Fonte:www.lapilli.eu
di Maria Serritiello
In apertura di serata risuona
per il teatro la voce 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐑𝐢𝐠𝐢𝐥𝐥𝐨,
uno dei grandi protagonisti della scena teatrale italiana, un signore del
palcoscenico, che ha voluto esprimere parole di apprezzamento e augurio alla Compagnia dell'Eclissi.
Quando si dice la
coincidenza! E’ dello scorso 24 febbraio la morte di Maurizio Costanzo, che sulle scene del Teatro Genovesi, Aldo L’Imperio, della Cricca di Taranto, per il
terzo spettacolo in gara, ha portato “Vuoti
a rendere”, scritto proprio dal notissimo personaggio televisivo e
giornalistico italiano. La Cricca di
Taranto è alla sua terza volta al
Festival Nazionale XS di Salerno, l’anno passato con “Le ultime lune” di Furio
Bordon si aggiudicarono il premio della giuria dei Giovani.
“Vuoti a rendere”,
scritto nel 1996 dal giornalista, scrittore, conduttore televisivo e paroliere
italiano, suo è il testo di un’indimenticabile canzone “Se telefonando”, del
1966, è un testo che parla di una coppia in età, ai quali il figlio Marcello,
che non si vede mai in scena, chiede che vadano a vivere in campagna, per poter
usufruire del loro appartamento. Federico, questo è il nome del padre, non
prende il trasferimento di buon grado, anzi adduce una serie di ragioni, anche
valide, per non farlo. Viceversa Isabella, cuore di mamma, ritiene che l’andar
a vivere in campagna gioverebbe alla salute e alla loro unione, ormai sistemata
su di un binario morto. Un baule, posizionato in primo piano nel semplice
soggiorno scenico, è pronto a raccogliere le loro cose: libri, vestiti,
documenti, carte sparse e tanti oggetti inutili di cui Federico non ha nessuna
intenzione di separarsene. Isabella invece, vorrebbe dare un taglio alla sua
vita in città, non per radicata convinzione, come si saprà più tardi, ma per
rendere la vita facile alla sua creatura. Inizia tra loro una schermaglia di
ricordi della vita vissuta insieme che a volte è stata appagante, altre volte
deludente. Si lanciano in reciproche accuse, la luna di miele, per esempio, un
lui, a detta di Isabella, che non sapeva giocare con le parole, per passare poi
alla complicità scherzosa di quella volta a Parigi. E così tra le piacevolezze
trascorse e le amarezze accumulate, all’interno del loro rapporto, ora sono
divisi, dal non essere concordi a voler aiutare il figlio Marcello. Molte delle
considerazioni del dialogo di Federico ed Isabella e cioè le delusioni che
provano, le solitudini vissute, le paure delle malattie, la difficoltà a non
essere più inseriti nella vita produttiva del Paese, sono quelle che la terza
età prova nel reale, tra l’indifferenza generale. L’affettività verso i vecchi
è soverchia e questi sono pieni di nemici. I due coniugi sono due brave persone
e anche quando si presenta l’occasione, sia per lei che per lui, di cogliere
l’attimo, non sono mai andati oltre.
Una commedia brillante,
gustosa, finanche dinamica, per i cambi di costumi veloci, con battute sagaci e
veritiere, recitate con scioltezza e naturalezza. Buona la scelta di far
spostare i mobili della scena, secondo la narrazione, a due personaggi estranei
alla recitazione, la cornice di base è servita a narrare lo scorrere del tempo
in modo naturale. La coppia, Aldo
L’Imperio e Anna Cofano, affiatatissimi, hanno ben reso la parte di marito
e moglie e delle rispettive occasioni mancate: divertenti sia per la fuga in
discoteca, di lui, che per la visita della mostra di lei. I costumi, ben adattati e le parrucche hanno
fatto il resto.
Maria
Serritiello
Regia
Aldo L’Imperio
Con
Aldo L’Imperio e Anna Cofano
Responsabile
di Palcoscenico: Annamaria Ruina
Tecnico
luci e audio: Teresa Fumarola
Scene: Cosimo Lanzo, Francesco Marassa
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