Fonte: www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
Il 24 ed il 25 novembre,
al Teatro Ghirelli di Salerno, Cristina Donadio è stata di scena
con “Marguerite”, un lavoro scritto e da lei interpretato con Giuseppe
Alfinito. Ad accompagnarla, la Zurzolo ensemble con: Marco
Zurzolo al sax, Marco de Tilla al contrabasso e Pino
Tafuto al pianoforte. I costumi sono di Alessio Visone, le
luci di Paco Summonte, le foto di Fabio Donato ed il video di Giorgio
Pinto.
La Marguerite di
Cristina Donadio, sta per la scrittrice francese Marguerite
Duras ed il pezzo si rifà a “L’ Amante”, opera
autobiografica, pubblicata per la prima volta, nel 1984, anno
in cui ottiene, proprio per quest’opera, il premio letterario Goncourt,
nonché la nomination al Nobel per la letteratura.
Cristina Donadio,
nata a Napoli 63 anni fa, è attiva sulla scena ed in TV da
oltre un trentennio, sia come autrice che come regista. E‘ di gran vanto tra gli attori napoletani;
spesso è stata diretta dal regista Pappi Corsicato, in ruoli di donna volitiva.
In televisione ha raggiunto notorietà nell’interpretazione di Scianel per la
serie Gomorra. Negli anni ’70, a soli 16 anni, rimane incinta, una vicenda
umana che le renderà difficile l’adolescenza. Negli anni ’80 si cimenta come
regista di un particolarissimo tipo di spettacolo: il teatro di figura, cioè
l’arte teatrale che utilizza burattini, marionette, pupazzi, ombre, oggetti, privilegiando,
così, un linguaggio visivo e sensoriale. Come autrice indirizza la sua ricerca
a personaggi femminili che delinea accuratamente. A soli 27 anni deve
affrontare un lutto terribile, la morte del marito, l’attore napoletano Stefano
Tosi, 29 anni, travolto da uno spaventoso incidente automobilistico, era
alla guida, nel quale perde la vita anche il giovane e promettente drammaturgo,
Annibale Ruccello, autore tra l’altro, di un memorabile pezzo “Ferdinando”. Nel
1987/88 Cristina debutta con “Frammenti di donna”, tratto da l’Amante di
Margherita Duras, trent’anni dopo ritorna, di nuovo, con uno studio sulla
scrittrice francese.
La scena è buia, al
centro del palco seduta c’è lei, abito nero e fumo di una sigaretta, aspirata
con voluttà. Recita in modo sommesso, la sua voce è un soffio, superata
abbondantemente dall’ ensemble di Marco Zurzolo, che da solo varrebbe lo
spettacolo. Le parole si susseguono, sono pensieri solitari, frammezzati dalla
lettura di brani della scrittrice, mentre dietro di lei, scorrono le immagini
di Marguerite sorridente, in compagnia ed a passeggio sulla spiaggia. La
scrittrice, tra i 15 e i 17 anni, con la madre ed i fratelli vive in Indocina, per
poter sopravvivere alla fame inizia una storia con un ricco e giovane cinese.
Con lui si comporta da prostituta, accetta i suoi soldi ad ogni incontro, pensa
che così facendo di essere al riparo di una qualche implicazione sentimentale,
una sorta di emancipazione e d’iniziazione, ma la sua spregiudicatezza non
l’impedisce d’innamorarsi e di restarci male quando la storia viene interrotta
dal padre di lui e da sua madre, per ragione di casta. Queste le dolorose pagine
che Cristina legge, un mantra, per lei la storia della scrittrice, che ritorna ogni
volta negli approfondimenti creativi. La selezione dei brani operati
dall’attrice è un po' confusa e non rendono fino in fondo la stesura
paratattica della scrittrice che, pure rende viva la narrazione con le sole proposizioni
principali (sono qui, mi vedo, ti sento…). In scena, l’artista, appare una
donna indifesa, per niente volitiva, sofisticatamente elegante, quando canta in
francese India Songh, ma niente di più. Il sapore retrò dello spettacolo è
innocentemente dinanzi al pubblico, una Juliette Greco rispolverata, con la
pretesa intellettualistica di recitare in lingua, per stupire ancor più il
pubblico, che invece ha apprezzato e come poteva essere diversamente, il sax di
Marco Zurzolo ed i bravi musicisti al seguito. Tutto lo spettacolo è sembrato
volesse stupire forzatamente la platea, con effetti particolari, bastava,
invece, essere semplicemente se stessa, con la sua umana storia, senza
nascondersi, ancora una volta, dietro Marguerite Duras
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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