recitato da un sicuro ed energico Gaetano Fasanaro. Le atmosfere profonde dello spettacolo hanno avuto risalto dalle luci della brava Virna Prescenzo

E’ stato un bell’andare al riascolto delle tragedie di William Shakespeare, le 4 romane da lui composte, spettacoli sempre più rari nel teatro odierno, per cui respirarne e viverne le atmosfere è stato oltremodo gradevole.

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 


 

 

 

 

 

 

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