di Maria Serritiello
E’
un bel colpo d’occhio quello che appare al Teatro delle Arti di Salerno,
affollata di alunni, elementari e media, per l’ultima replica di “Roma Caput
Mundi” un musical storico, il nono, della stagione Teatro Scuola 2013-2014. La
rassegna annuale, sotto la direzione artistica di Gaetano Stella ed
organizzativa di Elena Parmense, nasce dalla ventennale esperienza di
Animazione 90, nel campo del teatro e dei laboratori per le scuole. Nei cinque
anni di attività ha ospitato più di 65.000 mila studenti, provenienti da tutta
la provincia e da quest’anno anche dalla regione. Un successo confermato,
dovuto soprattutto alla qualità e all’originalità dell’offerta artistica,
sempre attenta alle esigenze del mondo della scuola. Per la stagione appena
terminata sono stati messi in scena nove spettacoli, da Ariel, principessa del
mare, al Canto di Natale, da Anna Frank, alla Bisbetica domata, dallo
Schiaccianoci, al Riscatto della memoria, per citarne alcuni, ma tutti
variamente capaci di attrarre i giovani spettatori, catapultandoli nel mondo
della fantasia attraverso la magia del
teatro. Tutti gli spettacoli sono stati portati in tournée, nei maggiori teatri
della penisola, riscuotendo ovunque grande successo.
“Roma
Caput Mundi”, tratto da un ‘idea di
Elena Parmense, con le musiche di Marco Greco, i testi di Marco e Massimo
Greco, le coreografie Marco Sellati, i costumi di Fiorella Iaccio, le
scenografie di Luciano Cappiello, con il Professional Ballet di Pina Testa e la regia di Gaetano Stella, racconta le
vicende di Roma ad iniziare dalla sua nascita, per continuare con Giulio Cesare, Spartaco, Nerone, la
crocifissione di Cristo e la fine dell'Impero, per l’era antica, senza
escludere il passato più recente della città eterna. Una carrellata storica
coinvolgente per la sonorità della musica ed i canti, per la leggiadria delle
coreografie e soprattutto per le immagini video dinamiche, attraverso le quali
gli attori interagiscono. Ad introdurre e ad accompagnare la storia, due
personaggi famosi della cultura romanesca “Rosetta e Rugantino” più di loro non si poteva scegliere. Le
schermaglie amorose che approdano a baci e la genuina conoscenza della vita
rendono lieve il corso della storia che si svolge alle loro spalle, mentre le
azioni della grande Roma si compiono.
“Da soli non si sta bene neanche in paradiso”
dice per iniziare l’innamorato alla sua Rosetta, tenendosela stretta a sé, una
battuta teatrale che ha fatto strada
ad entrambi se nella realtà sono
diventati marito e moglie. Lei è Serena
Stella, figlia d’arte e lui è Alessandro
Caiazza e tutt’ intorno, attori, ballerini, cantori, un corpo unico, “La Compagnia delle Stelle” per dare vita al più
bel musical della storia immortale. Su di un
velario di proscenio si guardano con
effetto film, i legionari, gli schieramenti, le battaglie, le sfide, i gladiatori, il Colosseo, le
Piramidi, lo spettacolare incendio di
Roma, ma anche le più belle immagini dei più grandi artisti italiani, vanto non
solo di Roma ma dell’Italia tutta.
Dietro, in trasparenza, gli attori: Annarita
Vitolo (La lupa), Tommaso Fichele (Faustolo e Spartaco), Francesco Criscuolo
(Romolo e Bruto), Carmine De Luca (Remo e Nerone), Nicola Pezzone( Cesare),
Roberta Andreozzi (Cleopatra e Varinia), Manuel Mascolo (Gladiatore e Fariseo),
Antonio Guido (Pilato) portano a compimento, con grande maestria, il
destino della Roma Imperiale. Il velario viene arrotolato, un chiaro segno che
quella Roma non c’è più, ma è pur sempre la città eterna con altra vita, altri
personaggi ed altra storia. Ora ad essere animato è il fondale, su di esso
scorrono immagini di incomparabile bellezza, resti di un passato splendore ma
così unito, così amalgamato alla vita attuale da non rilevare nessuna frattura.
Anche Rosetta e Rugantino, non più in disparte, entrano nel gioco della
rappresentazione, trait d’union del prima ed il dopo della storia. Roma vetusta
e giovane parimenti, è città aperta a tutte le nuove espressioni artistiche,
che qui s’incontrano e senza distinzione, nulla di strano, allora se i giovani
attori, contro la pena di morte, moratoria richiesta dall’ONU il 18 dicembre
del 2007, si esibiscono con un flash mob
su di un antico canto goliardico di taverna: “La società dei Magnaccioni” ma
anche con un canto a cappella, che scuote le coscienze e mette i brividi, per
quanta energia viene trasfusa nell’esibizione. Ancora una volta da Roma si
eleva un forte messaggio, che tutti i
popoli abbiano la vita e non la morte per punizione di delitti commessi. Caput
mundi per sempre, Roma!
Quando cala il sipario si comprende bene perché
questo spettacolo è maggiormente rivolto alle giovani scolaresche, gli ingredienti
culturali e pedagogici, per essere apprezzato, ci sono tutti. Ottimo lo
spettacolo, bravi tutti i giovani attori, 15 di numero, meritato il prolungato applauso
del pubblico e bravi entrambi per l’intuizione, la bella coppia del teatro:
Gaetano Stella ed Elena Parmense. L’abbraccio tenero che Gaetano riserva ad ognuno degli artisti, sul palcoscenico a fine
spettacolo, come un buon padre che ringrazia i figli, è la dimostrazione di
quanto sia importante il teatro nella formazione dei giovani, sia a farlo che ad essere spettatore.
Maria
Serritiello
www.lapilli.eu
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