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sabato 10 dicembre 2022

Violata di Maria Serritiello

 


Fonte: www.lapilli.eu

di Maria Serritiello


Il 5 dicembre scorso, al Teatro Genovesi è stato proposto un evento congiunto della compagnia dell’Eclissi e del Soroptimist club di Salerno, per celebrare il “Day” di dicembre, in prossimità delle feste natalizie, con una riflessione sulla violenza delle donne.

Le Soroptimist, sempre attente alle problematiche femminili, hanno inteso lanciare un segnale forte soprattutto alle coscienze giovanili, coinvolgendo, per l’appunto, le scuole di quasi tutta la città: Liceo Tasso, Liceo De Sanctis, Liceo Da Procida, Istituto Genovesi Da Vinci, Alfano I, Regina Margherita, Liceo Artistico.

Presente alla manifestazione, l’Assessore alle Pari Opportunità Gaetana Meo, oltre a numerosi insegnanti

Il lavoro in scena di grande effetto, dal titolo “Violata” è stato rappresentato dalla Cantine delle Arti di Sala Consilina, per la Regia di Enzo D’Arco e con Antonella Giordano, Marzio D’Arco ed Enzo D’Arco.

La trama a forte impatto è stata sottolineata da musica appropriata e toccante come, tra le altre: “L’amore rubato” di Luca Barbarossa e “Gli uomini” di Mia Martini. I 4 quadri rappresentati sono stati resi veri e dilanianti dalla bravura recitativa ed espressiva degli attori, come l’esile figura femminile e le rudi corporature maschili.

Ed è l’inizio

La scena è scarna e si distende nelle spire della violenza che di lì a poco si mostrerà, preannunciando sofferenza. Avvolta in una veste nera ed i capelli nascosti dalla kefiah, nera anch’essa, c’è, Aima, una giovane donna che si dondola su di una piccola sedia, quasi fosse una bambina, in effetti lo è. Aima, infatti, non conosce il mondo, non sa nulla della realtà che la circonda, padroneggia solo la strada che la porta da casa al pascolo. Lei e sua sorella vivono con pochi elementi di riferimento, il padre le picchia senza una ragione con la cinghia dei pantaloni, le lascia senza cibo ed acqua, così per affermare la sua forza di maschio. Gli incredibili maltrattamenti sono riservati solo alle donne di casa, suo fratello, per esempio, non viene sfiorato. Con lo sguardo incredulo per tutto ciò che le capita, racconta di sua madre, sposa a 15 anni, 19 parti, ma solo 5 figli in vita, gli altri, ovvero le altre le ha soffocate sotto la pelle di capra.

E venne il tempo per Aima di conoscere l’amore, oltre alla fatica ed ai maltrattamenti, ma non fu un giorno lieto se fu violenza e morte la congiunzione d’amore. L’azione di quella colpa doveva essere punita, così ci pensa lo zio e versa sul corpo di Aima, un liquido freddo, dal forte odore. Suo zio con sadica cattiveria e con gesti lenti le sta dando fuoco.

L’urlo che squarcia il teatro penetra nelle nostre carni, sentiamo il calore del fuoco e la pelle bruciare

I quadri, poi, che si susseguono sono sempre storie di donne martoriate, violate con la non curanza di uomini senza scrupolo, assassini, sicché lo spettacolo è un crescendo di brutture, di percorse mimate, di occhi lividi, offese su tutto il corpo e gestualità sguaiata, nel caso dello stupro.  Aumenta, così, la tensione e la ribellione tra gli spettatori, nessuno può assistere alla violenza gratuita senza provare rivolta.

Fatima è stata condannata alla lapidazione per aver avuto una figlia al di fuori del matrimonio, prima della condanna, scrive una lettera- testamento alla piccola perché possa farle conoscere l’orribile realtà che la circonda e la spinga a ribellarsi. Poi si allontana e la flagellazione a cui si assiste   è altro momento di forte emotività tra il pubblico. …

La violenza rappresentata penetra nelle nostre corde più di ogni altra parola ed è ciò che si voleva con questo terribile spettacolo.

Si fa buio in scena e nel silenzio rarefatto della sala si ode il triste elenco delle donne uccise, scandite ad una, ad una per 192 volte, quante sono le uccise: Anna, Vera, Pamela, Jessica, Francesca, Federica, Martina, Alessia, Ernestina, Laura, Nunzia…

L’elenco interminabile è sottolineato dalla percussione della tammorra ed ogni volta che la mano si posa sulla pelle è un colpo al cuore

E’ na guerra” urla l’attore, si una guerra, un’ignobile guerra di sopraffazione!

Soroptimist  International Club di Salerno:

Presidente: Giulia De Marco

Progetto curato da: Maria Tota

 

Il Soroptimist International è un'organizzazione senza fine di lucro di service club che riunisce donne con elevata professionalità, e opera attraverso progetti diretti all'avanzamento della condizione femminile, la promozione dei diritti umani, l'accettazione delle diversità, lo sviluppo e la pace.

Fondazione 3 ottobre 1921

Fondatore: Violet Richardson Ward

Motto: Sorores Optimae

 

Il Club di Salerno è il 17° dell’Unione Italiana. E’ stato fondato il 27 aprile 1958.

 

Maria Serritiello

www.lapilli.eu




 

 

 

 

 

 

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