Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Penultimo spettacolo di “Che Comico 2015/2016” al Teatro Ridotto di Salerno, il 27 e 28 febbraio scorso. Ad esibirsi è Luciano Capurro in compagnia di Alessia Moio in “Ridotto? Si, ma che spasso”. Un tentativo, il suo, di distinguersi da una certa comicità, troppo a buon mercato, purtroppo imperante, oggi, con uno spettacolo di varietà, a difesa di un patrimonio culturale, in via di estinzione, che è quello del bel canto e del divertimento, senza mai scadere nella volgarità. Tale operazione presuppone capacità musicali ed un equilibrato gusto teatrale, doti che Luciano Capurro ha. A lui va riconosciuto lo sforzo notevole di essere uno degli ultimi aedi di una forma teatrale quasi estinta: il teatro di varietà, o teatro di arte varia, un genere di spettacolo di carattere leggero nato alla fine del XIX secolo a Napoli come imitazione del Café-chantant francese. Plauso, dunque, incondizionato a tanta caparbietà e professionalità, quale quella mostrata da Luciano, pronipote di Giovanni Capurro, autore dei versi della celeberrima canzone " 'O sole mio", un inno cantato in tutto il mondo e dalla sua partner, Alessia Moio, apprezzata musicista, garbata show girl, dotata di un impianto vocale degno di fortune decisamente migliori.
Ad iniziare è Luciano con un breve prologo introduttivo, volto a chiarire le aspettative che spera di esaudire con lo spettacolo, per poi testimoniare di quale timbro di voce eccezionale è dotato. È poi la volta di Alessia che con fare ammiccante, ma discreto, suscita l'ilarità tra e con il pubblico, con lazzi, e doppi sensi, il tutto condito da una voce piacevole e ben impostata. E così, tra piacevoli canzoni dei tempi andati e sketch quasi familiari si trascorrono ore godibili di spettacolo e bella musica. Non mancano momenti di grande spessore musicale, quando, all’ennesimo bis, Luciano duetta sulle note del recente brano,” Il Volo”, portato al successo dal trio dei giovani cantanti al Festival di Sanremo, lo scorso anno. Si lascia il teatro a malincuore, lo spettacolo, ben assemblato, ha divertito il pubblico che, per una serata, ha rinunciato alla comicità corrente per godersi a pieno il vecchio varietà
Maria Serritiello
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