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martedì 1 luglio 2014

L’arcivescovo Luigi Moretti incontrerà i giornalisti per illustrare le novità operative riguardanti la prossima festa patronale di S. Matteo apostolo.

 
 
 
Vorrei dire all'arcivescovo Moretti che la Processione di San Matteo è  tradizione dei salernitani. Ciò che gli può sembrare, a lui non nato in questa città,  pagano, è solo sentimento popolare e per questo passionale, oserei dire carnale. Che non si rovini la festa dei salernitani , i quali hanno un rapporto speciale con il Santo. "San Matteo è Salerno e Salerno è San Matteo" Non tutti possono avere la cultura gesuitica e vivere ogni manifestazione in punta di fioretto. I punti di ristoro, Arcivescovo Moretti, non sono banchetti improvvisati   servono alle paranze per trovare sollievo alla fatica e al caldo, vorrei ricordare la lunghezza del percorso e la pesantezza delle statue , in special modo quella di San Giuseppe. Ci provi lei a stare sotto le statue, con tutto il rispetto che le devo...I Romani e questo non glielo devo insegnare io, furono grandi perché lasciarono gli  usi ed i costumi ai  popoli conquistati. Se poi si riferisce agli applausi tributati al Santo  non mi pare che ci siano solo a Salerno , se solo si sposta a Napoli per San Gennaro, vede l'ardore di un popolo verso il proprio Santo. Certo non è  religioso in senso stretto, lo comprendo ma le persone vanno educate alla spiritualità con buoni esempi e non con le restrizioni. Si, gli applausi a De Luca l'infastidiscono, ma è un modo per appartenere tutti alla stessa devozione, diamine non è che un peccato veniale dei salernitani, null'altro . E poi il panino con la milza...perché anche il panino con la milza la disturba Arcivescovo Moretti ? Tutte le feste si portano dietro il buon sapore di qualcosa a cui avvicinare da adulto il ricordo. Chi non è salernitano, a volte, non comprende fino in fondo lo spirito della festa e ciò e capitato anche a lei. Con il rispetto che devo al suo ruolo di pastore di anime.
 
(Maria Serritiello)
 
 
Fonte:SalernoNotizie.net
 
Tenuto conto del documento della Conferenza episcopale campana “Evangelizzare la pietà popolare. Norme per le feste religiose”, e recepito nell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno con apposito Decreto arcivescovile del 4 ottobre 2013 entrato in vigore il 1 gennaio 2014, l’arcivescovo Luigi Moretti incontrerà i giornalisti per illustrare le novità operative riguardanti la prossima festa patronale di S. Matteo apostolo.
Cambia dunque la processione di San Matteo. Una modifica dettata, probabilmente “dagli sconci episodi di servilismo” come ebbe a dire il massimo esponente della curia di Salerno dopo l’ultima festa patronale invocando “più spirito religioso”.
«Ho sentito tanti applausi, mi auguro ci siano state tante preghiere altrimenti siamo davanti a un grande equivoco». Le parole con cui l’arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, chiuse la processione di San Matteo dello scorso anno. Fu quella la traccia su cui la Curia di via Roberto il Guiscardo ha lavorato e preparato l’appuntamento del 2014.
Cambia anche la processione. Vietati gli inchini in corrispondenza di luoghi che non hanno alcun richiamo religioso né, tanto meno, storico-culturale. In passato ci sono stati inchini per omaggiare personaggi defunti, qualche locale pubblico e così via. Da qui l’invito a Moretti di «dare le dovute disposizioni, affinché in futuro non si ripetano gli sconci episodi di servilismo verso chi non rappresenta la santità del principale evento cittadino».
A dettare il cambio di rotta della festa patronale quanto accaduto lo scorso anno con la processione che ha ospitato una serie di segni esteriori che non sono andati nella direzione della spiritualità: gli applausi (e i fischi) alle autorità presenti, i banchetti improvvisati lungo il tragitto per la vendita dei panini con la milza e poi le soste e gli «inchini» delle statue. Troppi e spesso fuori luogo.

 




 

 

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