Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serrritiello
del 3 luglio 2014
Quanta energia
diffondono le “Baccanti” del Liceo De
Sanctis di Salerno, il 24 giugno, la sera di San Giovanni e quanta foga
emanano i loro corpi, avvolti dal lutto nero per annunciare con le parole e con
il colore della notte, la morte. Dalla loro parte, le “Baccanti” di Euripide, ovvero
le ragazze del classico del liceo De Sanctis, hanno la bellezza, la sinuosità e
sono disegnate agili. Scarmigliate e frenetiche, nella danza di intrecci si
muovono feline e anche quando agitano o sollevano il tirso per aumentare il
pathos della rappresentazione, incutono una pavida reazione che si sospende ma
che ritorna al loro apparire. Recitano all’unisono, senza sbagliare una battuta,
senza che nessuno vada fuori tempo, scandendo le parole, voci quelle del coro,
che non tradiscono emozioni ma ne trasmettono tante. Il largo spiazzo dell’Istituto,
che ogni anno ingloba l’Officina del
dramma Antico, trasformandosi, anche grazie ad una opportuna e composita scenografia
(Marta Genovese, Angela Biccardi e
Benedetta Maresca), in un vetusto anfiteatro, agevolmente contiene le tredici ragazze, nei loro movimenti sincronici
ed alcune pedane su cui salgono, scendono e si sistemano, per poi sparire
quando appaiono i personaggi maschili della tragedia. Intanto la musica di
Ludovico Einaudi, l’inconfondibile sua
suonata al piano, viene diffusa e si sparge discreta per l’aere, pur facendosi
notare, pur sottolineando tutto ciò che avviene in scena.
Dioniso, dio del vino, del
teatro e del piacere, nato da Zeus e Semele è accusato dalle sorelle di lei e dal
proprio cugino Penteo, di essere un mortale e non il figlio del sommo Dio. Nel
prologo, primo a comparire in scena, è proprio lui, che spiega ai tebani la sua
natura divina ma è là, loro increduli, anche per punirli. Così inculca nelle
donne tebane ma anche nelle altre della Grecia, il germe della follia, per
poter celebrare sul monte Citerone, riti orgiastici con le sue seguaci, le
Baccanti. Penteo non convinto, non lo riconosce divino e lo fa arrestare, ma
lui prontamente si libera. Intanto le Baccanti, furiose ed incontenibili,
devastano e distruggono, mettendo in fuga la popolazione. Dioniso, con uno
stratagemma, riesce a convincere Penteo a mascherarsi da donna per spiare le
mosse delle terribili Baccanti, ma queste assetate di sangue, si avventano su
di lui e lo fanno a pezzi. La prima ad infierire sul re di Tebe, tragico orrore,
è proprio sua madre Agave.
La messa in scena delle
Baccanti, grazie alla traduzione e all’adattamento della super Prof. Anna Rotunno e grazie alla sua
stessa regia, congiunta alla prof Amelia
Imparato, è stato uno spettacolo degno di lode per l’eccezionale bravura
degli allievi (Zeus solo sa quanta fatica e quante prove ci sono dietro ad uno
spettacolo risultato così perfetto!). Le Baccanti, per la complessità del testo
che vuole richiamare la trinità cattolica, perciò in scena due Dioniso e una voce
fuori campo, a ricomporre il padre, il figliolo e lo spirito santo, una bella
intuizione della regia, è una tragedia poco rappresentata. Nelle note stilate
per la comprensione di ciò che ha ispirato lo spettacolo, la Prof.ssa Rotunno dice: “…il principio
guida del nostro lavoro, è rappresentato da una sorta di epochè o sospensione
del giudizio…”
Ingegnosa è la doppia immagine del dio che gli
ha permesso di riflettersi come in uno specchio, ma che ha dato anche l’agio d’
impiegare un alunno in più, soddisfacendo le numerose richieste dell’affollato
laboratorio teatrale di quest’anno.
Il coro delle Baccanti,
poi, ha dominato la scena a dispetto dei vari autori greci, così Euripide, che
per lo più assegnano quasi sempre alle donne, ruoli secondari, intruppandole in
affollati cori, fondale umano alle loro tragedie. Francesca Credentini, Adelma Maria Arenare, Andrea Bonfrisco, Maria
Francesca Cascone, Arianna Catino, Angela Cavalloni, Benedetta Crescenzo,
Federica D’Agostino, Rita De Chiara, Bianca Giulia Leprotti, Martina Quagliano,
Gaia Rocco, Chiara Salzano Alice Sorgente.
Due gli interpreti per
il dio del vino: Dioniso 1, Giulio Abbamonte,
sicuro, scenico e rappresentativo. La sua interpretazione, da consumato attore,
ha dato slancio al personaggio. Dioniso 2, Valerio
Elia che gli è stato dietro, come suo doppio, con altrettanta bravura.
Penteo, Fulvio Ragusa, si è trovato disinvoltamente
a suo agio nelle vesti del re di Tebe. Buona la sua recitazione, sempre pronto
ad ogni attacco del personaggio ed infaticabile nel tenere testa a Dioniso.
Cadmo Germano Gorga, Tiresia Nicolò Pio Pinto, Agave Michela Serena D’Urso, hanno ben
caratterizzato i personaggi a loro assegnati
A fine spettacolo il
Dirigente scolastico, Prof.ssa Angela
Elia, ha magnificato il lavoro degli eccellenti alunni e l’ottima
professionalità unita alla precisa competenza delle insegnanti: Rotunno ed
Imparato, promettendo, per l’anno prossimo, un teatro all’altezza degli
spettacoli che si rappresentano al De Sanctis, l’istituto situato là da
cinquant’anni, un po’ in disparte, circondato dal verde che lo rallegra, laddove,
un tempo, si odoravano diffusamente, le zagare di aranci e limoni, un paradiso, il “Paradiso di Pastena”, per
l’appunto.
Maria Serritiello
(Foto Maria
Serritiello)
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