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martedì 14 novembre 2023

Al Caffè dell'artista di Salerno nel centenario della nascita di Don Milani "I CARE: la trasversalità del prendersi cura nella relazione educativa"

 

Fonte :www.lapilli.eu

di Maria Serritiello

Il 2023 si rivelato un anno ricco di centenari da commemorare. Al Caffè dell'artista di Salerno, lunedì 13 Novembre, la Prof. ssa Antonietta D'Episcopo,  ha ricordato  la figura  di Don Lorenzo Milani, a cent'anni dalla sua nascita, con un'interessante,quanto erudita conversazione

In sintesi il suo intervento



                                                    Antonietta D'Episcopo

Sono convinta che il modo migliore per commemorare Don Milani sia quello d’individuare gli elementi di attualità derivanti dall’espressione  I CARE, m’interessa, per te ci sono, sono al tuo fianco, puoi contare su di me, che assunta come bussola di orientamento, implica responsabilità e coerenza nell’azione quotidiana dell’insegnante, caratterizzandone lo stile, l’approccio didattico e comunicativo. Dalla scuola dell’infanzia all’Università la mediazione culturale si basa su una intenzionale azione di cura, sul farsi  carico della totalità della persona, di tutte le sue dimensioni, potenzialità, bisogni materiali e non materiali per fare acquisire un bagaglio di competenze, che si avvicini sempre più al saper fare, al saper pensare con la propria testa, al saper essere.

Fare scuola significa svolgere un compito civile di altissimo valore: insegnare a non obbedire acriticamente, a passare da “curvàti ad alzati” perchè solo insieme, in piedi, si può incominciare a trasformare il mondo trasformando noi stessi.

Ogni realtà scolastica, per evitare di diventare uno strumento di differenziazione sempre più irrimediabile, “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, dovrebbe essere concepita come un laboratorio permanente di ricerca e di creatività animato da una relazione educativa, in cui i saperi vengano utilizzati come strumenti di umanizzazione attraverso l’intreccio tra alfabetizzazione strumentale ed  esistenziale.

Il prendersi cura, di fatto, acquista e trasmette  senso attraverso la coerenza delle modalità operative messe in atto, come dimostra la scrittura collettiva promossa da Don Milani per alimentare il confronto democratico, la condivisione e la corresponsabilità attraverso l’esercizio del pensiero critico ed un costante allenamento al saper discernere.

A Barbiana i ragazzi potevano leggere tutti i giorni  due giornali, uno di destra ed uno di sinistra, per confrontare punti di vista differenti, esercitare il senso critico ed esprimere la loro personale opinione. Ciò che caratterizza l’azione educativa di don Milani è l’autogestione pedagogica degli apprendimenti e la capacità di auto-correggersi. L'insegnante è un regista che favorisce la discussione, lo scambio,  la riflessione individuale e collettiva.

Conoscere e saper utilizzare le parole, il loro significato, e la loro potenzialità comunicativa, è la strada maestra, che conduce alla libertà, permettendo, attraverso il principio costituzionale del diritto alle pari opportunità, e la visione evangelica della vita, il superamento dell’idea imprigionante di destino.

Solo attraverso una significativa esperienza scolastica le tante Barbiane ancora esistenti, gli emarginati, gli oppressi, gli ultimi, avranno la possibilità di emanciparsi, di diventare protagonisti, di esprimere pienamente la propria sovranità con spirito solidale e volontà di partecipazione attiva alla costruzione e difesa del bene comune, restituendo  loro il  futuro, di cui continuano ad essere derubati.

Curriculum Antonietta D’Episcopo 

Docente, formatrice in ambito educativo-didattico, ha sempre considerato la scuola come reale laboratorio d’umanità. Nei suoi diversi articoli, pubblicati su riviste specializzate e testate giornalistiche locali e nazionali, ha indagato il delicato equilibrio tra dimensione personale e comunitaria e la sinergia, autonomia, responsabilità e partecipazione, che s’istaura nella complessa interazione tra scuola, famiglia, cultura e società. È stata referente nazionale per la formazione dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), associazione professionale fondata nel 1945, qualificata dal MIUR per la formazione.

Dal 2000 è componente del Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola costituito dalle associazioni professionali “storiche” e dalle maggiori organizzazioni sindacali.  Dal 2005 al 2008 è stata membro del gruppo dei formatori per la piattaforma BDP INDIRE, gestendo un numero considerevole di forum e di laboratori on line, promossi dal Miur, per la formazione a distanza dei docenti in servizio e dei neo assunti immessi in ruolo, appartenenti a scuole di ogni ordine e grado, garantendo un approccio innovativo, anche attraverso un uso mirato degli spazi informatici, al fine di un’efficace interazione comunicativa.

Attualmente continua a svolgere il ruolo di formatore/coordinatore, a livello nazionale e territoriale, con gruppi di docenti e dirigenti scolastici, istituti comprensivi e reti di scuole dell’infanzia, primaria e secondaria, sui temi della continuità, della valutazione, dell’autoanalisi d’istituto, della didattica delle discipline e dell’inclusione nell’ottica della unitarietà dell’apprendimento e della trasversalità dei saperi. Segue con particolare attenzione i processi innovativi sollecitati dalla costituzione del Sistema integrato “zerosei” e  dagli aggiornamenti alle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, in termini di miglioramento dell’esistente.

Nella pubblicazione particolarmente significativa A. D'Episcopo e C. Giuntini, Progettare la scuola che cambia, Edizioni Cetem, Milano 28 marzo 2006, ha analizzato e proposto piste di riflessione e di azione ai docenti della scuola primaria alle prese con i processi d’innovazione collegati alla riforma del sistema scolastico.

Nel testo Il bambino che unisce. Scuola e genitori in dialogo,scritto in collaborazione con Silvana De Luca, Edizioni Società Cooperativa Editoriale Cultura e lavoro, Roma, maggio 2015, ha analizzato i presupposti su cui costruire un’alleanza scuola-famiglia basata realmente sul superiore interesse dei bambini.

La sua passione educativa si riflette anche nei  testi poetici il cui linguaggio rappresenta per lei preziosa risorsa a cui attingere per incrementare la conoscenza di sé, la scoperta del mondo, la comprensione degli altri, attraverso un dialogo empatico e universale fra persone: tutte simili, ma ognuna diversa.




 

 

 



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